28/09/2005

Rapporto Comune Cooperative

Squallida storia a puntate

 

Prima puntata

 

Nel lontano 1993 l’appalto triennale per il servizio di ristorazione scolastica fu vinto dalla CAMST, società delle cooperative. Anche se, in caso di appalti, è norma di buona amministrazione quella di fare una gara ogni scadenza di contratto, soprattutto per appalti molto ingenti (oltre 5 miliardi annui), per la CAMST il Comune ha continuamente rinnovato il contratto senza fare gare, fino al 2002. Questo era consentito dalla legge, ma è esempio di cattiva amministrazione.

 

Seconda puntata

 

Nel luglio 2002, dopo nove anni, è stata finalmente indetta una gara. Si tratta di una gara importante a livello italiano, per una spesa complessiva molto rilevante, pari a quasi 3 milioni di Î annui per tre anni; il prezzo di riferimento del singolo pasto è di 4,13 Î, pari ad un centesimo di Î in più del prezzo pagato fino allora alla CAMST. Alla gara partecipa la sola CAMST che offre uno sconto di un centesimo (0,2%) e si porta a casa il contratto esattamente al prezzo del contratto precedente, come se avesse avuto l’ennesima proroga.

 

Alcune domande sorsero spontanee:

-          possibile che una sola azienda partecipi ad una gara di così grande importanza?

-          possibile che l’azienda partecipante abbia avuto così fiducia di acquisire l’ordine che ha offerto un prezzo praticamente identico a quello di gara, senza sconto? Era così sicura che non avrebbe partecipato nessuno?

 

Contestai inutilmente la scelta della Giunta sostenendo che si doveva annullare la gara per rifarla con la partecipazione anche d’altri operatori.

 

Terza puntata

Al termine del contratto (agosto 2005), il Comune ha ritenuto di rinnovarlo senza fare gara (Determinazione dirigenziale 82/27363 del 26/8/2005).

 

C’erano diversi motivi per fare una gara regolare:

·         Il contratto scaduto era un contratto criticabile in quanto ottenuto con un solo partecipante;

·         La normativa europea vieta il rinnovo dei contratti delle pubbliche amministrazioni;

·         Il contratto era triennale e c’era tutto il tempo di preparare una gara regolare;

·         Si tratta di uno dei contratti più grossi del comune.

 

Nella delibera viene giustificato il rinnovo affermando che esso presenta caratteri di convenienza economica; ma come fanno a valutare la convenienza economica se non fanno una gara? Come possiamo sapere se il ridicolo sconto del 50% dell’aumento ISTAT del primo anno non è modestissimo rispetto al margine conseguito nella gara del 2002 senza partecipanti?

 

Quando ci libereremo di pratiche amministrative così fortemente criticabili?

 

                                                                                  Roberto Cuneo