A.T.S. Consorzio Artemide    Università degli Studi di Bari    ITC "Tannoia" Corato   Pandora S.p.A.

CORSO IFTS PROGETTO BA/18

Agente di Sviluppo Territoriale

 

 
 

 

L'organizzazione distrettuale del sistema produttivo pugliese

(Fonte: ISTAT 2001)

 

Nel dibattito suscitato negli ultimi anni sulla rilevanza dei processi di sviluppo endogeno nelle aree economicamente svantaggiate, un ruolo importante è stato assegnato ai sistemi locali. Il loro contributo alle attività economiche appare infatti rilevante in termini di prodotto interno lordo, di occupazione e di esportazioni. Fra questi sistemi locali i più noti sono i "distretti industriali" anche perché si presentano con un’identità forte, associata ad elementi del tutto peculiari.

Volendo dare una definizione puramente teorica possiamo definire il distretto industriale un insieme di imprese geograficamente prossime ed economicamente interconnesse sia verticalmente (cliente/fornitore) che orizzontalmente (concorrenza o complementarietà tra imprese), non necessariamente appartenenti allo stesso settore, legate da comuni interessi.

Al di là del tentativo formale di voler contenere l’argomento in una definizione occorre tuttavia evidenziare che il concetto di distretto e di economie distrettuali non appare incontrovertibile in quanto le diverse variabili che la caratterizzano sono di difficile quantificazione e, così come tutti i fenomeni sociali complessi, non hanno mai una sola causa certa cui poter risalire ma un’intricata correlazione di esse.  Un passo avanti in tal senso è stato fatto con l’introduzione da parte dell’ISTAT dei sistemi locali di lavoro (SLL, aggregazione di due o più comuni contigui definita sulla base dell’autocontenimento dei flussi di pendolarismo giornaliero tra luogo di residenza e luogo di lavoro, concetto che denota la capacità di un ambito territoriale di concentrare al proprio interno la maggiore quantità possibile di relazioni umane.

Nessuno ormai può negare l’apporto, in termini di occupazione, redditività ed export dato all’economia italiana dalle imprese facenti parte di un distretto rispetto a quelle che ne sono fuori, tanto da esser considerate ormai la locomotiva del sistema economico nazionale.

Per quanto riguarda la redditività le aziende distrettuali specializzate hanno fatto registrare risultati migliori rispetto alle altre. Questo si spiega anche alla luce di processi di apprendimento e di imitazione di imprese motrici che hanno luogo in aree geografiche relativamente limitate, all’interno delle quali si generano "economie esterne" (sia di "domanda" che di "offerta") di cui le altre minori si giovano. La loro capacità competitiva è cioè dovuta alla disponibilità di informazioni e tecnologie, alla presenza di fornitori (di semilavorati e input) e impiego di forza lavoro specializzata e di qualità presente nel territorio.

All'interno del distretto le imprese stabiliscono intensi rapporti di cooperazione e collaborazione che contribuiscono a creare il successo competitivo dei sistemi produttivi: se da un lato la forte competizione stimola l'innovazione del prodotto, dall'altro la vicinanza e il forte livello di specializzazione consentono una continua trasmissione di conoscenze. Ciò consente di mantenere un alto grado di flessibilità, ma anche di realizzare economie di scala proprie della grande impresa integrata verticalmente.

 

 

La Puglia ha emanato una legge regionale (L. r. n. 2 del 31/01/2003 "Disciplina degli interventi di sviluppo economico, attività produttive, aree industriali e aree ecologicamente attrezzate") che recepisce le indicazioni dell’art. 36 della L. 140/99 ma ad oggi l’individuazione dei distretti è in corso di approvazione. Tuttavia autorevoli uffici studi e ricerche territoriali (IPI) hanno individuato nella regione sei realtà produttive che, pur non avendo ottenuto il previsto riconoscimento normativo, hanno i requisiti propri del distretto industriale, e perciò considerati tali seppur in maniera non ufficiale:

- il "Distretto Nord Barese-Ofantino", a cavallo tra la provincia di Foggia e quella di Bari, specializzato nella produzione di calzature;

- due nella provincia di Bari: il "Distretto Conca Nord Barese" dove rilevante è la produzione di abbigliamento e maglieria e il "Distretto murgiano" del mobilio (esempio di realtà interregionale visto che si estende anche alla contigua Basilicata);

- il "Distretto dei Trulli", a cavallo tra la provincia di Bari e quella di Taranto, estendendosi senza soluzione di continuità fino a Brindisi, in cui una parte rilevante della popolazione attiva è occupata nel settore dell’abbigliamento;

- due nella provincia di Lecce: il "polo calzaturiero di Casarano" e il "Distretto tessile di  Nardò-Gallipoli".

  

DI Nord Barese-Ofantino (calzature)

 

Il Nord Barese (Barletta, Trani, Andria e Canosa, estendendosi anche alla provincia di Foggia con Margherita di S., S.Ferdinando di Puglia e Trinitapoli) è uno dei più rilevanti poli nazionali di produzione di calzature sportive, da passeggio o antinfortunistiche; nel complesso il distretto genera ben il 7% del volume d’affari nazionale del calzaturiero, con 5.500 addetti, 550 unità produttive e una buona propensione al commercio con l’estero.

 

DI Conca Nord Barese (tessile-abbigliamento)

 

Nell’area Nord-Barese esiste anche una discreta presenza di aziende del tessile-abbigliamento; si tratta per lo più di imprese terziste di piccole dimensioni, frequentemente a carattere familiare, che basano la propria competitività sulle politiche di prezzo. Accanto a questa realtà dominante convive però una diversa tipologia di impresa, che produce a marchio proprio. Esiste una consolidata specializzazione produttiva in sub-comparti: Andria ha ad esempio un’antica tradizione nella biancheria intima e nella camiceria sia classica che sportiva; a Bitonto sono invece presenti numerosi laboratori che confezionano capi d’abbigliamento per bambini, per lo più di fascia medio-bassa.

 

DI dei Trulli (tessile-abbigliamento)

 

Nettamente distinto da quello Nord Barese è il polo dell’abbigliamento del Sud Barese, centrato sull’asse Putignano-Martina Franca, e sui comuni contigui di Bari Sud (Noci e Castellana Grotte) e Brindisi (Francavilla Fontana e Ceglie Messapica). Si tratta complessivamente di 650 aziende che danno lavoro a circa 8.000 addetti. In questa macroarea di fatto vivono vari sotto-distretti; tuttavia l’uniformità delle caratteristiche ci consente di analizzarla come un unicum. Il distretto subisce una forte attrazione funzionale nei confronti di Putignano e Martina Franca, città in cui sono presenti diverse imprese finali, con marchi propri e un’interessante collocazione di mercato in virtù di prodotti di qualità media e medio-alta: c’è poi uno stuolo di imprese di piccole dimensioni, spesso collegate (attraverso rapporti di subfornitura) alle aziende di Putignano e Martina oppure a committenti settentrionali. Quanto alle specializzazioni produttive, a Putignano, Castellana, Ginosa, Grottaglie e Martina Franca operano oltre 300 laboratori qualificati nella produzione di abiti da sposa e cerimonia. Uno su sei di questi esporta ormai all’estero, per altro con ottimi risultati. In quasi tutte le città del distretto poi sono prodotti capi di abbigliamento per uomo, donna e bambino, tutti di buon livello qualitativo.

 

DI di Casarano (calzature)

 

Una terza realtà industriale del sistema pugliese della moda è ubicata nell’area salentina, in cui - come già in quella nord-barese - convivono il tessile-abbigliamento e il calzaturiero. Il polo produttivo che insiste nell'area tra Casarano, Tricase, e paesi limitrofi, ha fatto registrare negli ultimi anni un forte sviluppo imprenditoriale nella produzione calzaturiera, con poco meno di 250 aziende e più di 6.000 addetti e un export che ha come mercati di sbocco i Paesi UE, USA, Giappone, Paesi Arabi. Quest’area spicca innanzi tutto per una delle più alte concentrazioni produttive in Europa di scarpe in cuoio, con due aziende-leader (la Filanto di Casarano e la Nuova Adelchi di Tricase) catalizzatori di sviluppo di un tessuto di piccole e piccolissime imprese a loro relazionate da meccanismi di subfornitura in una riedizione del fenomeno dell’indotto già osservato nel Sud-Barese.

 

DI di Nardò-Gallipoli (abbigliamento)

 

L’area salentina si caratterizza anche per una diffusione di aziende che operano nel tessile e abbigliamento. Nell’area individuata dai due poli di Nardò e Gallipoli sono localizzate 140 aziende dove sono impiegati 1.470 addetti nella produzione di abbigliamento. A sud di Lecce (Alessano, Corsano e Tricase) è localizzato un polo di cravattifici all’avanguardia, il secondo a livello nazionale, che collabora con le più importanti griffe del mondo. C’è poi un polo della calzetteria (a Casarano, Racale e Melissano), in cui operano numerose aziende specializzate nella produzione di calze da uomo-bambino. A Maglie invece c’è un’antica tradizione produttiva di camicie e cappelli.

 

DI Murgiano (mobile imbottito)

 

Il Distretto Industriale murgiano del  mobile imbottito, nasce in un‘area geografica compresa tra Matera, Altamura e Santeramo in Colle a partire da un ristretto numero di imprese artigiane specializzate nella tappezzeria e produzione di salotti. Attualmente nell’area si contano 385 Unità locali e 6500 addetti con un forte peso del Distretto sulla totalità degli occupati nel settore sia in provincia di Bari (60%) che in Puglia dove si sfiorano punte del 50%. La scoperta dei mercati internazionali da parte di alcune imprese genera in modo diretto ed indiretto ricadute positive sull’intero tessuto imprenditoriale. Oggi il distretto esporta l’ 80% del proprio fatturato. Grandi imprese motrici (Natuzzi, Nicoletti, Calia) nel sostenere i relativi processi di crescita, stimolano la formazione di un sistema di subfornitura.

 

 

Gli allievi di questo corso hanno realizzato un'approfondita analisi statistica sui distretti appena descritti. Cliccando sui titoli dei paragrafi si potrà accedere al lavoro svolto per ogni distretto. Per una visione d'insieme dei distretti industriali pugliesi è disponibile sia il pamphlet completo che la presentazione in power point.

 

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