Il simbolo del M° Funakoshi
 
Come già scritto G. Funakoshi nacque a Shuri nel 1868, periodo in cui il Giappone passa dal feudalesimo all'era moderna. Appartenente ad una famiglia di funzionari molto legata alla tradizione studia il karate sotto la direzione di Asato a partire dall'età di 12 anni. L'allenamento in quel periodo si svolgeva di notte, all'aperto, spesso in un giardino, ma l’amore per le arti marziali fece si che egli si dedicasse completamente scegliendo la professione di insegnante. A 21 anni diventò insegnante a tempo indeterminato in una scuola elementare della città di Naha, e continuerà a mantenere l'incarico di educatore per oltre trent'anni. Nel 1921 il Principe Imperiale, in viaggio verso l'Europa, si fermò a Okinawa. Fu un avvenimento eccezionale ed in questa occasione Funakoshi venne incaricato di dirigere una dimostrazione di karate fatta dagli scolari. Nel 1922, un anno dopo questo avvenimento, venne organizzata a Kyoto un'esposizione nazionale di educazione fisica, e Funakoshi, incaricato a presentare il karate di Okinawa, rimase in Giappone per partecipare, su invito del Ministro dell’ Educazione, ad un’esibizione atletico-sportiva (Tokyo 17 maggio 1922). Dato che le persone cui il karate doveva essere presentato, ne sapevano poco o niente, Funakoshi pensò che ci fosse bisogno di qualcosa che fosse di effetto.
Il Karate a quel tempo era considerato una tecnica di combattimento, ma allo stesso tempo era ritenuto un qualche cosa di segreto e misterioso; ciò che Funakoshi fece fu quello di fotografare varie posizioni, kata, movimenti di mani e di piedi, ordinando le foto su tre lunghi rotoli. La dimostrazione fu un tale successo che egli, avendo programmato di tornare nella nativa isola subito dopo tale manifestazione, posticipò il rientro su richiesta di Jigoro Kano, fondatore del Judo Kodokan, che lo pregò di tenere una conferenza presso il Kodokan stesso riguardante il "Karate Do". Funakoshi scelse come partner Shikin Gima, karateka di prim’ordine, allora studente alla Tokyo Shoka Daigaku, ma si pensava che solo un ristretto gruppo di persone avrebbe partecipato alla sua esecuzione. Così grande fu lo stupore quando videro che, al contrario, era accorso oltre un centinaio di spettatori. Lo stesso Jigoro Kano gli chiese di insegnargli qualcuno dei kata basilari e Funakoshi, sentendosi molto onorato di questa sua richiesta, accettò. Il rispetto e la cortesia che gli furono manifestati probabilmente  influenzarono la filosofia e l’insegnamento del maestro di Okinawa. Diverso tempo dopo, preparandosi nuovamente per rientrare ad Okinawa, Funakoshi venne chiamato dal pittore Hoan Kosugi, che voleva imparare la sua arte; questi gli chiese di rimanere più tempo a Tokyo allo scopo di istruirlo e lo stesso Kano, colpito dal karate di Okinawa, invitò Funakoshi a rimanere in Giappone per diffondere la sua arte. All'età di 53 anni, Funakoshi abbandonò moglie e figli ad Okinawa, cominciando a vivere da solo a Tokyo, per far conoscere il karate. Non fece mai più ritorno ad Okinawa, decidendo personalmente di diffondere il Karate anche oltre i confini del Giappone.
Tra il 1926 e il 1930 Funakoshi diede un grande impulso alla diffusione del karate e consolidò ulteriormente in Giappone la sua fama di esperto; le università furono le principali sedi in cui il karate venne studiato e approfondito, subendo l’influsso di una matura ricerca filosofica e di una moderna ed evoluta metodologia di allenamento. Inizialmente il numero di studenti era veramente basso e Funakoshi fu costretto a vivere in povertà, occupandosi di innumerevoli lavori per procurasi di che vivere: lavora come portinaio in un pensionato per studenti, il suo lavoro principale è la pulizia quotidiana della casa e del giardino, la distribuzione della posta agli studenti e l'accoglienza dei visitatori. Il suo lavoro corrisponde all'affitto; gli occorre dunque guadagnare di che nutrirsi e per questo ottiene il permesso di utilizzare la sala conferenze per insegnare il karate.
Nonostante questo inizio difficile l’espansione del karate ebbe il suo via, soprattutto grazie ai molti viaggi che effettuarono i suoi allievi guidati dall’istruttore Takeshi Shimoda, il migliore tra gli studenti di Funakoshi e suo assistente personale, che si occupava di insegnare quando il maestro era impegnato. Shimoda era un esperto della scuola Nen-ryu di Kendo e aveva studiato anche nijitsu; purtroppo si ammalò poco dopo una dimostrazione fatta assieme al suo maestro e morì subito dopo. Il suo posto venne preso dal terzo figlio di Funakoshi, Gigo.
All'inizio gli allievi erano pochissimi, ma nell’arco di due o tre anni il numero degli adepti cominciò ad aumentare; gruppi di studenti di molte università formarono dei club di Karate ed in particolare il modo di insegnamento e di trasmissione del karate in Giappone si costituirà a partire dai rapporti gerarchici tra gli studenti, rapporti che formavano degli ingranaggi dinamici tra studenti ed ex-allievi della stessa università, non soltanto nel campo dello sport o delle arti marziali, ma anche nelle relazioni di lavoro all'interno di una stessa impresa o tra aziende diverse. Di fatto tutta la dinamica sociale giapponese si basa spesso su questo tipo di relazioni gerarchiche.
Intorno al 1935 un comitato di “amici del karate” cominciò a raccogliere fondi per aprire la prima palestra di karate. Fu così che nella primavera del 1936 Gichin Funakosci mise piede per la prima volta nella nuova palestra che portava il nome di SHOTOKAN mentre il nome scelto per la scuola fu SHOTOKAY. “Shoto” era lo pseudonimo con cui Funakoshi firmava le sue liriche letterarie e letteralmente significa “onde di pino”, “Kan” invece significa “Sala” e “Kai” “gruppo”. Quindi i due termini Shotokan e Shotokai significano rispettivamente sala dove si pratica lo "Shoto" e gruppo di coloro che praticano lo "Shoto". Nel 1938 Funakoshi cambiò gli ideogrammi del karate facendoli passare da “mano cinese” a “mano vuota” sottolineando così una indipendenza dalle arti cinesi e il tipo di tecniche usate (a mani vuote).
Nel 1949 Isao Obata fondò la Nihon Karate Kyokai NKK, a cui oggi appartengono il Dojo centrale Shotokan e la casa del Maestro Funakoshi, con lo scopo di aiutare il Maestro nello sviluppo del Karate-do. L’idea iniziale era quella di costituire un’associazione che includesse tutti i gruppi che praticavano il Karate-do, ma questo non accadde: anzi alcuni tra gli allievi di Funakoshi non presero parte a questa associazione, tra cui Shigeru Egami e Genshin Hironishi. Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 si ebbero le prime incomprensioni all’interno della NKK dovute soprattutto all’idea una sorta di “commercializzazione” del Karate, i più illustri maestri si separarono dalla NKK, che finì nelle mani dell’università di Takushoku. Nel 1951 lo Shotokai si riunisce e si presenta come una associazione vera e propria nel 1956; i suoi fondatori Gichin Funakoshi, Shigeru Egami e Genshin Hironishi avevano come obiettivo quello di preservare il karate, così come era nato, differenziandolo da quello che col tempo era diventato, ovvero solo un gesto atletico. Poiché l'interesse primario in un combattimento non era la vittoria sportiva, i vari colpi dovevano essere scagliati nei punti vitali senza provocare la morte: fu così introdotto il concetto di controllo dei colpi e quasi tutti i maestri rivendicarono questa importantissima e fondamentale innovazione, che consiste di far vibrare i colpi con la massima carica psicofisica e nell' arrestarli a pochi millimetri dal bersaglio contraendo (kime) i muscoli interessati ed emettendo il kiai.

             
G. Funakoshi e Takeshi Shimoda                                               Dojo "Shotokan" 1935

Il Maestro Funakoshi morì nell’ aprile del 1957, all'età di 89 anni. Lo Shotokai si preoccupò dell’organizzazione del Funerale, al quale la NKK non assistì e la Famiglia lasciò in eredità tutti i documenti del maestro, i nomi Shotokan e Shotokai e il suo simbolo la tigre allo Shotokai, come era suo desiderio. Shigeru Egami e Genshin Hironishi presero la direzione dello Shotokai, fino alla morte del Maestro Egami, avvenuta nel 1981, dopo la quale Hironishi ed i suoi allievi più anziani continuarono a dirigere lo Shotokai.

 

L'influenza di Yoshitaka nello Shotokan


Yoshitaka Funakoshi

Anche se morì molto giovane, non ancora quarantenne, nella primavera del 1945, Yoshitaka Funakoshi (o Gigo a seconda di come si leggano i due kanji che compongono il suo nome), terzo figlio del Maestro Gichin Funakoshi, ebbe una profonda influenza sul Karate moderno.
Alla tenera età di 7 anni gli fu diagnosticata la tubercolosi, una malattia mortale prima dell'avvento degli attuali antibiotici, e i dottori dichiararono che difficilmente avrebbe vissuto fino ai 20 anni di età.
Forse anche a causa della sua malattia, Yoshitaka sembrava aver deciso di allenarsi con tutte le sue energie per raggiungere il più alto livello di maestria possibile nell'arte del Karate prima di perdere la battaglia con la vita. Cominciò l'allenamento formale nel Karate-do all'età di 12 anni anche se il suo contatto con l'arte risaliva a qualche anno prima quando guardava il padre mentre praticava presso i suoi maestri.
Spesso invitato dai due Maestri del padre, provava ad eseguire qualche Kata e sebbene non fosse di corporatura particolarmente robusta, Yoshitaka era tremendamente potente; era, e lo è tuttora, da molti considerato tecnicamente e psicologicamente come il miglior karateka di sempre. Si dice che lo stesso M° Egami lo considerasse un genio del Karate e molti sono gli aneddoti che riguardano Yoshitaka anche se è molto difficile distinguere la realtà dalla leggenda.

Mentre suo padre fu l'artefice della trasformazione del Karate da semplice tecnica di combattimento in DO cioè Via di sviluppo fisico e spirituale, Yoshitaka sviluppò, sostenuto da altri importanti artisti marziali, una tecnica che differenziò totalmente il Karate-do giapponese dall'arte originaria di Okinawa. Nel periodo di collaborazio ne tra Funakoshi e suo figlio Yoshitaka venne aggiunto alla pratica del karate un sistema di graduazione di "kyu" e di "dan" di origine giapponese per designare i gradi degli allievi ed elaborare i corsi che vengono tenuti dagli allievi più anziani. Funakoshi delega, in ogni università, la responsabilità dell'insegnamento all'allievo anziano e più avanzato nel karate mentre lascia il dojo Shotokan a Yoshitaka.
Benché di salute cagionevole fin dall'infanzia, Yoshitaka diventa alla fine, al prezzo di sforzi appassionati, un esperto incontestabile della propria arte. Apporta al karate di suo padre parecchie modifiche, che quest'ultimo non sempre apprezza: introduce maggiore ampiezza e dinamismo nell'esecuzione delle tecniche e prende l'iniziativa di introdurre l'esercizio del combattimento libero nel suo insegnamento. Questo riuscì male accetto a suo padre che non aveva mai dato parere favorevole alla pratica del combattimento libero, poiché il combattimento è per la vita o la morte e al quale ci si poteva esercitare mediante pratiche di allenamento convenzionali dove ognuno cercava quotidianamente di superare i propri limiti. Numerosi conflitti erano sorti con i suoi allievi proprio per questa ragione e spesso capitava che alcuni praticassero il combattimento libero in assenza del loro maestro per provare le proprie capacità; lo stesso Yoshitaka si impegnava parecchio allo scopo di riuscire ad elaborare tecniche efficaci proprio per tale pratica. La sua forza di volontà e la sua forza fisica furono gli strumenti per la creazione delle nuove tecniche: furono studiate le posizioni basilari del karate, rendendole più basse e stabili in modo da sollecitare i muscoli delle gambe con uno sforzo controllato. Si scoprì inoltre l’effetto che la rotazione dell’anca produceva sulle tecniche di pugno e sui calci, constatando che tale azione manifestava un sensibile incremento della potenza con cui le tecniche venivano eseguite. Così, mentre l'antico to-de enfatizzava le tecniche di braccia, Yoshitaka scoprì ed introdusse nuove tecniche di gamba: Mawashi Geri (calcio circolare), Yoko Geri Kekomi (calcio laterale spinto), Yoko Geri Keage (calcio laterale frustato), Fumikomi (calcio battente), Ura Mawashi Geri (calcio circolare inverso) (anche se probabilmente questa tecnica venne introdotta dal M° Kase) ed Ushiro Geri (calcio all'indietro). Le tecniche di gamba venivano eseguite ricorrendo ad un più alto caricamento del ginocchio rispetto allo stile precedente. Altre innovazioni furono la torsione del busto alla posizione di semiprofilo (hanmi) e la distensione della gamba posteriore con rotazione dei fianchi nel momento dell'esecuzione delle tecniche, per realizzare l'idea di deviare l'attacco con tutto il proprio corpo.
Yoshitaka insisteva sull'importanza di utilizzare posizioni basse ed attacchi lunghi con attacchi concatenati, caratteristiche che differenziarono totalmente la pratica rispetto a quella del Karate di Okinawa; insistette molto inoltre sull'oi zuki (colpo di pugno che prosegue) e sul gyaku zuki (colpo di pugno opposto). Queste nuove conoscenze vennero incluse nel khion (tecniche di base) del karate shotokan, per cui, dopo il 1936, i kata furono riveduti e corretti per renderli più congeniali al dinamismo del nuovo stile.
Gli allenamenti erano durissimi; Yoshitaka richiedeva ai suoi studenti il doppio delle energie che avrebbero speso in uno scontro reale per essere certo che sarebbero stati pronti a reagire in caso di bisogno. Ma di fatto si acuisce sempre più il divario tra i modi di praticare e di insegnare il ka rate del padre e quelli del figlio, tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello morale. Yoshitaka Funakoshi morì nei primi mesi del 1945, e la sua morte, forse, venne accelerata dalla notizia che il dojo di suo padre era stato distrutto durante un’incursione aerea nordamericana.
Lo stile attuale dello Shotokan proviene quindi di fatto più da Yoshita
ka che da suo padre.
 
Lo Shotokan dopo la guerra mondiale
 
Nel 1945 il dojo Shotokan, sette anni dopo la sua costruzione, fu annientato sotto i bombardamenti americani; terminata la guerra il governo di McArtur proibì la pratica delle arti marziali per la durata di due anni, trascorsi i quali i maestri sopravvissuti alla guerra e i loro allievi poterono tornare a riprendere gli allenamenti. Funakoshi, a 80 anni, ritorna a Tokyo e i suoi allievi anziani usciti dalle diverse università cominciarono a raggrupparsi per riformare la scuola Shotokan. Nel 1949 venne costituita la Japan Karate Association (J.K.A.) con alla testa Gichin Funakoshi, ma agli inizi degli anni Cinquanta le divergenze di opinione sui modi di praticare e di insegnare il karate ed anche sull'organizzazione della scuola crearono nuovi conflitti. Nel 1952, all’età di 84 anni, Funakoshi compì una tournèe nelle basi aeree americane per promuovere la diffusione del Karate stile shotokan; il numero dei praticanti continuò ad aumentare di anno in anno e così anche le contraddizioni in seno alla scuola.
Quando Gichin Funakoshi muore nel 1957, all'età di 89 anni, sulla sua pietra tombale furono incise le parole “karate ni sente nashi” (nel karate non attaccare mai per primo).
 
La tomba del M° Funakoshi
 
Alla morte dei due Maestri Shigero Egami e Geshin Hironishi le divergenze tra gli allievi si fecero sempre più evidenti, e coloro che dovevano trasmettere l’eredità del Maestro Funakoshi, formarono diverse associazioni seguendo differenti concezioni per quanto riguardava la pratica del Karate Do. Durante gli ultimi decenni sono comparse all’interno dello Shotokai due correnti distinte: una evolutiva ed una classica. Dopo la morte di Egami avvenuta nel 1981, la corrente classica continua con il nome di Shotokai mentre la corrente evolutiva prende il nome di Shintaido. Quest’ultima è una corrente mistica che, partendo dalla pratica tradizionale del karatedo, ricerca l’energia Ki, nel senso più mistico del termine.