Vecchio San Paolo
Come indicato nei manuali di propaganda politica ogni tanto, non
potendo inaugurare qualcosa, si riannuncia qualche prossima
realizzazione del regime.
Così, in questi giorni, il sindaco decadente ha annunciato che andiamo
avanti sul Vecchio San Paolo.
Questo annuncio spiega molto bene perché a Savona molte opere pubbliche
siano bloccate, sia che siano da iniziare ( piscina) o in corso (Via
Tissoni) o concluse (macello e raccordo con autostrada): si tratta di un
micidiale mix di arroganza e dilettantismo.
Il problema fondamentale del Vecchio San Paolo, problema per cui la
vicenda sarà bloccata per anni, è che si è gestito un appalto concorso
(cioè un tipo di appalto in cui i partecipanti offrono ciascuno su
proprio progetto) chiamandolo strumentalmente cessione di diritti, come
se fosse una operazione finanziaria. Di conseguenza non hanno ritenuto
di applicare la severa normativa dell'appalto concorso (commissione
giudicante composta da esperti estratti a sorte) ma hanno fatto una
commissione generica (con prof. di filosofia di fiducia diretta del
potere consolidato). Però poi hanno dovuto applicare il metodo
dell'appalto concorso nel meccanismo di aggiudicazione, per cui il
professore di filosofia ha dovuto dare punti di valutazione su aspetti
progettuali impiantistici (anche se l'essere professore di filosofia non
gli ha impedito di valutare in modo molto differenziato i
diversi concorrenti dando 10-11 punti, per tre parametri di giudizio, al
progetto poi risultato vincitore e 0-1punti ai progetti
concorrenti). Nessun tribunale approverà mai una simile procedura.
Questo errore, connesso con il desiderio di avere commissari di assoluta
fiducia, è solo l'ultimo della vicenda:
- il primo errore è stato la sopravvalutazione dell'immobile (7
milioni di euro): la conseguenza è che i partecipanti hanno dovuto
violentare la struttura per ricavare un utile interessante
(sopraelevazione di un piano per un concorrente e taglio dei pali di
fondazione con realizzazione di un parcheggio per un altro);
- il secondo errore è stato quello di non fare un progetto a spese del
comune, confrontarlo con tutti, compresa la Sovrintendenza, e quindi
metterlo in gara: certo in questo caso invece di avere due o tre
partecipanti ne avremmo avuto venti o trenta (infatti i partecipanti non
avrebbero dovuto sostenere il costo del progetto e quindi ben più
numerosi sarebbero stati interessati) e la gara sarebbe stato ben più
competitiva; con una maggiore concorrenza avremmo avuto il prezzo di
cessione più vantaggioso.
Questi errori sono gravissimi e ben maggiori del merito iniziale che va
riconosciuto al sindaco e cioè di avere concluso l'accordo con l'ASL
sulla proprietà (accordo che invece Gervasio aveva impedito).
Più grave di tutti è comunque l'errore di non riconoscere gli errori e
di andare avanti fino alla facciata finale contro il muro del Tribunale.
A meno che i tre partecipanti non si mettano d'accordo con un po' di
polpa per ciascuno. Anche in questo caso è da aspettarsi un esposto di
un qualunque cittadino per impedire che una gara che dovrebbe essere
competitiva, a vantaggio della collettività, si trasformi in un accordo
ristretto, inevitabilmente a spese del Comune.
Saluti
R. Cuneo