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Si sono conclusi gli scavi all'Ex Consorzio

Dopo otto mesi di accurate indagini si sono conclusi gli scavi archeologici presso l'ex Consorzio Agrario, in via Bastioni Meridionali. I ritrovamenti, documenti molto importanti per conoscere la vita dell'Ariminum romana, sono ancora in fase di elaborazione da parte degli studiosi, che dovranno mettere in relazione tutti i dati raccolti in modo da poter dare voce alle strutture ed ai materiali riportati in luce.

Le indagini hanno portato al rinvenimento di una serie di strutture di epoca romana, riferibili in particolare all'età repubblicana e imperiale: si tratta di fondazioni e parti degli elevati e dei piani di funzione. Le strutture sono state rintracciate a circa tre metri al di sotto del piano stradale odierno, questo sia a causa del fenomeno di subsidenza che ha portato al loro interramento, sia a causa della continuità abitativa che ha interessato il sito, con il relativo sovrapporsi di varie fasi insediative.

E' soprattutto la fase repubblicana quella che oggi è oggetto di uno studio approfondito da parte degli archeologi della Società archeologica Tecne e della Soprintendenza Archeologica dell'Emilia Romagna: si tratta, infatti, di una fase delicata ed allo stesso tempo importantissima nella vita di Rimini, colonia fondata dai Romani nel 268 a.C. cioè proprio in età repubblicana. Pochissime sono le testimonianze significative a noi pervenute di questo periodo della città. Pensiamo che l'Arco d'Augusto, antichissimo ai nostri occhi, risale almeno a due secoli dopo la fase più antica testimoniata dalle scoperte avvenute all'Ex Consorzio.

Per quanto riguarda la tarda età repubblicana e quella imperiale, la scoperta più importante è quella di un insediamento abitativo e produttivo che presenta fasi costruttive diverse e in parte sovrapposte. Il primo nucleo del complesso era venuto alla luce durante lo scavo del primo settore dell'Ex Consorzio, ma la sua planimetria si è meglio delineata con il proseguire degli scavi. Esso è costituito da una serie di vani con dimensioni e funzioni diverse che formano due nuclei distinti, collegati fra loro da un grande porticato con doppio ordine di pilastri. Si potrebbe riconoscere anche una serie di ambienti affiancati fra loro, interpretabili come "botteghe" o magazzini, di cui si conservano solo le fondamenta. Alcuni elementi strutturali porterebbero a pensare ad un edificio di almeno due piani, con scale probabilmente collocate all'interno dei magazzini ­ negozi, affacciati lungo il lato occidentale del complesso. La prima fase delle murature è stata costruita con ciottoli legati fra loro da argilla verde molto plastica, mentre le fasi successive risultano realizzate con frammenti laterizi e ciottoli legati da malta. I piani pavimentali erano realizzati con strati di cocciopesto, malta o con semplice terra battuta.Particolarmente interessanti anche i materiali venuti alla luce nella seconda parte dello scavo. Tra questi si possono segnalare una grande quantità di "latrunculum", cioè pedine da gioco in pietra ed in terracotta, balsamari in terracotta depurata, lucerne ­ molto belle le immagini che esse recano, con maschere teatrali e giochi gladiatorii -, varie tipologie ceramiche, monete e parti di mobilio in osso lavorato.

Sono state rinvenute anche diverse sepolture, riferibili a periodi diversi, purtroppo tutte prive di corredo funerario. Si tratta di deposizioni singole e occasionali, non riconducibili quindi ad un'area sepolcrale ben definita: non si tratta insomma di una necropoli. In un momento ancora da identificare, sicuramente quando l'impianto produttivo era ormai in disuso e in parte spogliato dei suoi materiali, l'area venne scelta per alcune deposizioni. Le tipologie più comuni sono rappresentate da semplici fosse terragne ricavate in piena terra o all'interno delle trincee di spoliazione dei muri del complesso, come nel caso di tre bambini, di età compresa fra i quattro e gli otto anni. Nei livelli di frequentazione più alti, quindi più recenti rispetto alle altre sepolture scoperte, è stata rinvenuta una tomba "alla cappuccina", formata da tegole e coppi disposti a spiovente e poi ricoperti con la terra.

Tra le strutture riconducibili a periodi successivi rispetto a quello romano va segnalata la presenza di un pozzo, con camicia in ciottoli e laterizi di reimpiego. Nei livelli superiori della struttura sono stati recuperati dei frammenti di maioliche databili fra il 1200 e il 1300 d.C., testimonianze della continuità abitativa del sito.

Aspettiamo con ansia i risultati delle ulteriori analisi, soprattutto quelle relative ai materiali che potranno fornire interessanti spunti per capire meglio la vita quotidiana a Rimini in età romana, soprattutto nelle sue fasi più antiche.

Martina Faedi


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793/15.05.2003