In occasione della celebrazione del «Giorno della Memoria», istituito in Italia dalla legge n. 211 del 20 luglio 2000, il Comune di Rimini ha pubblicato un volume, «Adesso sono nel vento», allo scopo di ricordare i progetti didattici attuati negli ultimi quattro decenni.
Scrive il sindaco Alberto Ravaioli nella presentazione: si tratta del primo numero de «lArengo-quaderni», una nuova iniziativa editoriale che si affianca al periodico «Arengo Servizi» ed al quotidiano su web «Arengo on line»; è significativo che ad inaugurare la collana sia questa riflessione sulla Shoah, «un progetto cresciuto di anno in anno, fino a diventare un punto di riferimento culturale a livello nazionale», e «straordinaria occasione per attivare percorsi educativo/pedagogici nuovi».
1964, in auto
con lassessore
Laura Fontana, responsabile comunale per leducazione alla Memoria, ripercorre lattività svolta dal Municipio di Rimini a partire dal 1964, quando fu organizzato un pellegrinaggio ai campi di concentramento nazisti, su proposta dellallora assessore alla Pubblica istruzione e vice-sindaco prof. Luciano Gambini. Il quale, «con quella modestia e ritrosia che lo ha sempre contraddistinto», ricorda a Laura Fontana: «Noi riuscimmo solo a trovare i soldi sufficienti per cinque studenti». Che furono aggregati ad un gruppo di ex deportati: «Li accompagnai io con la macchina fino a Milano, da dove si doveva partire per lAustria».
Nel 1965 il Comune promosse una mostra sulla deportazione, provocando numerose polemiche, in particolare una protesta ufficiale «degli albergatori, indignati e preoccupati che uniniziativa simile potesse arrecare danno al turismo».
Sappiamo poco
dellItalia
Tra le interessanti e documentate pagine di Laura Fontana, sincontrano importanti osservazioni, come questa: «Ho sempre percepito da parte dei ragazzi una reazione dindignazione, di rabbia, di denuncia e di presa di distanza dal nazismo e dal fascismo, ma come se tutto ciò fosse qualcosa, tutto sommato, di passato per sempre, di accaduto altrove, in condizioni profondamente diverse, un qualcosa che a loro sembrava certamente giusto conoscere per poter ricordare, ma al contempo come un qualcosa di lontano, di teoricamente impossibile da concepirsi come probabilità realizzabile qui in Italia».
I giovani, insomma, conclude Laura Fontana, credono al modello degli «Italiani brava gente», senza sapere nulla «dei campi di internamento creati dai fascisti, del collaborazionismo della polizia italiana nella deportazione degli ebrei dallItalia verso Auschwitz e di molto altro».
Nelle parti successive si ricorda anche quanto scritto da Giorgio Giovagnoli in un volume del 1996, «Più di un mare di parole», che raccolse testimonianze di studenti del triennio precedente.
I due progetti
vincitori
Seguono i progetti vincitori del concorso comunale per lassegnazione di due viaggi-studio: uno ai ghetti ebraici di Venezia e Trieste, alla Risiera di San Saba di Trieste ed al memoriale delle foibe di Bassovizza; e laltro nella Repubblica Ceca.
Il primo progetto, «La strage degli innocenti», è stato curato dagli allievi della classe III G della Media Statale Alighieri-Fermi di Rimini, che così lo spiegano in premessa: «Qui troverete riportati scritti, testimonianze, vedrete fotografie che parlano di un periodo che a noi, non avendolo vissuto sembra tanto lontano. Questo libro è il risultato di una lettura e ricerca che ci ha educato e ammoniti affinché ciò che è accaduto non debba più ripetersi».
Il secondo progetto è un «Viaggio nella cultura europea tra presente e passato. La deportazione dei bambini e della famiglie durante il nazismo», della classe III N della Media Statale Panzini-Borgese di Rimini.
Infine sono ospitati alcuni contributi su «Il teatro come memoria attiva», tra cui quello del prof. Pierpaolo Paolizzi che cura da molti anni «Serra Teatro».