RESISTENZA

Per resistenza si intende la capacità dell’organismo di svolgere, per un lungo periodo di tempo, una qualsiasi attività, senza che si determini per questo una diminuzione di efficacia nell’esecuzione. In altri termini possiamo indicare la resistenza come la facoltà di contrastare l’affaticamento.
Il livello di resistenza in primo luogo è determinato dalla capacità cardiovascolare, dal metabolismo delle riserve energetiche, dal sistema nervoso e dagli organi di senso. Un ruolo importante e quindi l’economizzazione di tutte le funzioni e riserve organiche. La qualità della resistenza è in oltre influenzata dalla coordinazione dei movimenti e dalla forza “volitiva” dell’individuo.
La valutazione della resistenza di un individuo è il tempo nel quale sia in grado di mantenere costante un’attività con una determinata intensità.

Le metodologie per misurare la resistenza si possono suddividere in:

Metodo diretto: Si propone al soggetto un compito qualsiasi (per esempio correre ad una determinata velocità), mantenendo una determinata intensità di lavoro, quando questa cala viene determinato il suo limite di resistenza.
Metodo indiretto: E’ la determinazione del tempo necessario per compiere una lunga distanza per, esempio 10 000 metri. Il tempo impiegato in questo caso è il parametro che determina l’intensità del lavoro e l’affaticamento.

Possiamo distinguere quattro tipi di affaticamento:

Affaticamento mentale: questo è quando dobbiamo risolvere problemi matematici o nel gioco degli scacchi, o dopo aver studiato a lungo o letto.
Affaticamento sensoriale: avviane con la stressante attività degli organi di senso, per esempio l’affaticamento degli occhi dopo una lunga guida notturna o negli sport dove bisogna mantenersi sempre vigili, o l’assordante rumore protratto nel tempo che può alzare la soglia uditiva rendendoci meno sensibili agli stimoli acustici.
Affaticamento emozionale: come conseguenza di situazioni emotive intense. La componente emotiva della fatica interviene sempre dopo la partecipazione ad una competizione importante , dopo l’esecuzione di un esercizio in cui debba essere vinta una paura.
Affaticamenti fisico: è l’indebolimento fisico prodotta da un lavoro muscolare.

Sebbene in ogni attività fisica siano presenti tutti gli stati di affaticamento, nella attività sportiva viene particolarmente studiata la possibilità di miglioramento dell’affaticamento fisico.
L’attività fisica può essere di molteplici forme e la resistenza, viene considerata in relazione ad una determinata attività, in questo caso parliamo di resistenza specifica. Infatti dobbiamo fare distinzione tra sport e sport la resistenza tipica del maratoneta non può essere confrontata con la resistenza del pugile o del saltatore. I tipi di resistenza specifica possono essere numerosi.
Discriminiamo ora l’affaticamento in base al volume muscolare impegnato nel lavoro, abbiamo:


Un affaticamento locale
, quando 1/3 del volume muscolare viene impiegato nel lavoro;
Un affaticamento regionale
, quando da 1 a 2/3 della massa muscolare partecipa all’attività.;
Un affaticamento globale
, quando più di 2/3 dei muscoli partecipano al lavoro.

Il lavoro locale non è associato ad un interessamento importante del sistema cardiovascolare, e le cause di affaticamento vanno ricercate a livello neuro muscolare. In questo caso sono i processi inibitori, di protezione, nei centri nervosi che rivestono un’importanza considerevole. Una notevole capacità di resistenza localizzata non è sinonimo di resistenza generale.
Quando invece più di due terzi delle muscolatura partecipa al lavoro, il dispendio energetico è notevole. Questo fatto impone una notevole sollecitazione del sistema di scambio energetico sia nell’apparato respiratorio che in quello cardiovascolare. Oltre alla disponibilità di energia dell’organismo, sono le possibilità funzionali degli organi deputati al trasporto ed all’utilizzo delle risorse che spesso limitano la capacità di rendimento.