Con questo libro si colma una lacuna nella mia conoscenza dei massimi
teorici del secolo scorso.
Chi sono i nemici della società aperta? Sul banco degli imputati,
come sempre accade, sono chiamati dei personaggi insospettabili.
I primi in assoluto sono stati addirittura due grandi filosofi greci,
Platone e il suo discepolo Aristotele.
I due pensatori sono stati seguiti in tempi più recenti da Hegel
e Marx.
Qual'è la colpa di cui vengono accusati? Il fatto di aver sviluppato
idee che sono andate nella direzione opposta alla creazione di una società
aperta; Platone, in particolare, ha avversato l'avvento della prima società
aperta nella storia occidentale, vale a dire la democrazia ateniese. Ma
di Platone l'Autore scrive nel primo tomo dell'opera.
Nel secondo tomo, qui in oggetto, il primo capitolo è dedicato
ad Aristotele e il secondo a Hegel. Del filosofo prussiano l'Autore mette
in rilievo le connessioni tra il suo storicismo e il totalitarismo. Hegel
rende evidente il collegamento del platonismo con il totalitarismo moderno
(pag.47).
Marx occupa i 4/5 del libro. L'Autore dimostra l'influenza dell'idealismo
platonico nell'idea marxiana secondo cui i prezzi sono solo un'apparenza,
dietro la quale si nasconde un valore oggettivo o reale. Popper articola
l'analisi in tre parti: a) Il metodo di Marx; b) La profezia di Marx;
c) L'etica di Marx. Popper riconosce la carica umanitaria del marxismo,
ma dimostra che, nonostante i suoi meriti, Marx fu un falso profeta.
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Karl Popper
La società aperta e i suoi nemici.
Tomo II: Hegel e Marx falsi profeti.
Editore
Armando, Roma, 1974.
Ed. or. "The Open Society and Its Enemies", Londra 1947.
L'autore
Karl Popper è stato uno dei massimi filosofi del
XX° secolo. Nato in Austria, ha insegnato alla London School of Economics.
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La coscienza della fallibilità della conoscenza umana e la consapevolezza
della inderivabilità logica dei valori dai fatti costituiscono
infatti le basi razionali della società aperta - che è aperta
a tutti meno che agli intolleranti.
È stato Platone ad inquinare l'intera teoria politica dell'Occidente,
ponendosi la domanda: "Chi deve comandare?" La domanda è
semplicemente irrazionale perché presuppone l'esistenza - che non
si dà - di qualcuno o qualche classe che sarebbero venuti al mondo
con l'attributo della sovranità sugli altri. Razionale è
invece quest'altro interrogativo: "Come possiamo organizzare le istituzioni
politiche in modo da impedire che i governanti che si rivelano incompetenti
facciano troppi danni?"
Platone fu un grande uomo. Ma i grandi uomini possono commettere grandi
errori. E il grande errore di Platone, sostiene Popper, fu quello di aver
teorizzato la "società chiusa".
Da un articolo di Dario Antiseri pubblicato
su Il Messaggero del
27 luglio 2002.
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