il Rimino - Riministoria

A spasso nella Roma del 1700:
una guida scoperta da don Potito

Per chi ama il libro in generale, la scoperta per caso di un'edizione del tutto ignorata, provoca una sensazione intellettuale simile alla cosiddetta acquolina in bocca davanti a qualche cibo particolarmente gradito, con la differenza che nessuno vi fa le pulci se raccontate la gioia gastronomica, mentre per quella culturale potreste incontrare sempre qualcuno che sa tutto, e si meraviglia della vostra ignoranza a proposito di quel volume.

Non importa, non m'interessano quelli che hanno la puzzina sotto il naso o comprano la saccenteria all'ingrosso, e possono quindi criticare la vostra o nostra segnalazione. Facciano pure, per obbligo statistico al mondo debbono esserci anche i vanitosi largamente antipatici. (Quelli esposti sono pensieri profondi per andare incontro programmaticamente a chi desidera un giornale non banale).

Ciò detto, segnalo al lettore che abbia avuto la pazienza di superare questa premessa, una guida della città di Roma pubblicata nel 1725 e riproposta in edizione anastatica nel 1980 dal riminese Bruno Ghigi che vi appose una prefazione per spiegare come essa nacque.

Il suggerimento fu di don Amedeo Potito «erudito e vecchio parroco di Cicognaia in Valmarecchia», dove era giunto nel 1936 dopo aver insegnato nel Seminario di San Sepolcro. Nei drammatici e dolorosi giorni del 1944 (quando tutt'attorno morivano per mano tedesca e repubblichina 130 tra uomini donne e bambini), don Potito ebbe più volte la canonica invasa dalla brigate nere che lo accusavano di nascondere i disertori. Passata la bufera della guerra, il sacerdote cominciò a scavare nella Storia del suo territorio, ed a scoprire a Firenze, Arezzo, Roma, Bologna e Rimini numerosi documenti inediti.

Durante uno di quei viaggi, prosegue Ghigi, incontrò anche questa guida, intitolata «Roma ampliata, e rinovata» (sì «rinovata» e non rinnovata), più un altro centinaio di parole, come si usava allora, che terminano con la dedica al cardinale Giorgio Spinola.

Leggendola entriamo nel vivo della capitale dello Stato ecclesiastico dove sacro e profano convivono per la gioia del turista e del visitatore dotto, come in questo passo: «Quindi salirete alla Chiesa, e Monastero di S. Giuseppe delle Carmelitane scalze, situato nel luogo dove erano gli Orti di Lucullo, che per l'amenità del sito divennero le delizie de' Cesari. In essi Messalina moglie di Claudio, trattenendosi in licenziosi diporti, fu uccisa per ordine del marito».

La Storia di Roma è servita in tavola con tutti i suoi molteplici ingredienti, e scorrendo queste pagine, suddivise in itinerari quotidiani per complessivi dieci giorni, ci possiamo calare in quella realtà urbanistica di inizio Settecento, e conoscere così passo dopo passo un mondo infinito in tutti i suoi particolari: monumenti, palazzi, dipinti, sculture.

Pietro Corsi


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806/29.06.2003