eMail: ticcig@libero.it

GIOVANNI  TICCI  via G. Catani, 34/a  PRATO - ITALY

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20/09/08 to 27/09/08

Isola Ventotene - Italy

IOTA EU-045  .   I.I.A. LT-011

STORIA ........ L'isola di Ventotene è il residuo di un antico vulcano preistorico. Lunga meno di tre chilometri è ricca di storia e di antiche vestigia, nonché di  un mare tra i più belli ed esclusivi del Mediterraneo.
L'epoca romana ha lasciato le tracce più significative, tra i quali il grande complesso residenziale di "Villa Giulia", sontuosa dimora della figlia dell'imperatore Augusto, esiliata all'isola di Ventotene per punirla della sua disordinata condotta; si può ammirare il "porticciolo romano", scavato nella roccia vulcanica, autentico capolavoro dell'ingegneria portuale romana, che ancora oggi è l'approdo più sicuro dell'isola. Da non perdere inoltre il murenaio, le peschiere, le saliere, la necropoli di Calabattaglia ed il museo dove si trovano le meraviglie della ricchezza archeologica di Ventotene.
Il mare incontaminato, i fondali profondi e ricchi di fauna stanziale offrono un habitat ideale per la riproduzione di innumerevoli specie di pesci pelagici e per il transito di branchi di cetacei quali delfini, balene e capodogli. La posizione e la particolarità dell'isola permette a migliaia di uccelli migratori di sceglierlo come luogo di sosta durante il volo dal sud dell'Africa al nord dell'Europa. Queste caratteristiche hanno fatto sì che Ventotene fosse inserita tra i parchi marini e terrestri istituiti nel 1999 dal Ministero dell'Ambiente. Ventotene dispone di tre spiagge attrezzate, denominate Calarossano, Parata Grande e Calanave che sono raggiungibili a piedi. In località Punta dell'Arco, a pochi passi dall'Hotel è stato istituito recentemente un Osservatorio Ornitologico che studia il passaggio dell' "avifauna mediterranea" e sono riscontrabili centinaia di specie diversi di uccelli, tra cui la cicogna bianca e gru. 

A poco più di un miglio marino da Ventotene si trova l'isola di Santo Stefano dominata dall'imponente mole del penitenziario costruito nel 1700 dall'architetto Francesco Carpi che progettò un ergastolo modello su incarico di Ferdinando IV Re di Napoli ed utilizzato fino al 1965, quando fu abbandonato.
L'isola di S. Stefano è completamente disabitata, è meta di escursioni e visite guidate e dispone solo di piccoli approdi. I fondali sono un autentico paradiso per i sub, si possono ammirare pareti ricoperte da gorgonie rosse impreziosite dai delicati intrecci delle "rose" di mare, che assumono dimensioni raramente riscontrabili altrove.

VISITA il SITO della nostra residenza a VENTOTENE :  : www.belvedereventotene.it

VENTOTENE ISLAND: FOTO ALBUM 

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WORKING CONDITION:

RADIO:   
FT YAESU 897 - ICOM 7000 - ICOM 751A -
ANTENNE:    DIPOLO INV-V PER 40 - DIPOLO INV-V PER 20 - DIPOLO INV-V PER 80

AMPLIFICATORI:     KENWOOD 922 - SLA 300 STATO SOLIDO SOMMERKAMP 

 


 

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21/06/08 to 28/06/08

Isola LAMPEDUSA - Italy 

IOTA AF-019  .   I.I.A. AG-001

STORIA La Lampedusa di oggi - luogo di vacanze e relax - la conosciamo tutti, chi più chi meno. Ma dietro il suo fascino a Lampedusa si cela una storia antica e ancora adesso un po' misteriosa.
Insieme a Linosa e Lampione, Lampedusa fa parte dell'arcipelago della Pelagie, parola che in greco vuol dire isole d'alto mare . Il significato di "Lampedusa" - invece - è incerto. Chiamata prima Lopadusa, Lampadusa o Lambidusa, molto probabilmente trae il suo nome definitivo dai lampi, che spesso si scagliavano come ira divina sull'isola, terrorizzando i naviganti.
Grazie alla posizione al centro del Mediterraneo, Lampedusa fu sin dall'antichità meta appetibile, come testimoniano i numerosi resti archeologici, che si trovano soprattutto nel mare che la circonda, ricco di relitti di navi e oggi meta ideale per immersioni ( vedi diving ) storico-naturalistiche.
Fenici, Greci, Romani e Arabi si susseguirono nel giro dei secoli. I Romani la utilizzarono come ultima base per le spedizioni contro Cartagine all'epoca delle Guerre Puniche. Fu quindi occupata dai Saraceni, scacciati nell'813 dal telesiarca greco Gregorio. Da allora su Lampedusa cala per diversi secoli il silenzio, che si interrompe solo nel quattrocento, quando riappaiono notizie documentate.
Nel 1430 Alfonso V d'Aragona, primo re di Napoli, accordò a Giovanni De Caro dei baroni di Montechiaro tutti i poteri sull'isola.
Nel 1630 Carlo II di Spagna concesse alla famiglia di Giulio Tomasi, avo dell'autore del Gattopardo, la proprietà dell'isola e il titolo di "principe di Lampedusa". Poco più di duecento anni dopo, nel 1839, il principe vendette l'isola a Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, il quale darà vita alla moderna Lampedusa, con importanti interventi strutturali come la costruzione di strade, uffici, palazzi e perfino di un cimitero!
Nel 1860 l'arcipelago, caduto il regno delle Due Sicilie, venne annesso all'Italia e il governo del nuovo Stato decise di trasferire a Lampedusa una colonia penale, rimasta in funzione sin dopo la seconda guerra mondiale.
Le tappe, o sarebbe meglio dire le conquiste, nella storia moderna dell'isola sono poche, ma di vitale importanza.
1878: Lampedusa e Linosa diventano comune autonomo; 1951: prima centrale elettrica; 1963: primo collegamento telefonico e installazione di un dissalatore; 1968: inaugurazione dell'aeroporto civile;Lampedusa deve la sua moderna fama, o per lo meno la notorietà internazionale, al colonnello libico Gheddafi, che nell'aprile del 1986 ordinò il lancio contro l'isola di due missili scud, fortunatamente mai andati a segno, ammarando poco lontano, nel tratto di mare di fronte a Cala Ponente.

ECONOMIA L'economia di Lampedusa, come è consuetudine nella maggior parte delle isole, si è sempre basata sulla pesca e sulle attività che ne derivano. Infatti, la principale ricchezza dell'isola è stata a lungo il pesce azzurro che, oltre ad essere la preda ambita dei tanti pescherecci lampedusani, era la materia prima delle industrie conserviere dedite alla conservazione di sgombri, alici e acciughe, sia sott'olio che in salamoia.
Ancora oggi, passeggiando sul molo del porto antico, lo sguardo del visitatore può cogliere nelle carcasse di imbarcazioni abbandonate nei grandi capannoni dimessi, e spesso trasformati in depositi o in sedi diving , quelli che erano i segni di un'attività ormai abbandonata perché non più redditizia.
Un'altra attività tradizionale è stata per secoli la pesca delle spugne, di cui furono scoperti nell'ottocento ricchi banchi proprio nel mare circostante. Lavorazione e essiccazione delle spugne hanno rappresentato una fonte di reddito fino al sopravvento delle spugne sintetiche e, soprattutto, alle selvagge razzie di pescatori senza scrupoli.
Oggi l'economia di Lampedusa si basa principalmente sul turismo. Sono le attività commerciali a rappresentare il florido presente dell'isola. Quasi tutti i lampedusani lavorano per i loro ospiti, che fanno di questo lembo di terra quasi africana la meta delle loro vacanze. Armati soprattutto di buona volontà, molti lampedusani si sono cimentati nel turismo. Qualche volta nei servizi offerti si sente la mancanza di un'adeguata preparazione professionale, ma è anche vero che il carattere aperto e schietto della gente dell'isola aggiunge quel pizzico di genuino, che toglie il sapore troppo spesso asettico di certe vacanze da grand'hotel. ... e speriamo che proprio questo sia un augurio per mantenere vive le tradizioni più vere dei tempi andati.


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24/10/07 to 01/11/07

TANZANIA - ZANZIBAR 

IOTA AF-032  .   Zone  37 ITU  53

L'isola fu controllata dal Portogallo a partire dal 1503.
Nel 1698 Zanzibar divenne parte dei possedimenti d'oltremare dell'Oman. Il 6 aprile 1861, a seguito di una battaglia per la successione alla carica di sultano dell'Oman, Zanzibar e Oman si divisero in due principati separati. Sayyid Majid bin Said Al-Busaid (1834/5-1870), figlio di Sayyid Said bin Sultan Al-Busaid, divenne Sultano di Zanzibar, mentre suo fratello Sayyid Turki bin Said Al-Busaid (1832-1888) divenne Sultano di Oman.
In quel periodo, il Sultano di Zanzibar controllava anche una porzione significativa della costa africana orientale, ovvero la regione allora nota come Zanj, che includeva tra l'altro Mombasa e Dar es Salaam. Nel novembre 1886, una commissione tedesco-britannica stabilì con precisione i confini dello Zanj, identificato con una striscia di terra di 10 miglia nautiche di larghezza ed estesa in altezza da Cape Delgado (oggi in Mozambico) fino a Kipini (Kenya), incluse tutte le isole lungo la costa e diverse cittadine oggi appartenenti alla Somalia. Durante il periodo dal 1887 al 1892, il Sultano perdette tutti questi possedimenti, che passarono a Gran Bretagna, Germania e Italia, sebbene alcune furono formalmente vendute o cedute solo nel XX secolo (per esempio, Mogadiscio passò all'Italia nel 1905 e Mombasa al Kenya nel 1963).
L'Impero britannico gradualmente assunse il controllo della regione e la posizione tra Zanzibar e l'impero stesso venne formalizzata nel 1890 dal Trattato di Helgoland-Zanzibar nel quale la Germania si impegnò a non interferire con gli interessi inglesi nell'isola di Zanzibar, che divenne un protettorato dell'Impero quello stesso anno. Un timido tentativo da parte dei tedeschi di intervenire nel controllo dell'isola in modo indiretto si concluse con il brevissimo conflitto della guerra anglo-zanzibariana, nel 1896.
All'inizio gli inglesi nominarono dei vicari (visir) dal 1890 fino al 1913, e poi dei cosiddetti Residenti inglesi dal 1913 al 1963.
Nel 1896 si scatenò la breve guerra anglo-zanzibariana per la successione del Sultano Hamad bin Thuwaini e terminò con l'ascesa del sultano Hamoud bin Mohammed. Acconsentendo alle richieste inglesi, il sultano pose fine al ruolo di centro per il commercio di schiavi dell'isola iniziato sotto l'occupazione dell' Oman nel diciassettesimo secolo proibendo la schiavitù e liberando gli schiavi nel Paese.
Il 19 dicembre 1963 Zanzibar ricevette l'indipendenza dal Regno Unito come monarchia costituzionale sotto il sultano. Questa situazione durò poco: il sultano fu rovesciato il 12 gennaio 1964, e il 26 aprile Zanzibar si unì con lo stato del Tanganika per formare la Tanzania, della quale fa parte ancora oggi. La rivolta che seguì l'indipendenza segnò il rovesciamento della classe dirigente araba e fu accompagnata da violenze nei confronti degli arabi che in alcuni casi assunsero i tratti del genocidio.[1] In meno di due settimane furono uccisi fra i 5.000 e i 12.000 arabi (su un totale di 22.000); molti altri furono imprigionati e subirono la confisca di tutti i beni.[2] Le rivalità tra gli abitanti dell'isola principe, Zanzibar, e la più piccola Isola di Pemba, e il conflitto tra i sostenitori e gli oppositori dell'unità con la Tanzania, continuarono a lungo. I due partiti più importanti dell'arcipelago, il Chama Cha Mapinduzi (CCM) e il Civic United Front (CUF) di Pemba, si scontrarono in modo particolarmente violento durante le elezioni del 1995. Alla vigilia delle elezioni, gli abitanti di Pemba furono vittime di nuovi episodi di violenza etnica.
Il fragile periodo di calma che seguì fu di nuovo sconquassato dalle elezioni del 2000 e dalla conseguente violenza scoppiata a Pemba nel gennaio del 2001. In seguito, rinnovati sforzi al dialogo tra il CCM e il CUF hanno ripristinato un clima più pacifico, anche se pochi progressi sono stati fatti per risolvere i problemi esistenti. Il permanere delle tensioni ha portato ad occasionali atti di violenza; si sono registrati attentati contro personaggi pubblici e contro un hotel frequentato da turisti (nel 2004).


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2 - 9 JUNE 2007

PANAREA ISLAND

IOTA EU-017  .   IIA  ME-006

 

 

Working Conditions: RIG: YAESU FT 897 - 100 WATTS  - ANTENNA:  WINDOW 10-12-17-20-30-40 METERS

Many Thanks to:   www.hoteltesoriero.it

Album Foto Panarea (1/1)
 
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Many Thanks... 73 de Giovanni IK5BCM

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