La Stampa 03 Luglio 2005

 

MENTRE IL GRUPPO DEI VERDI PARLA DI VIOLAZIONE DEI PATTI E DISERTA LE RIUNIONE DELLA GIUNTA


Sulla caccia maggioranza divisa


Orsi denuncia Burlando: «Calendario in ritardo»
 
La stagione di caccia non è ancora cominciata ma in Regione sul nuovo calendario venatorio è subito scontro duro. Non solo tra opposizione e maggioranza ma anche all’interno della stessa coalizione. Senza contare i segni di legittima inquietudine da parte delle più importanti associazioni ambientaliste che non esitano a criticare la giunta Burlando tacciandola di avere tradito le promesse elettorali.
Ed è proprio il presidente ad essere la prima «vittima» delle polemiche: il vicepresidente del consiglio regionale Franco Orsi Forza Italia, cacciatore, ex assessore ai Parchi (durante la campagna elettorale aveva evidenziato con soddisfazione come durante il suo mandato la superficie di aree protette fosse fortemente diminuita) ha scritto al dirigente del Corpo di Polizia provinciale di Genova per segnalare la violazione da parte di Burlando del comma IV dell’articolo 34 della legge 29/1994 che prevede che entro il 15 giugno di ogni anno il presidente promulghi il calendario venatorio regionale. Si tratta di un documento di programmazione nel quale devono essere contenute le specie cacciabili, le giornate di caccia, il carniere giornaliero e stagionale, l’orario di inizio e fine attività venatoria e altro ancora. Insomma, tutte le indicazioni per lo svolgimento della stagione venatoria che garantiscano il rispetto delle leggi nazionali e delle direttive comunitarie. «E’ una violazione delle legge - ha spiegato Orsi - sono stato costretto a intraprendere questa iniziativa».
La giunta non ha perso tempo e l’assessore alla Caccia Giancarlo Cassini ha subito presentato il nuovo calendario venatorio sostanzialmente identico a quello varato dalla giunta di centrodestra, in cui le associazioni ambientaliste avevano individuato svariate e pesanti violazioni della legge nazionale 157/92 e delle severissime norme europee (la violazione delle quali fa salire l’Italia al primo posto come Nazione indisciplinata): fra queste anche la possibilità di cacciare durante le ore serali, di abbattere specie protette e persino di sparare nelle aree attraversate dal fuoco. L’assessore Giancarlo Cassini ha subito precisato: «Ci sono maggiore restrizioni e comunque presto verrà discussa una nuova legge». Ma le rassicurazioni sulle restrizioni previste dal «nuovo» calendario venatorio non sono state sufficienti al partito del Sole che ride e i Verdi hanno annunciato una dura battaglia. «Da oggi - ha detto arrabbiata la capogruppo Cristina Morelli - i Verdi non parteciperanno più a riunioni di maggioranza». Insomma un incidente che rischia di incrinare i rapporti all’interno della neocoalizione, fra l’altro su un settore che interessa appena lo 0,3 per cento della popolazione italiana che - secondo i sondaggi - per il 78 per cento è schierata a favore dell’eliminazione della caccia. Per i Verdi, «come previsto dagli accordi elettorali», il calendario venatorio andava modificato». Appena conosciuta la decisione della giunta, la Morelli si è infuriata e il vicepresidente della giunta, Massimiliano Costa, ha cercato di calmarla nei corridoi del Palazzo della Regione. Cassini ha gettato acqua sul fuoco: «Le modifiche alla legge verranno presentate nel momento in cui metteremo in discussione l’attuale normativa sulla caccia».
I Verdi però non ci stanno: «È gravissimo pensare che una giunta di centrosinistra confermi e inviti all’illegalità. Di certo un atteggiamento come quello espresso dalla giunta non ci rappresenta - hanno detto Cristina Morelli e Carlo Vasconi, consigliere regionale verde - e ne prendiamo le distanze così come le prendiamo da questa maggioranza che sembra solo portare avanti interessi di piccole o grandi botteghe». La Morelli ha parlato di rottura di un patto: «Se l’ottusità dei nostri alleati è tale da non accorgersi che hanno rotto un accordo con un partito della maggioranza in nome di qualche voto di estremista cacciatore che chiede di sparare a poveri uccellini migratori anche dopo il tramonto (cosa vietata dalla normativa nazionale) perchè così sono più deboli e quindi più facilmente abbattibili - dice Morelli - e sono pronti a concedere la caccia anche nelle aree incendiate (altra cosa vietata dalla normativa nazionale), credo che abbiano davvero toccato il fondo».

Giulio Geluardi