Antonio Montanari Tam Tama di Giugno 2002
Sommario 833. DOOH NIBOR (30.6) 832. Fanti & santi (23.6) 831. Ad interim (16.6) 830. Buonasera (9.6) 829. Fuori dai denti (2.6) Indice del Tam Tama 2002 Tama 833. DOOH NIBOR Famiglia cristiana ha deciso di rovinare le vacanze a molti dei suoi lettori. Nel numero di domenica scorsa, parlando dell'imminente riforma fiscale studiata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ha intervistato pure il suo predecessore dell'Ulivo, Vincenzo Visco: il quale ha detto cose sgradevoli soprattutto in questi giorni molto caldi d'inizio estate. Per correttezza politica, avrebbe dovuto attendere un clima più favorevole ad una pacata discussione. Come si può, quando il termometro sale oltre i 33 gradi all'ombra, sostenere con la fredda impassibilità del più spietato oppositore del governo, che quella riforma è immorale ed assolutamente inaccettabile sotto il profilo politico? Poi, sempre in riferimento al caldo, non capisco perché Visco abbia definito l'on. Tremonti un «Robin Hood all'incontrario»: se tale il ministro è in realtà (perché ruberebbe ai poveri per dare ai ricchi), allora occorre avere il coraggio sino in fondo, e non parlare di un «Robin Hood all'incontrario», ma semplicemente di un Dooh Nibor (che è appunto il modo corretto di scrivere a rovescio Robin Hood) o più onestamente (per chiamare le cose con il loro nome) di un ministro Itnomert (come sopra, Tremonti all'incontrario). On. Visco, vuole fare lo spiritoso o prenderci in giro? E poi, abbia tutta l'onestà intellettuale necessaria in simili situazioni, e ci dica: lo sa o non lo sa quanto costa essere ricchi? Ignoro perché l'ex ministro neghi l'evidenza: il nostro Capo del Governo ha sei ville in Sardegna, case all'estero, garage in quasi tutte le capitali europee, e lui (Visco) pretenderebbe che il Popolo Sovrano non tenesse conto dei sacrifici economici che comporta una situazione simile. Ma dove siamo arrivati, e dove soprattutto stiamo andando, on. Visco? Lei ha dei pregiudizi quando accusa il governo (riga 13) di considerare i ricchi più intelligenti e più belli degli altri. A parte il fatto, come pure lei è costretto ad ammettere, che questi ricchi sono molto pochi (un misero 1%), lei vorrebbe anche che fossero brutti e scemi? Lo dica senza falsi pudori e secondi fini, lo ammetta che lei è un razzista peggio dell'on. Bossi, soprattutto perché giustifica le sue teorie con gli studi fatti, mentre per il capo della Lega vale l'attenuante di una mancanza assoluta di frequentazioni in quei luoghi di perdizione che sono le scuole e le biblioteche, dove l'on. Visco trascorre inutilmente le sue vuote giornate. Antonio Montanari [Ponte n. 25, 30.6.2002]
Tama 832. Fanti & santi Il teologo (del tubo) catodico Bruno Vespa considera le storie di santità al pari dei teatrini politici che allestisce quotidianamente. Per parlare di padre Pio, ha inviato in giro per l'Italia una bella signora in abito da sera tipo balera, ed ha invitato in studio la solita compagnia di giro della televisione pubblica italiana: tra gli altri abbiamo notato una soubrette conosciuta per la profondità del suo pensiero espresso domenicalmente nel rito calciatorio pomeridiano, un navigato politico come il sempre bravo e sorprendente Giulio Andreotti, una gentile signora come Irene Pivetti che di recente all'esperienza parlamentare ha aggiunto pure quella da donna Letizia dei teleschermi con una rubrica tipo cuori infranti su La 7 (ex Montecarlo). Per colpa non delle persone (non discutiamo, suvvia, del libero arbitrio), ma dell'occasione (il mezzo è il messaggio, diceva uno che se ne intendeva), succede sempre in simili circostanze che anche i più seri personaggi perdano le occasioni propizie per tacere. Esempio: quando è stato ricordato quante 'difficoltà' padre Pio abbia dovuto cristianamente sopportare per colpa anche di confratelli che contestavano la sua vicenda sospesa in bilico fra naturale e soprannaturale, è saltato fuori il nome di padre Gemelli. Su cui, pacificatrice come vuole il suo nome di battesimo, la Pivetti ha sentenziato che prima o poi anche lui sarà proclamato beato. Al che Andreotti ha prontamente smentito la collega («Questo non succederà mai», credo abbia detto), con lo stesso tono che avrebbe usato se al centro del contendere non ci fosse stata una materia sulla quale ben altre autorità ecclesiastiche hanno la competenza a pronunciarsi, ma una qualsiasi disputa tipo la politica italiana nel Vicino Oriente o l'abolizione dell'art. 18. Infine, durante due partite della nazionale italiana ai mondiali, il citì Trapattoni ha esorcizzato a suo modo il campo con un getto di acqua che le fonti giornalistiche vogliono benedetta, aggiungendo dopo la qualificazione del 13 giugno che «Dio esiste e questa volta si è ricordato di noi». Non osiamo pensare che cosa avrebbe detto il Trap in caso di sorte contraria, e chiediamo lumi all'on. Andreotti: come sono andate le cose, Quello la partita se l'è vista in diretta sul satellitare personale o sui canali della Rai, compresa la pubblicità che tira in ballo il portiere (d'hôtel Paradiso, non di calcio) che offre caffè? E' la tv, bellezza. Antonio Montanari [Ponte n. 24, 23.6.2002]
Tama 831. Ad interim Per spingere gli italiani a disertare Striscia la Notizia di Antonio Ricci (Canale 5), Rai Uno in autunno offrirà un programma comico sulle previsioni del tempo condotto da Fabio Fazio, in sostituzione del Fatto di Enzo Biagi, fino a ieri imbattibile negli ascolti. Ma, come ha scritto Libero, nella scorsa settimana la replica di scenette comiche con Panariello ha superato i primati raggiunti dalla «criminosa» rubrica di Biagi. Buon segno. Gli italiani, gente allegra per natura, preferiscono divertirsi piuttosto che informarsi. Intanto Ricci dichiara sul prossimo rivale: «Fazio è la Sinistra che ha sdoganato i Savoia, è un figlio illegittimo di Wanna Marchi con il suo Quizzolotto, il solito pollastro che cade in ogni provocazione». Parlare di Sinistra, oggi come oggi, è più difficile che cercare le nuove Veline per Striscia (con recente mobilitazione generale in ogni angolo del Paese). E poi, parlarne con chi? Mentre scrivo, Rutelli è in Inghilterra per incontrare ad Aylesbury i colleghi mondiali di corrente, tra cui Tony Blair e Bill Clinton. Secondo Silvio Berlusconi, se Rutelli anziché nei pressi di Londra si trovasse al centro di Roma, la cosa in sostanza non varierebbe di molto. Interrogato a Frosinone, il Cavaliere ha detto: «Rutelli? E chi è questo signore?». Passato però a Verona, Berlusconi in un comizio con brindisi che forse ha propiziato la sincerità, ha aggiunto: la visita al mio amico Tony Blair servirà alla Sinistra italiana per imparare qualcosa. Dunque Rutelli esiste soltanto se imita Blair, cioè corre incontro a Berlusconi, inchinandosi ripetutamente prima di finire tra le sue braccia. Giuliano Amato ha spiegato che l'Ulivo non è una pianta (come la rigogliosa Quercia antirutelliana), ma un edificio ormai da demolire perché «incrinato dalle fondamenta». E la Margherita che cos'è? Presto sarà presa per una colf emigrata, soggetta a sanatoria. Tutto cambia, soltanto il simpatico Cossiga resta uguale a se stesso. Difficile pure intervistare Amato che è volato a Londra con Rutelli. Ma possiamo senz'altro anticipare quali conclusioni nei prossimi giorni trarrà dall'incontro di Aylesbury: «Alla Sinistra, per sopravvivere, non resta altro che confidare nell'aiuto del premier Berlusconi. Così come controlla la televisione pubblica e quella privata, egli potrebbe benevolmente esercitare il suo mandato sia come capo della maggioranza, sia come rappresentante ad interim dell'opposizione». Antonio Montanari [Ponte n. 23, 16.6.2002]
Tama 830. Buonasera Anche i cambi di stagione adesso sono segnati dalla tivù. L'arrivo dell'estate lo annunciano i mutamenti del palinsesto, non più quelli del clima (le stagioni sono matte come gli uomini, diceva un saggio indiano del duemila a. C.: o forse era mia nonna). Saracinesca abbassata, dunque, anche sui programmi di Enzo Biagi e Michele Santoro. Per ora vanno in onda ipotesi, dubbi, recriminazioni: poi si vedrà. La primavera televisiva ha avuto inconsueti scenari di gelo. Anziché il caldo saluto con l'appuntamento a settembre, per i due giornalisti si è trattato di un congedo amaro, e forse definitivo. Incontrarsi, e dirsi addio: sono le direttive della nuova Rai come servizio pubblico. Santoro, generoso ed illuso come i 'rivoluzionari' con scarsi problemi economici e molte risorse (non solo intellettuali), ha addirittura invitato Maurizio Costanzo in trasmissione per offrigli l'occasione di dire: sì che noi di Mediaset siamo uomini liberi, mica voi alla Rai dove come ti muovi ti fulminano. Con rispetto parlando, Costanzo dimentica che a definire «criminoso» il giornalismo di Santoro e di Biagi è stato un presidente del Consiglio che ha qualche interesse con la tv in cui il medesimo Costanzo esercita la professione, una delle più antiche del mondo moderno. Forse i due si conoscono. Tanto per dirne una: Berlusconi Silvio, tessera P2 n. 625; Costanzo Maurizio, tessera P2 n. 626. Il passato remoto non conta nulla? Quello prossimo forse sì: il 25 marzo 2001 Indro Montanelli definì Berlusconi come persona affetta da «allergia alla verità», e da «voluttuaria e voluttuosa propensione alla menzogna» che riesce a pronunciare con assoluta «naturalezza». Ammettiamo che il Grande Vecchio esagerasse, ma i Piccoli Giovani non rubano sul peso? Il presidente della Rai Baldassarre ha ufficializzato il suo credo: il giornalismo non deve essere aggressivo. Non lo dichiara, ma un modello in testa ce l'ha: il memorabile Fantozzi genuflesso davanti al megadirettore. Per neutralizzare Biagi, Berlusconi voleva contrapporgli l'anno scorso, alla vigilia elettorale, Vittorio Feltri: il quale ha scritto su Libero che a Canale 5 non l'hanno voluto, scaricandolo su Italia 1. Adesso la Sirena di Mediaset (da dove Santoro e Baudo, emigrati di lusso, tornarono mestamente all'ovile), potrebbe ammaliare Biagi che prima non sopportava Berlusconi ed adesso dichiara: «Nessun pregiudizio» per Mediaset. Incontrarsi, e dirsi buonasera. Antonio Montanari [Ponte n. 22, 9.6.2002]
Tama 829. Fuori dai denti Italiani, Italiane. Sono il capo del Governo Silvio Berlusconi. E' la seconda volta che mi rivolgo a voi, con il legittimo orgoglio di una Patria comune e di un comune conflitto d'interessi. La prima volta fu quando v'inviai lo strumento per calcolare il cambio fra la lira e l'euro. A proposito, dove l'avete nascosto? Non ne ho visto nessuno in giro. E pensare che è costato tanto alle vostre tasche, quel mio dono natalizio. Questa mia seconda lettera è indirizzata soltanto ad una parte di voi, a quelli che abbisognano di una dentiera, che io prometto, garantisco e fornisco affinché chi di essa sarà dotato possa meglio servire alla causa nostra e del Paese: azzannare con immacolate protesi i nostri nemici invisibili. Voi vi chiederete a questo punto molte cose. Io vi rispondo prima che esprimiate le vostre parole. Ho il dono della profezia. Voi volete sapere come si fa a combattere contro i nemici invisibili (parole sante, prese di peso da un carosello televisivo): ed io vi rispondo che, dopo le dentiere, vi fornirò, se ne avrete bisogno, pure di un bel paio di lenti adatte allo scopo. Così i nemici non saranno più invisibili, ma vi appariranno in tutta la loro pericolosità. Voi ardete anche dal desiderio di conoscere perché mai il governo debba occuparsi di dentiere, in mezzo a tante questioni che urgono sul piano nazionale ed internazionale, politico ed economico, meteorologico ed enigmistico. La verità è una sola. Noi abbiamo ereditato ventimila miliardi di carie, di cattive otturazioni, di ponti crollati, di denti da latte lasciati crescere senza alcuna cura dai passati governi che non hanno coltivato l'igiene della bocca ma il veleno della lingua, disprezzando le sane risorse politiche che il gusto della polemica, l'estremismo della piazza, l'incoscienza dei macellai sostenitori della vecchia maggioranza (quanti pezzi d'osso nascosto per frode nella carne hanno portato alla rovina innocenti vecchietti), hanno creato un sistema insostenibile. E quando dico insostenibile so quello che dico, anche se contrasta con quello che penso: l'istanza della dentiera di Stato a cui mi ha costretto l'emergenza presente, è un principio che s'oppone alla fede politica ed al credo economico che ho sempre professati: libero dente in libero digerire. Un unico timore ho: i comunisti con le mie dentiere non torneranno a mangiare i bambini? Dopo il presidente operaio, vi saluta il presidente dentista. Antonio Montanari [Ponte n. 21, 2.6.2002]
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