il Rimino - Riministoria


Varinia Nozzoli

Intervista con Varinia Nozzoli
Dal sito Università IULM
«Ho scelto IULM. Il Testimonial del mese di ottobre è Varinia.
Laureata alla IULM, svolge oggi la sua attività presso la Einstein Multimedia».

Varinia ti sei laureata nel 1998 con una tesi sulla partecipazione politica dei giovani. Come è nato l’interesse per questo argomento?

Per anni mi hanno guardato tutti come fossi una pazza, ma la politica è sempre stata un mio pallino. E con la tesi ho voluto verificare, in maniera “scientifica” se i giovani della nostra generazione sono tutti davvero così disimpegnati come molti sostengono. Argomento a parte, ho scelto di laurearmi in una disciplina che secondo me dovrebbe diventare obbligatoria, le “Tecniche di ricerca sociale”. Grazie alla tesi ho imparato e messo in pratica un metodo, che – pur avendo poi intrapreso una carriera in un settore completamente diverso – mi è tuttora molto utile nella mia pratica di lavoro quotidiana.

Quali sono stati i risultati del tuo lavoro di ricerca sui giovani: la bilancia pende sull’ impegno o sul disimpegno?

Tutto ruota intorno alla parola impegno e alla definizione che se ne vuole dare. I giovani della seconda metà degli anni Novanta non sono affatto così disimpegnati e disinteressati come a volte vengono dipinti dai media. La percentuale di coloro che sono impegnati nel sociale è all'incirca la stessa della generazione dei nostri genitori, di chi ha vissuto alla fine degli anni '60. Ciò che è cambiato è la forma di partecipazione. Non più solo l'appartenenza a gruppi politici organizzati (che anzi è in declino), ma una partecipazione più libera e frammentata, legata a temi specifici. Anche per la forte necessità di vedere risultati concreti e tangibili dei propri sforzi.

Come mai hai scelto di iscriverti alla IULM?

Sono sempre stata una persona curiosa ed attenta ai trend sociali, al “nuovo”. Per questo quando ho finito il liceo, e mi sono informata sui corsi di laurea, sono rimasta quasi folgorata dai nuovi corsi di comunicazione: davano una formazione completa, con esami di sociologia, di pubblicità, di pubbliche relazioni, ma anche di economia, diritto e –elemento per me allora fondamentale – di ben due lingue straniere!
La IULM è venuta di conseguenza e devo dire che, a distanza di anni, non mi pento neanche un po’ della mia scelta, anzi!

Qual è stato l’esame più difficile da superare prima di arrivare alla laurea?

E qui veniamo alle dolenti note. Diciamo che gli esami che mi hanno messa in crisi sono stati due. Innanzitutto Economia Politica, uno degli esami che ho preparato con più cura in assoluto, e con una paura pazzesca. Ma devo dire che gli sforzi sono stati premiati, da un bel 28!
L’altro esame per cui ho davvero sofferto è stato Diritto Privato. L’unica volta che ho rifiutato un voto e mi sono ripresentata all’appello successivo. Più sicura e tranquilla. A volte è tutta una questione psicologica…

… e l’esame più utile per la tua attuale attività?

Qui la scelta è davvero difficile. Non credo ci sia stato un unico esame, più utile degli altri. Sicuramente ho imparato tante cose, che non uso nella pratica quotidiana, ma che sono essenziali nella gestione dei rapporti, nell’interazione con altre persone nel mondo del lavoro.
Se posso dare un suggerimento a chi sta frequentando oggi l’università, consiglio di non tralasciare nulla, di non concentrarsi esclusivamente sulle materie che interessano di più, ma di aprire il più possibile il proprio ventaglio di conoscenze. E di non perdere l’occasione di frequentare i seminari e di preparare le tesine... un esercizio utile e molto illuminante.

Quanto tempo è trascorso tra la laurea e il primo impiego?

Bisogna dire che io ho sempre lavorato, anche durante l’università, cercando non solo di guadagnare qualche soldo, ma anche di arricchire il mio curriculum e di cominciare a conoscere da vicino il mondo del lavoro. Già durante gli anni di università ho lavorato in una redazione di editoria scolastica, ho fatto uno stage (grazie alla IULM) in un ufficio stampa, ho scritto per “Donna Moderna”… Ho imparato tantissimo e ho capito anche per cosa ero più tagliata.
Per il lavoro vero e proprio, nella società dove ancora sono impiegata, ho aspettato circa 7 mesi dalla laurea. Trascorsi a frequentare un master sulla televisione.

Lavori per un’importante società, conosciuta soprattutto per le sue produzioni televisive, la Einstein Multimedia. Come sei arrivata a lavorare in questo settore?

Dopo tutte le esperienze che ti dicevo, ho definito un po’ quelli che erano i miei settori privilegiati. Mi era rimasto però un pallino, strano, che avevo da un po’ di tempo. Quello di lavorare dietro le quinte di uno spettacolo televisivo. Così, senza sapere neanche bene cosa significasse. Proprio io che sono sempre stata una persona razionale e organizzata, ho deciso alla fine di provare a seguire l’istinto. E devo dire che è andata proprio bene. In realtà il primo incarico che ho avuto in questa società, dove sono arrivata con uno stage, è stato quello di occuparmi dei concorrenti di un quiz televisivo. Un’occasione irripetibile, per conoscere molte persone (il conduttore era Pippo Baudo, che vi piaccia o no, un vero “mostro sacro” in questo ambiente), di vedere davvero cosa si muove dentro alla scatola magica… Ed è nato tutto da lì.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi legati alla tua attività?

Beh, in Einstein Multimedia adesso sono responsabile dell’ideaLab, il dipartimento Ricerca e sviluppo. In concreto mi occupo di molte cose diverse: dal monitoraggio dei palinsesti televisivi internazionali, alla selezione ed acquisizione di format da proporre poi alle emittenti italiane. Poi preparo il materiale promozionale per questi progetti e per i progetti di nuovi programmi che abbiamo elaborato noi, in-house. Lavoro in team con autori, produttori e seguo da vicino tutto il processo di pre-produzione, fino a quando i nuovi programmi vedono la luce. Oltre a questo faccio analisi ex post, ossia seguo l’andamento dei vari programmi, rielaborando i dati di ascolto (il tanto vituperato Auditel). E poi – un aspetto che mi sta molto a cuore – cerco di tenere informati e di aggiornare i miei colleghi su tutto quello che si muove nel settore delle comunicazioni, televisive e non, redigendo mensilmente, una newsletter.
L’unico grosso svantaggio è che spesso mi manca il tempo per seguire tutto quanto come vorrei, e finisco col sacrificare uno degli aspetti che secondo me è più importante, ossia la formazione continua…

Quali sono le figure professionali del mondo della comunicazione attualmente più richieste nel settore in cui operi?

Una delle critiche più frequenti che ci vengono avanzate è che in tv si sperimenta poco, che in fondo si vedono sempre le stesse cose, che non c’è creatività… E tutti hanno la sensazione di potersi inventare di più e di meglio. Io ricevo ogni giorno molte e-mail e lettere di aspiranti-autori, che sostengono di aver avuto l’idea più geniale del mondo. Mai nessuno che si proponesse per lavorare nel casting, o di fare l’assistente di produzione…
In realtà, nonostante l’aumento dell’offerta di formazione in questo campo, la televisione si impara molto sul campo. Con l’esperienza e con uno spirito di osservazione attento e spiccato. A parte questo, visto che fare un buon programma televisivo costa molto, si cerca di realizzare sempre più prodotti che diventino veri brand, quindi sono sempre più richieste nel processo produttivo le persone che si occupano di marketing e di brand exploitation.

Da questo mese abbiamo in dotazione una macchina del tempo: puoi scegliere se tornare sui banchi dell’università o se continuare a lavorare. Cosa scegli?

Quanto è veloce la vostra macchina del tempo? Si può fare avanti e indietro in giornata?
Eh sì, mi piacerebbe così tanto fare entrambe le cose! Soprattutto adesso con tutti questi bei corsi e master che ci sono alla IULM. Sono curiosa, l’ho già detto, e ci sono un sacco di cose che mi piacerebbe approfondire. Oltretutto con il lavoro che faccio essere aggiornati è davvero importante.

Una domanda ormai di rito per i nostri testimonial: se dovessi dare un suggerimento ad un giovane laureato che si affaccia sul mondo del lavoro, cosa consiglieresti?

Innanzitutto, come ho già detto, cercare di avere una formazione il più possibile ampia e completa. Tenersi informati, leggere i quotidiani ogni giorno, possono sembrare cose apparentemente inutili, ma spesso si rivelano decisive.
E’ importantissimo avvicinarsi al mondo del lavoro con un atteggiamento umile. Anche se avete una preparazione teorica ineccepibile, se siete laureati a pieni voti in tempi record… siate pronti a fare un po’ di gavetta. Serve soprattutto a voi, perché i primi mesi sono decisivi. Per imparare, anche solo guardandosi intorno, tante, tante cose. E per farvi conoscere. Anche se a volte i “capi” sembrano distratti, vi osservano e spesso vi mettono alla prova per vedere come ve la cavate in una serie di occasioni. Anche per questo è utile fare degli stage durante l’università. Una buona opportunità per conoscere dinamiche e meccanismi del mondo del lavoro. Per arricchire il vostro curriculum e per capire se quel lavoro vi piace e fa per voi. Vi assicuro che le persone che valgono non si lasciano scappare facilmente.
E infine siate flessibili, disposti a passare da un’area all’altra, da un ruolo all’altro. Sapersi “riciclare” è indispensabile in un mondo del lavoro (soprattutto in questo settore) in così rapida evoluzione.

Dal sito IULM, a questo indirizzo:
http://www.iulm.it/iulm/jsp/web/modelli_cartelle/template_navigatore_interviste.jsp?idNode=186&idDocument=2524


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Per informazioni scrivere a monari@libero.it.


847/5.10.2003