il Rimino - Riministoria

Pio II, un convegno nella Rimini dell'odiato Sigismondo

l convegno internazionale su papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini, 1405-1464) ed il suo tempo, parte dalla nostra città. Sabato 11 ottobre Rimini ospiterà un simposio dedicato al tema «Arte e storia fra Pio II e Sigismondo Pandolfo Malatesti», curato dalla prof. Giuliana Gardelli, consulente artistico dell'Accademia Raffaello di Urbino e studiosa della storia della ceramica.

Alla sessione riminese (ore 16, presso i Musei Comunali) parteciperanno Angelo Turchini, Fabrizio Lollini, Gian Ludovico Masetti Zannini, Claudio Crescentini, Anna Graziosi Ripa e Stefania Mularoni che esamineranno vari aspetti del tema a cui è dedicato il simposio. Al mattino alle 11.30 sarà organizzata una visita guidata al Tempio, mentre alle 21 presso la chiesa del Suffragio si terrà un concerto di canto gregoriano e di laudi medievali con la Schola Cantorum del duomo di San Leo. Infine domenica 12 alle ore 10, si svolgerà una visita guida ai monumenti riminesi, dall'Arco al Ponte passando per Sant'Agostino.

Le manifestazioni nel prossimo anno proseguiranno a Viterbo, Allumiere, Tolfa, Urbino e Roma. Nel 2005, sesto centenario della nascita di Pio II (che fu eletto nel 1458), invece toccherà a Basilea, dove il pontefice istituì la locale università, con convegno e mostra.

Il nome di papa Piccolomini richiama i contrasti tra la Chiesa e Sigismondo Malatesti. Pio II scrisse di lui: «Sigismondo [...] era uomo fortissimo di corpo e d'animo, eloquente ed egregio nell'arte della guerra; conosceva la storia e possedeva una notevole cultura filosofica; di qualunque cosa si occupasse, sembrava nato per quella; tuttavia in lui dominavano i cattivi costumi. Era a tal segno avido da non farsi scrupolo, non solo di rubare, ma neppure di predare; a tal punto sensuale e sfrenato da violentare le figlie e il genero. Adolescente si unì spesso a donne e ad uomini, facendo a sua volta entrambe le parti. Non tenne alcun conto dei vincoli coniugali. Profanò le vergini consacrate a Dio, fece violenza alle ebree; uccise e frustò crudelmente fanciulli e fanciulle che non si piegavano alle sue voglie»; fu crudele più di un barbaro e, con lui al potere, nessuno conobbe sicurezza; odiava i sacerdoti, non credeva nei dogmi dell'immortalità dell'anima; si dimostrò pagano nell'erigere un tempio di infedeli dediti al culto del demonio e un monumento funebre alla sua concubina (Isotta).
Nel 1463 papa e Sigismondo si riappacificarono. Rimini, dove infuriava la peste, gli viene lasciata con un esiguo territorio circostante come vicariato temporale, dopo la sconfitta militare culminata nella resa di Fano.

Antonio Montanari


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836/20.09.2003