Tre giorni per “agire”

la cultura e la tradizione veneta



1.a “Veci mestieri”

Rita Botter

Alessandro Scremin, Antonia Tasca, Pietro Battilana, Romeo Martinello
 

In questo laboratorio abbiamo provato a realizzare alcuni oggetti in uso nel periodo precedente lo sviluppo industriale nelle nostre zone. Queste vecchie attività riflettono la società rurale con i suoi costumi e le sue caratteristiche e rappresentano una ricerca verso i materiali poveri che quei tempi permettevano.

L’attività in questi tre giorni si è così svolta: abbiamo avuto una parte teorica con spiegazione delle caratteristiche dei materiali, con la spiegazione dei procedimenti di esecuzione, e alcuni racconti.

Abbiamo successivamente provato a realizzare cestini con rametti di salice e con fil di ferro, scarpette, rastrelli e bamboline di stoffa. Il nostro lavoro è stato allietato anche da giochi di gruppo con trottole di legno, giochi di prestigio e di abilità e musiche di organetto che i signori mestieranti a turno ci proponevano per rendere il lavoro ancora più simpatico.

Hanno collaborato con noi i Signori Alessandro Scremin del gruppo “I Ruspanti” di Bassano per la costruzione di rastrelli in legno e giocattoli in legno e ci ha insegnato a usare la “britoea” e la “musa” per raschiare il legno; la signora Atonia Tasca in Scremin che ha insegnato alle bambine a costruire “papusse” e bamboline di pezza con stoffe, ago, filo e lana; il signor Pietro Battilana di Crespignaga, Maser che ci ha insegnato a costruire cestini con strope e sanguinee e il signor Romeo Martinello sempre di Crespignaga con il quale abbiamo imparato a costruire cesti con il fil di ferro.

 

GHE JERA ‘NA VOLTA

 

Ghe jera ‘na volta, al tempo dee fiande (1945-50)

Omani de Carean che d’inverno i faceva dei sestei

coe strope e sanguinei

par metarghe drento i ovi, i funghi i bisi e i fasioi.

I sestei, el dì del Corpus Domini, i vegneva riempii de fiori,

che i tosatei spargea in strada.

E crigoe e servia par e cioche e i pituset,  par salvarli daea poia (poiana)

Omani che i faseva (e par noialtri nei dì dell’A.g.i.r.e. i fa e ne insegna a farli)

I sestei col fil de fero che servia o a portar un vaso o par sugar a saeata.

 

Fare un cestino con i vimini a prima vista sembra difficile ma io credo che una volta imparato diventi facile e divertente. Lavorare un cestino con il vimini richiede un mucchio di tempo e molta pazienza… ma una volta erano molto più pazienti di oggi. I vimini vengono raccolti con la luna crescente altrimenti l’albero dopo due anni muore.

Mi ha colpito questo proverbio: No ghe n’è venare santo al mondo che la luna no abia fat el tondo”

 

Fabio Andreatta (classe quinta)

 

 

             FOTO

                   

                                        La costruzione di babbucce                                                                     La costruzione di un rastrello