Parole e musica, sempre le stesse
(dal "resto del Carlino" ed. Rimini, 12 marzo 2002)
E' proprio vero: non c'è mai niente di nuovo sotto il sole...
Basta sfogliare il 'Carlino' di martedì 13 febbraio 1962: 40 anni fa.
La pagina riminese ha questo titolo d'apertura: «Prosegue la polemica sull'Autostrada». Occhiello: «A monte o a mare del Covignano?». Titolo di taglio: «Sanremo ha 'rubato' a Rimini il Festival della canzone italiana». Sommario:« La prima edizione si svolse nella nostra città il 15 agosto del 1936».
Bene. Veniamo ai giorni nostri. Edizione del 'Carlino' del 10 marzo 2002: l'altro ieri, quarant'anni dopo. Titolo: «C'è un'autostrada da spostare». Occhiello: «Farla passare a monte di Covignano?». Altro titolo: «Un festival da oscurare Sanremo». Occhiello: «Il Palazzo ora pensa sul serio a una grande manifestazione canora».
Storia e cronaca. Memoria e attualità. Siamo sempre lì.
Nel 1962 si discute dove far passare l'autostrada Bologna-Canosa (allora si chiamava così). La città è divisa fra chi la vuole a monte e chi a mare del colle di Covignano. Un lettore osserva che non è saggio far passare, vicine fra loro, autostrada e nuova circonvallazione (come poi è successo, ndr) perchè rappresentano «sbarramenti» allo sviluppo della città. Adesso si discute dove far passare l'autostrada con la terza corsia e la «nuova» circonvallazione, perchè non c'è posto per entrambe le opere. Ha preso quota l'idea di spostare a monte di Covignano l'autostrada usando l'attuale tracciato dell'A14 come circonvallazione (scartata, intanto, l'ipotesi, pure spesa, della galleria sotto Covignano).
Poi c'è il capitolo Sanremo. E' noto come sia andata. E' questione dei giorni scorsi. Gli industriali del disco hanno buttato lì l'idea di trasferire a Rimini il festival di Sanremo. Il sindaco Ravaioli, per scherzo, ha detto che ci sta. Ieri il Palazzo ha confermato che saranno presi contatti con l'organizzazione degli industriali del disco per ragionare: se non sarà il festival di Sanremo sciacquato nel Marecchia, sarà un'altra manifestazione. Ma, di sicuro, Rimini non ha niente da imparare. Basta consultare, oltre al 'Carlino', l'archivio di Antonio Montanari, per ricostruire una pagina curiosa di storia patria. E' il 15 agosto del 1936 quando, a Rimini, nasce il primo festival della canzone italiana. L'organizzazione porta la firma del maestro Antonio Di Jorio e del commendator Valfredo Montanari, dirigente dell'Ufficio propaganda dell'Azienda di Soggiorno. La manifestazione si svolge nel piazzale a monte del Kursaal, a fianco del Grand Hotel. Prezzo del biglietto: lire 2.
221 i partecipanti, premi per 3.770 lire. Nessun vincitore. La giuria si limita ad assegnare 3 premi ex aequo.
Fatto è che sul 'Corriere Padano' un cronista scrive che il concorso «ha rivelato una estrema miseria, tanto nella concezione come nella forma, tanto nel gusto quanto nella tecnica». Il cronista annota Montanari si aspettava canzoni più in linea con la camicia nera che con certi sentimentalismi. Si aspettava, il cronista, una manifestazione che esaltasse «la disposizione spirituale per il bel canto che è dote preclara del popolo italiano». Invece si ritrova ad ascoltare una canzone con un passaggio così: «Vorrei toccare le tue coscette fresche». Desiderio che non ha nulla a che fare con una sana marcia, ma che fatalmente pare più normale della moda lanciata al festival, appena concluso, dell'attacco al pisello di Baudo.
L'iniziativa, comunque, riscuote così tanto successo che viene preso l'impegno a ripeterla.
Caso vuole che lo stesso 15 agosto approdi a Rimini Benito Mussolini con donna Rachele per dare il primo colpo di piccone ai lavori di «isolamento» dell'Arco d'Augusto. Il destino vuole che, quarant'anni dopo, proprio in questi giorni, un'impresa stia lavorando all'ombra dell'Arco d'Augusto per togliere il monumento da quell'«isolamento».
Nella cornice del Kursaal il concorso della canzone italiana torna il 5 agosto del 1937.
Per la prima volta nella sua storia Rimini vede trasmettere in tutt'Italia e in diretta una sua manifestazione dall'Eiar, Ente italiano audizioni radiofoniche che è, più o meno, l'attuale Rai-Tv. E' panico la sera dell'inaugurazione del concorso perchè del presentatore ufficiale non c'è traccia. Il commendator Montanari viene invitato a sostituirlo. Le cronache assicurano che è stato bravissimo, neppure una papera. Brillante e ricco di verve.
Nel 1938 la terza edizione del concorso non c'è. La situazione politica è pesante. Un anno dopo comincia la guerra che raderà al suolo la città. Quando la riviera si impegna nella ricostruzione non c'è voglia di riprendere quel concorso. Nel 1950 parte Sanremo con il suo festival.
Il resto è storia dei giorni nostri, con Rimini che accenna a tornare in campo con una sua manifestazione canora. Si ricomincia.
Silvano Cardellini
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