MENTRE IL
GRUPPO DEI VERDI PARLA DI VIOLAZIONE DEI PATTI E DISERTA LE RIUNIONE
DELLA GIUNTA
Sulla
caccia maggioranza divisa
Orsi denuncia Burlando: «Calendario in ritardo»
La stagione di caccia non è ancora cominciata ma
in Regione sul nuovo calendario venatorio è subito scontro duro. Non
solo tra opposizione e maggioranza ma anche all’interno della stessa
coalizione. Senza contare i segni di legittima inquietudine da parte
delle più importanti associazioni ambientaliste che non esitano a
criticare la giunta Burlando tacciandola di avere tradito le promesse
elettorali.
Ed è proprio il presidente ad essere la prima
«vittima» delle polemiche: il vicepresidente del consiglio regionale
Franco Orsi Forza Italia, cacciatore, ex assessore ai Parchi (durante la
campagna elettorale aveva evidenziato con soddisfazione come durante il
suo mandato la superficie di aree protette fosse fortemente diminuita)
ha scritto al dirigente del Corpo di Polizia provinciale di Genova per
segnalare la violazione da parte di Burlando del comma IV dell’articolo
34 della legge 29/1994 che prevede che entro il 15 giugno di ogni anno
il presidente promulghi il calendario venatorio regionale. Si tratta di
un documento di programmazione nel quale devono essere contenute le
specie cacciabili, le giornate di caccia, il carniere giornaliero e
stagionale, l’orario di inizio e fine attività venatoria e altro ancora.
Insomma, tutte le indicazioni per lo svolgimento della stagione
venatoria che garantiscano il rispetto delle leggi nazionali e delle
direttive comunitarie. «E’ una violazione delle legge - ha spiegato Orsi
- sono stato costretto a intraprendere questa iniziativa».
La giunta non ha perso tempo e l’assessore alla
Caccia Giancarlo Cassini ha subito presentato il nuovo calendario
venatorio sostanzialmente identico a quello varato dalla giunta di
centrodestra, in cui le associazioni ambientaliste avevano individuato
svariate e pesanti violazioni della legge nazionale 157/92 e delle
severissime norme europee (la violazione delle quali fa salire l’Italia
al primo posto come Nazione indisciplinata): fra queste anche la
possibilità di cacciare durante le ore serali, di abbattere specie
protette e persino di sparare nelle aree attraversate dal fuoco.
L’assessore Giancarlo Cassini ha subito precisato: «Ci sono maggiore
restrizioni e comunque presto verrà discussa una nuova legge». Ma le
rassicurazioni sulle restrizioni previste dal «nuovo» calendario
venatorio non sono state sufficienti al partito del Sole che ride e i
Verdi hanno annunciato una dura battaglia. «Da oggi - ha detto
arrabbiata la capogruppo Cristina Morelli - i Verdi non parteciperanno
più a riunioni di maggioranza». Insomma un incidente che rischia di
incrinare i rapporti all’interno della neocoalizione, fra l’altro su un
settore che interessa appena lo 0,3 per cento della popolazione italiana
che - secondo i sondaggi - per il 78 per cento è schierata a favore
dell’eliminazione della caccia. Per i Verdi, «come previsto dagli
accordi elettorali», il calendario venatorio andava modificato». Appena
conosciuta la decisione della giunta, la Morelli si è infuriata e il
vicepresidente della giunta, Massimiliano Costa, ha cercato di calmarla
nei corridoi del Palazzo della Regione. Cassini ha gettato acqua sul
fuoco: «Le modifiche alla legge verranno presentate nel momento in cui
metteremo in discussione l’attuale normativa sulla caccia».
I Verdi però non ci
stanno: «È gravissimo pensare che una giunta di centrosinistra confermi
e inviti all’illegalità. Di certo un atteggiamento come quello espresso
dalla giunta non ci rappresenta - hanno detto Cristina Morelli e Carlo
Vasconi, consigliere regionale verde - e ne prendiamo le distanze così
come le prendiamo da questa maggioranza che sembra solo portare avanti
interessi di piccole o grandi botteghe». La Morelli ha parlato di
rottura di un patto: «Se l’ottusità dei nostri alleati è tale da non
accorgersi che hanno rotto un accordo con un partito della maggioranza
in nome di qualche voto di estremista cacciatore che chiede di sparare a
poveri uccellini migratori anche dopo il tramonto (cosa vietata dalla
normativa nazionale) perchè così sono più deboli e quindi più facilmente
abbattibili - dice Morelli - e sono pronti a concedere la caccia anche
nelle aree incendiate (altra cosa vietata dalla normativa nazionale),
credo che abbiano davvero toccato il fondo».
Giulio
Geluardi
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