02/06/05

Sull’aumento del gettone ai consiglieri comunali

 

Il tema richiede un’analisi più attenta di quella che è emersa in diverse sedi nei giorni scorsi.

 

Prima di tutto si deve valutare se l’attività dei consiglieri debba essere compensata o no.

 

Va sottolineato che, mentre un’attività di volontariato deve esser gratuita (e spesso non lo è) perché corrisponde ad un impegno autonomo che ciascuno prende, prima di tutto, con sé stesso, ed al quale può rinunciare liberamente, l’attività di Consigliere corrisponde ad un impegno preso con i cittadini che gli hanno attribuito la delega di governo della città (ricordo che l’amministrazione del comune costa circa 1000 Î/anno a ciascun cittadino ed il debito è circa 1500Î/per cittadino).

 

La mia opinione è che se chiedo a qualcuno impegno e competenza, ritengo anche di doverlo compensare per questo.

 

Il tema si sposta allora sul valore del compenso.

 

Il Consigliere comunale ha il dovere di affrontare tutti i grandi temi della città, esaminare valutare e decidere decine di pratiche ogni anno, alcune di grandissima importanza come il Bilancio o il Piano Regolatore, con alcune centinaia di ore di presenza in incontri (Commissioni e Consiglio). Poiché le pratiche non sono mai comprensibili, il Consigliere deve andare negli uffici ed esaminare tutti i documenti relativi, compiendo verifiche presso esperti e trovando su Internet documenti che consentano di formarsi una opinione fondata.

 

Che cifra è equa per compensare questa attività? In questi termini il problema non è l’aumento del gettone ma la congruità dello stesso. A mio parere un Consigliere che studia le pratiche negli uffici, si documenta e si forma un’opinione deve essere compensato con una cifra che può essere rappresentata dal gettone come ora definito.

 

Il problema, in realtà, è un altro: e cioè che molti consiglieri si limitano a seguire la disciplina di partito (che è pur auspicabile) senza però impegnarsi per contribuire alla formazione del giudizio complessivo. Si ha così che in Consiglio passano delle decisioni che sono maturate negli uffici dei padroni del sindaco (scadente e decaduto) senza un valore aggiunto da parte dei consiglieri. Ma se non c’è valore aggiunto non ci deve essere nemmeno compenso.

 

Il problema reale quindi, non è l’aumento del gettone o la sua congruità ma il fatto che ci siano consiglieri che fanno pochissimo per meritarselo; e questo riguarda soprattutto i consiglieri di maggioranza che hanno una maggiore responsabilità, quella della conduzione della città. Invece soggiacciono ai padroni della giunta e del sindaco, rientrando nei ranghi in aula anche se nelle commissioni e nei corridoi hanno espresso opinioni difformi.

 

C’è naturalmente spazio per ridurre i costi, ad esempio evitando Commissioni riunite inutilmente o commissioni congiunte o Consigli comunali di pura rappresentanza o poco produttivi ecc.

Concludo con un invito: i cittadini che protestano per l’aumento del gettone chiedano conto ai loro consiglieri dell’attività che fanno, assistano in aula per verificarne il comportamento, li sostengano o li correggano. L’intero sistema se ne avvantaggerà.

 

                                                                                   Roberto Cuneo