"L'uomo soffiò e..." - personale di pittura e di scultura  di Luigi De Giovanni e Giovanni Scupola - Bastione sud - Castello Carlo v Lecce -

 

 

 L’UOMO SOFFIO’ E…..

 

“E il Signore Iddio formò l’uomo della polvere della terra, e gli alitò nelle mani un fiato vitale; e l’uomo fu fatto anima vivente”. (Genesi 2.7) E l’Uomo formò l’arte della materia dell’anima, e con le mani gli alitò il fiato vitale; e l’arte fu fatta vivente.

Dice Harald Szeemann: ”Ogni giorno nascono nuovi conflitti per ragioni etniche, religiose,di supremazia politica che danno luogo a guerre. Gli artisti oggi reagiscono in modo diverso rispetto a una decina di anni fa: non si richiede più un’affermazione spasmodica della propria identità, ma si fa appello a ciò che di eterno c’è nell’uomo, sulla base del radicamento locale, l’unico a poter dare peso ,a legittimare questo appello. E’ la lotta centenaria tra astrazione e figurazione che sembra passata definitivamente agli atti. La cognizione di tempo e spazio, o di spazio che si fa tempo, o diventa patrimonio comune, tanto che alcuni artisti si sono potuti già liberare di nuovo del potere dell’autonomia,per trovare la strada verso comportam"L'uomo soffiò e..." - immagini della mostra al Castello Carlo Venti, modi di vedere, o desideri comuni all’umanità”. Giovanni Scupola e Luigi De Giovanni sono due artisti diversi e contrapposti, nel primo prevale il tutto tondo nell’altro il verticalismo, ma con un filo comune: L’UOMO, nella visione introspettiva ed intimistica. E’ il  racconto del proprio tempo attraverso le visioni dell’artista  che ,spesso, hanno intenti rivelatori; l’opera d’arte diventa mezzo per mettere l’uomo in contatto con l’infinito, con l’assoluto, deliziando i sensi, esaltando lo spirito e affermando la responsabilità di fronte alla storia e agli avvenimenti del nostro tempo. Giovanni Scupola trasmette la sacralità universale dove l’apparente contraddizione rientra in un ordine cosmico. Maschile e femminile si fondono insieme e l’equilibrio viene dettato dall’interiorità, predilige la figura femminile, simbolo di sensualità , nascita, abbondanza,con atmosfere maschili, per la sinuosità: è la linea che crea e determina la forma permettendo alla luce di defluire, insinuandosi, rendendo il tutto armonioso e morbido. E’ proprio nella ricerca della morbidezza  che si incentra la nuova produzione artistica di Scupola: il maschile ed il femminile che un tempo era rigido e deformato si è risolto, oggi, in morbide linee; se un tempo c’erano vuoti ora c’è il pieno, meno deformazione , dunque, a vantaggio dell’equilibrio. La nostra conoscenza - dice Scupola -  è limitata diveniamo illimitati quando ci scrolliamo di dosso i ruoli, le forme nascono dall’istinto poi vengono condotte dalla tecnica nella forma, ecco l’esigenza di plasmare la terracotta che è una verifica immediata che spesso non nasce dal disegno ma dalla memoria percettiva , visiva , interiore del disegno che non ha nessun nesso con la realtà visibile. La padronanza tecnica è essenziale perché ti consente di esprimere la spiritualità. Mai ancorarsi alla serialità, alla forma stereotipata , mai preoccuparsi della riconoscibilità. Nell’arte è importante la spinta interiore: la creatività. Limitando te stesso non sei libero e l’artista meno di tutti. In Scupola la riconoscibilità è nella linea esterna, la non ripetività nel movimento. "L'uomo soffiò e..." - immagini della mostra al Castello Carlo V In Luigi De Giovanni c’è la ricerca del caos,la contraddizione, l’andare oltre gli eventi restando negli eventi, ne rappresenta la distruzione attraverso la capitalizzazione delle idee, rivoluzione e controrivoluzione sono espresse nel jeans, promoter che riporta al capitale, ma anche nel fiore, che ha contenuto idilliaco, simbolo di un’integrazione dell’uomo , monito di un alfa ed omega. La contraddizione è insita nell’uomo e non nelle idee: l’uomo è contraddizione di se stesso ma accumulo di idee. De Giovanni dice “Dai l’idea ma l’idea già c’è”, non va alla ricerca della linea ma della sua distruzione. La linea dà la forma il senso: generatrice, inizio, contenitore della femminilità. Il ritratto è la sintesi di un disagio collettivo: la mancanza di comunicazione , la rassegnazione, l’attesa che egli esprime attraverso il vuoto degli sfondi , lo sguardo , l’abbozzo dei corpi e dei volti dove la mancanza delle mani indicano l’impossibilità di agire , i colori accesi dei fiori non definiti, anche loro a volte piegati su se stessi, non riescono a dare stimoli all’individuo che sembra perso nel ruolo che gli viene imposto o che sceglie, preferisce assentarsi , non vedere , chiudersi in una nicchia dove tutto è statico e affondare nell’indifferenza per non sentire il dolore di una solitudine che non è solo fisica. 

Immagii della mostra al Castello Carlo V La verità è sempre nascosta o forse è l’uomo, siamo noi che non vogliamo  vederla perché ci  porrebbe di fronte a problemi che ci  scuotono e come alberi desideriamo che solo la nostra chioma si muova ,non il fusto,la chioma gode del vento e ci procura la sensazione del movimento ma siamo sempre lì,fermi,nessuno ci può muovere dal posto che ci è stato assegnato dal caso; la nostra crescita è direttamente collegata al terreno ed al concime che ci viene dato,non siamo noi a decidere ciò che diventeremo. In un mondo dove non si vedono i fiori ,ma l’idea del fiore, esiste un contenitore pieno di rossi papaveri , avvisano che è solo un tempo diverso e l’azione deve sempre adeguarsi ai tempi.

             Ambra   Biscuso


 

Gli artisti specchiesi Luigi De Giovanni, pittore, e Giovanni Scupola, scultore, presentano le loro opere più recenti dal 9 al 18 febbraio nella personale di pittura e scultura dal titolo “L’uomo soffiò e…”, che si svolgerà nelle sale del Bastione del Castello Carlo V a Lecce.

L’inaugurazione della mostra, curata dall’Associazione Artistico Socio-Culturale “Raggio Verde” Onlus di Lecce, con il patrocinio della Provincia di Lecce, del Comune di Lecce e del Comune di Specchia, avrà luogo sabato 9 febbraio alle ore 19.00, alla presenza del Presidente della Provincia di Lecce, Avv. Lorenzo Ria, del Sindaco di Lecce On. Adriana Poli Bortone, del Sindaco di Specchia, On. Antonio Lia, del Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, Arch. Giacinto Leone e del Docente di Estetica dell’Università di Lecce, Prof. Giovanni Invitto.

Raramente un pittore ed uno scultore espongono insieme in una personale, “L’uomo soffiò e…” è l’occasione giusta per leggere due diversi modi di vedere la vera arte. Gli artisti, entrambi nati a Specchia, hanno seguito percorsi diversi: Giovanni Scupola si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Lecce mentre Luigi De Giovanni si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma. I due artisti hanno seguito istintivamente l’innata passione per la scultura il primo e per la pittura il secondo. Entrambi iniziano il percorso espositivo alla fine degli anni sessanta con instancabile attività di mostre personali e collettive in gallerie private e spazi pubblici in Italia e all’estero.Alcune opere di De Giovanni e Scupola sono esposte in tutta Italia, presso sedi di enti locali,luoghi sacri ed aziende.

In questo evento artistico leccese, De Giovanni e Scupola presentano una serie di opere di scultura e pittura che hanno come filo conduttore l’Uomo e il suo essere nel mondo e sintetizzano la sensibilità, i tormenti e le angosce dell’Artista sia nell’avvertire i problemi del tempo che nella ricerca delle forme, della luce, del colore e del pathos intrinseco nelle loro opere.

                                                                                     Maurizio Antonazzo

 

 


Immagini di una performances: "L'uomo soffiò e..." di Marco Olimpio  

 

Marco OlimpioAll'inizio era silenzio

poi con un alito l'uomo imitò il vento

 

 

 

 

 

 

e il sibilo si fece suono...

e invase il mondo intero...

 

 

 

 

 

 

 

Imparò a riempire il silenzio,

a segnare il cammino

a lasciare le tracce del suo pensiero...

 

 

 

 

 

e fu Arte.

 

 

 

 

 

an.fu.