IL POTERE DELLA MUSICA

Certe volte, quando siamo a casa, con la testa sul libro (tra l'altro fusa perché sono due ore che studiamo latino ininterrottamente in vista del compito del giorno dopo) ci viene voglia di qualcosa.
Non ci rendiamo bene conto di ciò che possa essere, ma poi alziamo la testa, diamo un'occhiata allo stereo e capiamo che quello che cerchiamo si può riassumere in una parola: la musica.
Allora posiamo il libro, ci alziamo dalla sedia, premiamo il tasto "power" e ce la facciamo entrare dentro, questa musica.
Si sente che passa prima dalle orecchie, si diffonde nel petto e arriva finalmente al cuore: ora siamo davvero sicuri che ciò che cercavamo era lei.

Magari dopo un po' di tempo sentiamo (a malapena perché ormai ci abbiamo preso gusto e abbiamo fatto schizzare la manopola del volume al massimo) il campanello che suona: è la nostra vicina di casa che viene a lamentarsi del baccano e ci chiede gentilmente di abbassare il volume perché i suoi deliziosi marmocchi stanno facendo il sonnellino pomeridiano e non vorrebbe che si svegliassero.
Allora noi le diciamo che non c'è da preoccuparsi, cara signora, perché abbasseremo di sicuro il volume.
E' così avviene.
Abbassiamo il volume, ma dopo massimo due minuti ne sentiamo ancora il bisogno.
Allora ci avviciniamo di soppiatto allo stereo e la alziamo ancora, quella benedetta manopola, sempre di più, fino a diffondere la musica in tutta la stanza, in tutta la casa.
E' probabile che dopo un certo numero di minuti ritorni la signora a farci la stessa richiesta, ma adesso non tanto gentilmente, perché di sicuro i bambini si sono svegliati e lei è più che spazientita.
A questo punto della giornata mi faccio una domanda: perché noi ragazzi ce la sentiamo come una parte di noi, la musica?
Domanda difficile.
Magari per alcuni è un modo per capire il mondo. Per altri è semplicemente un modo per ballare, per svagarsi, per non pensare a quel che li aspetta il giorno dopo. C'è chi si rifugia nella musica. C'è chi dice addio con la musica. E infine c'è chi parla con la musica.



 

I ragazzi la sentono come parte di loro. E' sfogo, consolazione e tanta passione. La vita stessa è musica. E' quello che pensa un'allieva del liceo Redi di Arezzo
Sì, perché i cantanti, i musicisti, i compositori, sono loro che l'hanno inventata, la musica, e se adesso per noi è così importante lo dobbiamo solo a loro.
Con pochi accordi riescono a farsi capire, a trasmettere un messaggio alla gente e nello stesso tempo credo che riescano anche a capire una parte di loro stessi.
Nelle loro canzoni mettono una parte del loro cuore e noi, ascoltandole, ci accorgiamo che sono state scritte o composte da persone che la musica la sentono nelle vene, la sentono scorrere lenta nella loro testa o rimbombare forte nello stomaco.
E così noi.Siamo persone normalissime, magari anche stonate o che non sappiamo nemmeno cos'è un sol, ma quel che ci accomuna con chi ha inventato la musica è la passione per questa magnifica arte, che non si esaurirà mai.
E allora, ragazzi, trovatemi una sola persona al mondo a cui non piace la musica!
Quanto a me, la musica mi ha aiutato quando ne avevo più bisogno.
Suonare, ballare e cantare è un modo di sfogarsi, forse il migliore.
Perché piangere sopra a ad un lettore cd e cantare a squarciagola è meglio che bucarsi, ragazzi.
La musica non uccide.
La musica può solo aiutarvi a farvi sentire meglio, e ci riesce sempre.
Ascoltate la musica, quando siete giù, quando siete contenti per quell' otto a chimica tanto sperato, cercatela. Lei è e sarà sempre lì ad aspettare che voi premiate quel benedetto tasto "power" e che alziate quella manopola del volume al massimo.  
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