CURIOSITA'......sui girasoli

         (brano da un testo di Ippolito Pizzetti)

 

Nell'estate del 1910 una certa signora Cockerell trovò, sul ciglio della strada nei pressi di casa sua, a Boulder nel Colorado, un Girasole che aveva le ligule soffuse di un bel rosso castagno: era una variazione del Girasole di Pianura. Fu battezzato coronatus perché l'aureola rossa ed il disco nero avevano richiamato l'idea di un sole in eclisse con la sua corona.
Poiché non è possibile fecondare il Girasole con il suo polline, lo si è incrociato con esemplari dell'Helianthus annuus "Lenticularis" o con altri ibridi della stessa specie. Si sono ottenute così, per successivi incroci, nuove varietà: una bicolore, con i petali gialli all'estremità, bicolor; una con cerchio rosso, zonatus; un'altra ancora con i petali interamente color rosso castagna, ruberrimus.
Nel 1914 si riuscì perfino a ottenere una varietà che aveva i petali praticamente neri. E incrociando ancora il Girasole castano con la varietà primulinus, color giallo primula, si ottenne una varietà di un bel rosso vino, vinosus.
Non è senza motivo che si danno questi brevi cenni storici; l'Helianthus è una pianta che si presta assai bene alla selezione e agli incroci, ma è anche una pianta che altrettanto rapidamente degenera.

 

 

METTI UN GIRASOLE

SUL BALCONE!!!?

 

UN GIRASOLE!!! Come mi sara' venuto in mente di cominciare la mia avventura botanica,sul balcone, con una pianta che può diventare alta fino a 2 metri e passa, e che ha esigenza di stare sempre al sole pieno e di non essere spostato?
Il girasole si semina da marzo ad aprile... ! Tentare non nuoce: non si sa mai.
Ho comprato una bustina di semi da giardino.....
Ma ho letto che il cosiddetto Girasole è una pianta della durata di un solo anno che appartiene al genere "Helianthus". Il suo nome vero, quello con cui lo si riconosce, è Helianthus annuus. E cresce, come hai visto nei campi della Toscana, cresce, cresce, fino a 2 o 3 metri di altezza; poi in autunno, esaurita la sua funzione di fare fiori e semi, muore e l'anno successivo lo devi riseminare.
Però il genere (che sarebbe il cognome) Helianthus comprende anche altre specie (la "specie" sarebbe il nome proprio) perenni, di sviluppo più ridotto e quindi più adatti per essere tenuti in un terrazzino. I nomi di queste altre specie potrebbero essere, per esempio, Helianthus decapetalus, Helianthus salicifolius, Helianthus atrorubens, e così via.
Ma potra' veramente crescere sul balcone? Io ho voluto tentare......

 

Consigli di botanici esperti: (riproviamo la prossima primavera?)

Il seme del girasole  lo puoi prendere dalla pianta quando è maturo. Cioè quando tutto il capolino (si fa per dire, in effetti è un "capoccione") è diventato scuro ed asciutto.
Li conserverai in un luogo fresco ed asciutto, al buio, dentro un sacchettino di tela.
A metà Marzo li seminerai direttamente in terra. Si fanno delle piccole buche profonde non più di 3-4 cm., distanti 30-50 cm. tra loro. In ogni buca si mettono 2-3 semi che poi si ricoprono col terreno e si annaffiano. Quando le piantine spuntano e sono alte circa 5 cm. si diradano lasciando solamente quella più forte e vigorosa.
Si tratta di una pianta annuale, che a fine fioritura muore e deve essere estirpata. Avendo una crescita molto rapida (da 1 a 4 m.) deve essere annaffiata parecchio. Gradisce qualsiasi terreno da giardino fertile e ben drenato, in posizione assolata tutto il giorno. Fa' attenzione che tendono a riseminarsi spontaneamente, quindi quando i semi sono maturi devi tagliare via il fiore appassito.
Se la tua zona è molto battuta dal vento sarà opportuno che tu sostenga le piante una per una con un tutore. A questo scopo, al momento della semina ficcherai ben salda nel terreno vicino ad ogni buca una cannarella che sporga da terra almeno un paio di metri; a mano a mano che la pianta cresce dovrai legarvela, senza stringere troppo!, per mezzo di quei legacci elastici di plastica verde che si vendono in gomitoli in tutti i negozi specializzati.
Il Girasole comune è una pianta bellissima quando cresce e durante la fioritura. In seguito tende ad avvizzire e diventa poco decorativa.
Ci sono anche delle varietà da giardino, meno alte e con fiori più piccoli ma più belle anche dopo la sfioritura, di cui potrai trovare i semi facendoteli procurare da un buon vivaio o da un Garden Center serio. Posso indicarti le seguenti:

particolarità:

 

 

         semina in vaso di piante di limone

 

        UTILIZZO DI SEMI dai limoni consumati per scopo alimentare          

 

 

Le piante comunicano tra di loro? 
(prof. Stefano Predieri) 
 

I meccanismi di relazione tra piante più diffusi e più studiati riguardano la competizione, la lotta per affermarsi in un ambiente, in generale quindi più che la comunicazione regna la legge del più forte, o meglio, del più adatto. Le piante competono per lo stesso territorio e, ad esempio, comunicano tramite sostanze chimiche prodotte dalle radici che una determinata zona del terreno è esclusivamente loro, e le radici di altre piante la evitano. 

Altri esempi di comunicazione per via chimica riguardano la produzione di ormoni volatili (etilene) prodotti dalla maturazione dei frutti o durante l’invecchiamento della pianta; sono volatili appunto per comunicare messaggi ormonali a parti diverse di una stessa pianta ma anche tra piante diverse. Ad esempio in seguito ad attacchi parassitari, l’etilene prodotto da una pianta può influenzare il comportamento di un’altra, predisponendola ad una migliore resistenza. 

Esistono anche complesse comunicazioni biochimiche tra piante verdi e funghi, non solo quando si instaurano simbiosi (micorrize), anche gli attacchi di patogeni iniziano con scambi di messaggeri chimici, che servono al parassita per riconoscere l’ospite. Questi messaggeri sono studiati per essere usati per la difesa da funghi dannosi. Tramite queste sostanze ad esempio si potrebbe dare al fungo un informazione errata, comunicandogli che una pianta che noi vogliamo proteggere, per lui non è buona come fonte di nutrimento.  

Per il resto sembra che le piante preferiscano comunicare con gli insetti, ad esempio indicando con forma e colore dei fiori dove possono trovare il nettare, ma si tratta sempre senza dubbio di una comunicazione interessata. 

Ci sono stati vari studi sulle capacità di comunicazione delle piante tra loro e addirittura con l’uomo tramite impulsi elettromagnetici (un libro ha raccolto varie esperienze anche se di solito molto amatoriali: "La vita segreta delle piante" ed.Sugarco), le ipotesi sono stimolanti, ma non ci sono finora risultati accettabili.

 

 

I BONSAI

Creare un bonsai partendo dal seme è senz'altro il metodo che richiede molto tempo e molta pazienza ma, inutile dirlo, è quello che regala anche molta più soddisfazione e permette di ottenere alberelli praticamente perfetti.
Si possono utilizzare semi trovati in commercio, prelevati da altri bonsai, raccolti in autunno nei boschi, da alberi normali o anche prendendoli dalla frutta fresca che consumate abitualmente.
Sono due i periodi favorevoli per la semina: la primavera e l'inizio dell'autunno.
Le specie particolarmente adatte alla semina sono le seguenti: cedro, cipresso, pino, faggio, quercia, salice, melo, mandorlo, lilla. Ricordarsi sempre di non seminare specie diverse nello stesso contenitore, poiché ogni specie richiede condizioni di luce e temperatura diverse. Se i semi hanno il guscio, è meglio romperlo per velocizzare la germinazione.
Soprattutto se utilizzate semi raccolti da voi, ricordate che è opportuno seminare almeno 10 (DIECI) semi per ogni pianta che si vuole ottenere. Questo perché non tutti i semi germinano e non tutte le piantine si svilupperanno bene.
Per effettuare la semina, preparate del terriccio composto in parti uguali di torba e sabbia di fiume e disponetelo in un vaso o in un contenitore con un foro sul fondo, che permette all'acqua in eccesso di percolare. Disporre i semi sopra il terriccio, lasciando intorno a ciascun seme abbastanza spazio libero, coprire ancora con lo stesso terriccio (in genere, la quantità di terriccio con la quale devono essere ricoperti i semi è proporzionata alla loro grandezza), quindi annaffiare abbondantemente ma con delicatezza, per evitare di smuovere il terreno e i semi stessi. Terminate tutte queste operazioni, è indispensabile collocare il vaso in un posto all'ombra e proteggerlo dal gelo.
La germinazione varia molto secondo le specie, ma abbiate pazienza: a meno che non abbiate scelto dei semi la cui germinazione è particolarmente lenta, le piantine nasceranno e si svilupperanno. Quando noterete che il fusticino si è irrobustito e tende a lignificare, significa che è il momento di trapiantare ogni piantina in un vasetto proprio e gradualmente la abituerete alla luce del sole.
Dopo circa due anni dalla semina si può iniziare ad intervenire sui rami e sulle radici per dare alla pianta le caratteristiche bonsai.

 

 

 

La talea  

 

Che cosa è una talea? E' un metodo di riproduzione che si effettua prelevando un ramo dalla pianta che si vuole riprodurre e interrandolo in vaso, dove emetterà radici e diventerà una nuova pianta.
Per avere successo con questo metodo occorre prestare molta attenzione e seguire bene tutte le indicazioni.
Benché si possa effettuare una talea in ogni periodo dell'anno, il momento più indicato è senz'altro la primavera, al momento del risveglio vegetativo, quando la linfa delle piante circola con più vigore. Il radicamento della talea avverrà più velocemente.
Il ramo della pianta deve essere prelevato proprio sopra una inserzione fogliare (il punto in cui nasce una foglia), quindi tagliare la parte terminale ed eliminare le foglie alla base della talea. Infatti la parte che verrà interrata deve essere priva di foglie o aghi, se si tratta di conifere. Comunque la talea non deve superare i dieci centimetri di lunghezza. In commercio esistono degli ormoni vegetali (di solito sono in polvere) che servono a stimolare la radicazione della talea e riducono decisamente le probabilità di insuccesso.
Il terriccio deve essere composto da sabbia e torba, ben amalgamato e soprattutto inumidito con molta cura. Infatti per radicare bene la talea ha bisogno di molta acqua. Interrare il rametto per circa tre centimetri nel terriccio, pressare bene, bagnare abbondantemente e pressare ancora.
Ora il vasetto deve essere sistemato in luogo luminoso, ma al riparo dalla luce solare e dal gelo. Per far sì che la talea possa radicare è necessario mantenere sempre il terriccio umido, ma non fradicio: annaffiare spesso, ma poco per volta.
Quando compariranno nuovi germogli significa che la talea ha radicato. Allora si potrà portare gradualmente la piantina al sole. In primavera si può concimare un po', mentre d'inverno è indispensabile proteggere il vaso dal gelo.
Dopo due anni al massimo si può iniziare ad educare la nuova piantina come un bonsai.
  

Da cosa è causato l'effetto serra?

Quali sono i provvedimenti da assumere per fermare l' effetto serra?
(Prof Luca Fini )

Viene chiamato comunemente effetto serra la tendenza all'aumento progressivo della temperatura media della terra. 

Il nome è dovuto alla natura del fenomeno, che viene sfruttato appunto nelle serre per uso agricolo, derivante dalla differente trasparenza di varie sostanze alle diverse lunghezze d'onda della radiazione che le attraversa. La luce emessa dal sole, infatti, è composta da un ampio spettro di lunghezze d'onda di cui solo una piccola parte raggiunge la terra, mentre la parte restante viene bloccata dalla presenza dell'atmosfera. Quando la radiazione luminosa colpisce una superficie viene in parte riflessa ancora come radiazione luminosa, in parte assorbita, ed in parte riemessa sotto forma di radiazione a lunghezza d'onda maggiore (infrarossa). 

Nelle serre agricole il vetro che costituisce le pareti ha un'ottima trasparenza alle lunghezze d'onda della luce visibile, ma risulta praticamente opaco per le lunghezze d'onda infrarosse. Quindi la parte di radiazione infrarossa che viene riemessa dalla superficie illuminata rimane intrappolata all'interno della serra. 

Un analogo fenomeno avviene per la presenza dell'atmosfera sulla terra: la quantità di energia riemessa verso lo spazio dipende dalla trasparenza dell'atmosfera alle varie lunghezze d'onda. Se questa cambia, cambia anche la temperatura globale della terra, perché questa è il risultato finale della somma di tutti gli scambi termici fra terra, sole e spazio circostante. 

Negli ultimi anni si è evidenziato un innalzamento progressivo della temperatura media della terra che si ritiene dovuto ad effetto serra, ovvero alla diminuzione della trasparenza dell'atmosfera alle lunghezze d'onda infrarosse. Gli esperti sembrano concordare che la causa principale sia da attribuirsi all'aumento della percentuale di anidride carbonica (CO2) dovuta principalmente alla produzione di tale gas in tutte le forme di combustione utilizzate per varie attività umane e proncipalemte per la produzione di energia. 

Quali sono i provvedimenti da assumere per fermare l'effetto serra ?

Per ridurre la quantita' di anidride carbonica immessa nell'atmosfera ci sono essenzialmente due modi: 

  1. Ridurre l'uso di combustibili, o riducendo la produzione mondiale di energia o convertendo la produzione a metodi nucleari (che hanno comunque anch'essi varie e gravi controindicazioni). 
  2. Aumentare la superficie della terra coperta da foreste, in quanto la funzione clorofilliana delle piante utilizza l'anidride carbonica dell'atmosfera estraendo dalla molecola il carbonio e rilasciando ossigeno. 

Entrambi i metodi sembrano però in aperto contrasto con le tendenze attuali in tutto il mondo e, nonostante gli sforzi di tutte le associazioni interessate, non sembra che per il momento abbiano probabilità di essere adottati.