IL SITO DEL MISTERO



Tratto da Avvenire del 06 giugno 2003

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La massoneria e il mondo musulmano da Napoleone a oggi Parla l’esperto Antoine Sfeir: è in espansione dall’Iran alla Turchia

I grembiulini dell’islam

Di Camille Eid

"Massoni nei Paesi islamici? Esistono e da parecchio tempo. Ma in assenza di trasparenza, non è possibile valutare la loro influenza e peso reale. Di sicuro, e a partire dal XIX secolo, hanno giocato un ruolo di primo piano in quasi tutti gli eventi politici e sociali del mondo arabo". Antoine Sfeir, direttore di Cahiers d’Orient pubblicati a Parigi, consacra l’ultimo numero della sua rivista a "La squadra e la mezzaluna", frutto di una ricerca collettiva durata due anni su un tema finora considerato dai musulmani come un vero tabù. L’abbiamo intervistato.
La genesi della massoneria in Oriente è così remota?
"Dipende dalle regioni. In generale, si fa risalire all’epoca coloniale francese e inglese. E le differenze di rito si vedono ancora oggi: nei Paesi posti sotto protettorato britannico prevalgono le logge di obbedienza alla Grande Loggia d’Inghilterra, in quelli già sotto mandato francese, le logge sono fortemente marcate dal Grande Oriente. In Egitto, le prime logge spuntano con la spedizione di Bonaparte nel 1799, anche se lo sviluppo vero e proprio avverrà più tardi con Ismail Pascià, figlio dell’allora governatore d’Egitto, iniziato ai riti massonici da Ferdinand de Lesseps, l’artefice del canale di Suez. Anche nel Maghreb e in Libano, le logge sorgono con l’arrivo dei francesi, mentre per la Palestina si dovrà aspettare la Prima guerra mondiale e il mandato britannico".
Ciò sta allora a dimostrare che l’islam non è completamente impermeabile alle idee laiche, come talvolta si afferma?
"Un certo islam non lo è proprio, dato che la massoneria ha accolto, e sin dal XIX secolo, dei musulmani. In Francia, il numero dei musulmani che entrano nella massoneria è in continuo aumento. È d’altra parte innegabile che nei Paesi islamici i massoni sono stati a lungo sospettati di connessione con il sionismo e l’ebraismo. Si sa che molti ambienti islamisti sono contagiati dall’idea dell’esistenza di complotti giudeo-massonici. Ciò non vieta che vi siano musulmani iniziati e che abbiano continuato ad esserlo nonostante i rigurgiti di fondamentalismo".
E oggi come si presenta la situazione?
"Sembra che ci sia di nuovo una fioritura di logge qua e là, come in Libano dove se ne conta una sessantina con circa 2500 "fratelli". In molti Paesi, questa rinascita viene considerata appunto una forma di reazione al fondamentalismo islamico e all’inerzia dei vari regimi".
A quali categorie sociali appartengono i massoni musulmani?
"Sono medici, avvocati e funzionari pubblici, soprattutto magistrati. E, ovviamente, anche uomini d’affari che usano la loro affiliazione per fare business".
Ci sono dei nomi celebri?
"Massone era l’emiro algerino Abdel-Qader, esiliato nel 1860 dai francesi a Damasco e protagonista dell’avvio della massoneria in Siria. Massoni erano anche i Giovani Turchi, gli ufficiali che hanno destituito nel 1908 il sultano ottomano Abdulhamid (e che sono stati responsabili del genocidio armeno, ndr). Anche i membri dei primi circoli per l’indipendenza dei Paesi arabi si sono quasi tutti formati nelle logge. Fino ai nostri giorni. Secondo alcuni, molti dei leader islamici "moderati" che sono oggi al governo in Turchia avrebbero rapporti più o meno diretti con la massoneria".
E re Hussein di Giordania?
"Difficile da provare. Se ne parla con insistenza, ma personalmente non ho trovato documenti attendibili. Lo stesso vale per Mohammed V, nonno dell’attuale sovrano marocchino, o per l’ex presidente siriano Hafez al-Assad e numerosi uomini del suo entourage, come il ministro della Difesa Mustafa Tlass".
Come si spiega questa diffusione della massoneria in Siria?
"Mi sembra normale a partire dalla storica tradizione laica degli alauiti. Per le diverse minoranze religiose, l’appartenenza alla massoneria rappresenta un mezzo di resistenza alla schiacciante maggioranza sunnita, anche se ci sono ovviamente, soprattutto all’interno della borghesia di Damasco, Aleppo e Hama, molti massoni sunniti. D’altronde, questa borghesia è stata "iniziata" molto presto. L’ex presidente della Camera di commercio siriana era un Gran maestro della massoneria".
E in Iran?
"Dai tempi di Mossadeq fino a Abbas Hoveida (anni ‘50-‘60), c’è stata una visibilità continua della massoneria, che si è posta alla base di tutti i movimenti di pensiero nel Paese. Nei primi anni della rivoluzione khomeinista, si è assistito a un calo tangibile, ma oggi, e attraverso la diffusione di riviste culturali, sembra ci sia in atto una nuova espansione della massoneria in Iran. Non del tutto indifferenti sarebbero alcune correnti che si richiamano al presidente Khatami".
Si mormora che fossero massoni anche alcuni dei grandi riformatori islamici: Jamal-al-Din al-Afghani, Mohammed Abduh, Mohammed Rashid Rida…
"Rida, a dire il vero, ha successivamente preso le distanze, arrivando a denunciare la massoneria e a dar vita al movimento dei Fratelli musulmani. Se non è possibile parlare di una vera e propria iniziazione degli altri riformatori o di una loro adesione a circoli segreti, risulta palese che hanno subito un’influenza da parte degli ambienti massonici".



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