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Lavoro nei campi
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Il mais o granoturco:

dalla pannocchia alla farina

Al tempo dei nonni la coltivazione del granoturco era molto diffusa perché con la farina preparavano la polenta che era il piatto principale.

La semina (somenare)

In primavera arrivava il momento della semina del mais: i contadini seminavano a mano spargendo alcuni chicchi lungo le righe precedentemente preparate con l’aratro.

La raccolta delle pannocchie (sunare)

A settembre i contadini andavano nei campi  con il carretto attaccato al mulo, con i cesti e con i sacchi di iuta.sunare.jpg (32846 byte)

Appena arrivati prendevano i cesti e cominciavano a “sunare” cioè a raccogliere le pannocchie a mano e quando avevano riempito tutti i cesti li svuotavano dentro i sacchi quando i sacchi erano pieni, li caricavano sul carretto e andavano a casa, poi scaricavano le pannocchie sull’aia facendo un grosso mucchio.

Quando avevano finito di raccogliere le pannocchie, tagliavano le canne: la parte più tenera le impastavano come cibo per gli animali, con la parte più dura invece facevano il letto alle mucche.

 

 

La sfogliatura delle spate

(scapoiare)

 

scapoiare.jpg (29709 byte) Le donne e i bambini si sedevano in cerchio sull’aia e iniziavano a togliere le spate a mano.

Preparavano due mucchi: uno con le pannocchie l’altro con le spate.

Le spate venivano lasciate ad asciugare al sole sull’aia e poi con esse facevano i materassi: prendevano un sacco  di stoffa  con delle aperture  e  inseriva dentro le brattee.

Ogni mattina si dovevano rimuovere le spate perché durante la notte si formavano le conche.

 

 

 

 

 

 

La sgranatura delle pannocchie

(sgranare)

sgranare_sgranatoio.jpg (28287 byte)Per sgranare le pannocchie i contadini, soprattutto i ricchi, avevano lo sgranatoio che permetteva loro di fare meno fatica.sgranare_mano.jpg (32385 byte)

Facevano entrare le pannocchie dall’ alto e poi giravano una manovella a mano: da una parte uscivano i chicchi, mentre dall’ altra parte uscivano i tutoli (casteloni).

Chi non aveva lo sgranatoio se lo faceva prestare in cambio di granturco.

 

Per finire prima le donne sgranavano a mano con l’aiuto di un tutolo e i bambini sgranavano con le dita.

Dopo aver sgranato, stendevano i chicchi sull’aia.

I tutoli invece venivano usati per riscaldarsi e per cucinare.

 

 L’essiccazione  al  sole  (secare)

Il  contadino al mattino prendeva la  pala e il rastrello e stendeva  bene i chicchi  sull’aia.secare.jpg (33502 byte)

A mezzogiorno giravano i chicchi strisciando lentamente con i piedi fino a formare ordinate righe.

Alla sera  invece  coprivano i chicchi con le  canne tagliate o con sacchi  e mettevano  delle  pietre sugli  angoli, perché non volassero  via.

Certe volte pioveva, quindi il contadino lasciava ammucchiati i chicchi per più giorni.

Dopo alcuni giorni  facevano  due  parti  : una  la  mettevano nel  granaio   e  la  davano  agli  animali;

l’altra parte la  portavano al mulino.

  

La  macinatura dei chicchi (masenare)

 

masenare.jpg (28310 byte)Dopo l’essiccazione del sole “ventolavano” con la pala o il “tamiso” i chicchi per pulirli, poi con il carretto li portavano al mulino dentro ai sacchi.

Al mulino c’erano due grosse, grandi, pesanti ruote di pietra che non andavano a corrente, ma erano fatte continuamente girare dai muli e si stancavano il mugnaio li bastonava per farli andare avanti.

Dal mulino il contadino portava a casa la farina, una parte però veniva usata per pagare il mugnaio.

 

 

 

La setacciatura della farina (tamisare)

 

Dopo aver macinato i chicchi e aver ottenuto la farina bisognava setacciarla,in modo che venisse separata dai pezzi di chicchi meno macinati.tamisare.jpg (25781 byte)

Il setaccio (tamiso) ero rotondo, attorno era di legno, sotto aveva una rete o di crine o di metallo.

Ogni tanto setacciavano la farina per fare la polenta.

A colazione gli uomini mangiavano polenta fredda con l’olio del “sardelon”, il lardo di maiale cotto o crudo e donne e i bambini polenta e latte.

Alla sera preparavano la polenta calda nel paiolo di rame e la mangiavano con il pesce, il salame, il cotechino o la carne in umido.

 

                                                                       

 

 Testo collettivo

                                        Alunni di classe terza

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Ultima modifica: giugno 02, 2002