Al convegno storico su Giuseppe Giulietti (a cui hanno partecipato la figlia Gaetana di 91 anni ed il nipote Beppe, deputato e giornalista), è stata presentata una sua nuova biografia composta per Luisè editore da Giuliano Ghirardelli. Il quale in apertura pone un problema importante: come leggere la Storia italiana del 1900, soprattutto per il passaggio dalla dittatura alla democrazia?
«Quella del nostro Paese» scrive Ghirardelli, è basata sua una versione «imposta» che «non assolve, non comprende, non perdona». Di qui egli parte per un giudizio molto severo: è una Storia che non conosce la pietà perché non ha voluto far perdere «vantaggi politici impareggiabili» a chi la praticava.
A quello che osserva Ghirardelli possiamo aggiungere un altro pensiero: la vulgata ufficiale delle vicende (anche) della nostra città è sempre passata attraverso il filtro e le forche caudine dell'Istituto Storico della Resistenza. Il convegno su Giulietti testimonia che qualcosa però sta cambiando: si è parlato di Grande Storia e di un grande personaggio con spirito di confronto, auspicando il dibattito a più voci come ha fatto Beppe Giulietti con parole appassionate e vere sul bisogno di libertà intellettuale, senza dipendere da alcuna licenza concessa da chi si ritiene ufficiale depositario di ogni autorità al proposito.
E' la prima volta che questo accade a Rimini, senza vecchi 'tromboni' o nuovi censori saliti alla tribuna per dettare le regole del dibattito.
Adesso occorre trovare una sede (un luogo fisico od un giornale) in cui continuare a discutere liberamente (e poveramente, cioè senza i finanziamenti ufficiali) per uscire dalle Storie addomesticate sia di Destra sia di Sinistra, e non soltanto sopra i giorni del secondo Dopoguerra.