4 settembre 2005
Di cosa ha bisogno Savona
Note per i programmi elettorali
Tra i tanti indirizzi che possono essere considerati opportuni per migliorare le prospettive di qualità della vita di Savona, qui di seguito espongo quelle che ritengo prioritari.
Rilancio concreto dell’economia con lo sviluppo dell’occupazione
A Savona la deindustrializzazione ha avuto effetti peggiori rispetto al resto di Italia. Altrove si è avuta una ristrutturazione con chiusura di grandi stabilimenti e nascita di unità produttive più piccole, focalizzate su nicchie di mercato, con grandi investimenti tecnologici. Gli spazi lasciati dalla grande industria sono stati occupati da centri direzionali e da piccole industrie e da artigiani molto attrezzati operanti sul mercato mondiale. Si è così ottenuto uno spostamento occupazionale dall’industria all’artigianato ed ai servizi, pur con forti traumi e con conflitti generazionali.
A Savona gli spazi occupati dall’industria in fase di chiusura sono invece stati destinati alla costruzione di residenze o centri commerciali con una perdita netta di occupazione e di flusso di reddito per la città. Il fenomeno è stato aggravato da una evidente continua speculazione in quanto le aree sono state acquistate con il vincolo industriale e quindi a bassissimo prezzo per poi ottenere dal Comune la destinazione residenziale o commerciale, lucrando quindi sull’incremento di valore delle aree.
Una città di 60.000 abitanti non può vivere di soli servizi (amministrazione, commercio e turismo) ma deve avere un flusso di stipendi e di compensi a professionisti, generato dalle attività produttive, per mantenere un livello complessivo di economia, congruente con le strutture esistenti. Va sottolineato che un’area, se destinata ad attività produttive, può generare un valore aggiunto doppio rispetto al valore aggiunto che sarebbe prodotto se fosse stata destinata alla grande distribuzione. L’uso residenziale dà invece un valore aggiunto minimo.
Le aree sono la risorsa scarsa del territorio savonese e, per quanto possibile, devono essere destinate alle attività produttive ed alla grande infrastrutturazione, in particolare di servizio al porto. Le residenze, invece, possono essere ottenute con la ristrutturazione dell’esistente (Savona dispone di un patrimonio edilizio che potrebbe accogliere 104.000 abitanti) e con la edilizia nella fascia interna e collinare. Al contrario se un imprenditore industriale volesse venire a Savona attratto, ad esempio, dai flussi di merce portuale, non troverebbe un metro quadrato disponibile per la sua attività.
E’ prioritario rilanciare l’economia con lo sviluppo di strutture produttive ed infrastrutturali: per fare questo, nell’immediato:
Le aree Metalmetron sono le uniche che possono ospitare in modo ottimale strutture produttive per la loro dimensione, per la contiguità con il PAIP, per la vicinanza con i nodi autostradale e ferroviario. Possono ospitare 400 addetti, per iniziative di Savona e di investitori esterni.
Preservazione e sviluppo del fronte mare
Nonostante le forti dichiarazioni dell’attuale amministrazione, di tutela e sviluppo del fronte mare, gli atti reali sono solo di grave compromissione, in particolare per il riempimento previsto per la zona di Miramare (le attuali Funivie) dove l’Autorità Portuale ha deciso di mettere i capannoni della nautica da diporto (Azimut e WS) riempiendo la darsena con un terrapieno, e nella area litoranea verso Vado (Famila, Lidl e Cantieri Solimano) dove nella proposta di Piano Urbanistico Comunale, sul lato verso mare dell’Aurelia, sono previste residenze per centinaia di abitanti.
E’ prioritario accentuare il carattere turistico della città e l’area compresa tra la spiaggia e l’Aurelia devono essere riservate ad attività ricreative ed a servizi per il turismo.
Nell’immediato:
Riduzione del debito
Il Comune di Savona ha raggiunto un livello di debito preoccupante. E’ passato da 65 M€ a 90 M€ dal 2002 al 2004 e, recentemente, il debito è stato modificato a tasso variabile e quindi è favorevole nel breve termine, ma rischiosissimo nel lungo termine. Gli interessi attualmente costano circa 4,2 M€, se i tassi raddoppiassero assorbirebbero tre quarti del gettito dell’ICI.
Il patrimonio non o male utilizzato del Comune (Palazzo Pozzobonello, Vecchio San Paolo, San Giacomo, palazzina ex Solimano, edificio di Via sansoni ecc.) va totalmente venduto per ridurre il debito.
In particolare:
Efficienza amministrativa
L’amministrazione Comunale (circa 500 dipendenti) presenta scarsa efficienza amministrativa, con limiti relativi soprattutto all’inesistente coordinamento tra i settori, con eccesso di autonomia di alcuni dirigenti. Come ogni organizzazione complessa necessita di un responsabile unico, che deve avere capacità tecnico organizzative maturate nell’industria:
Ciò deve riguardare anche le società partecipate in cui saranno sostituiti i responsabili senza la necessaria professionalità (ACTS, Depuratore e Opere Sociali ecc.).
Lotta al degrado
Ogni visitatore della città ci segnala l’incredibile sporcizia e trascuratezza della città. Non si tratta solo di una qualità della vita inferiore, è anche un problema di maggiori costi, per pulire, e per intervenire su strutture degradate (es. la mancata manutenzione di dettaglio ha portato a spese di oltre un milione di euro ai Via Sansoni; il mancato controllo dei vandalismi ha vanificato investimenti ingenti al Priamar ecc.).
Va data priorità alla manutenzione e pulizia cittadina, con un nuovo contratto con l’ATA (che oggi è pagata a piè di lista e non per prestazioni di soddisfazione del cliente).
Infrastrutturazione
Si deve fermare il progetto attuale del Metrobus per rilanciarlo con una soluzione molto più economica da costruire e da gestire, e non invasiva del territorio, totalmente su strada ferrata, utilizzando la linea del porto.