MERCOLEDI' 19 FEBBRAIO alle ore 20.45 presso la Biblioteca di San Martino B.A. (Piazza del Popolo, 26) Bepi De Marzi racconta: " David Maria Turoldo. I Salmi: la grande utopia". Musiche di Bepi De Marzi.
19/02/03 - San Bonifacio (VR) - Donna: famiglia e lavoro nel territorio del Nord Est d'Italia e nel sambonifacese
L'Associazione Fidapa in collaborazione con il Centro Territoriale Permanente di San Bonifacio ed il patrocinio dell'Amministrazione comunale, promuove una serie di incontri nel seguente ambito tematico: «Donne e territorio - Il femminile e le donne: ambiti di vita, di lavoro, di relazione: L’incontro con donne provenienti da altri Paesi». Il primo incontro sul tema: «Donne: famiglia e lavoro nel territorio del Nord Est d’Italia e nel sambonifacese» si terrà mercoledì 19 febbraio alle ore 20,30 presso la Sala Civica Barbarani di San Bonifacio (Via Marconi). Interverranno: la dottoressa Maria Grazia Piazza, sociologa del Centro Documentazione e Studi Presenza Donna di Vicenza, e il dottor Gabriele Poletti, Direttore del Centro di Formazione professionale «San Gaetano» di San Bonifacio. Lettura di brani scelti.
19/02/03 - Vicenza - Il territorio: luogo di bisogni e di risorse
NOI E GLI "ALTRI"... QUELLI "DIVERSI" DA
NOI è il tema degli incontri formativi, promossi dalla Caritas vicentina e
rivolti ai giovani dai 18 ai 30 anni, che si tengono dalle ore 20.30 alle 22.30
presso la sede della Caritas, in Contrà Torretti 38 – Vicenza (tel. 0444
304986). Mercoledì 19 febbraio si parlerà de “Il territorio: luogo di bisogni e
di risorse”, con Emilia Laugelli, assessore servizi sociali del Comune di Schio
e Luca Greselin, operatore Servizi sociali Ulss 4
Thiene-Schio.
20/02/03 - Verona (VR) - Riunione del Coordinamento veronese contro la guerra
Giovedì 20 febbraio alle ore 21.00 presso la sala Comboni dei Missionari Comboniani (Nigrizia), situata in Vicolo Pozzo 1, si terrà la riunione del «Coordinamento veronese contro la guerra», animato da molte associazioni (ARCI Verona; Associazione Amici di Cini; Associazione per la Pace; ATTAC; Banca Etica; CGIL; Coordinamento antirazzista Cesar K; Comitato Genitori Democratici; Coordinamento Insegnanti; Democratici di Sinistra; Donne Città Futura; Donne in nero; Fagiani nel Mondo; GIM.Comboniani; Il Melograno; Rete di Donne di Verona e provincia; Rete Lilliput (Associazione Rurale Italiana; Movimento Laici America Latina; ACLI; AGESCI; La Rondine; Rete Radiè Resch; CESTIM; Centro Missionario Diocesano; Comitato Educazione alla Mondialità, Sommacampagna; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Nonviolento; Pax Christi; Proutist Universal; Partito della Rifondazione Comunista; Verdi Colomba; Veronagirotondi) e singoli aderenti. Tutte le persone di buona volontà sono invitate.
20/02/03 - Verona (VR) - Riunione e disponibilità del Gruppo Stili di Vita per una Fobrietà Felice
Il Gruppo tematico di “Lavoro Stili di Vita per una Sobrietà Felice” della Rete Lilliput Verona si incontra giovedì 20 febbraio alle 21,00 presso il Cestim, in via Bertoni, 6 (Verona). Nel corso della serata Claudio Sireos guiderà una riflessione su Finanza Etica, di come ognuno la intende e verrà anche proposto un gioco economico. Il gruppo STILI DI VITA PER UNA SOBRIETÀ FELICE, gruppo di lavoro tematico della RETE LILLIPUT, raccoglie persone di diversa esperienza e storia attorno alla convinzione che "un mondo nuovo non solo è possibile, ma è proprio necessario". Il Gruppo si rende disponibile a segnalare relatori, materiali od agganci all’interno della Rete, nel caso voleste attivare, nella vostra realtà territoriale o all’interno del vostro gruppo, percorsi o incontri sui seguenti temi: Alimentazione naturale, Consumo critico, Cucina naturale, Finanza etica, Medicina naturale, Nascita nonviolenta, Risparmio energetico e fonti rinnovabili, Turismo responsabile, Stile di vita sobrio e solidale, L’approccio che come gruppo proponiamo nelle varie iniziative vuole essere il più possibile ludico, interattivo, pratico e praticabile. Se non è vostra intenzione organizzare una iniziativa ma siete comunque interessati a partecipare ad incontri sui temi sopra elencati inviateci comunque una comunicazione, e vi invieremo informazioni relative alle attività proposte. Se poi avete proposte e/o competenze su questi o altri temi fatecelo sapere è nostra intenzione ampliare questa Rete coinvolgendo più realtà possibili. Qualora siate interessati potete contattare i seguenti recapiti: posta elettronica: paolotacchi@iol.it telefono: Chiara e Claudio 045 977142, Rosanna e Marco 045 8900916 Mimmy 045 8580601. Dobbiamo incominciare a vivere più semplicemente, per permettere a tutti semplicemente di vivere.
20/02/03 - Villafranca (VR) - Turismo Responsabile: Madagascar / 1
Circolo Fagiani nel mondo e il COORDINAMENTO TURISMO RESPONSABILE VERONA in collaborazione con LA BUONA TERRA presentano: «TURISMO RESPONSABILE… un altro modo di viaggiare è possibile.Diaporacconti di viaggio». Giovedì 20 febbraio si parlerà del MADAGASCAR, Ore 20,45 presso LA BUONA TERRA, Via Custoza 32/b a VILLAFRANCA (VR). Fare “Turismo responsabile” significa viaggiare con il massimo rispetto dell’ambiente e delle culture locali creando nuove opportunità di lavoro ecologicamente sostenibile ed economicamente eque. Significa anche e soprattutto incontrare luoghi e persone in modo diverso… Aderiscono al Coordinamento: Nigrizia, Coop. La Buona Terra, Legambiente, Coop. Azalea, Amici della Bicicletta, MLAL, Coop. La Rondine, Ass. Planet Viaggiatori Responsabili, Agenzia Planet viaggi Verona e Agenzia viaggi Soluzioni Verona. INGRESSO GRATUITO, BEVANDA CALDA e piccoli assaggi equosolidali. Liberamente ispirati alla cucina del paese presentato e offerti da LA BUONA TERRA. Per informazioni: Circolo Legambiente “Fagiani nel mondo” Via Casette di Camacici 3/4 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR), Tel. 045 549841 – http//wed.tiscali.it/fagianinelmondo/ - e.mail fagianinelmondo@libero.it
20/02/03 - Vicenza - Presidio davanti alla caserma Ederle
Per dire NO alla alla guerra in Iraq, iI Coordinamenti Vicenza Contro la Guerra e Veneto contro la guerra promuovono tutti i giovedì, dalle ore 20 alle 22 un presidio settimanale davanti alla caserma Ederle in viale della Pace (Vicenza).Per informazioni: 3406874793, noallaguerra@libero.it - sparta@libero.it www.venetocontroguerra.net
20/02/03 - Magrè (VI) - Conoscere il mondo arabo-islamico / 2
Il Circolo operaio di Magrè (Vi) e la cooperativa "Percorsi sociali" organizzano un ciclo di incontri per conoscere il mondo arabo-islamico. Oggi, giovedì 20 febbraio, alle ore 20,30 presso la sala del Circolo operaio, situata in via Cristoforo a Magré, il tema che verrà affrontato sarà: «Stampa e attualità: Marocco, Egitto, Algeria, Arabia Saudita e Palestina».
20/02/03 - Thiene (VI) - Alimentazione biologica e Gruppi di Acquisto Solidale
Giovedì 20 febbraio alle ore 20.30 in Conca a Thiene (Vi), si terrà una serata sull'alimentazione biologica e Gruppi di Acquisto Solidale, presso il Patronato ROBUR. Si tratta di un'occasione per parlare di alimentazione sana e cibi non trattati e conoscere un nuovo modo di fare la spesa attraverso i Gruppi di Acquisto Solidale. A spiegarci tutto questo saranno: Paolo Girotto, esperto in alimentazione; Marco Lanzardo del G.A.S. di Bassano e referente per il Veneto. Da alcuni anni nella provincia di Vicenza sono sorti alcuni Gruppi di Acquisto Solidale, ovvero un insieme di persone che decidono di acquistare all'ingrosso prodotti alimentari (inizialmente) di qualità, da ridistribuire tra loro, scegliendo come criterio principe la solidarietà (intesa in senso ampio). La solidarietà si concretizza anche cercando, nei limiti delle possibilità, di ottenere dai produttori contattati prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato. Questo per dare la possibilità anche a chi ha un reddito basso di nutrirsi con prodotti di qualità (i cui costi per molti sono proibitivi). Tra i principi dei G.A.S, l'acquisto da piccoli produttori locali per sostenere l'economia locale e inquinare meno attraverso i trasporti; l'acquisto di prodotti biologici, provenienti da colture non trattate con concimi chimici.
20/02/03 - Monselice (PD) - Brasiliando, melodie e ritmi carioca
La Bottega della Musica, presso la
LIBRERIA MODERNA, via 28 aprile a MONSELICE (PD) organizza, GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO
alle ore 21,00: “Brasiliando”, LE MELODIE E I RITMI, LA POESIA DEL BRASILE, DAL
SAMBA ALLA BOSSA NOVA, INTERPRETATI DA LUCA BRUNORO. Un divertente concerto con
brani di Vinicius de Moraes, Antonio Carlos Jobim, Toquinho, Joao Gilberto,
Chico Buarque… Ritmi carioca, suadade, brani virtuosistici, lettura e commento
dei testi per una serata riscaldata dalle vivaci atmosfere sudamericane. Per
informazioni: tel
042974190
21/02/03 - Verona - Essere genitori ecologici. Incontri presso il Melograno
Il Centro Informazione Maternità e Nascita 'Il Melograno' in collaborazione con l'Amia di Verona e con il patrocinio dell'Assessorato all'Istruzione del Comune di Verona promuove un calendario di incontri sul tema «Essere genitori ecologici 2002-2003». Venerdì 21 febbraio alle ore 20.45 presso la sede dell’associazione, in Via Villa, 12, a Verona, la sessuologia Maria Geneth tratterà il tema: « Dopo un bambino siamo ancora una coppia? Per partecipare è necessario essere socie/soci de Il Melograno. La tessera associativa è di 30 euro. E’ possibile associarsi o rinnovare la tessera prima di ciascun incontro. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla segreteria de Il Melograno: tel 045 830090.
21/02/03 - Verona - Fiaccolata per la pace
VENERDI' 21 FEBBRAIO alle 20,30 con partenza dal Piazzale del Policlinico di Borgo Roma (Verona), le Parrocchie di Borgo Roma (S. Giacomo, S.Giovanni Evangelista e Gesù Divino Lavoratore) organizzano una Fiaccolata per la pace. Durante il percorso che attraverserà le vie di Borgo Roma ci saranno momenti di riflessione, canti sulla pace.
21-22-23/02/03 - San Giorgio di Vapolicella (VR) - Seminario di studio «corpo e voce»
Il “Gruppo DONNE OLTRE”, con la
collaborazione dell’Associazione PRO-LOCO di S. Giorgio Valpolicella
(Ingannapoltron) con il patrocinio del Comune di S. Ambrogio, organizza un
seminario di studio sulle relazioni tra corpo e voce condotto da Matteo Belli,
il 21-22-23 febbraio 2003 presso la vecchia scuola elementare di S. Giorgio di
Valpolicella. Quota di partecipazione al seminario, contributo di euro 135,00.
Per informazioni ed iscrizioni telefonare a: Zivelonghi Roberta 347
7546910
21/02/03 - Bussolengo (VR) - Il Buddismo in parrocchia
Venerdì 21 febbraio, alle ore 20,45 presso la
Parrocchia Cristo Risorto di Bussolengo, si terrà un incontro di conoscenza del
Buddismo. Sarà presente il Venerabile Lama KKhube
Rinpoche.
Prosegue il corso di lezioni per imparare i principi fondamentali dell’alimentazione naturale vegetariana, per conoscere e cucinare insieme cereali, legumi e verdure, la base di questo tipo di alimentazione. L’incontro numero tre (di quattro in programma) si terrà il 21 febbraio, dalle ore 19, presso «La Buona Terra» di Villafranca (Via Custoza 32/b - Tel. 045 6303434 - Fax 045 7979272 e.mail la_buonaterra@libero.it ). Il tema trattato sarà: introduzione teorica sull’equilibrio dei pasti fondamentali: Colazione, pranzo e cena. Preparazione, cottura e degustazione di ORZO e FARRO.
21/02/03 - Vicenza - Parlare con gli alberi e gli animali
Venerdì 21 febbraio a VICENZA, ore 17.30 - 19.00, presso la Casa per la Pace (c.trà Porta Nova, 2), incontro sul tema: «Parlare con gli alberi e gli animali». Interverrà lo scrittore Giancarlo Ferron.
21/02/03 - Vicenza - Le nuove dipendenze / 2
La Caritas parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria (Vicenza) promuove la seconda serata sul ciclo di approfondimento del tema sulle nuove dipendenze: gioco d'azzardo, internet, videogiochi. Venerdì 21 febbraio il dottor Vito Zironi affronterà il tema: «I giocatori d'azzardo e i gruppi di auto-aiuto». L'incontro si terrà presso il salone parrocchiale in via Medici 91, con inizio alle 20.45.
21/02/03 - Vicenza - La ricostruzione e il nuovo sviluppo della città
Venerdì 21 febbraio dalle ore 16 alle 18 l'Auser vi invita all'incontro sul tema: «LA RICOSTRUZIONE E IL NUOVO SVILUPPO DELLA CITTA'», che si terrà presso Aula Francescana, Chiostro di S. Lorenzo. Interverrà il professor Renato Camurri, Università di Verona.
21/02/03 - Vicenza - Baccalà alla vicentina e alla congolese: cena di solidarietà
L'associazione culturale “Malaki ma
Kongo - per la promozione delle radici della cultura africana” ha il piacere di
invitarvi, venerdì 21 febbraio, alle ore 20.30, presso l'osteria La Quercia di
Villabalzana (Vicenza) alla cena etnica di solidarietà BACCALA' ALLA VICENTINA e
BACCALA' ALLA KONGOLESE, per uno scambio interculturale "etno-gastronomico"!
Sarà anche un'occasione per conoscere il Progetto di sostegno alla Vita e alla
Pace in Congo denominato "Progetto d'urgenza per le donne povere vittime della
guerra nel sud del Congo", a cui andrà devoluto il ricavato della cena. La
serata sarà accompagnata da musica africana di sottofondo. Estendete l'invito ad
amici e conoscenti, vi aspettiamo numerosi! Prenotazioni: 0444
273663
21/02/03 - Schio (VI) - Qualcuno si ricorda dell'Algeria?
Il coordinamento NORD/SUD di Thiene-Schio altovicentino, organizza a Schio (VI), presso il Cinema-Teatro Pasubio di Via Maraschin 77, alle ore 20.30 di venerdì 21 febbraio 2003, un incontro sul tema: Qualcuno si ricorda dell'Algeria? Film: "Rachida" di Yamina Bachir Chouikh presentato da Elisabetta Bartuli, università di Venezia.
21/02/03 - Bassano del Grappa (VI) - Linux, il software libero
Il Circolo Libertario Carlo Pisacane
di Bassano del Grappa (VI) organizza una Conferenza pubblica sul tema: “il
software libero Che cos'è? Come è nato? Cosa può fare? Perchè usarlo?”.
L’incontro si terrà venerdì 21 febbraio alle ore 21,00 presso la Saletta
Angarano (via Sabbionara). RELATORI: MICHELE DALLA SILVESTRA e FRANCESCO
TAPPARO, attivisti Debian e membri del Vicenza Linux Group. Oggi, nel mondo
dell'informatica, una sola azienda produce il 90% dei sistemi operativi per
computer e la maggior parte dei programmi non è adattabile e modificabile dagli
acquirenti. Sarebbe come comprare un'automobile senza poterne, all'occorrenza,
cambiare le gomme o il motore, o come spendere cifre esorbitanti per la benzina
se a produrla fosse una sola multinazionale: sicuramente non piacerebbe a
nessuno. Oggi, a dispetto dell'indifferenza dei nostri governanti, esiste
un'alternativa reale.
21/02/03 - Sandrigo (VI) - Gestire i conflitti e costruire il benessere
Venerdì 21 Febbraio a SANDRIGO (VI) alle ore 20.30, le Parrocchie ed il Comune di Sandrigo organizzano un incontro sul tema: «Gestire i conflitti e costruire il benessere» presso la Sala polifunzionale "Arena" di Sandrigo, situata in via S.Gaetano, 10. Relatore dell'incontro sarà il professor Daniele Novara (direttore Centro psicopedagogico per la pace di Piacenza). Per informazioni: Tel. 0444-659469.
21/02/03 - Rovigo - Ai blocchi di partenza la «Scuola di Quartiere» con Corsi per tutti. Una iniziativa da imitare!
Iniziano oggi le attività della Scuola di Quartiere a Rovigo, l'ìiniziativa promossa dall'Associazione «Scuola di Quartiere» con il patrocinio e il contributo del Comune di Rovigo. Per informazioni sull'intero programma dei corsi organizzati, visita il sito internet: http://digilander.libero.it/gitpolesine/
22/02/03 - Verona - Articolo 18, Rifondazione in piazza Brà
SABATO 22 FEBBRAIO dalle ore 15 alle 18,30 in Piazza Brà (Verona) BANCHETTO di Rifondazione Comunista nel quadro della Campagna referendaria per il SI all'estensione dei diritti dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
22/02/03 - Verona - Spettacoli in piazza per dire NO ai centri di permanenza temporanea
SABATO 22 FEBBRAIO, il Centro Sociale La Chimica, il Coordinamento laico antirazzista CesarK, la Comunità dei Migranti, le Donne in Nero, il Circolo Pink e l’Associazione Romano Kham organizzano a Verona, in PIAZZA DEI SIGNORI dalle ore 15.00, una manifestazione con i burattini e la musica del TEATRO MONDO PICCINO e le azioni teatrali dell'ALA DEL COLIBRI’. Si tratta di una iniziativa PER DIRE NO AI CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA luoghi invisibili di reclusione per stranieri "clandestini" nuovi lager dove è sospeso lo stato di diritto; PER DIRE NO AI CIMITERI MARINI: i nostri mari sono diventati cimiteri per uomini, donne, bambini/e migranti per effetto della legge Bossi-Fini che, con le navi della marina militare a pattugliare le coste, inventa una nuova guerra contro chi insegue una speranza nel nostro paese. Durante tutto il pomeriggio: CREAZIONI ARTISTICHE, POESIE E LETTURE AL RITMO DELLE PERCUSSIONI, SPAZIO BAMBINI e MUSICA DAL MONDO. L'iniziativa continuerà la sera, al CSOA LA CHIMICA con il concerto dei BUMBULUM (Guinea BISSAU), un gruppo è nato per promuovere la musica africana ed in particolare quella della Guinea Bissau, la loro terra d'origine. Lo stile è una fusione tra generi diversi utilizzando strumenti tradizionali e moderni come gumbè, soukous, n'haca, kundere, kussundè, djambadon...
22/02/03 - Verona - Danze e culture: Giappone
Il cerchio Uisp, per contribuire
attraverso la danza alla conoscenza tra le diverse culture ora presenti nel
territorio veronese, continua: DANZE e CULTURE. Il 22 febbraio incontreremo
Atsuko per il Giappone. L’incontro si terrà dalle 15 alle 18, presso la palestra
della scuola elementare "Frattini" in via Monzambano 11, nel quartiere di Santa
Lucia a Verona. Per informazioni telefonare a Luciana e Guido tel. 045
956935.
22/02/03 - San Bonifacio (VR) - Anonima Magnagati
Sabato 22 febbraio alle ore 21 presso il Cinema teatro Centrale si terrà uno spettacolo di cabaret della comicissima compagine vicentina «Anonima Magnagati». Le prevendite dei biglietti sono attive presso alcuni negozi presenti in zona: «Tuttamusica» di San Bonifacio e «L’exagon» di Lonigo.
22/02/03 - Legnago (VR) - Fiaccolata per la Pace
Sabato 22 febbraio a Legnago (VR) si terrà una «Fiaccolata per la pace» organizzata dal Comitato per la pace del Legnago (VR), con partenza alle ore 21.00. Punto di ritrovo e percorso da definire. Per informazioni: Simone Bissoli – Simone.Bissoli@selva.com
22-23/02/03 - Marostica (VI) - Iniziativa del Centro Culturale Tibetano
Il Centro Culturale Tibetano (Via
Fose, Marostica (VI) - tel. 0424-592339) promuove un seminario teorico e pratico
con Lama Sonam Sangpo. Verrà proposto un processo che descrive il concatenarsi
di cause ed effetti che ci mantiene imprigionati nell’esistenza ciclica, ed il
modo per liberarsene arrestando questo processo alimentato dell’ignoranza. Cenni
sul Bardo. L’appuntamento della duegiorni si terrà sabato 22 febbraio, dalle ore
15,00 alle 18,00 e domenica 23
febbraio, dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle ore 15-18 presso il Centro
Sherab Ling, sulle colline di Molvena, Via Fose - MAROSTICA. Portare una coperta con sé.
E verrà chiesta la partecipazione alle spese. www.digilander.iol./rdirittiumanitibet
22/02/03 - Trento - «La pace all'ora del Tu», cantando John Lennon
Desidero segnalarvi un'iniziativa di pace che si terrà nella città di Trento e che penso sarebbe bello poter estendere ad altre regioni italiane. L'iniziativa, che è stata chiamata "La pace all'ora del Tu" ed è stata fissata per il giorno 22 febbraio, prevede che cantanti, gruppi musicali e cori, dislocati in varie parti della città e in tutto il Trentino, alle ore 17 suonino e cantino Imagine di John Lennon; l'invito è stato esteso anche alle radio, di cui gli ascoltatori saranno invitati ad alzare il volume nel momento in cui verrà mandata in onda la canzone. A questa iniziativa, promossa dal Centro Musica di Trento e dal Comune di Trento, hanno finora aderito il quotidiano Trentino e le radio locali Radio Nbc Rete Regione e Radio Studio Sette, oltre che diversi gruppi musicali trentini. Il quotidiano Trentino ha inoltre pubblicato un tagliando di partecipazione che i gruppi interessati dovranno compilare e spedire al Centro della Musica. Per avere altre informazioni potete rivolgervi al Centro della Musica di Trento, tel. e fax 0461/911732 da lunedì a venerdì ore 15-22.30, sabato ore 14-18. (Astrid Mazzola)
23/02/03 - San Bonifacio (VR) - In gita a Faenza
L’Associazione degli Amici dell’Abbazia di Villanova promuove «Faenza, terra d’arte», una gita con visita al Museo Internazionale delle ceramiche, al Palazzo Milzetti e al Teatro comunale. L’iniziativa si terrà domenica 23 febbraio, con partenza in pullman da p.zza Costituzione alle ore 7,30. Costo della gita: 40 euro. Adesioni: Libreria Bonturi, 0457610339.
23/02/03 - Vicenza - Progetto «Campo Profughi» e pranzo di solidarietà... per la Palestina
Domenica 23 febbraio 2003 alle ore 11.00 a VICENZA, presso la Trattoria "ALLA FONTANA" (strada Cattane n.98, di fronte Auchan, tel. 0444/565131) INIZIATIVA per la PALESTINA: «Progetto campo profughi di SHU'FAT(Gerusalemme)» Interverranno: ANNA MANCUSO -per il "Forum Palestina"- Bassano del Grappa (Vi): Presentazione del "Progetto campo profughi di SHU'FAT(Gerusalemme)"; NEDDA PETRONI -Segretaria del circolo del P.R.C."Ottobre"-Basso Vicentino: Cenni storici sulla Palestina; MIRIAM GAGLIARDI - Ass."Salaam Ragazzi dell'Olivo" di Vicenza: "I soldati israeliani in carcere perché dicono no alla guerra di Sharon"; LETIZIA MANCUSI - Direttivo Nazionale Ass. m-r "Progetto Comunista"-sinistra del P.R.C.; EMIDIA PAPI - Comitato "Donne RdB per la Palestina" - CUB Roma :" La lotta dei palestinesi" Testimonianze di ritorno dalla Palestina; HAMDI SALIM - dal campo profughi di Deisha (Betlemme). Coordina: Patrizia Cammarata -R.d.B.CUB (R.S.U. Comune di Vicenza) ore 13.00:pranzo di solidarietà (previa prenotazione - costo 15 euro). Per informazioni e prenotazioni:Patrizia 0444/512766. Iniziativa promossa da :FORUM DONNE PALESTINA - prov. Vicenza; Rdb CUB Vicenza aderiscono: Ass."Progetto Comunista" (Vi), Circolo P.R.C. di Arzignano (Vi), Circolo P.R.C."Ottobre" Basso Vicentino, Forum Donne Comuniste (provincia di VI).
24/02/03 - Verona - Stranieri a Verona
Il Gruppo Missionario di San Massimo (VR) e il gruppo Teatro San massimo, in collaborazione con il Centro Missionario Diocesano di Verona e il Centro Pastorale Immigrati organizzano un ciclo di incontri culturali dedicati ai temi dei rapporti con gli stranieri. Lunedì 24 febbraio, alle ore 20,45 presso il Cinema teatro San Massimo si terrà una tavola rotonda sul tema: «La Presenza di extracomunitari a Verona e a San Massimo. Situazione generale. Relatori: Tito Brunelli (Assessore), Jean Pierre Piessou dell'Ufficio Immigrazione CISL. Modera l'incontro il giornalista Ugo Piccoli.
24/02/03 - San Bonifacio (VR) - Libri infiniti 2003
L’Assessorato alla Cultura di San Bonifacio in collaborazione con la Fondazione AIDA, la Regione veneto ed il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale promuove, all’interno del palinsesto culturale “Libri infiniti 2003” l’incontro con Margherita D’Amico, scrittrice che ha pubblicato alcuni racconti per ragazzi ed autrice di romanzi. La manifestazione si terrà lunedì 24 febbraio alle ore 16,30 presso la Sala Civica Barbarani di San Bonifacio. Per informazioni: 045 7611163
24/02/03 - Schio (VI) - Parliamo di Palestina, con Heyam Boshnaq
L’ASSOCIAZIONE PER LA PACE-DONNE IN NERO di SCHIO informa che per continuare a parlare di PALESTINA e in particolare di JENIN con chi vive in prima persona l'occupazione israeliana e costruire insieme relazioni per superare il conflitto nel riconoscimento reciproco del diritto alla sovranità, alla libertà per due Popoli, due Stati, INVITIAMO LA CITTADINANZA e in particolare gli STUDENTI ad un incontro con: HEYAM BOSHNAQ, studentessa universitaria palestinese di JENIN, volontaria del Medical Relief Committees (Comitati locali di assistenza sociosanitaria che operano accanto alle strutture istituzionali dell'ANP per far fronte all'attuale situazione di emergenza). L’incontro si terrà LUNEDI' 24 febbraio alle ore 20.30 presso l’AULA MAGNA della SCUOLA MEDIA FUSINATO di SCHIO (VI). Nel corso della serata sarà lanciata la CAMPAGNA PER LA RACCOLTA FONDI organizzata dalle Donne in Nero in collaborazione con le Associazioni di donne Palestinesi per le donne del Campo profughi, per le studentesse universitarie e l'imprenditoria femminile di JENIN. Chiediamo ai Gruppi , Sindacati e Associazioni in indirizzo l'adesione , la divulgazione e la partecipazione a questo importante incontro. Chiediamo agli insegnanti di farsi promotori dell'iniziativa con gli studenti delle scuole superiori per invitarli a partecipare. Per adesioni e ulteriori informazioni : Associazione per la Pace, Odilla Dal Santo, tel.fax 0445 512634.
25/02/03 - Cà degli Oppi (VR) - Referendum Articolo 18
Martedì 25
FEBBRAIO, alle ore
20,45 a CA' DEGLI OPPI (Vr) presso il locale teatro, Rifondazione Comunista
organizza un incontro sul REFERENDUM ARTICOLO 18, il referendum dell'opposizione.
Interverrà: RENATO PERETTI, membro della segreteria provinciale
PRC.
25/02/03 - Vicenza - «2003: odissea degli spazi»: il Teatro-Legislativo di Boal
”2003: odissea degli spazi” tecniche di partecipazione cittadina alla cosa pubblica: Teatro-Legislativo e bilancio partecipativo applicate al problema degli spazi di aggregazione in Vicenza. Il Gruppo di Teatro dell’Oppresso di Vicenza e “Giolli” - Centro Ricerche sul Teatro dell’Oppresso e la Coscientizzazione, organizzano la seconda tappa di approfondimento di “Camera in Piazza”. Martedì 25 febbraio 2003, dalle ore 20,45 alle 23,00 presso il Patronato Leone XIII, Via Vittorio Veneto, 1 – Vicenza. Si tratta di un uncontro per conoscere il Teatro-Legislativo di Augusto Boal, (regista brasiliano, inventore del metodo Teatro dell’Oppresso e collaboratore al bilancio partecipativo nel Comune di Porto Alegre e Sant’André); avviare un processo di ricerca-azione sul tema degli spazi in Vicenza. CONTIAMO SULLA VOSTRA PARTECIPAZIONE. Per informazioni: Marta Fracasso 347 1600273 oppure m.brondino@cisl.it
Il COORDINAMENTO DEI DOCENTI DI
VERONA per la scuola pubblica si incontrerà MERCOLEDI' 26 FEBBRAIO alle ore
16.00 presso il Liceo Scientifico Galilei di Verona. Nel corso dell’incontro si
parlerà di PROFESSIONE DOCENTE, in vista del dibattito previsto per
martedì 4 marzo sul tema "Insegare oggi. Professione docente: realtà e
prospettive". Per informazioni:
m.icarelli@libero.it
MERCOLEDI' 26 FEBBRAIO 2003 alle ore 20.30, presso il Cinema-Teatro Ferrini di Cologna Veneta (VR) avrà luogo la manifestazione " Voci di pace" , serata di musica e riflessione sulla pace. Interverrà con la sua testimonianza Lisa Clark, di Beati i Costruttori di pace e Pax Christi. In veste di interprete ha preso parte a numerose missioni di pace promosse da varie organizzazioni. Parteciperanno inoltre con i loro canti i Cori " Anni d'argento", " Scaligero", "del Duomo", quello dei ragazzi della parrocchia e della locale scuola media. Nel corso della serata saranno disponibili le bandiere della pace da esporre ai balconi.
NOI
E GLI "ALTRI"... QUELLI "DIVERSI" DA NOI è il tema degli incontri formativi,
promossi dalla Caritas vicentina e rivolti ai giovani dai 18 ai 30 anni, che si
tengono dalle ore 20.30 alle 22.30 presso la sede della Caritas, in Contrà
Torretti 38 – Vicenza (tel. 0444 304986). Mercoledì 26 febbraio si parlerà della
Predestinazione, esperienza del limite e della morte: "Ho perso un amico. Non se
lo meritava di morire così! E se poi non ci fosse niente?", con don Giovanni
Sandonà, direttore della Caritas
vicentina.
CGIL, CISL e UIL di Vicenza, con il
patrocinio del COMUNE DI SCHIO, organizzano un incontro sul tema: LA DEMOCRAZIA
POSSIBILE, le nuove forme della partecipazione: dalla Carta del Nuovo Municipio
al Bilancio Partecipativo. Interverranno: Giuseppe CACCIA, Assessore alle
Politiche Sociali del Comune di Venezia, Anna MARSON, Docente di
Pianificazione Ambientale IUAV Venezia, Franca PORTO, Stefano CECCONI, Riccardo
DAL LAGO Dirigenti sindacali. L’incontro si terrà a SCHIO (Vi) mercoledì
26 febbraio alle ore 20,30 presso Palazzo Toaldi Capra (via Pasubio).
ADERISCONO: Alto vicentino Social Forum, Associazione Il mondo nella
città, Associazione per la pace, Cineforum Alto vicentino, Coordinamento Nord
Sud Alto vicentino, Giustizia e pace di San Vito di
Leguzzano.
27/02/03 - Villafranca (VR) - Turismo Responsabile: Nicaragua / 2
Circolo Fagiani nel mondo e il COORDINAMENTO TURISMO RESPONSABILE VERONA in collaborazione con LA BUONA TERRA presentano: «TURISMO RESPONSABILE… un altro modo di viaggiare è possibile. Diaporacconti di viaggio». Giovedì 27 febbraio si parlerà del NICARAGUA, alle ore 20,45 presso LA BUONA TERRA, Via Custoza 32/b a VILLAFRANCA (VR). Fare “Turismo responsabile” significa viaggiare con il massimo rispetto dell’ambiente e delle culture locali creando nuove opportunità di lavoro ecologicamente sostenibile ed economicamente eque. Significa anche e soprattutto incontrare luoghi e persone in modo diverso… Aderiscono al Coordinamento: Nigrizia, Coop. La Buona Terra, Legambiente, Coop. Azalea, Amici della Bicicletta, MLAL, Coop. La Rondine, Ass. Planet Viaggiatori Responsabili, Agenzia Planet viaggi Verona e Agenzia viaggi Soluzioni Verona. INGRESSO GRATUITO, BEVANDA CALDA e piccoli assaggi equosolidali. Liberamente ispirati alla cucina del paese presentato e offerti da LA BUONA TERRA. Per informazioni: Circolo Legambiente “Fagiani nel mondo” Via Casette di Camacici 3/4 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR), Tel. 045 549841 – http//wed.tiscali.it/fagianinelmondo/ - e.mail fagianinelmondo@libero.it
27/02/03 - Vicenza - Si parla di bilancio partecipativo con Allegretti, Amura e Gelmini
Giovedì 27 febbraio alle 20,30 presso il Teatro S. Marco di Vicenza si terrà una serata dedicata al Bilancio Partecipativo. Saranno presenti, nelle vesti di relatori, due assessori al Bilancio Partecipativo, Salvatore Amura di Pieve Emanuele (MI) e Marco Gelmini di Piacenza, che porteranno la loro esperienza pratica ed uno studioso specializzato sul Bilancio Partecipativo dell'Univiversità di Firenze, il professor Giovanni Allegretti e, probabilmente, anche il Sindaco di Piacenza, Roberto Reggi. Per informazioni: info@verademocrazia.it
27/02/03 - Vicenza - Presidio davanti alla caserma Ederle
Per dire NO alla alla guerra in Iraq, iI Coordinamenti Vicenza Contro la Guerra e Veneto contro la guerra promuovono tutti i giovedì, dalle ore 20 alle 22 un presidio settimanale davanti alla caserma Ederle in viale della Pace (Vicenza).Per informazioni: 3406874793, noallaguerra@libero.it - sparta@libero.it www.venetocontroguerra.net
27/02/03 - Noventa Vicentina (VI) - Incontro con Luigi Sandri e presentazione del suo libro
Giovedì 27 febbraio a NOVENTA VICENTINA, alle ore 20.45 i DS del Basso Vicentino, CGIL, Emergency Gruppo Yerva Mate, la Libreria Athena organizzano un incontro pubblico sul tela: “Tentazioni di guerra e voglia di pace tra Gerusalemme e Bagdad”, presso la Saletta Teatro Modernissimo. Relatore sarà il Luigi Sandri, autore del libro "Città santa e lacerata" (Edizioni Monti), giornalista, ex-corrispondente dell’ANSA a Tel Aviv, vaticanista dell’Ecumenical News International di Ginevra, de “L’Adige di Trento”, de “Il Mattino di Bolzano” e della rivista “Confronti”. Moderatore: il professor Antonio Zulato, docente di Storia e Filosofia - al Liceo Masotto di Noventa Vicentina, esperto in Istituzioni e tecniche di tutela dei diritti Umani.
27/02/03 - Castelfranco Veneto (TV) - Incontro con Carla Ravaioli
Il Circolo Culturale OFICINA di BUENAVENTURA, Cittadini e cittadini per la pace, UDS di Castelfranco Veneto (TV) presentano: "Perché un altro mondo è necessario?", interrogativi e risposte ai problemi della Globalizzazione. Presentazione del libro "Un altro mondo è necessario" di Carla Ravaioli (Editori Riuniti). Sarà presente l'autrice L’INCONTRO PUBBLICO ad INGRESSO LIBERO si terrà giovedì 27 febbraio alle ore 20.45 presso il Circolo Culturale OFICINA di BUENAVENTURA, Via Circonvallazione Ovest 23, a Castelfranco Veneto (TV) Info: 338.9938222 www.buenaventura.it . CARLA RAVAIOLI è scrittrice e giornalista. Collaboratrice di varie testate radiotelevisive tra cui TV7. Relatrice al Forum Sociale Europeo di Firenze. Collabora e scrive su "il Manifesto", "La rivista del Manifesto" e "Critica Marxista". E' stata parlamentare indipendente di sinistra (non è mai stata iscritta ad un partito) e attualmente è componente della presidenza della "Associazione per il Rinnovamento della Sinistra".
28/02/03 - Vicenza - La cultura e la politica nella Vicenza contemporanea
Venerdì 28 febbraio a VICENZA, dalle ore 16 alle 18, l'Auser organizza un incontro sul tema: «LA CULTURA E LA POLITICA NELLA VICENZA CONTEMPORANEA» presso l'Aula Francescana (Chiostro di S.Lorenzo). Interverrà Giuseppe Pupillo, Presidente Istituto Storico della Resistenza di Vicenza.
28/02/03 - Arzignano (VI) - Globalizzazione / 1
L'Istituto di Istruzione
Superiore “Leonardo da Vinci” di Arzignano (Vicenza), in collaborazione con
Informagiovani Arzignano,
Biblioteca Civica e Centro Territoriale di Formazione e con il patrocinio del
Comune di Arzignano, organizza una serie di incontri sul tema della
globalizzazione. Venerdì 28 Febbraio, presso la Sala Conferenze di Villa
Brusarosco (Arzignano), ore 20.30, Antonio Silvagni (Ist. “Leonardo da Vinci”)
parlerà sul tema: «Le parole della globalizzazione», mentre Claudia Longhi (Ist. “Leonardo da Vinci”)
interverrà su «Globalizzazione: evoluzione inevitabile, processo irreversibile o
scelta condivisa?». ENTRATA LIBERA. Per gli studenti che ne faranno richiesta è
previsto il rilascio di un attestato di partecipazione che potrà essere
valutato, ai fini del credito, dai Consigli di Classe. Per Informazioni:
Informagiovani di Arzignano, Tel. 0444.452867 ig@comune.arzignano.vi.it
28/02/03 - Saronno (VA) - Incontro sulla Finanza Etica
Venerdì 28 febbraio alle ore 21.00 presso l’Istituto Padre Monti di Saronno (VA), in via Legnani 4, si svolgerà un dibattito sulla FINANZA ETICA, organizzato da numerosi enti e associazioni saronnesi. Saranno presenti: Paolo Lambruschi (direttore del mensile Valori), Giampaolo Meneghin (coordinatore locale della Banca Popolare Etica), Giovanni Acquati (presidente di MAG2), ed Angelo Ricciardi (rappresentante della cooperativa XEtnica).
01/03/03 - Nogara (VR) - Spettacolo degli «Operai del cuore» promosso da Amnesty International
SABATO 1 MARZO 2003 alle ORE 21.00 presso il TEATRO COMUNALE DI NOGARA (VR) la compagnia teatrale OPERAI DEL CUORE (Bergamo) presentano «BOIA CHI MOLLA», spettacolo promosso da AMNESTY INTERNATIONAL e patrocinato dall'Amministrazione comunale di Nogara. Lo spettacolo racconta l'iter per cui passa un condannato a morte, a partire dal processo per poi proseguire con gli avvocati d'ufficio, il processo d'appello, le visite dei parenti, le pratiche burocratiche ed infine l'esecuzione. Nel realizzare questo spettacolo sono stati utilizzati dati e notizie tratti dall'attualità e da archivi storici oltre che testi e testimonianze di condannati a morte. Il materiale raccolto è stato sviluppato cercando di sottolinearne gli aspetti più tragici ma al contempo più comici e grotteschi causa la loro assurdità di fondo. Compare così la lista infinita delle ragioni per cui si può essere condannati a morte in Cina, si possono ascoltare testimonianze di condannati a morte, il tutto inframmezzato da visite di turisti, avvocati pasticcioni, giornalisti e il circo dei mass media, la presenza costante dei boia... La scelta di fondo dello spettacolo è coraggiosa: affrontare il tema della pena di morte in modo tragicomico e grottesco, riportando la realtà per quello che è, e spingendo il pubblico a ridere di situazioni assurdamente reali per poi colpirlo allo stomaco con la crudezza dei fatti. Non è uno spettacolo contro la Pena di Morte, ma sulla Pena di Morte. Nel suo sviluppo lo spettacolo si incammina verso un finale tragico e molto forte emotivamente. Per realizzarlo è stato svolto un lavoro di ricerca sui diversi linguaggi teatrali scomponendoli e sovrapponendone i piani in modo asimmetrico: di conseguenza lo spettacolo si caratterizza per i continui cambi di genere e di ritmo, alternando momenti densi di forte vena comico grottesca a situazioni di elevata intensità emotiva. Per propria scelta la compagnia, nel caso di spettacoli organizzati per la sensibilizzazione sulla Pena di Morte, chiede solamente il rimborso delle spese. Ingresso: 5.00 euro, che verranno devoluti ad Amnesty International. Per informazioni contattate Amnesty International: 045/8001237 e/o visita il sito http://digilander.libero.it/biblionogara/
01/03/03 - Marostica (VI) - Capodanno tibetano
LO.SAR ANNO 2130, IL CAPODANNO
TIBETANO, Cena con “momo” tibetani, sabato 1 marzo alle ore 20,30 presso il
Ristorante “Roberta”, Via Panica (dopo il castello,a 100 metri dal
benzinaio) Marostica (VI). Nel corso della serata verranno proiettate
diapositive relative ai luoghi sacri della cultura tibetana, di Stefania
Marchesini. Esposizione inoltre di oggetti tibetani. Alle ore 19,30 ci sarà
una breve visita con meditazione al Centro Sherab Ling, con il monaco Jonathan
E. Per motivi organizzativi non potremo ospitare più di 50 persone (contributo
minimo 20 euro). Prenotazioni tel. 0424-470473. La festa non ha scopo di lucro
ma di raccolta fondi e promozione del Centro Sherab Ling di Marostica.
L’organizzazione è curata dall’associazione ”Referenti Diritti Umani per il
Tibet” via Fose – Marostica.
15 GENNAIO 2003: L'INTERVENTO DI OSCAR LUIGI SCALFARO ALLA CAMERA DURANTE L'INIZIATIVA CONTRO LA GUERRA
È strano nel
2003, con il cammino della civiltà, trovarsi di fronte ad un interrogativo:
guerra o non guerra? È impressionante sul piano dei valori umani. Per questo io
partirei dal riflettere, più con interrogativi che con esami poco argomentati,
su quel che pensiamo noi della guerra. Siamo convinti che la guerra è il male
assoluto, senza eccezioni. Siamo convinti che è contro l'uomo, contro la persona
umana per la distruzione della persona umana, a cominciare dalla distruzione dei
più indifesi. Riteniamo che il raziocinio sia un fatto dell'uomo, sia
espressione della dignità dell'uomo, sia qualificazione dell'uomo; che dal
raziocinio discende il dialogo, il colloquio, il saper discutere, il convincere.
A un certo momento, però, la persona rinuncia al pensiero e al raziocinio, in
favore dei muscoli. Si rinuncia all'argomento e si passa alle armi. C'è un
secondo pensiero che dovremmo dentro di noi riuscire a chiarire e che riguarda
le alleanze. Le alleanze sono un movimento naturale delle persone, dei popoli,
degli Stati: riflettono il desiderio di essere più forti nei vari campi, come
quello economico, sociale, della sicurezza. Le alleanze servono per potersi
difendere meglio, per sentirsi più sicuri. A una condizione, però: che le
alleanze siano su posizioni di parità. Se vi è qualcuno nell'alleanza che ha una
posizione di dominio o di imposizione, ebbene quella non è alleanza. E se
qualcuno, di fronte alle posizioni di predominio, di imposizione, accetta senza
discutere, quella non è più alleanza. Non è alleanza se vi sono posizioni di
sudditanza, specie se si tratta di sudditanza imposta e accettata. Faccio
un'ipotesi, dura ma la faccio perché la temo: la sudditanza può persino venire
scelta, magari come prova di fedeltà all'alleanza e all'amicizia. E’ una ipotesi
che temo, appunto, perché si tratterebbe di un autentico degrado. Ebbene,
proprio in quanto alleati esiste il diritto-dovere di far sentire la propria
voce, il proprio motivato parere. Invece circola un atteggiamento che non è
nuovo (l'imbecillità non è mai nuova). Circola e si presenta dicendo: se non sei
amico degli Stati Uniti, tu non sei alleato. Invece è proprio perché sono
alleato che devo cercare di avvertire i miei alleati circa i possibili errori,
devo convincerli che stanno scegliendo strade ardite, che forse (forse) valevano
qualche millennio addietro. Occorre cercare adesioni al nostro no alla guerra.
Certamente le motivazioni del presidente della Repubblica francese non sono
perfettamente le stesse del cancelliere tedesco, in quanto sono state per
diverso tempo posizioni che avrebbero meritato un intreccio di passi, di cura
diplomatica, per vedere di agganciare, di fare forza comune. Sarebbe stato più
produttivo muoversi in quella direzione invece di dichiarare con forza
adolescenziale: io sono amico di Bush. Non molto tempo fa, al Senato (fu quando
dal banco del governo ci fu un gesto che non pare fosse così benevolo ed
educato) dissi: constatata la realtà dei fatti, dico a lei presidente del
Consiglio e ministro degli Esteri (che in quel momento non ascoltava), dico a
lei che è suo compito la capacità politica di far vivere insieme pace e
alleanza. Gli feci anche i miei auguri, perché gli interessi della Patria
superano ogni divisione di impostazione politica. Oscar Luigi
Scalfaro
ROMA, 15 FEBBRAIO 2003: INTERVENTO UNITARIO CONCLUSIVO DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
C'è chi pensa che solo ai potenti
sia dato di scrivere la storia. Oggi in tutto il mondo stiamo dimostrando il
contrario. In tutto il mondo, oggi, stiamo dimostrando che gli uomini e le
donne, i popoli, i cittadini e le cittadine possono riprendere in mano il
proprio destino e decidere insieme il proprio comune futuro. Fermiamo la guerra.
Milioni di persone, movimenti sociali, organizzazioni grandi e piccole in tutto
il pianeta hanno risposto all'appello promosso dal Forum Sociale Europeo e
rilanciato nel Forum Sociale Mondiale. Dal Giappone agli Stati Uniti, dalla
Russia all'Islanda, da Manila al Cairo abbiamo marciato insieme. Insieme,
palestinesi a Ramallah e israeliani a Tel Aviv. Gli osservatori di pace di tutto
il mondo a Baghdad. Oggi, siamo parte della più grande manifestazione mondiale
della storia dell'umanità. Per dire no alla guerra all'Iraq. No, senza se e
senza ma. Non siamo qui a fare testimonianza. Siamo qui perché questa guerra
vogliamo fermarla. E possiamo fermarla. Sappiamo bene che il governo degli Stati
Uniti vuole questa guerra. Sappiamo che Bush e i suoi alleati sono disposti a
fare la guerra anche contro la volontà della maggioranza dei popoli del pianeta.
Ma sappiamo anche che l'opinione pubblica ha un peso. Che i presidenti devono
essere eletti. Che i governi hanno bisogno di voti. Lo sanno anche loro. Abbiamo
un potere immenso, nelle nostre mani, se siamo capaci di presentarci uniti. Se
siamo capaci di convincere gli indecisi. Se non ci rassegniamo. Se non torniamo
a casa. Se non ci diamo per vinti. Se nei prossimi giorni continueremo ad
estendere la resistenza popolare e permanente alla guerra. Fermiamo la
guerra.
Siamo tanti e diversi. Veniamo da
storie, culture, pratiche e percorsi diversi e differenti. Oggi hanno marciato
insieme i movimenti che si battono contro la globalizzazione neoliberista, i
movimenti per la pace, i movimenti per la democrazia, partiti politici,
l'associazionismo sociale, sindacati confederali e di base, associazionismo
religioso, i social forum, le strutture dell'autorganizzazione, le aree
antagoniste e della disobbedienza, le ONG, intellettuali, operatori della
comunicazione, le organizzazioni degli studenti, delle donne, dei migranti, e
migliaia di cittadini e di cittadine.
Siamo orgogliosi di tanta diversità.
E' la nostra forza, perché la nostra convergenza è costruita sulla chiarezza.
Senza ambiguità, senza opportunismi, siamo tutti schierati contro questa guerra,
in ogni caso, qualsiasi istituzione la promuova o la
autorizzi.
Siamo qui, a dispetto delle scelte
della dirigenza della RAI, il servizio pubblico pagato da tutti i cittadini, che
ha deciso di oscurare questa grande manifestazione rifiutandosi di dare la
diretta televisiva. Siamo qui per difendere l'articolo
11 della nostra Costituzione "L'Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali". Non erano sognatori, quelli che scrissero la
Costituzione. Avevano visto gli orrori del nazifascismo, erano stati
protagonisti della Resistenza, avevano visto le bombe atomiche su Hiroshima e
Nagasaki. Non si illudevano di poter vivere in un mondo senza conflitti. Di
fronte ai conflitti, hanno fatto una scelta: non usare la guerra, usare la
politica. A questa scelta di civiltà, noi ci sentiamo vincolati. Siamo qui per difendere il diritto
internazionale. E il diritto internazionale dice che nessuno può farsi giustizia
da sé. La giusta risposta al terrorismo non può essere la vendetta, né tantomeno
la guerra preventiva. Non può essere la risposta di Bush dopo le Twin Towers, e
neppure quella di Sharon. La guerra preventiva è la morte del diritto
internazionale. La guerra preventiva è l'affermazione del dominio del più forte.
Il governo degli Stati Uniti ha esplicitato fino in fondo il suo progetto di
egemonia mondiale, senza regole e senza vincoli, nel documento sulla sicurezza
nazionale nel quale si arroga il potere di muovere guerra "a chiunque
costituisca una minaccia per i propri interessi nazionali". A vivere in un
futuro di barbarie, noi ci rifiutiamo.
Siamo qui perché siamo convinti che
la guerra non sconfigge il terrorismo. Il terrorismo non ha mia ragione, neanche
quando si nasconde dietro le ragioni dell'ingiustizia sociale. Il terrorismo
uccide la partecipazione, che è la forza dei movimenti sociali. A delegare la
lotta per il cambiamento, non ci rassegneremo mai. Siamo qui per difendere la
giustizia. Uno degli obiettivi della guerra è il controllo del petrolio che
alimenta le economie occidentali. Non è benessere quello che si crea a costo
della vita di milioni di persone in tutto il mondo. Il mondo è pieno di armi
nucleari, batteriologice, chimiche, di distruzione di massa. Le spese militari
aumentano in tutti i paesi del mondo, e alimentano il commercio illegale e
criminale. Lo stato più armato del pianeta vuole fare la guerra all'Iraq in nome
del disarmo. Gli USA hanno speso quest'anno 500 miliardi di dollari per le armi.
Ne basterebbero 13 per salvare dalla morte per fame milioni di persone. A un
mondo così tremendamente ingiusto, noi ci opponiamo.
Siamo qui anche contro la guerra
economica, sociale e culturale che affligge il pianeta, contro la
globalizzazione neoliberista che produce ogni giorno più disoccupazione,
precarietà, miseria e ingiustizia sociale. Siamo qui per difendere la pace. La
guerra sarà vista, nei tanti sud del mondo, come un'altra prova dell'arroganza e
della politica di potenza dell'occidente. Aumenterà la spirale dell'insicurezza
e della repressione, dell'odio etnico e religioso. Produrrà altra violenza,
altra guerra. A questo circolo vizioso, noi ci impegniamo a resistere.
Siamo qui per difendere
la democrazia e i diritti umani. Ci battiamo perché democrazia e diritti umani
siano affermati in tutto il mondo contro ogni dittatura e tirannia. Anche in
Iraq. Ma la democrazia non si può affermare con l'arbitrio. Il popolo iracheno
ha sofferto abbastanza. Il regime di Saddam è stato sostenuto e armato per anni
dagli Stati Uniti. Dodici anni di embargo hanno fatto il resto. All'orrore di
tremila bombe lanciate su un popolo stremato, noi ci rivoltiamo. Così come ci
rivoltiamo all'uso delle bombe atomiche già minacciato nei piani del Pentagono,
e siamo particolarmente allarmati per la presenza di ordigni nucleari tattici ad
alta penetrazione nelle basi militari in Italia.
Siamo qui perché la Carta dell'ONU
esclude e condanna la guerra come flagello dell'umanità. Nessun Consiglio di
Sicurezza può legittimare questa guerra. La Carta delle Nazioni Unite non lo
permette. Autorizzare la guerra vuol dire uccidere definitivamente l'ONU, già da
anni debole, succube dei poteri forti, tollerante di troppe ingiustizie in tutto
il mondo. Basta con le complicità, basta con le doppie misure, basta con la
sudditanza agli Stati Uniti. All'ipocrisia della comunità internazionale, noi ci
ribelliamo.
Siamo qui, infine e soprattutto, per
difendere il diritto alla vita dei nostri fratelli e sorelle irachene minacciate
di morte dopo dodici anni di stenti. Vogliamo ricordarci sempre, e vogliamo
ricordare a tutti, che saranno loro a pagare il prezzo più alto. La guerra la
decidono i potenti, ma sono i deboli che la fanno e la subiscono. Noi la guerra
la vediamo dall'alto, con le immagini dei traccianti e la scia dei missili. Loro
la vedono dal basso, ed è tutta un'altra cosa. Un razzismo strisciante, per il
quale le vite non sono tutte uguali, impedisce di vedere la guerra con i loro
occhi, di pensare ai loro volti e ai loro sorrisi quando parliamo di
guerra.
A loro, e alle vittime mai viste di
tutte le guerre dichiarate e non dichiarate, vi chiediamo di dedicare ora un
minuto di silenzio. Siamo cittadini e cittadine di Europa. Una Europa che ancora
può fermare questa guerra.
Facciamo appello, insieme a tutti i
movimenti europei, ai paesi che fanno parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU
affinché si esprimano contro la guerra e a quelli che hanno potere di veto
facciamo appello affinché esercitino questo potere, bloccando qualsiasi
risoluzione che autorizzi l'attacco all'Iraq. Facciamo appello, come stanno
facendo i movimenti europei in tutti i loro paesi, alle forze politiche e ai
parlamentari perché in tutti i parlamenti nazionali si arrivi al voto prima
possibile, prima che la guerra cominci. Facciamo appello, insieme ai movimenti
europei, perché partiti e parlamentari si impegnino a votare contro la guerra,
anche in caso di autorizzazione delle Nazioni Unite, e contro l'utilizzo delle
basi militari, contro il sorvolo degli spazi aerei nazionali e contro qualsiasi
supporto logistico diretto o indiretto alla guerra. Facciamo appello perché le porte del
negoziato siano tenute caparbiamente aperte, per arrivare a una soluzione
politica e non militare della crisi. In molti paesi europei, come in Italia, la
grandissima maggioranza della popolazione è contro la guerra. Chiediamo che i
Parlamenti rispettino questo orientamento e lo traducano in scelte coerenti.
Facciamo un appello politiche e ai singoli parlamentari: a quelli che sono qui
oggi e a quelli della maggioranza che per diversi motivi -politici, religiosi,
di coscienza- sono contro questa guerra. Ci sentiamo di chiedervi un atto di
coraggio e di coerenza. Chiediamo un vincolo di coerenza in
particolare alle forze politiche che hanno aderito a questa manifestazione.
Ognuno si assuma le proprie responsabilità, nella libertà che a ciascuno
compete. Ciascuno risponderà delle proprie azioni di fronte ai cittadini e alle
cittadine di questo paese. Il tempo del politicismo è finito. E' tempo di
chiarezza.
Votate contro questa guerra. Fate
vincere in Parlamento le ragioni della pace e della democrazia che nel paese
hanno già vinto. Assumete la responsabilità di rappresentare la volontà della
maggioranza dei cittadini italiani. Restituite al nostro paese un ruolo positivo
e una dignità. A noi,
movimenti sociali, associazioni, partiti politici, organizzazioni sindacali,
esperienze religiose, strutture autorganizzate, società civile organizzata e
diffusa, cittadini e cittadine che abbiamo condiviso la piattaforma di questa
manifestazione, da qui rilanciamo un appello e un impegno comune. Mettiamo in
campo tutte le nostre energie, le nostre forze, le nostre intelligenze e i
nostri corpi, le nostre relazioni, la nostra fantasia e la nostra determinazione
per fermare la guerra. Costruiamo la più grande esperienza di resistenza
permanente alla guerra e alla macchina della guerra che sia mai stata messa in
campo, nel caso sciagurato che la guerra inizi. Facciamo appello perché andiamo
avanti insieme, nel rispetto delle differenze, trovando il massimo possibile di
unità e di convergenza, coordinando laddove possibile le nostre iniziative,
comunicando, riconoscendo le pratiche diverse in un patto di solidarietà.
Ciascuno con i propri
strumenti, ciascuno con le proprie forme, ciascuno con le proprie pratiche,
costruiamo una rete gigantesca di iniziative e di azioni che provino a fermare,
a intralciare, a boicottare, a mettere ostacoli alla guerra. Facciamo appello
perché prosegua la mobilitazione di massa in ogni città, in ogni quartiere, in
ogni piazza del paese. Prepariamoci a rispondere all'appello dei pacifisti
americani perché in caso di attacco tutti scendano in strada. Prepariamoci a
rispondere all'appello europeo per manifestazioni di massa in ogni paese il
primo sabato dopo l'attacco.
Facciamo appello agli studenti
perché le scuole e le università siano ancora una volta al centro della
mobilitazione contro la guerra. Facciamo appello alle associazioni dei
consumatori e dei cittadini consapevoli perché promuovano campagne, coinvolgendo
il maggior numero di persone in azioni quotidiane contro la guerra. Facciamo
appello alle organizzazioni sindacali, molte delle quali sono oggi in piazza qui
e in tutto il mondo, affinchè rafforzino ed estendano la mobilitazione dei
lavoratori utilizzando tutti gli strumenti possibili, inclusi gli scioperi.
Facciamo appello agli operatori dell'informazione affinché rifiutino di essere
arruolati in una guerra fatta innanzitutto di menzogne. Disobbedite anche voi
agli ordini ingiusti, impedite che le redazioni si trasformino in caserme.
Facciamo appello perché
aumenti la mobilitazione capillare per coinvolgere tutti e tutte. Riempiamo le
finestre delle nostre città di bandiere della pace. In ogni casa, in ogni
scuola, nei luoghi di lavoro, nelle sedi istituzionali, tappezziamo l'Italia di
bandiere pacifiste. Facciamo appello affinché ciascuno
trovi il suo modo per non obbedire all'ordine ingiusto di sostenere la guerra.
Le pratiche della nonviolenza attiva, della testimonianza, del digiuno, della
preghiera, della disobbedienza civile e sociale, della resistenza e
dell'antagonismo sociale hanno grandi radici e tradizioni nel nostro paese.
Costruiamo una fitta rete di resistenza popolare che sappia essere efficace,
allargare il consenso e la partecipazione attiva per fermare la guerra in tutti
i suoi aspetti.
Facciamo appello perché aumenti la
solidarietà concreta a fianco delle vittime della guerra. A fianco della
popolazione civile irachena, che si prepara alla guerra in mezzo a mille
sofferenze. A fianco del popolo palestinese, del popolo kurdo, del popolo
afgano, dei popoli che soffrono le guerre dimenticate. Noi non siamo quelli che vendono le
armi ai dittatori. Noi siamo quelli che da anni, nel silenzio colpevole dei
governi, siamo a fianco giorno dopo giorno ai popoli del mondo che patiscono la
guerra, la povertà, l'oppressione. Rilanciamo tutte le iniziative di solidarietà
concreta e di cooperazione internazionale che la società civile mette in campo.
E avvisiamo sin d'oggi il Governo che non parteciperemo ad iniziative umanitarie
promosse da chi butta le bombe. I nostri soldi, li spenderemo bene. Salutiamo da
qui i cooperanti e i volontari impegnati all'estero che oggi hanno fatto lo
sciopero bianco contro la guerra in tutto il mondo. Facciamo appello perché si rilanci
l'iniziativa politica in Medio Oriente, per la fine dell'occupazione in
Palestina, per due popoli e due stati, per Gerusalemme capitale condivisa, per
la pace e la democrazia in tutto il Kurdistan, per la vita e la libertà del
presidente Ocalan e di tutti i leader politici, sociali, sindacali, di minoranze
etniche detenuti e perseguitati. Noi non usiamo due pesi e due misure.
Facciamo appello perché
il sostegno alle forze democratiche che vivono oppressi da regimi e dittature in
tutta la regione diventi priorità politica per tutti, istituzioni e movimenti.
Dall'Iraq all'Arabia Saudita, i diritti umani, civili e politici sono negati per
milioni di persone. C'è bisogno di solidarietà e di impegno politico quotidiano.
Facciamo appello perché si rafforzino i movimenti europei e mondiali che con noi
sono impegnati contro la guerra, perché si realizzi la massima solidarietà e
sostegno al movimento pacifista negli Stati Uniti che rappresenta una grande
speranza di cambiamento per il proprio paese e per tutto il mondo. Facciamo appello per una politica di
disarmo globale sul piano militare, economico e sociale, per politiche di
riduzione delle spese militari, per una riconversione dell'economia di guerra
verso usi civili.
Facciamo appello perché l'impegno assunto da tanti movimenti sociali nel Forum Sociale Europeo di Firenze affinché l'articolo 1 della Costituzione Europea contenga il ripudio della guerra come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali divenga una grande campagna nazionale ed europea. Possiamo dare alla storia un altro segno. Un segno di civiltà. Un mondo senza guerra è possibile. Un mondo di pace, di giustizia, di diritti è possibile. Un altro mondo è possibile. E oggi qui lo stiamo costruendo. Fermiamo la guerra.
SUBCOMANDANTE MARCOS (EZLN): «FRATELLI E SORELLE DELL'ITALIA RIBELLE...»
Ricevete un saluto dagli uomini,
donne, bambini, e anziani dell' esercito zapatista di liberazione nazionale. La
nostra parola si fa nuvola per attraversare l'oceano e arrivare ai mondi che ci
sono nei vostri cuori. Sappiamo che oggi ci saranno mobilitazioni in tutto il
mondo per dire no alla guerra di Bush contro il popolo dell'Irak! E questo
bisogna dirlo proprio cosi', perche' non e' una guerra del popolo nordamericano,
ne' e' una guerra contro Saddam Hussein. E' una guerra del denaro, che e'
rappresentato dal signor Bush (forse per enfatizzare che manca di ogni
intelligenza). Ed e' contro l'umanita', il cui destino e' oggi in gioco in terra
irakena. Questa e' la guerra della paura. Il suo obiettivo non e' abbattere
Hussein in Irak. La sua meta non e' farla finita con Al Qaueda. Ne' liberare il
popolo irakeno. Non e' la giustizia ne'la democrazia ne' la liberta'cio' che
anima questo terrore. E' la paura. La paura che l'umanita' intera si rifiuti di
accettare che un poliziotto le dica quello che deve fare, come deve farlo e
quando deve farlo. La paura che l'umanita' si riufiuti di essere trattata come
un bottino. La paura di questa essenza dell'essere umano che si chiama
ribellione. La paura che i milioni di essere umani che oggi si mobilitano in
tutto il mondo trionfino nell'innalzare la causa della pace. Perche' le bombe
che saranno lanciate sul territorio irakeno, non avranno come vittime solo i
civili irakeni, bambini, donne, uomini e anziani, la cui morte sara' solo un
incidente nel precipitoso e arbitrario passaggio di chi chiama, dalla sua parte,
dio come alibi per la distruzione e la morte. Chi dirige questa stupidita' (che
e' appoggiata da berlusconi in italia, blair in inghilterra, e aznar in spagna),
il signor Bush, con i soldi compro' la potenza che pretende scaricare sul popolo
irakeno. Perche' non bisogna dimenticare che il signor Bush sta a capo della
autoprocalamata polizia mondiale, grazie ad una frode cosi' grande che ha potuto
essere occultata solo dai detriti delle torri gemelle a New York e dal sangue
delle vittime degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001. Ne' Hussein
ne' il popolo irakeno interessano al governo nordamericano. Quello che gli
importa e' dimostrare che puo' commettere i propri crimini in qualunque parte
del mondo, in qualunque momento e che lo puo' fare impunemente. Le bombe che
cadranno in irak cercano anche di cadere in tutte le nazioni della terra.
Vogliono cadere anche sopra ai nostri cuori e cosi' universalizzare la paura che
portano dentro. Questa guerra e' contro tutta l'umanita' contro tutti gli uomini
e le donne oneste. Questa guerra vuole che abbiamo paura, che crediamo che chi
ha il denaro e la forza militare, abbia anche la ragione. Questa guerra vuole
che scrolliamo le spalle, che facciamo del cinismo una nuova religione, che
rimaniamo in silenzio, che ci conformiamo, che ci rassegnamo, che ci arrendiamo,
che dimentichiamo. Che ci dimentichiamo di Carlo Giuliani, il ribelle di Genova.
Per noi zapatisti, uomini siamo quelli che sognano i nostri morti. E oggi i
nostri morti sognano un no ribelle! Per noi c'e' solo una parola degna e una
azione conseguente di fronte a questa guerra. La parola no e l'azione ribelle.
Per questo dobbiamo dire no alla guerra! Un no senza condizioni ne' pero'. Un no
senza mezze tinte. Un no senza grigi che lo macchiano. Un no con tutti i colori
che dipingono il mondo. Un no chiaro, tondo, contundente, definitivo,
mondiale.
Quello che e' in gioco in questa guerra e' la relazione tra il
potente e il debole. Il potente e' tale perche' ci fa deboli. Si alimenta del
nostro lavoro, del nostro sangue. Cosi' lui ingrassa e noi deperiamo. In questa
guerra il potente ha invocato dio dalla sua parte perche' accettassimo la sua
potenza e la nostra debolezza come qualcosa stabilito da un disegno divino.
Pero' dietro questa guerra non c'e' altro dio che il dio del denaro, ne' altra
ragione che il desiderio di morte e distruzione. L'unica forza del debole e' la
sua dignita'. Essa lo anima a lottare per resistere al potente, per ribellarsi.
Oggi c'e' un no che debilita il potente e fortifica il debole: il no alla
guerra. Qualcuno si domandera' se la parola che convoca tanti in tutto il mondo
sara' capace di evitare la guerra o, se gia' iniziata, a fermarla. Pero' la
domanda non e' se potremo cambiare la strada assassina del potente. No. La
domanda che ci dobbiamo fare e': potremo vivere con la vergogna di non aver
fatto tutto il possibile per evitare e fermare questa guerra? Nessun uomo e
donna onesti possono rimanere in silenzio e indifferenti in questo momento.
Tutti e tutte, ognuno con il proprio tono, col proprio modo, con la propria
lingua, con la propria azione, dobbiamo dire no! E se il potente vuole
universalizzare la paura con la morte e la distruzione, noi dobbiamo
universalizzare il no! Perche' il no a questa guerra e' anche un no alla paura,
un no alla rassegnazione, un no all'oblio, un no a rinunciare ad essere umani.
E' un no per l'umanita' e contro il neoliberismo. Desideriamo che questo no
valichi le frontiere, che si faccia beffe delle dogane, che superi le differenze
di lingua e cultura, e che unisca la parte onesta e nobile dell'umanita', che
sempre, non bisogna dimenticarlo, sara' la maggioranza. Perche' ci sono
negazioni che uniscono e portano dignita'. Perche' ci sono negazioni che
affermano uomini e donne nella parte migliore di se stessi, cioe' nella loro
dignita'. Oggi il cielo del mondo si annuvola di aerei da guerra, di missili che
si autodefiniscono intelligenti solo per nascondere la stupidita' di chi li
comanda e di chi come berlusconi, blair e aznar li giustificano, di satelliti
che indicano dove c'e' vita e ci sara' morte. Il suolo del mondo si macchia di
macchine di guerra che dovranno dipingere di sangue e vergogna la terra. Arriva
la tormenta.
Pero', albeggera' solo se le parole fatte nuvola per
attraversare le frontiere, si trasformano in un no fatto pietra, e aprono una
fessura nell'oscurita', una crepa dalla quale possa passare il domani. Fratelli
e sorelle dell'Italia ribelle e degna: accettate questo no che, dal Messico, vi
mandiamo noi zapatisti, i piu' piccoli. Permettete che il nostro no fraternizzi
col vostro e con tutti i no che oggi fioriscono in tutta la terra. Viva la
ribellione che dice no! Muoia la morte! Dalle montagne del sudest messicano, Per
il Comitato clandestino rivoluzionario indigeno - Comando generale dell'Esercito
zapatista di liberazione Nazionale. Subcomandante insorgente Marcos. Messico,
febbraio 2003. Ejercito Zapatista de Liberacion Nacional. Mexico. 15 de febrero
del 2003.
BUONAPROVOCAZIONE
GABRIEL GARCIA MARQUEZ: «COME CI SI SENTE?»
Come ci si sente? Come ci si sente nel vedere che l'orrore divampa nel cortile di casa tua e non nel soggiorno del vicino? Come ci si sente quando la paura schiaccia il cuore? Come si vive il panico che provoca il rumore assordante, le urla senza controllo, gli edifici che precipitano, questo terribile odore che va a depositarsi nel fondo dei polmoni, gli occhi di innocenti che camminano coperti di sangue e di polvere? Come si vive per un giorno; in casa tua, l'incertezza su quello che sta succedendo? Come si esce dallo stato di shock? In stato di shock camminavano il 6 agosto del 1945 i sopravissuti di Hiroshima. Niente restava in piedi nella città dopo che l'artigliere nordamericano dell’Enola Gay lasciò cadere la bomba. In pochi secondi erano morti 80.000 uomini, donne, bambini. Altri 250.000 moriranno negli anni seguenti a causa delle radiazioni. Ma questa era una guerra lontana e la televisione neanche esisteva. Come si vive oggi l'orrore quando le immagini della televisione ti dicono che quello che è successo il fatidico 11 settembre non è accaduto in un paese lontano, ma nella tua patria? Un altro 11 settembre, ma di 28 anni fa, è morto un presidente di nome Salvador Allende opponendosi a un colpo di stato che i tuoi governanti avevano programmato. Furono anche quelli tempi di orrore, ma questo accadeva lontano dalle tue frontiere, in una ignota repubblichetta sudamericana. Le repubblichette si trovavano fuori dal tuo cortile e mai facesti grande preoccupazione quando i tuoi marines salivano dal mare per imporre a sangue e fuoco il loro punto di vista. Sapevi che tra il 1824 e il 1994 il tuo paese a messo a segno 73 invasioni nei paesi dell'America Latina? Le vittime furono Porto Rico, Messico, Nicaragua, Panama, Haiti, Colombia, Cuba, Honduras, Repubblica Dominicana, Isole Vergini, El Salvador, Guatemala e Granada. E' quasi un secolo che i tuoi governanti sono in guerra. Dall'inizio del secolo 20° quasi non c'è guerra nel mondo alla quale non abbia preso parte la gente del tuo Pentagono. Chiaro: le bombe esplosero sempre fuori del tuo territorio, ad eccezione di Pearl Harbor, quando l'aviazione giapponese bombardò la Settima Flotta, nel 1941. Ma l'orrore era sempre lontano. Quando le Torri Gemelle caddero in un mare di polvere, quando vedeste le immagini alla televisione o ascoltasti le grida perchè quella mattina eri a Manhattan, hai pensato per un secondo cosa hanno sentito i contadini vietnamiti per tanti anni?A Manhattan la gente cadeva dalle altezze dei grattacieli come tragiche marionette. In Vietnam la gente dava in grida perchè il napalm continuava per lungo tempo a bruciare le carni e la morte era spaventosa, tanto come la morte di chi cadeva nel vuoto in un salto disperato. La tua aviazione non ha lasciato in piedi una sola fabbrica o un ponte senza distruggerli in Jugoslavia. In Irak i morti sono stati 500.000. L’operazione "Tempesta del Deserto" si è portata via mezzo milione di anime. Quanta gente è morta bruciata, mutilata, crivellata, schiacciata, dissanguata in luoghi lontani ed esotici come il Vietnam, l'Irak, l'Iran, l'Afganistan, la Libia, l'Angola, la Somalia, il Congo? Il Nicaragua, la Cambogia, la Jugoslavia, il Sudan e la lista si fa interminabile. In tutti questi posti i proiettili erano stati fabbricati nelle industrie del tuo paese ed erano messi sul mercato dai tuoi ragazzi, da gente pagata dal tuo Dipartimento di Stato, e solo perché tu potessi continuare a godere dello stile di vita americano. E’ da quasi un secolo che il tuo paese è in guerra con tutto il mondo. Curiosamente, i tuoi governanti lanciano i cavalieri dell’apocalisse in nome della libertà e della democrazia. Devi però sapere che per molti popoli del mondo (in questo pianeta dove ogni giorno muoiono 24.000 persone di fame o di malattie curabili) gli Stati Uniti non rappresentano la libertà, ma un nemico lontano e terribile che semina solo guerra, fame, paura e distruzione. Sempre ci sono stati conflitti bellici lontani per te, però per quelli che vi vivono è una dolorosa realtà vicina la guerra dove gli edifici si piegano sotto le bombe e dove la gente va incontro a una morte terribile. E le vittime, nella misura del 90%, sono stati civili (donne, anziani, bambini). Cosa si prova quando le vittime a Nuova York sono segretarie, operatori di borsa o impiegati di lusso che pagavano puntualmente le loro tasse e mai uccisero una mosca? Come si vive la paura? Come ti senti, yankee, nel sapere che la grande guerra l’11 settembre è entrata finalmente a casa tua? (Gabriel Garcia Marquez).
BUONREPORTAGE - Sudan, un popolo senza diritti
di Gino Barsella
Nei giorni scorsi una delegazione della Campagna «SUDAN, UN POPOLO SENZA DIRITTI», ha visitato il Nord Sudan e ha avuto l’opportunità di incontrare molti rappresentanti della società civile, della chiesa locale, della diplomazia internazionale e del governo in carica. La delegazione era composta da 6 persone rappresentanti di diverse realtà: Tonio Dell’Olio – portavoce della Campagna Sudan e coordinatore nazionale di Pax Christi; Matteo Bina – segretario esecutivo della Campagna; Gino Barsella – Sdebitarsi; Cristina Brecciaroli – Amani; Diego Marani – Nigrizia; Michele Stragapede – Istituto Padri Comboniani.
La svolta di
pace in Sudan potrebbe diventare realtà nei prossimi mesi. Ma il Paese, oggi, è
ancora piagato dalla guerra – che continua nel Sud – e dalla sistematica
violazione dei diritti umani. Mentre a Machakos, in Kenya, proseguono le
trattative tra i delegati del governo di Khartoum e i rappresentati
dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla), per iniziare a costruire
il futuro del Paese rimangono da affrontare alcuni nodi problematici. “Il
problema più grosso, dal punto di vista dei diritti umani, è quello degli
sfollati dalle zone di guerra, ancora deprivati di tutti i diritti
fondamentali”, sostiene l’avvocato Abel Alier, autore della pace di Addis Abeba
(nel 1972, mentre era vice presidente del Sudan) che mise fine alla prima guerra
civile e, oggi, politico dell’opposizione e personalità di riferimento per il
negoziato di pace dietro le quinte. L’accordo di pace in Sudan, quest’anno, si
farà, secondo Alier, perché conviene a tutti e tutti sono stanchi. Forse, dopo
vent’anni di guerra, finalmente le armi taceranno. “Per cui bisogna guardare
avanti – conclude l’anziano avvocato -. Bisogna evitare di ripetere gli errori
del ’72. Ora abbiamo almeno quattro milioni di sfollati entusiasti di tornare al
Sud. Ma vanno aiutati per almeno sei mesi, finché non potranno essere
autosufficienti; vanno compensati con i profitti di quel petrolio che li ha
costretti ad abbandonare le loro terre. E bisogna avviare un processo di
riconciliazione che ci permetta di ricreare la fiducia per vivere
insieme”.
Sulla necessità e l’urgenza di porre fine – una volte per tutte –
al conflitto esploso nel 1983 concorda anche Ali Mohamed Osman Yassin, ministro
della giustizia sudanese. “La pace è cruciale, non può esserci vittoria militare
– ha osservato nel suo incontro con la Campagna italiana per la pace e i diritti
umani in Sudan a Khartoum nei giorni scorsi -. Ogni famiglia ha perso qualcuno,
i fondi sono finiti, tutto ciò che guadagniamo finisce nella guerra e ci
rimettono i settori di base come l’educazione, la sanità, i servizi sociali e lo
sviluppo. Perché?”. Ma c’è di più nelle ammissioni del capo della magistratura
sudanese: “I servizi segreti hanno la loro legge, e anche noi non li possiamo
controllare. Non si preoccupano dell’evidenza; se solo sospettano qualcuno di
minacciare il Paese, reagiscono. Non è il meglio, e spesso vanno oltre i loro
limiti. Noi li critichiamo, però vediamo qualche miglioramento”. Così i diritti
umani continuano a essere violati in Sudan. Per migliorare la situazione ci
vuole la pace e un vero processo democratico. “Lo stato di emergenza condiziona
la libertà, specialmente nelle attività politiche. Ci spiace, ma la situazione
politica qui ci costringe a questo - ha chiarito Ahmed Ibrahim el-Tahir,
presidente del parlamento -. Il Sudan, però, sarà presto normalizzato con la
pace. Dai negoziati di Machakos (Kenya) verrà fuori un Paese unito ed un’unica
costituzione, che prevederà costituzioni locali per esigenze locali, come per il
Sud Sudan. Ma per il processo costituzionale non accetteremo interferenze o
monitoraggi. È una questione solo sudanese, e sarà gestita secondo i termini che
verranno fuori dall’accordo finale di Machakos da questo parlamento, arricchito
dei nuovi membri che verranno dall’Splm” (braccio politico dell’Spla). Però il
monitoraggio internazionale la vera novità nel processo di pace sudanese
funziona bene per il cessate il fuoco sui monti Nuba. Così è stato accettato,
nell’ultimo accordo firmato a Machakos, anche per tutto il resto del Sudan. “Ma
dato che la condivisione del potere e delle risorse, in particolare quelle
petrolifere, è cruciale nell’attuale fase negoziale - è intervenuto il ministro
di stato agli affari esteri Nagib el-Kheir andando al cuore del problema -
stiamo facendo progressi significativi. Un accordo che prevederà la condivisione
sulla base del grado sottosviluppo nella regione è dietro l’angolo. E anche
riguardo questo siamo aperti a un trasparente monitoraggio internazionale”. Ma
il tono di ottimismo diffuso tra gli esponenti governativi non trova riscontro
nelle parole della società civile (quella 'non ufficiale'). Sindacalisti,
avvocati, giornalisti, professori universitari gridano all'unisono che nel Paese
c'è ancora un immenso vuoto di democrazia. "L'università è chiusa da mesi perché
è ormai in mano, a tutti i livelli, dei Fratelli Musulmani - puntualizza Adlan
Hardallo, docente di sociologia politica all'Università di Khartoum -, mentre
gli studenti vogliono partecipazione e pluralismo". "Esiste un solo sindacato, e
non più quella pluralità sindacale che fu vanto del Sudan democratico - gli fa
eco Ahmed Humri, uno dei fondatori del sindacato degli insegnanti -. Ma la
gente, anche se non può farlo apertamente, si organizza. Quando arriverà la
pace, saremo pronti a ripartire. E questo governo, o accetterà una vera apertura
democratica o non ci sarà più". Ma i proclami degli uomini dell'esecutivo di
Khartoum non bastano. "Questo 'governo' rimane un regime", tuona Ghazi Soleiman,
l'avvocato dei diritti umani. E la polizia sembra dargli ragione: settimana
scorsa gli agenti si sono recati nel suo ufficio per arrestare lui e altre
quaranta persone che celebravano l'anniversario dell'esecuzione del leader
non-violento Mahmoud Mohamed Taha. L'avvocato è stato subito rilasciato. Ma
l'elenco dei passi da compiere verso standard democratici accettabili è ancora
lungo: dalla severa censura nei confronti della stampa, al miglioramento solo
"funzionale agli occhi occidentali" della situazione dei diritti umani e alla
costituzione del Paese. Anche la Chiesa cattolica - che proprio recentemente ha
vinto una lunga causa col governo, il primo caso, di risarcimento per il centro
e la scuola di Dorushab distrutte dalla polizia sei anni fa - è disponibile al
dialogo e a fare la sua parte. Non solo per il rimpatrio degli sfollati nelle
proprie terre e nella ricostruzione del Sud Sudan, ma soprattutto in un processo
di riconciliazione necessario per impiantare la pace su basi solide. "Ma il
governo non può dire che c'è libertà di religione - puntualizza l'arcivescovo di
Khartoum Gabriel Zubeir Wako - e poi rifiutare il dialogo con noi. Dopo che
dicemmo 'no' alla richiesta di registrarci come ong (organizzazione non
governativa) e presentammo le nostre proposte come piattaforma di dialogo con il
governo, nel 1995, stiamo ancora ad aspettare una risposta ed un progetto di
legge sul quale dovremmo pure poter esprimerci. È davvero un ritardo
ingiustificato". (Gino Barsella è missionario comboniano e giornalista.
L'articolo è stato diffuso dall'Agenzia www.misna.org). Il
prossimo «BUONREPORTAGE» sarà dedicato a alle conclusioni del recente Forum
Sociale Mondiale di Porto Alegre, redatto da Cristiano Morosin: da non
perdere!
É passato un anno dalla scomparsa di Angelo Barbieri, coordinatore di Verona Salute, il centro per la tutela al diritto alla salute, ma il suo nome e, soprattutto, le sue azioni non sono state dimenticate. Il mondo del volontariato ha perso un valido generale, perché questo era Barbieri: non si limitava a stare in trincea, difendendo con tutta la sua forza i diritti di chi, spesso disperato, si rivolgeva a lui, ma andava anche a Roma per far conoscere le sue idee sulla riforma sanitaria, di cui è stato per molti punti un anticipatore. Durante questi anni ha avuto contatti frequenti con i ministri alla Sanità, Rosy Bindi, Umberto Veronesi e poi Girolamo Sirchia. Contatti anche “elettrici” con Rosy Bindi che, pur criticata apertamente, apprezzava i progetti e le soluzioni prospettate da Barbieri, il cui unico scopo era creare una sanità a misura d’uomo, una sanità che seguisse il paziente non solo nella fase acuta, ma anche in quella successiva, cioè dal momento delle dimissioni in poi. E per questo Barbieri si è sempre battuto come un leone fino alla fine. Quando ormai sapeva di non avere più speranze di sopravvivere il suo pensiero era ancora lì, ancorato alla sanità. “Tanto che pochi giorni prima di morire” racconta Franco Giarola, anche lui sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei malati, “aveva deciso di organizzare un convegno sulla riforma sanitaria”. Un pensiero fisso che non l’ha mai lasciato. E idee Barbieri ne aveva, perché era forte di un’esperienza non comune: era stato direttore sanitario dell’ospedale di Ancona, Verona, Chioggia, Tiene, Schio, Bussolengo e Desenzano e poi era diventato commissario straordinario dell’Ulss 21 di Padova. La morte di Angelo Barbieri è stata quindi un duro colpo per il mondo del volontariato. Ma le idee, quelle non muoiono e Veneto Salute continua la sua attività, diretto ora da Umberto Sambugaro. Chi ha bisogno di un aiuto può rivolgersi all’associazione che si trova a Verona, in largo Marzabotto 5 (dal lunedì al mercoledì, dalle 15 alle 17) oppure anche nell’Est veronese, a San Bonifacio, alla seguente e-mail: aldo.corradi@email.it . Mercoledì 19 febbraio, alle ore 19 presso la Chiesa di San Zeno di Colognola ai Colli, don Luigi Adami celebrerà una Messa in suffragio del compianto dottor Barbieri. (di Chiara Tajoli)
Il Circolo Arci di Verona “L’Isola che c’è” informa che il previsto laboratorio di scrittura, organizzato in collaborazione con la Libreria Bra, è stato rinviato al 14-15-16 marzo presso la stessa libreria in P.zza Bra 24, “Corpo e anima” Cibo, storia e sentimenti nella narrativa italiana, Laboratorio di scrittura creativa con Maria Pia Simonetti. Programma: Venerdì 14 marzo, alle ore 20.30, presentazione dei criteri e dei materiali del laboratorio; Sabato 15 marzo, alle ore 10.00, “ciak” si scrive! Ore 13.00 degustazione presso una azienda agricola; Ore 15.00 prosecuzione dei lavori con lettura degli elaborati. Domenica 16 marzo, alle ore 10.00, rielaborazione dei testi e proposte; Ore 13.30 pranzo letterario. Bibliografia essenziale: Clara Sereni, Casalinghitudine, Ed. Einaudi - Passami il sale, Ed. Rizzoli - Helena Janeczeck, Cibo Ed. Mondadori - Isabel Allende, Afrodita Ed. Feltrinelli. Conduce il laboratorio: Maria Pia Simonetti è nata a Torino nel 1950 e vive ad Aosta. E’ scrittrice, giornalista ed è impegnata in attività di organizzazione culturale. Ha pubblicato il libro di racconti Neanche Guido da Verona (La Luna, Palermo 1986) il romanzo La nostra storia (Passigli, Firenze 2001) ed ha curato diversi volumi, fra i quali Vita da donne (Ida Desandrè, Lupetti-Manni, Milano 1995), Amata scrittura (Dacia Maraini, Rizzoli, Milano 2000), Viaggiator Curioso (Fosco Maraini, Passigni, Firenze 2001). Dei suoi libri hanno parlato: L’Indice, Belfagor, Tuttolibri della Stampa, L’espresso, Rai1. Da molti anni tiene corsi di scrittura creativa Informazioni e prenotazioni, telefonare al numero 045 592850 e-mail: manolapelle@tiscali.it
Parte il quarto
corso di giornalismo organizzato da Piazza Grande. Le esperienze di questi
quattro anni hanno permesso di definire in modo sempre più adeguato l’identità
del corso e le modalità con le quali costruirlo. Date le caratteristiche del
nostro giornale e quelle dei lettori, delle persone che ci avvicinano abbiamo
deciso di modellare il corso sempre più sul sociale e sui temi ad esso
correlati. Il nostro corso di giornalismo dunque vuole collocarsi a metà strada
tra un corso di giornalismo generale e un seminario sull’esclusione sociale:
sarà cioè più specifico, più mirato del primo, ma molto più approfondito
rispetto al secondo. Da un lato il corso cercherà di fornire ai partecipanti
alcuni elementi fondamentali di scrittura e comunicazione tanto per avere in
mano i “ferri del mestiere”, dall’altro attraverso il lavoro sul campo e
l’esperienza diretta tutto il lavoro prenderà una colorazione ben definita, a
partire appunto dal mondo dell’emarginazione e del disagio sociale. Come si
vedrà di seguito il corso è pensato suddiviso in due grandi aree: giornalismo
tradizionale e comunicazione radiofonica. Nico Perrone direttore editoriale “Il
Domani”: Cenni base sulla scrittura giornalistica. Metodi di indagine. Ricerca
delle fonti. La cronaca locale. L’inchiesta. Mauro Sarti, Università di Bologna:
Seminario sul linguaggio dell’informazione. Giovanni Dognini - direttore Radio
Città del Capo: Cenni di storia della Radio. Il linguaggio radiofonico. Le
fonti. Come si costruisce un servizio. L’inchiesta radiofonica. Jacopo Fo,
Libera Università di Alcatraz: Un fine settimana all’insegna della creatività.
Per informazioni: Massimiliano o Leonardo, Via Libia 69 Bologna, 051 342328 - pg@piazzagrande.it
L’Assessorato all’Agricoltura della
Provincia di Verona ha aperto uno sportello informativo sui prodotti biologici
che si chiama "VeronaBioInforma", rivolto sia agli agricoltori sia ai
consumatori. Intende offrire agli
operatori del settore, anche se hobbisti, indicazioni sulla legislazione, sulle
tecniche di coltivazione, sulla tracciabilità e sulle certificazioni richieste
dal mercato. Nel contempo si rivolge ai consumatori per aiutarli a riconoscere i
prodotti biologici, la regolamentazione, gli organismi di controllo e i canali
di distribuzione a cui rivolgersi. Il servizio, che si trova a San Floriano è
aperto al pubblico il giovedì dalle 10 alle 16 (tel. 045 6833017) ed è gestito
dal Servizio Agricoltura della Provincia
Casella
postale 242 - 37121 - Verona - tel.
045-8019848 - fax 045-8007745 e-mail:
soleritrea@soleritrea.org home
page: www.soleritrea.org Conto
corrente
postale n.11586377- Conto corente
bancario n.1958/5/79 - Abi 02008 - Cab 11705 - Cariverona
- Piazza Brà. Indicare una delle seguenti causali:
emergenza
fame; sostegno
a distanza; progetto
di autosufficienza; progetto
di sviluppo.
BANDIERE DELLA PACE, SVENTOLIO LECITO
La legge italiana non
vieta la bandiera della pace. E´ questa la conclusione a cui si giunge se si
analizzano la legge 5 febbraio 1998, n° 22, "Disposizioni generali sull´uso
della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell´Unione europea" e del
dpr 7 aprile 2000, n° 121, "Regolamento recante disciplina dell´uso delle
bandiere della Repubblica italiana e dell´Unione europea da parte delle
amministrazioni dello stato e degli enti pubblici". Da alcuni giorni, in vista
della manifestazione nazionale per la pace prevista a Roma per il 15 febbraio,
si discute su molti quotidiani della legittimità o meno, da parte di enti
pubblici territoriali, dell´esporre la bandiera della pace (per intendersi,
quella con i colori dell´arcobaleno) accanto al tricolore o comunque nelle
facciate o finestre dei palazzi. La vicenda prende le mosse da una nota inviata
da palazzo Chigi ai prefetti, dove si ricorda che la legge 22/98 cui è seguito
il regolamento con dpr 121/00, vieterebbe che sugli edifici pubblici possano
essere esposti "simboli privati" (di associazioni, organizzazioni o singoli
partiti), talché non sarebbe permesso l´uso della bandiera della pace. Né la
citata legge, né il regolamento richiamato contengono una disposizione di questo
tipo. Non solo. Proprio la legge 22/98, articolo 4, abroga espressamente il rdl
2072/23, che regolando l´uso della bandiera nazionale dispone che "gli enti
pubblici locali possono fare uso soltanto della bandiera nazionale e dei
vessilli e gonfaloni tradizionali dei propri enti". Inoltre l´articolo 12 del
dpr 121/2000 statuisce che "l´esposizione delle bandiere", senza alcuna
specificazione, "all´esterno o all´interno delle sedi o delle regioni e degli
enti locali è oggetto dell´autonomia normativa e regolamentare delle rispettive
amministrazioni". L´esposizione della bandiera della pace da parte degli enti
pubblici territoriali o istituzionali appare pertanto lecita. L´esposizione
della bandiera della pace non può e non deve contrapporsi all´esposizione del
tricolore, simbolo dell´unità nazionale e di una nazione che della pace ha fatto
uno dei principi-base della propria Carta costituzionale, ma ben può esprimere
l´esigenza da parte di chi la espone di un´azione concreta per la pace non
solo a livello individuale ma collettivo e universale. Sta alla politica
rispondere a questa esigenza, osando la pace senza rinunciare a quanto
necessario alla sicurezza comune. (di Roberto Maria
Corso, da «Italia Oggi» del 14.02.03) Per informarsi sui luoghi in cui è
possibile acquistare le bandiere della pace: http://www.bandieredipace.org
BUONAVISIONE - Intervista a Larry Clark, shate-regista della porno-generazione
di Maria & Elisa Marotta - A. De Falco
IL QUARTO SESSO?
Se ne dicono tante sui ragazzi/e: in ogni stagione, in ogni tempo, in ogni occasione della vita. A torto e a ragione. Ultimamente a Firenze è stata allestita una specialissima Mostra su: «Il territorio estremo dell’adolescenza» nell’ambito di Pitti Uomo, curata da Francesco Bonami (direttore della biennale di Venezia) e Raf Simons, sull'importanza sempre maggiore che gli adolescenti hanno nella nostra società e sull’idea di identità sessuale che in essi sembra assumere nuove sfumature, tanto da essere definiti :il quarto sesso, per essere sessualmente indefiniti, per la prevalenza dell'ambiguità di genere (dicono gli studiosi, non noi). Gli adolescenti non sono ragazzi o ragazze e non sono ancora uomini o donne, fanno parte di un universo parallelo, in divenire (e su questo non ci piove). Appartengono fortemente al presente ma simbolicamente sono il seme del futuro. Insomma un età incasinata, dove i dubbi e le incertezze si stemperano e costituiscono il tessuto della vita. Un tempo difficilissimo per i genitori incapaci di scandagliare l’anima e la mente dei figli (ahimè!). Un mondo a parte anche nel consumo, visto che gli oggetti sono la chiave per leggere l’appartenenza ai vari gruppi, sociali e culturali. Poiché l'adolescenza non è solo una fase di passaggio della vita umana, ma uno stato mentale, una condizione esistenziale che si riflette prepotentemente su lifestyle e tendenze, è chiaro che viene preso di mira dall’industria modaiola di ogni genere. Essi sono consumatori onnivori, instancabili, distratti e attenti, suggestionabili ma autonomi. Non piace loro essere equilibrati, amano gli estremi in tutti i campi, dalla moda, all'arte, alla musica. L’etichetta sul vestito, li rende riconoscibili e accettati, una specie di biglietto di ingresso nei vari clan. Una vera pacchia per il marketing. All’ultima moda le scarpe-sneakers New Balance, le Puma e le Adidas disegnate da Yamamoto. Sempre sulla cresta i vecchi Levi´s (sono 150 anni che girano). I giubbotti devono essere da macellaio, ma sono in anche il vecchio workwear americano e il montgomery con il cappuccio di pelliccia. Tra i loro totem ci sono skateboard e surf, mezzi sportivi ma nello stesso tempo ispirazione di filosofie di vita. Il simbolo di uno spirito libero, del nomadismo urbano, del vivere on the road carichi solo dei propri sogni. E il globale ruota intorno a questo concetto, perché la moda vuole i giovani vestiti a strati con capi ipertecnici: un modo per viaggiare liberi anche dalla valigia, con il guardaroba addosso. E tutti per loro ci sono gli skate-artisti (come Ed Templeton) e gli skate- registi (Larry Clark e Harmony Korine). L’adolescenza, un universo inquieto, è sempre stato fonte inesauribile per artisti e poeti e a cui la moda guarda con curiosità e rispetto e su cui l’industria culturale ci fa tanta money. La mostra, allestita alla Stazione Leopolda da un gruppo di giovani architetti, i Cliostraat, ha mostrato la forza, la debolezza e le promesse del quarto sesso. Le figure dell'arte, le immagini della moda, le icone dei teenagers, i film mito, gli scritti più interessanti sul tema dell'adolescenza, mescolando poesia, letteratura, cronaca, giornalismo, saggistica, con una ricerca dell´Eurisko che ha ben delineato una mappa su di loro basata su fattori sociodemografici, comportamentali e di atteggiamento, confermando, se caso mai qualcuno ancora non l’avesse capito, che l’attenzione alla pubblicità degli adolescenti è superiore a quella degli adulti, con uno sguardo attento alle tecnologie e soprattutto a Internet che viene usato per conoscere nuovi amici, per ascoltare musica e scaricarla, e anche per studiare. E che rimane, però, una barriera di divisione tra chi può accedere a queste nuove tecnologie comunicative e chi invece è frenato dalle condizioni della realtà in cui vive. Indispensabile il cellulare che diventa il primo segnale concreto di autonomia dalla famiglia.
INTERVISTA A LARRY CLARK
Lui, Larry Clark, 59 anni
portati benissimo, occhiali scuri e giacca nera, magro e distinto, con due figli
adolescenti (sui vent’anni), pare più un singolare professionista (medico,
ricercatore, astronomo…) che il chiacchieratissimo regista che fa film
vietatissimi e osceni e sempre su un unico tema: i Kids (ragazzi e ragazzi sotto
i vent’anni) che da quando scandalizzarono Cannes anni fa, sono diventati il suo
“piatto forte” per ogni buona manifestazione cinematografica che si rispetti (in
ogni caso i suoi film, pur non acquistati da alcun distributore, circolano
ugualmente in dvd o in internet, dove la circuitazione è ancora più facile,
tant’è che sono un cult dei nostri
giovani). Il
suo film, Ken Park (59 Mostra, Controcorrente), girato insieme a Ed Lachman -
che è pure straordinario direttore della fotografia di Far from Heaven (quel
filmetto leccoso, Anni Cinquanta che è di una noia mortale) con la sceneggiatura
di Harmony Korine, narra
dell’adolescenza dei suburbi, di un'umanità azzerata da una catastrofe di
cibi sbagliati, squallori quotidiani, violenze familiari, droghe a basso costo,
e una rabbia che a volte permette di sopravvivere. È l'America di cui grida Eminem. È realtà e insieme stato
d'animo, la punta estrema di una malessere e di una voglia di ribellione che
viaggiano veloci nei cuori adolescenti.
DOMANDA: perché fa sempre
film così scandalosi sull’adolescenza? Prima Kids, poi Bully ed ora Ken Park,
dove assistiamo a turbe familiari, erotiche e violente di ogni tipo, con
numerosi incroci tra adulti e giovanissimi. E in modo così esplicito, con uno
sguardo a distanza ravvicinata, da prodotto hardcore.
LARRY CLARK: i miei films sono
vietatissimi da una serie di restrizioni, sebbene sono proprio i ragazzini, quelli della «porno-
generazione cresciuta con la tv, come si definiscono i protagonisti del film
sono i consumatori privilegiati e i fan del mio cinema, che pure se vietato è stato visto da
moltissimi adolescenti che al cinema preferiscono il dvd o il video, oppure internet dove la circuitazione è ancora
più facile. Il mio desiderio è di essere contemporaneo, aderente al nostro
presente, realista. E i ragazzi di oggi sono circondati dalla pornografia, fin
da piccoli possono vedere e sapere tutto. Ma voi vedete mai cosa passa la
TV?
DOMANDA: è vero che Ken
Park l’avrebbe volentieri girato prima di Kids?
LARRY CLARK: Ken Park, lo
avevo in mente da più di dieci anni, prima ancora di Kids. Esso si muove
sul terreno sempre contemporaneo e
di consumo allargato di quella cultura white trash che è il nervo scoperto
dell'America, lo stesso in cui ha trovato le radici il mio lavoro di fotografo. Con
la complicità di Harmony Korine,
abbiamo costruito delle storie
sulla cultura dello skateboard. Sul set di Ken Park si faceva il punto ogni
mattina ma non ci sono stati molti cambiamenti da fare, le violenze degli adulti
sui ragazzi accadevano al tempo di quando abbiamo fatto Kids, allora come ora.
Più che altro siamo stati attenti alla realtà dei giovani nei nostri giorni,
loro si trasformano velocemente e volevamo che i linguaggi fossero
attuali.
DOMANDA: L'America che
raccontano i suoi film è oggi materia per molti artisti, non solo registi,
scrittori, musicisti.. Eminem, per esempio. Non c'è secondo lei il rischio che
diventi un genere?
LARRY CLARK: non è che ho cominciato ad interessarmi
di quest’America da qualche anno. Sono almeno quarant'anni che lavoro su queste
realtà, ho cominciato con le foto negli anni 60, e se ora sono in molti a
parlarne è una conquista perché un tempo venivano tenute segrete, era come se
non esistessero problemi di questo tipo. Eminem nei suoi video dice quello che
pensa, è la realtà. È chiaro poi che tutto dipende da come si racconta una
storia, a noi interessava lavorare sulla verità emotiva, anche perché si partiva
dalla mia esperienza personale. Credo che sia il solo modo per rendere visibile
l'America contemporanea. Gli Stati Uniti sono molto
ricchi e i ragazzi possono fare quello che desiderano, senza una vera
consapevolezza delle loro azioni. Fanno parte di famiglie borghesi e i genitori
sanno sempre dove si trovano i loro figli, ma hanno paura di affrontare la
realtà con i ragazzi e preferiscono offrire loro delle cose: automobili,
denaro... Io ho due figli, certo, e la mia preoccupazione è di saperli felici,
in un momento così cruciale per la loro formazione. Ma mi chiedo: cosa sta
succedendo in America?
DOMANDA: le famiglie dei
ragazzi sono terribili, eppure lei cerca di non demonizzare neanche i genitori
più tremendi. Perché?
LARRY CLARK: penso che
sia chiaro nel film, e non solo, che la famiglia in sé è un'istituzione fottuta
(e allora, perché ne ha una? Ma non risponde). Quelle di cui parlo lo sono in
modo esasperato. Credo vi sia un lato perverso in ogni famiglia. Per
sopravvivere si deve trovare la forza di separarsi dalla propria infanzia,
qualunque essa sia, e dalla propria famiglia di origine. Per quanto concerne i
genitori, sono comunque esseri umani, se li avessi mostrati come dei folli
sarebbe stato più difficile costruire una rapporto credibile col pubblico.
Essendo adulti, sanno di non avere più scampo, non possono uscire dalle loro
frustrazioni, dalla loro disperazione e così si vendicano sui figli. Per
esempio, esaminiamo l'idea del
sesso. I figli subiscono degli abusi ma hanno della sessualità una visione
libera, che può ancora trasformarsi, mentre i genitori non riescono più a
viverlo diversamente anche se così è frustrante.
DOMANDA: nonostante tutto,
lei fa intravedere una certa speranza per gli adolescenti.
LARRY CLARK: sì, c'è
un certo ottimismo, penso che i ragazzi anche se non tutti ce la possano fare.
Ma le vittime ci sono in ogni battaglia. Forse oggi il mondo è più duro ma sono
sicuro che i ragazzini troveranno comunque un modo per sopravvivere. È la legge
della vita. Un interrogativo, però, rimane: davvero la famiglia americana è
quella che emerge da questo e dagli altri film di Clark?
SCHEDA
«Ken Park»
di Larry Clark (coregia di Ed Lachman). Origine:
Usa/Olanda/Francia 2002. Il coregista:
Ed Lachman. Soggetto: Harmony Korine (basato su personaggi di Larry Clark).
Sceneggiatura: Harmony Korine. Fotografia: Ed Lachman; Larry Clark. Scenografia:
John De Meo. Montaggio: Andrew Hafitz. Suono: Dennis Grzesik. Costumi: Michele
Posch. Interpreti:
James Ransone (Tate); Tiffany Limos (Peaches); Stephen Jasso (Claude); James
Bullard (Shawn); Mike Apaletegui (Curtis); Adam Chubbuck (Ken Park). Produttori:
Kees Kasander / Jean-Louis Piel. Produzione: The Kees Kasander Film. Company /
Lou Yi Inc. Distribuzione internazionale:Fortissimo Film
Sales. Durata: 96 minuti. Colore.
Ken Park, ideato fotografato e
diretto da Larry Clark e Ed Lachman è un saggio antropologico agghiacciante e
edificante su Visalia, non luogo a metà tra Los Angeles e Fresno, territorio che
i poveri ispanici rendono opulento lavorando campi micidiali assolati e fertili,
e i pargoli della borghesia wasp che ne approfitta, vogliono, come sublime gesto
di giustizia, cancellare dalla faccia della terra. Tre ragazzi e una ragazza
adolescenti. Le loro famiglie. Normali. Mostruose. Uno si suicida (gli amici lo
chiamano «collo di merda»). Uno, specialista in masturbazione mista a
strangolamento, ammazza nonno (baro) e nonna (irrispettosa della privacy). Una
viene stuprata dal padre (religiosissimo, terrorizzato dai disegni e dalle
metamorfosi del diavolo tentatore). Uno scappa di casa (sfuggendo a stento al
padre incestuoso e muscoloso). Uno viene sedotto dalla madre della ragazza
quindicenne e non sa più bene con chi delle due faccia sesso e con chi lo faccia
meglio. Se volete le statistiche in realtà la salute mentale di molti figli
d'America è già andata da un pezzo.
Segnaliamo infine che l'Unione Europea a questo
link
http://www.corriere.it/openxlink.shtml?http://evote.eu2003.gr/EVOTE/en/index.stm
chiede ai suoi cittadini un'opinione
sulla crisi in Iraq. La pagina è in inglese, ma il sondaggio
è in italiano