In oltre mille pagine Bruno Ghigi (come autore ed editore) raccoglie testimonianze che narrano «La guerra sulla Linea Gotica dal Metauro al Senio fino al Po» (Rimini 2003, euro 35), con presentazione di Arrigo Boldrini. Il volume è frutto di un lavoro decennale ed offre un ampio panorama di informazioni relative alle battaglie di Rimini e del Senio, all'invasione di San Marino ed al «disperato tentativo tedesco di varcare il Po».
Sono racconti che ricostruiscono tante pagine dolorose di quella vicenda terribile che è la guerra. Due esempi.
A Fragheto il Sabato Santo del 1944 Ines Gambetti, 20 anni, sta allattando il figlio Giuseppe di 18 mesi quando arrivano in casa sua fascisti e tedeschi, alla ricerca dei partigiani che vi avevano trascorso la notte. Suo zio Giuseppe Albini non s'accorge che sono militari nemici, e li scambia per quei ragazzi alla macchia che aveva ospitato. In casa era rimasto uno di loro, ferito, verso il quale lo zio indirizza i tedeschi. Che uccidono il ferito e lo stesso Giuseppe Albini.
Ines Gambetti è costretta ad assistere da lontano all'uccisione della cognata Maria Novelli assieme al figlio di costei, prima di essere gravemente ferita dai nazisti con varie raffiche di mitra che ammazzano il suo Giuseppe che portava in braccio.
Miracolosamente Ines Gambetti si salva, dopo essersi quasi dissanguata ed esser stata abbandonata dai passanti che l'avevano giudicata troppo grave per poterla trasportare da qualche parte, in un riparo sicuro.
Maria Gabrielli ha vissuto invece «la tragedia di Tavolicci». Un repubblichino disobbedisce all'ordine di sparare ad un gruppo di donne e bambini, subito sostituito da altri che uccidono la madre e due sorelle di Maria Gabrielli, assieme ad altre persone. Maria Gabrielli riesce a fuggire perché il repubblichino di guardia «fra le mani aveva dei prosciutti che stava portando via».
La storia di quei giorni continua ad appassionare, come testimonia una nota del giornalista e storico Paolo Mieli che (nella sua rubrica quotidiana sul «Corriere della Sera» del 26 maggio) a proposito dell'«antipatia per le truppe alleate nella Roma del '44», ha ricordato un libro del celebre regista Steno (Stefano Vanzina), «Sotto le stelle del '44» dove si parla anche della nostra città, in riferimento ai bombardamenti anglo-americani: «Siena si è salvata ma ci sono andati di mezzo Rimini, il tempio Malatestiano».
Circa il tema dell'antipatia, oltre alla questione dei bombardamenti andrebbero ricordate anche altre cose. Gli Alleati ritenevano che tutta la popolazione civile fosse colpevole per la guerra di Mussolini, anche chi come me aveva soltanto due anni nel 1944. Verso la gente affamata non c'era alcuna pietà. Mia madre ricordò sempre che un ufficiale inglese le rifiutò l'avanzo del suo rancio, preferendo sotterrarlo piuttosto che distribuirlo a noi bambini che eravamo senza cibo.
Anche noi avevamo la nostra (piccola) parte di responsabilità. Appena nati, infatti, eravamo stati nominati figli della Lupa.