Progetto A: Fermata Facoltativa

 

 

Istanza soddisfatta (1 nell’elenco)

 

Costituire un centro relazioni con incontri, convegni proattivi, eventi, sagre e stages di vita attiva a contatto con la natura.

 

 

Attese di fondo

(In linea di massima vengono soddisfatte le attese di fondo)

 

    

Priorità

        

Il sistema di relazioni nell’habitat di provincia (+ +)

           1

Il recupero di soggetti svantaggiati (-)

           3

La valorizzazione del territorio (+ +)

           2

Le relazioni sociali, culturali, commerciali internazionali (-)

           5

Lo sviluppo delle capacità di iniziativa professionale (+ +)

           4

 

Il soggetto proponente ha generato la proposta sulla base di

 

 

 

Valutazione

 

Il progetto va a colmare la carenza di un centro di aggregazione emersa con chiarezza dalle indagini e di sicuro impatto sociale con profonde ricadute positive sul contesto territoriale.

 

Interessante ed innovativa la scelta di accostare ad una ormai datata concezione prettamente assistenzialistica (welfare state) delle politiche sociali una che privilegi la componente attiva (workfare state) dove centrale resta l’intervento sociale, senza trascurare l’efficienza e l’ autosostenibilità dello stesso (o addirittura riuscendo a genere reddito da reinvestire in altre attività). Considerato questo aspetto è da premiare sicuramente l’attenzione rivolta alla valorizzazione delle attività locali (mediante la creazione di laboratori attrezzati)  e alla inter- e multi- disciplinarità (che favoriscono il sistema delle relazioni e il proliferare delle arti e dei mestieri) a conferma della potente valenza di intervento sociale riconosciuta al lavoro e alla riscoperta delle professioni prediligendo l’aspetto formativo.

 

Se si considerano le ricadute sociali, un centro relazioni avrà un impatto benefico nella prevenzione delle devianze onde evitare casi di esclusione sociale (a tutte le fasce di età) obiettivo che verrà  raggiunto non con interventi mirati (task force di esperti preventive e correttive) ma favorendo le relazioni sociali e culturali e intrattenendo la comunità (sagre, eventi…)  azioni che contribuiranno a rinsaldare l’identità e l’appartenenza al paese. Senza dimenticare che la struttura, per il suo carattere innovativo, potrà attirare anche presenze da paesi limitrofi innescando un circuito virtuoso con un impatto benefico sull’economia e prestigio del paese.

 

Si aggiunga la previsione del pieno utilizzo delle strutture a disposizione e il buon adattamento delle attività ad esse, il rispetto dei luoghi e dell’ambiente evitando inutili e dispendiosi stravolgimenti. La creazione (seppur minima che poi è un vantaggio visto che i costi ricadranno sulle casse comunali) di occupazione è un ulteriore elemento positivo.

 

 

 

Progetto B: La Vecchia Stazione di Provincia

 

 

Istanza soddisfatta (2 nell’elenco)

 

L’ispirazione ad un innovativo Centro Benessere diurno di recupero per soggetti relazionalmente disagiati, con specialisti quali terapeuti, riabilitatori, orientatori, maestri d’arte, di musica, di danza e movimento, di fitocultura.

 

 

Attese di fondo

(In linea di massima vengono soddisfatte le attese di fondo)

 

    

 

Priorità

  

      

Il sistema di relazioni nell’habitat di provincia ( +)

           1

Il recupero di soggetti svantaggiati (+ +)

           3

La valorizzazione del territorio (+)

           2

Le relazioni sociali, culturali, commerciali internazionali (-)

           5

Lo sviluppo delle capacità di iniziativa professionale (+)

           4

 

 

Valutazione

 

Apprezzabile il carattere di novità e di estrema utilità sociale del progetto che nasce dalla volontà di sensibilizzare ai temi dell’esclusione sociale, rispetto dell’ambiente ed aprire un dibattito sulla distribuzione equa della ricchezza a vantaggio dei poveri.

 

Esso presenta però, a giudizio della commissione esaminatrice, delle lacune o aspetti poco approfonditi o peggio non considerati:

 

1.       L’obiettivo era quello di creare un centro diurno e non c’era quindi l’intenzione di fornire anche posti letto.

 

2.       La scelta della localizzazione (seppur consigliata dal consulente esterno Egr. Dott. Massimo Costantino) non sembra in sintonia con la realtà del piccolo centro di provincia, dove forte è ancora la funzione sociale esercitata dalle famiglie ed è quindi più difficile che si verificano casi di disagio. Il Centro invece sarebbe più appropriato in una grande città dove è più accentuato l’individualismo e più alto il rischio di abbandono e devianza.

 

3.       Non si è adeguatamente considerato l’impatto sulla popolazione residente che potrebbe non accettare di buon grado la presenza di una struttura avulsa dal contesto paese (poiché non usufruibile di fatto da tutti), con scarse ricadute sul territorio. Anche se si innescherebbero meccanismi economicamente virtuosi nel settore no profit (occupazione, visibilità, notorietà) è alto il “rischio ghetto” che si potrebbe creare. L’attrattività verso l’esterno inoltre pur consistente potrebbe essere inutile se non distruttiva. (ECCESSIVO sbilanciamento verso l’obiettivo 3 a scapito di 1 e 2).

 

4.       Non viene ben individuato chi sosterrà costi considerando le alte (e ben retribuite)  professionalità di cui necessita. Sarebbe preferibile indirizzare la spesa verso strutture sanitarie già esistenti. L’impiego di chi usufruisce dei servizi nell’erogazione degli stessi ha una sicura valenza riabilitativa, ma se si escludono alcune eccezioni, sembra difficile da attuarsi. La caffetteria, lo spazio eventi, e la struttura sportiva (gli unici centri di ricavo possibili) rischierebbero la sottoutilizzazione (scarsamente utilizzati sia da chi  usufruisce dei servizi del Centro sia dalla popolazione del paese).

 

5.       Totale stravolgimento degli interni  per adattare una struttura la cui destinazione non era l’ospitalità. 

 

 

Risultato Finale