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il Rimino - Riministoria

Giovanni Bianchi. Errori dei Lincei

Riportiamo due pagine ufficiali curate dal «COMITATO NAZIONALE PER IL IV CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELL’ACCADEMIA DEI LINCEI», segnalando alcuni errori in esse contenuti.
La prima pagina è intitolata:

«1745-1775. Prima rinascita lincea»
[http://www.lincei-celebrazioni.it/i1745-1775.html]

Dopo quasi un secolo dalla scomparsa della prima Accademia dei Lincei, Giovanni Paolo Simon Bianchi (Janus Plancus), medico e naturalista riminese, promuove la rinascita, la prima della sua storia, dell'accademia originariamente fondata da Federico Cesi nel 1603.

Nato a Rimini nel 1693, già a diciotto anni ricopre la carica di segretario di un’accademia di letterati che il cardinale di Rimini Giovanni Antonio Da Via era solito accogliere periodicamente nel proprio palazzo. Dopo aver conseguito la laurea e aver girato il mondo, Bianchi viene chiamato a insegnare anatomia a Siena. Tornato a Rimini, in seguito alla pubblicazione di varie opere in italiano e in latino in merito alle conchiglie, al flusso del mare e alla botanica, traducendo il proprio nome in Janus Plancus, ottiene la cittadinanza nobile e un impiego di medico primario condotto. Nel 1745, decide di ripristinare l’Accademia di Federico Cesi e ne compila le leggi. Ascrive al nuovo sodalizio alcuni dei più brillanti dotti della città riminese oltre ai suoi studenti migliori e intitola sè stesso Linceorum Restitutor. I propositi di Planco risultano essere molto precisi: i Lincei, sotto il pontificato di Benedetto XIV (noto per la sua apertura verso gli studi scientifici) si sarebbero occupati principalmente di fisica, matematica, botanica e storia naturale. Ai soci, che si riuniscono a casa del Planco, viene consegnato un diploma con la Lince, mentre i giovani studiosi, con il grado di Tironi, dopo due anni di tirocinio hanno la possibilità di iscriversi all'albo accademico. Il progetto di Bianchi include anche la presenza di una stamperia con iniziative editoriali sotto l’insegna della Lince, ma una municipalità troppo occupata con emergenze di tipo militare ed economico non concede l’autorizzazione a tale iniziativa.

Nota bene.
Qui si legge «Giovanni Paolo Simon Bianchi», ma va scritto «Giovanni Paolo Simone Bianchi».

Nella seconda pagina, dedicata alla biografia di Iano Planco,
[http://www.lincei-celebrazioni.it/isimon_bianchi.html]
si legge:

Nasce a Rimini il 3 gennaio del 1693. Appassionato fin dalla giovinezza di filosofia, botanica e di lingua greca, Planco intrattiene un'importante e proficua amicizia col cardinal Giovanni Antonio Da Via, il quale lo fa partecipare a incontri con illustri uomini letterati che periodicamente si riuniscono nel suo palazzo (1715-1717). In occasione di tali riunioni, Bianchi si mette in mostra recitando quattro dissertazioni sulle Odi di Pindaro. In seguito, all'interno del circolo, assumerà la carica di segretario. Acquisita sufficiente esperienza, Planco decide di trasferirsi a Siena per insegnare Anatomia (1741); successivamente mette a frutto la propria esperienza riminese fondando una scuola nella quale lo segue Francesco Maria Pasini, nipote del cardinal Da Via.
Torna nella città natia nel 1744, riprende l'attività privata di docente e pubblica un catalogo anonimo degli alunni "che più di tutti si sono distinti, e che sono usciti dalla scuola fatta dal Bianchi in Rimino, tralasciandosi di mentovare quegli scolari ch'ebbe in Siena, e che si distinguono" . Tra questi il celebre naturalista Giovanni Antonio Barratta, suo collaboratore.

Nel 1745 Planco si dedica al progetto più importante della sua carriera di scienziato: rifondare l'Accademia di Federico Cesi. L'idea era nata dalla pubblicazione, nel 1739, del De conchis minus notis liber ove descriveva la vita dei Foraminiferi, protozoi marini provvisti di un guscio calcareo. L'opera aveva riscosso grande successo a livello europeo, tanto che Gian Filippo Brenyo, professore di Storia Naturale a Danzica, elogiando il lavoro, aveva celebrato Planco con l'erroneo appellativo di "Linceo".
Bianchi, vedendosi elogiato a tal punto, decide dunque di conferire nuovo splendore all'Accademia dei Lincei e, con il favore del pontefice Benedetto XIV, si adopera affinché l'Accademia si dedichi principalmente a trattati di fisica, botanica e storia naturale.

Nota bene.
1. Francesco Maria Pasini è detto nipote del cardinal Da Via. La notizia è infondata.
2. Giovanni Antonio Barratta è in realtà Giovanni Antonio Battarra.
2. Circa l'erroneo appellativo di "Linceo", va detto che Bianchi fu definito «Linceo» da Gian Filippo Breynio, professore di Storia Naturale in Danzica con un giudizio che è riportato anche nell’autobiografia latina, pp. 377-378: «vere Lynceum, vel Lynceis oculis instructum». Questo significa soltanto che Bianchi era considerato da Breynio come scienziato degno dei Lincei secenteschi, e non quale ascritto all’Accademia.

Antonio Montanari


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