Tra le varie forme di stupidità umana c'è anche quella linguistica. Quando sentiamo ripetere che la guerra è «l'ultima risorsa», ci si drizzano i capelli in testa. Qualcuno timidamente ha tentato di sostituire a questo uso osceno della parola risorsa un termine più adeguato, opzione.
Risorsa deriva da risorgere (dal latino resurgere). Spiegano i vocabolari che risorsa è una sorgente di guadagno o di ricchezza, oppure un mezzo che può servirci per toglierci d'impaccio. I nostri politici anni fa amavano dire che la vecchiaia è una risorsa. Forse, abbiamo sempre malignato dentro di noi, lo è per chi specula sopra i bisogni che emergono (anche drammaticamente) in quella età.
Se la guerra è una risorsa per quelli che parlano soltanto deridendo chi la pensa in maniera diversa (bella lezione di democrazia!), un motivo ci deve pur essere, ci siamo detti (sempre dentro di noi). E forse il motivo è questo: vedono nella guerra l'occasione di possibili arricchimenti mediante l'uso delle armi a danno di poveri disgraziati per i quali pensano che, non avendo questi ultimi nulla da perdere, tale nulla lo possono perdere tranquillamente da morti ammazzati, condizione a cui arriverebbero direttamente da quella attuale di morti di fame.
La guerra è la morte. La morte non risorge. Ci hanno promesso di risorgere dalla morte, ma è un altro discorso che questi libidinosi della violenza non sanno capire.
Perché i politici usano la parola risorsa anziché opzione? Chi non sa parlare non sa pensare. Il pensiero deve tradursi sempre in parole. Si sbagliano le parole perché si hanno pensieri sbagliati che ci rivelano tutto il loro errore (ed orrore) anche contro il desiderio di chi li esprime. Sono teste senza risorse.