Autoritratto politico di una Provincia
Tutti gli uomini del potere, dal 1946 ad oggi
L'Istituto per la storia della Resistenza e dell'Italia contemporanea della Provincia di Rimini, ha avviato la pubblicazione di un'opera intitolata «Rimini nel secondo dopoguerra» a cura di Vera Negri Zamagni e di Anna Tonelli, il cui primo volume è stato appena presentato: si tratta de «I politici locali. Consiglieri, assessori e sindaci del Riminese (1946-2001)», a cura di Paolo Zaghini e Gianluca Calbucci, per i tipi di Pietroneno Capitani.
I due prossimi testi saranno dedicati a «Città, popolazione, economia», ed a «Cultura e società». La serie è realizzata con i contributi di Regione, Provincia e Fondazione Carim.
Veniamo a questi «Politici locali», oltre 600 pagine suddivise in tre sezioni. Anzitutto si ripropongono due saggi, rispettivamente di Oriana Maroni e di Carla Catolfi, già apparsi nel 1985 e nel 1999. Essi riguardano «Le categorie dirigenti nel Riminese dal Fascismo alla Ricostruzione», e le vicende istituzionali e la realtà geografica della Provincia riminese.
Dopo un'utile parentesi intitolata «Per orientarsi» (in cui si illustrano i vari sistemi elettorali succedutisi dal 1946 ad oggi), ci sono gli elenchi degli eletti prima nel Consiglio provinciale forlivese, poi nel Circondario di Rimini (1974-95), infine nel Consiglio provinciale riminese (1995-2001). Il corpo centrale contiene la rassegna dei venti Consigli comunali e delle Giunte del Riminese, con un'appendice su parlamentari nazionali e consiglieri regionali (dal 1970).
Come si vede dal dettagliato elenco riportato, si tratta di un testo ricco di informazioni altrimenti difficilmente reperibili, e che possono servire a tre scopi: documentare le realtà locali, esaminare le fortune dei singoli partiti, fornire spunti di studio allo scopo di comporre una vera e propria storia della «Politica» (e non soltanto dei politici) nella nostra provincia, che per ora manca.
Per questi motivi, è meritorio lo sforzo dei curatori e dell'Istituto storico che ha avviato l'iniziativa editoriale. Ma occorrerebbe che adesso, esternamente, l'opera fosse continuata, per evitare che una storia della «Politica» di un territorio si trasformi nella storia «autobiografica» di chi lo governa.
Il testo di Calbucci e Zaghini resta l'ottimo punto di partenza per ricostruire una vicenda collettiva che non può identificarsi né nelle linee della burocrazia che comanda, né nei programmi che gli amministratori hanno presentato nelle campagne elettorali da cui sono usciti i vincitori delle varie elezioni. Esiste un divenire della «Politica» che è molto più complesso sia degli elenchi faticosamente elaborati, sia dell'ostentazione ufficiale dei risultati conseguiti.
Ovviamente, questo è un discorso che può piacere poco ai politici abituati alle autocelebrazioni in stile «tutto va bene, madama la Marchesa». Ma questo è l'unico discorso che può farsi sotto il profilo storico.
Le Amministrazioni pubbliche che studiano loro stesse, non possono assumere mai quell'atteggiamento distaccato che dovrebbe competere agli studiosi. La vera Storia non è quella fatta «ad uso del Delfino», in cui tutto è giustificato e spiegato in virtù del potere e di chi lo esercita. Che abbia sede a Rimini o a Roma, questo potere, non fa nessuna differenza. Il problema è che occorre separare la propaganda dalla Storia.
Un ultimo aspetto. L'interessante saggio di Oriana Maroni apparve nel 1985: quasi vent'anni di vicende sono così ignorate (e forse per sempre dimenticate), il che non è poco. E poi, scusate, quali anni importanti sono quelli che costituiscono questo «buco nero» che dal recente passato porta alla più stretta attualità. Oppure li si è tralasciati scientemente, per farli frollare nel frigorifero della Storia?
Antonio Montanari
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