La quarta dimensione e il superamento dell’apparente frammentazione della realtà.

di Vito Foschi


Menti individuali e mente universale: dalla molteplicità all’Uno.

Ogni individuo possiede una mente propria indipendente dalle altre. Questo è un dato accettato, ma proviamo ad esaminarlo da un diverso punto di vista, naturalmente per puro amore della discussione. Alcune correnti di pensiero, tra cui lo gnosticismo, affermano che le divisioni presenti nella realtà si riconducono ad unità. Proviamo a supporre che tutto si riconduce all’unità, come si spiega la percezione di divisione?

Una soluzione potrebbe esistere. Supponiamo che le varie menti individuali facciano parte di un’unica mente. Come potrebbe essere possibile ciò?

Se supponiamo che esista un’unica mente cosmica a cui tutte le individualità siano riconducibili, come è possibile spiegare l’apparente frammentazione della nostra realtà?

Supponiamo che la mente universale abbia infinite dimensioni e, quindi che non si sviluppi interamente nel nostro spazio tridimensionale. Banalmente, non è possibile contenere un oggetto più grande in uno spazio più piccolo. È una spiegazione poco precisa, ma efficace. Come ho spiegato diffusamente nel mio articolo "Il Graal come oggetto quadridimensionale", avranno luogo curiosi fenomeni. Un unico oggetto a più di tre dimensioni apparirà come una moltitudine di oggetti separati in uno spazio con numero di dimensioni inferiori, si avranno casi di apparente ubiquità ed altro. Nel nostro caso ci interessa considerare il caso che l’unica mente apparirà divisa in più parti. A questo punto viene da chiedersi se questi parti possono pensare di essere un’unità indipendente dall’altre e conseguentemente se possono formare la mente individuale dei singoli esseri umani o animali. Gli animali hanno un cervello più semplice, e potrebbe essere costituito da porzioni più piccole della mente cosmica rispetto alle parti costituenti il cervello umano. Una mente a quattro o più dimensioni imprigionata in un universo a tre dimensioni si troverà in una condizione alquanto "scomoda". In via teorica le singole parti potrebbero maturare un loro convincimento di essere individuale senza che per questo la mente universale perda l’unità. In analogia a quanto succede, anche se a fattori invertiti, ad una colonia di insetti costituiti da singoli individui, che si comportano in maniera tale da costituire quasi un superorganismo, che agisce per la sopravvivenza della colonia e non del singolo che può essere tranquillamente sacrificato. Ogni mente si comporterà come se fosse una individualità senza accorgersi di essere una parte di un tutto. Questo spiegherebbe anche il convincimento radicato in molte persone di possedere un’anima, il credere in Dio ed al fatto che al momento della morte l’anima Lo raggiunga. Dalla molteplicità all’Uno. La parte ha ancora una parvenza di ricordo dell’unità. Inoltre fenomeni come la lettura del pensiero, il dejà vu, si spiegherebbero facilmente con questa ipotesi. È possibilissimo che una parte di una mente sappia cosa stia facendo l’altra, per quanto questo è reso difficile dalla particolarità della situazione di una mente a più di tre dimensioni imprigionata in un universo tridimensionale.

L’individuo come parte di un essere completo a più o infinite dimensioni.

Possiamo estendere questa ipotesi e considerare l’esistenza di una entità che occupi l’intero universo o, forse si potrebbe dire che lo definisca, ad infinite dimensioni che viva nel nostro universo tridimensionale. Il suo organismo apparirebbe frammentato in più parti separate come ho già detto prima. A tre dimensioni percepiamo la divisione lo spazio, il vuoto, i pianeti, i vari individui che sembrano entità separate, ma in realtà sono solo parti dell’unica entità universale.

Così i singoli individui, ma vale per qualsiasi essere vivente dotato di cervello, sarebbero parti di corpo più parti di mente dell’entità a più dimensioni, mentre le montagne, le rocce, la terra gli oggetti inanimati in genere potrebbero essere parti inerti del corpo del superorganismo, ad esempio delle fantomatiche ossa. La Terra ha una sua attività come l’eruzioni vulcaniche, i terremoti ecc. e potrebbe essere costituita dalla parte meno mobile dell’entità, facendo un’analogia con gli esseri umani, come accennato poco sopra, dalle ossa, che sono vive, ma non hanno certo l’attività di un muscolo.

L’apparente frammentazione si riconduce all’unità. È interessante, per concludere, citare i miti cosmogonici delle tradizioni vichinghe. Per tali miti la Terra è formata dal corpo del gigante Ymir, dalle sue ossa sono formate le montagne, dai suoi capelli gli alberi e dal suo cervello le nuvole.

Per un approfondimento potete leggere il mio articolo: Il Graal come oggetto quadridimensionale, a cui vi rimando anche per la bibliografia.



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