Domenica 8 settembre ore 17.00 presso Emmaus Verona (Strada Mattaranetta 41 Verona) raccogliamo fondi per i bambini di Nablus. L'iniziativa si intitola “dolce e poesie” ed è promossa da Ta'ayush in collaborazione con il Coordinamento laico Antirazzista Cesar.K, Donne in nero, Arci Verona, Associazione per la pace e Donne Città futura. La città di Nablus ha subito un coprifuoco senza pausa per più di 65 giorni. Gli abitanti hanno richiesto urgentemente aiuti umanitari. C'è carenza di cibo per i bambini e di generi di sostentamento. La scarsità di medicinali ed altri generi è cosi grave, che a causa della mancanza di latte, i bambini vengono nutriti con acqua e zucchero. Si tratterà di una dolce serata di recitazione con poesie di poeti palestinesi e israeliani.
ARCI del Trentino in collaborazione con SOCIETA' APERTA (Trento), organizza ed invita a partecipare al Convegno internazionale che si terrà sabato e domenica 14 e 15 settembre presso il Teatro Monte Baldo – Brentonico (TN) (via Roma 2, vicino alla chiesa) sul tema: Storia e violenza: alle radici dei terrorismi. Il terrorismo moderno come strumento socio-politico - il terrorismo e la globalizzazione. Tematiche: l'incendio del Reichstag del 1933 e conseguente colpo di stato di Hitler - il terrorismo della Rote Armee Fraktion (RAF) in Centro Europa - il rapimento ed uccisione di Aldo Moro, servizi segreti internazionali, servizi deviati, Brigate Rosse e anni di piombo - l’attentato alle Twin Towers dell’ 11 settembre 2001 e l’ipotesi di "Scontro delle civiltà". Relatori: Siegfried Prokop (Università Humboldt di Berlino - Storia contemporanea), Gerhard Feldbauer (Storico e giornalista, autore di un saggio sul rapimento di Aldo Moro), Fritz Tobias (storico), Gianfranco Bertolo (Università Statale di Milano),i rappresentanti delle associazioni vittime delle stragi di Milano, Brescia, Bologna: Francesca Dendena, Manlio Milani, Paolo Bolognesi, On. Giovanni Kessler (Magistrato), il regista Roberto Giannarelli, On. Marco Boato, il Presidente dell'Arci Nazionale Tom Benetollo, Matteo Dominioni (una ricerca sul terrorismo italiano in Africa orientale), Sen. Giovanni Pellegrino (già presidente Commissione Stragi), il Teologo Paul Renner e l’Imam Alboukir Breigeche (sul tema Twin Towers e come impedire lo "scontro tra civiltà"), Nicola Biondo (Ricercatore negli archivi sul terrorismo), Marco Romani (Giornalista – Avvenimenti). Moderatore: Fabrizio Franchi (Giornalista). Orari del convegno: sabato 14 settembre dalle ore 14:30 alle 19:30. Alle ore 21:00 proiezione del film "Di cielo in cielo" e recital a cura di Arci Lettore di Brescia sulla questione palestinese. Domenica 15 settembre dalle ore 9:00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:30. L’ingresso è libero. Informazioni e logistica: ARCI DEL TRENTINO, Via S.Martino 35, 38100 Trento. Tel/Fax: 0461/231300. E-mail: trento@arci.it
INFORMAZIONI E
RIFLESSIONI
(NAZIONALE)
di GIULIETTO CHIESA
La storia dell'11 settembre continua a offrire una
sorpresa dietro l'altra. Pochi giorni fa il presidente pakistano Musharraf,
campione della lotta «contro il terrorismo internazionale», ha fatto sapere di
non ritenere Osama bin Laden il vero protagonista del Grande Attentato. «Non si
può pensare che abbia potuto organizzare tutto standosene tra le montagne
afghane», ha precisato Musharraf. Al massimo può avere «finanziato, spinto», ma
chi ha ideato l'operazione doveva, tra le tante altre cose, «conoscere molto
bene l'aviazione» (americana s'intende ndr). Roba da servizi segreti, da servizi
«deviati», altro che Al Qaeda. Dobbiamo credergli? Di certo dobbiamo fare molta
attenzione alle cose che dice, perché lui di cose ne sa certamente molte e
quelle che lascia uscire sono molto meditate. L'altra sorpresa (di cui i grandi
giornali stranamente non parlano) è che si comincia a sapere chi ha giocato in
borsa sull'attentato dell'11 settembre. E' già stato accertato che «qualcuno»
cercò di fare i soldi, tanti soldi, scommettendo in anticipo sul crollo
delle azioni delle due compagnie aeree - American Airlines e United Airlines -
che sarebbero poi state coinvolte nella tragedia dell'11 settembre 2001. Ora
emerge molto, molto di più. Intanto questi «qualcuno» agirono a raggio più vasto
e in direzioni assolutamente inequivocabili per dimostrare (oggi) che «apevano»
(allora) della prossima esecuzione della gigantesca operazione terroristica.
Infatti anche la Morgan Stanley Dean Witter & Co., che occupava 22 piani del
World Trade Center, insieme alla Merrill Lynch & Co., che aveva i suoi
uffici centrali nelle immediate vicinanze delle Twin Towers, furono oggetto
delle stesse attività speculative. Insieme a loro furono colpite dal diluvio
speculativo anche Axa Reinsurance (che possiede il 25% di American Airlines),
Marsh & Mc Lennan, Munich Reinsurance, Swiss Reinsurance e Citigroup. Con
quanti giorni d'anticipo? Secondo l'Istituto Israeliano per le politiche
antiterrorismo, situato nei sobborghi di Tel Aviv, nella cittadina di Herzliyya,
molte (non tutte) di queste operazioni speculative avvennero nel Chicago Board
Options Exchange, tra il 6 e il 10 settembre 2001. Immediata vigilia. Ma ora
emergono anche alcuni nomi di questi «qualcuno». I quali non paiono essere né
arabi, né musulmani, bensì bianchi, cristiani e cittadini americani. E passi:
anche tra i taleban c'erano degli americani. Ma qui c'è di più. Costoro - stando
alle informazioni raccolte da Michael C. Ruppert e pubblicate da numerosi e
autorevoli siti internet, tra cui quello stesso dell'istituto israeliano citato
(www.ict.org.il), da Global Reserach, da Rense.com, da www.hereinreality.com -
in almeno uno dei casi citati erano alti dirigenti di una importante banca
americana, la Bankers Trust (BT). Fu proprio la Bankers Trust a piazzare un
nutrito pacchetto di put options sul groppone di United Airlines. Per far
capire il meccanismo: le put options sono contratti futures che
consentono all'acquirente di fare affari se le azioni stanno per crollare (le
call options , al contrario sono azioni che si acquistano in previsione
di forti rialzi).
E ora l'altra sorpresa. La Bankers Trust acquistò nel 1997
la A.B.Brown, una banca minore d'investimenti il cui presidente era il signor
A.B. Krongard, detto «Buzzy». Krongard diventò allora vice-presidente della
Bankers Trust-AB Brown. Ma la sua carriera ebbe presto sviluppi importanti. Nel
1998 egli raggiunse gli uffici della Cia come consigliere del suo direttore,
George Tenet. E fu promosso direttore esecutivo dal presidente George W. Bush
nel marzo del fatale 2001. Piccolo ulteriore particolare: BT fa parte dal 1999
di Deutschebank. Quale fu l'ultima occupazione, di un tale (oggi) altissimo
personaggio, nella BT? Gestiva il settore «relazioni con clienti privati».
Affari molto delicati, da trattare con totale riservatezza, con personalità
molto potenti di ogni area del mondo. Non si diventa numero tre della Cia senza
queste esperienze. Ed è per conto di questi personaggi molto potenti che le
banche d'investimento agiscono.
Non per caso il senatore Carl Levin ha
denunciato pochi mesi fa la BT-AB Brown come una delle 20 maggiori banche
americane implicate nel riciclaggio di denaro sporco. Da qui a provare la
responsabilità diretta di «Buzzy» Krongard, naturalmente ce ne corre. Ma si sa
che la Cia da lungo tempo teneva d'occhio, in tempo reale, attraverso
sofisticati softwares, operazioni finanziarie del tipo descritto, sia in
previsione di attacchi terroristici, sia di altre azioni finanziarie
suscettibili di danneggiare l'economia americana. Dunque niente affatto
sprovveduti, come li si vuole far passare adesso. Avevano gli occhi bene aperti
ben prima dell'11 settembre. Non potevano non accorgersi, ad esempio, che le put
options contro United Airlines si erano moltiplicate per 90 volte il normale tra
il 6 e il 10 settembre. Secondo la Cbs del 26 settembre, il livello fu 285 volte
più alto della media il giovedì precedente l'attentato.
E' solo un esempio. I
campanelli delle borse suonarono l'allarme, ma nessuno se ne accorse. E «Buzzy»
non può avere cancellato tutte le sue amicizie negli ultimi tre anni. Tra coloro
con cui è andato a cena nel frattempo c'erano dunque, molto probabilmente,
conoscitori in anticipo dell'operazione terroristica. E che «numero tre» della
CIA abbiamo se frequenta amici così intimi dei terroristi senza saperlo? E, se
si fa l'elenco degli ex alti funzionari della Cia che sono dentro il sistema
finanziario, si possono trovare nomi come David Doherty, generale in pensione,
ora vice-presidente della Borsa di New York, John Deutsch, ex direttore della
Cia con Clinton e ora nel consiglio di amministrazione di Citigroup, Nora
Slatkin, ex direttore esecutivo della Cia e ora nel CdA di Citybank, eccetera
eccetera. Tutti molto sprovveduti?
Adesso i malloppi così guadagnati
giacciono nei forzieri, non ritirati. Sono 2.5 milioni di dollari per United
Airlines; sono 4 milioni di dollari per American Airlines; sono 1,2 milioni di
dollari per Morgan Stanley; sono 5,5 milioni di dollari per Merril Lynch. Totale
13,2 milioni di dollari solo per queste operazioni. Sono le uniche di cui si è
accertata l'esistenza ma, molto probabilmente, ce ne furono molte altre, rimaste
segrete al grande pubblico, ma niente affatto segrete agli inquirenti. Secondo
Andreas Von Bulow, ex parlamentare tedesco responsabile a suo tempo della
commissione di controllo dei servizi segreti tedeschi - citato da Tagesspiegel
il 13 gennaio scorso - le speculazioni da insider trading pre-attentato
raggiunsero il vertiginoso livello di 15 miliardi di dollari, coinvolgendo
numerose borse, incluse alcune europee. «Altri esperti - scrive Ruppert - hanno
stimato un ammontare di 12 miliardi di dollari. La Cbs News ha emesso una stima
prudente di 100 milioni di dollari».
Perché nessuno può ora incassare i premi
delle operazioni di insider trading terroristico? Perché qualcuno bloccò
per quattro giorni - dopo l'11 settembre - tutte le operazioni di borsa. Negli
Stati Uniti. In altri paesi non fu così. Ma certo in America si trattava di
qualcuno della Cia, che arrivò in ritardo ma fu più furbo degli amici della Cia
che sapevano in anticipo e non solo lasciarono fare gli attentati ma ci
specularono sopra. Il fatto è, però, che delle inchieste su questi fatti non si
sa nulla, sempre che siano ancora in corso. Difficile risalire? Difficile,
certo. Ma allora come mai l'ex responsabile della SEC (Security and Exchange
Commission), William McLucas, dichiarò a Bloomberg News che le autorità «sono in
grado di ricostruire ogni compravendita»? Bisogna volerlo. Se non lo si fa è
perché non si vuole ricostruire un bel niente.
15 settembre, Treviso: No alla legge Bossi/Fini, permesso di soggiorno per tutti!
E’ iniziato stamattina, 30 luglio
2002, a Dal 9 settembre è in vigore
la legge Bossi-Fini, che riduce gli immigrati a merce, prevedendo non più il
permesso di soggiorno, ma il “contratto di soggiorno” valido per un anno. Se il
lavoratore viene licenziato, avrà sei mesi di tempo per trovare un altro lavoro,
se non lo trova dovrà andarsene dall’Italia. Il ricongiugimento familiare
diventa molto più difficile, mentre non è affatto garantito il diritto di asilo
e rifugio. I tempi di detenzione nei Centri di Permanenza Temporanea (CPT), vere
e proprie prigioni per gli immigrati “clandestini” che non hanno commesso nessun
crimine soltanto quello di avere scelto di esistere e vivere, vengono
raddoppiati. La legge Bossi-Fini propagandata dal governo in nome della
“sicurezza e dell’ordine”, produrrà in realtà disagi, insicurezza e l’aumento
delle persone “irregolari”. La Bossi-Fini è senza dubbio una legge xenofoba e
razzista, in quanto parte dal presupposto che tutti gli immigrati sono
“criminali”. Insieme alla legge viene messo in atto anche un meccanismo di
sanatoria, che interessa le persone che prestano la loro opera a domicilio (le
cosiddette colf e badanti) e i lavoratori “in nero”. Le persone che hanno
ricevuto decreti di espulsione dal territorio italiano saranno impossibilitate a
rientrare nella sanatoria. Il giornale “Il Messaggero” ha dato notizia, ma non è
ancora confermato, che forse il governo annullerà i decreti di espulsione
(eccetto quelli emessi per reati). Se così fosse sarà anche grazie
all’iniziativa e mobilitazione di tutto il movimento degli immigrati e degli
antirazzisti. Comunque ci saranno forti limitazioni nel processo di
regolarizzazione. Molto probabilmente si assisterà ad espulsioni di massa, come
del resto sta già avvenendo da qualche mese, molto prima dell’entrata in vigore
della legge. Inoltre molti datori di lavoro stanno cacciando i lavoratori “in
nero” perché non vogliono regolarizzarli. E non si quale sarà la sorte dei
lavoratori autonomi che con questa sanatoria non possono
regolarizzarsi.
Prendendo atto di tutto ciò, in seguito all’incontro svoltosi
a Roma il 28 luglio su una proposta scaturita dagli immigrati che partecipano al
Tavolo migranti dei Social Forum, si è costituito il “Comitato provvisorio degli
immigrati in Italia”, il quale propone una prima iniziativa di lotta e
mobilitazione a tutti coloro che si battono per una società più giusta, che
garantisca i diritti delle persone: iniziative in tutte le città contro le
espulsioni, per il diritto al permesso di soggiorno per tutti!
Nel Veneto
invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione di Treviso che si terrà
DOMENICA 15 SETTEMBRE. Non saremo soli in questa battaglia, saranno con noi i/le
nostri/e compagni/e italiani/e, il mondo dell’antirrazismo e la società civile.
Il comitato invita tutti i cittadini italiani e immigrati a partecipare a questa
giornata di mobilitazione nazionale. Contro la legge xenofoba e razzista di
Bossi-Fini; per l’annullamento di tutti i decreti di espulsione; per
l’abolizione dei centri di permanenza temporanea; per il diritto al permesso di
soggiorno per tutti.
Comitato provvisorio degli immigrati in Italia: Gli
immigrati di Caserta, Coordinamento antirazzista Cesar K (Verona) Gruppo
migranti del movimento di lotta per la casa (Firenze), Associazione Todo Cambia
(Milano) Associazione Multietnica 2001 (Milano) Forum sociale di
Correggio, Comunità immigrata di Palma Campania (Napoli), Comunità del Burkina
Fasso (Napoli), Immigrati in movimento (Napoli), Comunità Sri Lanka (Roma),
Associazione Latinoamericana El Condor (Roma) Associazione Indiana (Roma),
Dhuumcat (Roma), Associazione Sunugal (Roma), Asian Workers Association (Roma),
Comunità Moldava (Roma), Associazione dei rom macedoni - Sutka (Roma),
Associazione di Albanesi - Iliria (Roma), Associazione Filippina (Roma), Forum
Associazioni Immigrati (Brescia). (fonte: comitatoimmigrati@libero.it
)
VERONA: CUM ORGANIZZA CORSO PER CAMERAMAN E FOTOGRAFI MISSIONARI
“Ciak sulla missione” è il titolo del corso organizzato dalla Fondazione Cum (centro unitario missionario) di Verona per fotografi e cameraman ‘missionari’, per imparare a raccontare il sud del mondo con i nuovi mezzi della comunicazione. Il corso punta a offrire a missionari, volontari e a quanti viaggiano nel sud del mondo per conoscere realtà diverse, la possibilità di raccontare quanto visto e vissuto in maniera “professionale”. L’appuntamento è per il 20, 21 e 22 settembre, con lezioni che prenderanno il via alle ore 15 di venerdì e termineranno alle ore 12 di domenica. Il corso è diviso in due parti. La prima riguarda la ‘Tecnica e composizione dell’immagine’. La sezione dedicata alla tecnica, è a sua volta suddivisa in due parti: “Fotografie” e “Riprese televisive”, dove verranno proposti gli elementi di base di tecnica fotografica e di ripresa televisiva. Nella seconda sezione, riguardante la composizione, verranno proposte le modalità di ripresa fotografica e televisiva e i diversi messaggi che si possono (e si vogliono) offrire con l’uso dell’immagine riguardante la vita e le situazione nel sud del mondo. I temi verranno sviluppati da esperti nell’ambito delle quattro sessioni di lavoro venerdì pomeriggio, sabato (mattina e pomeriggio) e domenica mattina. L’iscrizione a questa iniziativa costa 30,00 euro, a cui vanno aggiunti 70,00 euro per vitto e alloggio. Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere a Fondazione Cum, Via Bacilieri 1/a - 37139 Verona. Il numero di telefono è 045/8900329, mentre l’e-mail è segreteria@fondazionecum.it
BOLOGNA, 15 SETTEMBRE - VUOI PARTECIPARE ANCHE TU ALL'APPUNTAMENTO CONCLUSIVO DELLA CAROVANA DELLA PACE?
Il Centro Missionario Diocesano di Verona sta valutando (ed organizzando) la possibilità di andare a Bologna il 15 settembre, per l'appuntamento conclusivo della Carovana della Pace. Il costo del biglietto dovrebbe essere di 10 euro. Chi desidera aderire contatti gli organizzatori entro mercoledì 11 settembre, prenotandosi o presso i Missionari Comboniani (045/8002418) o presso il Centro Missionario Diocesano (045/8033519 - 045/596700). La partenza potrebbe essere dalla Chiesa di S. Giorgio in Braida verso le 7.00 ... ma in merito verrà data conferma.
CONTRO I MERCANTI DI MORTE, DIFENDIAMO LA LEGGE 185
Si discute al Senato l'11 settembre il ddl 1547, che andrebbe a modificare la Legge 185, voluta 10 anni fa dalla societa' civile, e difesa da oltre 80mila persone in questi ultimi mesi. L'argomento, come ricorderete, è già stato trattato parecchie volte in questa newsletter. Se ancora non hai aderito all'appello telematico ti preghiamo di farlo al più presto, consultando le informazioni: http://web.vita.it/185/
Campagna di solidarietà a sostegno dei piccoli produttori di caffè dell'honduras
TransFair Italia e Consorzio Etimos promuovono una campagna a sostegno dei piccoli produttori di caffè dell’Honduras, brutalmente repressi dalla violenza delle forze di polizia. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto notizie gravi e allarmanti dai partner di Commercio Equo di CCCH: la Central de Cooperativas Cafetaleros de Honduras. CCCH raccoglie circa 10.000 piccoli produttori di caffè, organizzati in 62 cooperative, e in Italia ha avviato rapporti con alcuni licenziatari del marchio TransFair e con il Consorzio di microfinanza Etimos (che ha recentemente concesso un ingente finanziamento all’organizzazione). Le manifestazioni pacifiche, represse brutalmente con la violenza (come dimostrano le immagini che alleghiamo) e con accuse di "sedizione contro lo stato" all’indirizzo dei rappresentanti dei produttori di caffè, hanno visto anche l’arresto di Dagoberto Suazo e Josè Angel Saavedra, rispettivamente Direttore generale di CCCH e presidente dell’Asociación Nacional de Caficultores de Honduras, ospiti nell’autunno scorso di TransFair Italia e di numerose realtà del Commercio Equo e Solidale italiano. Alcuni dirigenti arrestati sono stati rilasciati, ma centinaia di produttori sono ancora trattenuti dalla polizia. In questo momento difficile desideriamo sostenere le rivendicazioni dei nostri partner in difesa dei diritti umani, sociali e politici con 3 azioni che Vi invitiamo ad inviare un FAX o e-mail all’Ambasciata dell’Honduras in Italia con il seguente testo:
Ambasciata
Honduras, Via Giovanni Battista Vico 40 - 00196
Roma
c.a.
Ambasciatore Valladores Soto Ramon
FAX 06-3207973 - embhon@tin.it
Data……………….
Abbiamo appreso negli scorsi giorni della dura repressione attuata in Honduras, nel dipartimento di Copan e di Zambrano, contro i piccoli produttori di caffè che pacificamente manifestavano per i loro diritti. Chiediamo per suo tramite al governo dell’Honduras di garantire il rispetto dei diritti umani e di impegnarsi alla liberazione dei cafetaleros detenuti. Chiediamo altresì di impegnarsi per una maggiore equità nell’accesso alle risorse e al mercato da parte dei piccoli produttori di caffè . (Firma)
13 settembre: dibattito a Milano... dopo Johannesburg
MILANO, VENERDI' 13 SETTEMBRE, ORE 20.30 presso la CASA DELLA CULTURA - VIA BORGOGNA 3, IL CIPSI IN COLLABORAZIONE CON: Associazione Culturale Punto Rosso, Forum mondiale delle Alternative, Gruppo Cons. Miracolo a Milano, il manifesto, Casa della Cultura, Rete di Lilliput, Comitato Italiano Acqua, Forum ambientalista PROMUOVE UN DIBATTITO PUBBLICO DOPO IL FALLIMENTO DEL VERTICE DELLA TERRA DI JOHANNESBURG, ANCHE PER CONFRONTARSI SULLE PROSPETTIVE FUTURE DEL PIANETA TERRA E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: «DOPO JOHANNESBURG, L'INSOSTENIBILITÀ DI UN MODELLO DI SVILUPPO, L’INSOSTENIBILITÀ DEL NEOLIBERISMO». Il brutale rifiuto dei potenti del mondo ad affrontare e a risolvere radicalmente i gravissimi problemi dell’ambiente e dello sviluppo umano dimostra l’insostenibilità del neoliberismo e della sua globalizzazione. Ne discutiamo con chi è di ritorno da Johannesburg. Le culture e le politiche alternative dei movimenti per riappropriarci del nostro mondo. Intervengono: Riccardo Petrella (Univ. di Lovanio - Contratto Mondiale Acqua), Wolfgang Sachs (Wuppertal Institut - da confermare), Emilio Molinari (Punto Rosso-Fma - Comitato Italiano Acqua), Marina Forti (il manifesto), Francesco Martone (sen. Verdi), Basilio Rizzo (cons. com. Miracolo a Milano), Giovanna Ricoveri (Forum Ambientalista), Roberto Brambilla (Rete di Lilliput), Rosario Lembo (Cipsi-Comitato Italiano Acqua), Giovanni Colombo (pres. Rosa Bianca). Coord. Mario Agostinelli (Punto Rosso – Forum Mondiale delle Alternative). Proiezione del video di voci e immagini di Johannesburg Il vertice a cura di Max Pugh e Nick Francis.
VERONA – SCUOLA DI TUINA’ – MASSAGGIO TRADIZIONALE CINESE E TECNICHE MANUALI E COMPLEMENTARI DI MEDICINA TRADIZIONALE CINESE
L’Associazione “Arte per la Salute”, Associazione di Studio e Ricerca nelle Arti della Salute e dello Sport, inizia a Verona il 1° e 2° Anno Accademico della Scuola “MING MEN” di TUINA’ – Massaggio Tradizionale Cinese e Tecniche Manuali e Complementari di Medicina Tradizionale Cinese. La Scuola si inserisce nell’ambito delle terapie naturali di Medicina Tradizionale Cinese con l’applicazione di tecniche manuali e complementari parallele alle tecniche più avanzate di agopuntura ( queste ultime riservate per altro solo ai medici ) quali moxibustione, coppettazione, martelletto, auricolo-terapia ecc. Il Tuinà (tui = spingere; na = afferrare) è un metodo antico che affronta l’individuo come un’entità biofisica costituita da corpo, mente, sentimenti, relazioni secondo modelli di manipolazione in campo energetico e riabilitativo sperimentati ed affinati nel corso dei millenni. Si basa su 4 effetti fondamentali: 1 – Armonizza il sistema nervoso, fa circolare il sangue, la linfa e l’energia. 2 – Calma i dolori e riduce le infiammazioni. 3 – Riabilita i movimenti articolari. 4 – Aumenta le difese organiche riequilibrando le funzioni di tutti gli organi. Il trattamento può essere generale, interessando tutto il corpo con finalità di rilassamento, riequilibrio degli organi, anti stress, rigenerativo ecc. o mirato, lavorando zone circoscritte affette da patologie specifiche quali periartrite, cervicalgia, mal di testa, lombosciatalgia, traumi a spalle , ginocchia, caviglie ecc. Attraverso la digitopressione e le altre tecniche manuali e complementari, i trattamenti seguono il percorso dei canali energetici, Meridiani, e i punti di Agopuntura. Rilevante è la terapia Tuina pediatrica, che i genitori hanno facoltà di apprendere durante le lezioni e praticare poi in famiglia. La Scuola “Ming Men” è collegata e si avvale oltre che della professionalità di insegnanti propri, anche della professionalità, competenza ed esperienza pluriennale dell’ Ass. MediCina di Milano, associata con l’Università di Medicina Tradizionale Cinese di Nanjing (Nanchino-Cina), riconosciuta dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità. Docenti dei Corsi sono Medici Agopuntori italiani e cinesi, Terapisti Tuina diplomati e Ins. di Educazione Fisica che attraverso studi decennali hanno acquisito titoli, competenze e professionalità nel settore della Medicina Tradizionale Cinese, frequentando, direttamente in Cina, Corsi presso l’Università di M.T.C. e Tirocinio pratico ambulatoriale presso gli Ospedali. Al termine del 2° anno si consegue il Certificato di qualificazione in Tuina dell’Università di Medicina Tradizionale Cinese di Nanchino, che attesta la formazione e dà la possibilità di una professione alternativa od integrativa nell’ambito delle Terapie Energetiche Alternative. Il 1° Anno Accademico, con inizio il 19 ottobre, si articola in otto seminari nel fine settimana, per un totale di 120 ore; il 2°, con inizio il 28 settembre, si articola in 11 seminari nel fine settimana, per un totale di 170 ore. Sia per il 1° che per il 2° Anno alcuni seminari saranno tenuti direttamente da Docenti dell’Università di Nanchino con la presenza di un medico agopuntore italiano che tradurrà dal cinese all’italiano. Le lezioni teorico-pratiche si tengono a Verona presso la palestra Energia Libera in via Turchi 1 (Borgo Venezia). La direzione tecnica è affidata ai proff. Adriano Bertoldi (Verona tel. 045 590359, e-mail per l’iscrizione bertoldiadriano@hotmail.com) e Donatella Cont (Rovereto tel.0464 834776, e-mail per informazioni donatellacont@hotmail.com), docenti di educazione fisica, diplomati terapisti Tuina, Tecniche complementari di Medicina Tradizionale Cinese e operatori Shiatsu. Titolo di Studio richiesto per l’ammissione: Diploma di Scuola Media Superiore o altro titolo equipollente. Le iscrizioni sono a numero programmato e saranno confermate fino ad esaurimento dei posti disponibili.
A Siena, un laboratorio-azione contro la guerra
HARB/LaGuerra:
parte il laboratorio/azione di Ennio Trinelli vincitore del 1° Bando Teatrale
del Comune di Siena per artisti senesi. Aperte le iscrizioni per gli aspiranti
attori.
SIENA- Harb, parola araba per Guerra. Il desiderio di riflettere
sulle ragioni che la provocano, riflettendo sulla guerra che ognuno di noi si
porta dentro. La manifestazione della guerra attraverso l'azione teatrale. In
quadri semplici, quasi elementari, dopo un laboratorio intensivo di cinque
giorni. La Guerra come pazzia, la pazzia che genera mostri, i mostri che
combattono la guerra: la guerra rende uguali nella disperazione, uguali nella
necessità di sentirsi diversi - nel giusto - per giustificare il pregiudizio che
giustifica il giudizio che giustifica l'azione, che giustifica le morti e le
barbarie. Harb è un progetto che nasce dalla necessità di manifestare una ferma
e decisa opposizione a ogni tipo di conflitto violento. L'opera, che ha vinto,
il primo bando teatrale del Comune di Siena per artisti senesi, verrà messa in
scena agli Orti del Tolomei, nei prossimi giorni. Uno spettacolo che può essere
realizzato per la strada, nelle piazze, come nei teatri più prestigiosi. Uno
spettacolo contro la guerra realizzato tra la gente perché soldati-attori e
pubblico presente possano sentire sulla pelle il profumo e la tensione del
conflitto. Attraverso il vissuto dei partecipanti, attingeremo ai sentimenti che
porteranno alla creazione di una serie di movimenti scenici, per mezzo di
improvvisazioni, reazioni e azioni fisiche. Partendo da ogni singolo sentimento,
visto come un contenitore che contiene contemporaneamente tutti gli altri, i
partecipanti saranno stimolati (attraverso suggestioni musicali) a costruire
improvvisazioni fisiche che andranno a costruire lo scheletro dell'azione finale
e dello spettacolo.
Il progetto cerca di coinvolgere partecipanti di
nazionalità straniera -migranti- in modo da comporre un gruppo formato in larga
parte da immigrati, di qualsiasi etnia, essenzialmente giovani, anche con
nessuna esperienza teatrale. Il lavoro si baserà essenzialmente sulla scoperta
dell'impulso che porta all'azione più immediata, ovvero la costruzione del
movimento che nasce dall' impulso che porta all'azione compiuta. La suggestione
nasce dalla simulazione di un improvviso attacco armato in tempo di pace: la
paura, l'esplosione delle bombe, il panico che si impossessa delle persone, il
terrore; e poi La Pazzia che si impossessa della mente e impedisce un
comportamento razionale: la vita che continua a viversi e a far vivere quasi
senza dare importanza alla difficoltà di vivere. L'amore che non scompare e che
continua a manifestarsi. E quindi il conflitto che continua: l'uomo che combatte
contro l'uomo, l'invisibile nemico che può nascondersi ovunque e l'inevitabile
finale. Tutto senza che una sola parola sia pronunciata durante lo spettacolo:
tutto il lavoro nato durante le improvvisazioni e le suggestioni del laboratorio
si sono trasformati in Teatro Fisico.
Un progetto di Spettacolo che nasce
dalla necessità di sensibilizzare le persone alla valorizzazione delle
differenze, di genere in primo luogo, ma anche di etnia, di religione, di età
anagrafica, di orientamento sessuale, di condizione personale come di abilità
psico-fisiche, e di educare al totale rifiuto di ogni forma di conflitto
violento; e l'esperienza sul campo, unita alle reazioni del pubblico, ci ha
convinti a tentare di dare al Progetto una struttura.
Per informazioni ed
iscrizioni, chiamare il 3487232426 o scrivere all'email siena@arcigay.it Iniziativa promossa
dall' Arcigay di Siena e dall'Associazione 'LaManicaTagliata'.
Pavia per il Chiapas
Vi invio il presente messaggio per segnalarVi che Venerdì 4 e Sabato 5 Ottobre, presso il C.S.A. "Barattolo" di Pavia, Via Dei Mille n. 130/A, si svolgerà una manifestazione finalizzata alla raccolta di fondi da destinare alle popolazioni indigene dei Municipi Autonomi del Chiapas. Troverete informazioni esaustive relative al programma della manifestazione visitando il sito dell'Associazione No Profit Paviainseriea:http://www.paviainseriea.it.
TU TOGLI, IO FIRMO
20-22 settembre, Firenze, «La nonviolenza nonostante... La fatica del Quotidiano»
30 settembre, manifestazioni per Vanunu
Nuovo assassinio di un sindacalista della Coca Cola in Colombia BOICOTTA COCA COLA
Abbiamo appreso che Il giorno 31 Agosto un altro Sindacalista
del SINALTRAINAL è stato assassinato. Nell’esprimere la nostra solidarietà nei
confronti della organizzazione sindacale che abbiamo conosciuto nel corso delle
iniziative in Italia, Ricordiamo la necessità di diffondere e sviluppare la
campagna di boicottaggio della Coca Cola. Riportiamo di seguito un comunicato
del SINALTRAINAL (Comitato Carlos Fonseca Roma - Confederazione Cobas)
ASSASSINIO DIRIGENTE DEL SINALTRAINAL – COLOMBIA
Il sindacato
nazionale dei lavoratori delle industrie alimentari di Colombia denuncia
all’opinione pubblica nazionale e internazionale : 1 – Sabato 31 Agosto 2002 è
stato assassinato il compagno ADOLFO del JESUS MUNERA LOPEZ, ex-lavoratore della
Coca-Cola nell’impresa Imbottogliatrice “Roma S.A.” di Barranquilla – Atlantico.
Il compagno è stato assassinato sulla porta di casa della madre a colpi di
pistola. 2 – Durante la sua vita sindacale ha ricoperto cariche come Vice
presidente della Centrale Unitaria dei Lavoratori – CUT Sezione Atlantico, e ha
ricoperto diverse cariche nel SINALTRAINAL e nella giunta comunale del quartiere
dove ha vissuto. 3 – Nel 1997 la sua casa venne perquisita da membri delle Forze
Armate, ragione per la quale fu costretto all’esodo in altre città con lo scopo
di salvaguardare la sua vita e la sua sicurezza. A seguito di questa scelta la
Coca Cola procedette al suo licenziamento per abbandono del posto di lavoro 4 –
Il SINALTRAINAL ha sempre denunciato che la perquisizione è avvenuto a seguito
di segnalazioni da parte della Coca Cola, attraverso il responsabile
dell’impresa, il sig. Emilio Hernandez. Nello stesso anno, e sempre a
Bucaramanga, sono stati arrestati diversi dirigenti sindacali del SINALTRAINAL
con l’accusa di terrorismo e ribellione a seguito delle denunce fatte dalla
medesima impresa transnazionale. 5 – Il compagno Munera Lopez fece ricorso
presso le autorità competenti per ottenere il suo reintegro in Coca Cola,
vincendo il ricorso in prima istanza. La Coca Cola ricorse in appello. Il 22
Agosto 2002 la Corte Costituzionale inviò una lettera al Compagno Munera Lopez
con un pronunciamento a seguito del quale esistevano buone possibilità per il
reitegro nel suo posto di lavoro alla Coca Cola. 6 – Condanniamo questo nuovo
assassinio di un dirigente sindacale del SINALTRAINAL della Coca Cola in
Colombia. Questo assassinio fa parte di una politica genocida e di sterminio che
stiamo subendo negli ultimi 10 anni. Fino ad oggi sono stati 18 i dirigenti
sindacali della nostra organizzazione assassinati mentre, dall’anno della sua
fondazione nel 1986, sono almeno 4000 i dirigenti sindacali della CUT
assassinati. 7 – Si continuano ad assassinare dirigenti sociali, annichilendo le
organizzazioni e distruggendo le comunità. Il Sinaltrainal in più di una
occasione ha denunciato pedinamenti, minacce, sequestri, assassini, sfollamenti
forzati di dirigenti sindacali, atti che proseguono nella totale impunità. Di
tutti questi è responsabile lo stato di Colombia. 8 – Chiediamo alle
organizzazioni sociali e dei diritti umani di denunciare questo nuovo attentato
contro la vita e esigere dalle autorità colombiane l’individuazione dei
responsabili e il loro castigo. JAVIER CORREA S. EDGAR PAEZ Presidente Direzione
Nazionale SINALTRAINAL COCA COLA IL GUSTO DELL’INGIUSTIZIA SOCIALE !!! PER INFO
SULLA CAMPAGNA CONTRO LA COCA COLA : http:\http://www.tmcrew.orgkillamulticocacola
É uscito il 5 settembre un nuovo libro "La Nave di Penelope: educazione, teatro, natura, ecologia sociale. Sessanta interventi intorno al tema della conversione ecologica" a cura di Amaranta Capelli e Franco Lorenzoni. La presentazione di questo volume, realizzato in collaborazione con il CRIDEA ed edito dalla Giunti, avverrà sabato 21 settembre 2002, alle ore 15, presso la Casa–laboratorio di Cenci, Amelia (Terni). La Nave di Penelope raccoglie interventi di sessanta donne e uomini, attivi nel campo dell’arte, dell’educazione e dell’impegno sociale riuniti, in occasione dei 20 anni della casa–laboratorio, da dieci paesi di tre continenti, per discutere ed affrontare alcuni temi cruciali del nostro tempo narrando esperienze ed avanzando proposte.
PAROLE IN LIBERTA'
Tante,
troppe volte ho scritto, abbiamo scritto del e sul carcere, infinite volte ai
silenzi assordanti sono seguiti sofismi e editti che sono rimasti lettera
morta. Grosse
fette della Società, delle Istituzioni, dei Governi trapassati/attuali, hanno
speso parole e intenzioni, ma opere ben poche, se non quelle del redigere
rapporti di morti sopravvenute e di utopie tutte a venire: nonostante le
dimensioni di una disumanità ormai divenuta regola, di un moltiplicarsi tragico
di suicidi, di autolesionismi, di miserie umane così profondamente deliranti,
che l’orda barbarica, storicamente così definita dal carcere per i suoi
abitanti, s’è tramutata in una colonna sgangherata di esseri perduti, senza più
inizio né fine, senza più una professione di fede, neppure quella della
strada. Il
popolo della galera non ha più generazioni
da consegnare alla storia, quelle che in essa si sono imbattute, sono
ormai annientate e hanno portato con sé la rabbia, il furore, la
follia. Oggi
rimangono in quelle celle fila male intruppate di uomini privi di lingua, di
simboli, di segni, soprattutto di memoria da tradurre e rielaborare. Del
carcere si parla per scatti, per ripicche, per reazione, per un’Erika, per un
Piatti, per un nero o per un giallo, per un ladro e per un assassino, se ne
parla per non parlarne più, per distanziare un fastidio pressante, non per
rendere giustizia a chi è stato offeso né a chi l’offesa l’ha recata. Se ne
parla per rendere nebulosa e poco
chiara ogni analisi, se ne parla per nascondere l’ingiustizia di una giustizia
che tocca tutti, ma in cui il messaggio trasmesso, potente e annichilente,
impedisce di intervenire. Il
detenuto non è un numero, né un oggetto ingombrante…..lo dice il messaggio
cristiano, dapprima, e quello di umanità ritrovata poi, e invece la realtà che deborda da una
prigione è riconducibile all’umiliazione che produce il delitto, ogni delitto
nella sua inaccettabilità. E’
proprio questa irrazionalità che ingenera pericolose disattenzioni, a tal punto
da ritenere il recluso qualcosa di lontano, estraneo, pericoloso, qualcosa di
non ben definito.
Dimenticando che stiamo parlando di persone, di pezzi di noi stessi scivolati
all’indietro. Carcere
duro, carcere hotel, sottonumero di organici, corpi speciali e corpi adagiati
stancamente su piedistalli di carta. Lamenti
e grida, sostituiscono le devastazioni, i massacri e il delirio di onnipotenza
di ieri, fino a formare l’ossatura del carcere odierno, composto per lo più da
una grammatura incontabile di commiserazione, che neppure intende sottrarsi alla
sepoltura di ogni dignità calpestata. Eppure,
nonostante le fratture, le lacerazioni, le assenze eterne siano le fondamenta su
cui poggiano le ultime speranze, è palese il tentativo di una involuzione
pilotata al passato, che incoraggia al presente ideologie senza alcun Dio, se
non quello della forza. Nei
decenni trascorsi tra sbarre e filo spinato, ho avuto netta l’impressione che
incapacitare fosse l’unica risposta da parte di una Società e quindi uno Stato
di porsi a mezzo al dilagare della violenza. Sebbene tremendo nel suo effetto il
contenuto, non sorprende in quegli anni di rivolte e di ribellioni,
l’intendimento di spersonalizzare e annullare l’identità del
detenuto. Ma oggi
che il carcere non rappresenta più uno zoo umano, ma un contenitore di numeri e
di miserie, a che prò riproporre le armi della sola repressione. A che
prò rifiutare una realtà infarcita di membra piegate e piagate. A che
prò, proprio ora, che il lamento non è più un grido di guerra. Forse
siamo preda di una visione che ci obbliga a rifiutare la realtà che
c’è. O forse
siamo addirittura dei bugiardi incalliti, e ciò ci obbliga a raccontare una
realtà che non c’è. E’
vero, il detenuto non è la vittima,
infatti le vittime sono senz’altro altri, feriti, offesi, scomparsi, ma il
detenuto è persona che sconta la propria pena, che vorrebbe riparare, se posto
nella condizione di poterlo fare.
Rieducare, risocializzare, reinserire, non sono solamente termini e concetti
trattamentali da seguire e svolgere, essi purtroppo stanno a sottolineare
l’inadeguatezza al dettato Costituzionale, tanto che nell’impossibilità di
rendere fattivo l’intervento rieducativo, è assai più facile trincerarsi dietro
i soliti scontati “motivi di sicurezza”. Ma non
usare gli strumenti trattamentali e di contro incancrenendo la convivenza, ciò
equivale a dichiarare fallito l’ideale più nobile, quello della promozione
umana. Allora,
sorprendersi se la funzione della pena è latitante, se la recidiva è galoppante,
se le menzogne superano di gran lunga la trama di un film, è pura disonestà
intellettuale. A chi
parla di privilegi, di lussi impropri, basterebbe davvero osservare volti e mani
di detenuti in qualche carcere, per rendersi conto del livello di
abbruttimento raggiunto, di quanto
questa situazione di indifferenza e solitudine imposte, di mancata applicazione
di quella famosa parola a nome rieducazione, risulti deleteria per la persona
ristretta. Non so
di quale carcere si parli, ma so di un carcere che non ha più al suo interno
spinta a rinnovarsi, so di un carcere popolato di uomini vestiti non tanto e
solo di rabbia o odio, ma di paura e stanchezza. Uomini
che se non aiutati a migliorare, rimangono al palo, con la sola aspettativa di
scontare in fretta la propria condanna, e ciò senza alcuna consapevolezza del
presente, senza vista prospettica, senza figura del futuro, in una sola parola
senza speranza. Chi
conosce poco del carcere, di questa condizione inumana, dove è vietato persino
sentirsi utili, responsabili, con delle prospettive, ebbene a costui sfugge il
senso di questo arbitrio. Forse
qualcuno pensa che inchiodare il detenuto in uno stato di inazione e
alienazione, comporti la fatica minore, perché così facendo egli sconta la
propria condanna senza rompere le scatole a nessuno. Ma
questo agire è nuovamente un inganno, perché quel detenuto non è in una
situazione di attesa, dove il tempo serve a ricostruire e rigenerare, è l’esatto
contrario: quel detenuto non attende domani, egli è fermo a ieri, a un passato riprodotto e mascherato, a tal
punto, che tutto rincula a ieri, come se fosse possibile bloccare il tempo, come
se delirare fosse identico a sperare.
Rieducare ha costi elevati, comporta cadute e inciampi, ma per evitare il
proliferare della criminalità, è la sola strada maestra da seguire, il resto è
per davvero illusione. Inoltre,
a ben pensarci, se io riconosco il diritto alle regole da rispettare, quel
diritto a sua volta disciplina i rapporti con l’altro, e implica il
riconoscimento di tutte le persone, fin’anche del detenuto…Ma forse è proprio
questo che si vuole cancellare. Un
carcere ridondante di criminali irrecuperabili? Ho
l’impressione che il carcere italiano possa essere definito un involucro chiuso
agli uomini, alle idee, ai cambiamenti, così premeditatamente chiuso e
imbullonato al pregiudizio, che persino la pietà è divenuta un sentimento
buonista. Tutto è buonista nei riguardi del carcere, a tal punto che l’inumanità
oramai è un effetto meccanico di un contesto standardizzato, e allora perché
scandalizzarsi, rischiando anche di essere annoverati nel movimento dei
caritatevoli, o peggio dei sostenitori del male.
Guardare da un’altra parte, quando in carcere ci sono tasselli di vita mancanti
alla nostra?
L’esperienza mi insegna che coloro che hanno fatto del male, hanno soltanto una
via da percorrere per ritornare a essere uomini nuovi, una via che non è
soltanto quella dei venti o trent’anni di carcere da scontare, ma quella della
ricerca di azioni nuove per tentare di rimediare e quindi accorciare le
distanze. Ma perché ciò possa diventare terreno fertile per costruire insieme un
carcere a misura di uomo, occorre parlare dei problemi veri, affinché una
Società e una Giustizia equa, possano davvero sperimentare ciò che è lecito da
ciò che non lo
è.
PAROLEALTRE
Sorrisi & Ceffoni
In un mondo in cui la
comunicazione e' sempre piu' importante, parlare bene la propria lingua e'
fondamentale. Nei nostri scritti ricordiamoci sempre queste
regole:
1. I
verbi avrebbero da essere corretti 2. Le preposizioni non sono parole da
concludere una frase con 3. E non iniziate mai una frase con una
congiunzione 5. Evitate le metafore, sono come i cavoli a merenda 6.
Inoltre, troppe precisazioni, a volte, possono, eventualmente, appesantire il
discorso 7. Siate press'a poco precisi 8. Le indicazioni fra
parentesi (per quanto rilevanti) sono (quasi sempre) inutili 9.
Attenti alle ripetizioni, le ripetizioni vanno sempre evitate 10. Non
lasciate mai le frasi in sospeso perche` non 11. Evitate sempre l'uso di
termini stranieri, soprattutto sul web 12. Cercate di essere sintetici,
non usate mai piu' parole del necessario, in genere e' di solito quasi
sempre superfluo 13. Evitate le abbreviaz. incomprens. 14. Mai frasi
senza verbi, o di una sola parola. Eliminatele. 15. I confronti vanno
evitati come i cliche 16. In generale, non bisogna mai
generalizzare 17. Evitate le virgole, che non, sono necessarie 18.
Usare paroloni a sproposito e' come commettere un genocidio 19. Imparate
qual'e' il posto giusto in cui mettere l'apostrofo 20. Non usate troppi
punti esclamativi!!!!!! 21. "Non usate le citazioni", come diceva sempre
il mio professore 22. Evitate il turpiloquio, soprattutto se gratuito,
porca puttana! 23. C'e' veramente bisogno delle domande
retoriche? 24. Vi avranno gia' detto centinaia di milioni di miliardi di
volte di non esagerare 25. Trattate sempre i vostri interlocutori come
amici, brutti
idioti.
Numero versamenti finora effettuati: 30 - Soldi raccolti: 883 euro - Fondi ancora da raccogliere: 717 euro
Nel ringraziare quanti finora si son fatti generosamente vivi, attendiamo fiduciosi e speranzosi il contributo di gran parte di Voi lettori. Per far ciò, utilizzate il Conto Corrente Postale numero 21008305 intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi - Indirizzo: località Praissola 74/b - San Bonifacio (VR) - Causale del versamento: "Salvador"
A PARTIRE DAL PROSSIMO NUMERO DE «IL GRILLO PARLANTE», CHE VERRA' REDATTO ED INVIATO IL 19 SETTEMBRE 2002, LA NEWSLETTER SARA' ALLEGATA ALL'E-MAIL ED IMPAGINATA IN FORMATO WORD.