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Astronomia e Astrologia
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ASTRONOMIA E ASTROLOGIA:
CONOSCENZE SCIENTIFICHE E TRADIZIONI SUL NOSTRO SISTEMA SOLARE

Astronomia
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Astrologia
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Astronomia
Definizione
Astronomia: scienza che si occupa di tutti i corpi celesti dell'universo, inclusi i pianeti, i satelliti, le comete, gli asteroidi, le stelle, la materia interstellare, le galassie e gli ammassi di galassie.


La Galassia di Andromeda

Origini
ALLE ORIGINI DELL'ASTRONOMIA
"Nella storia della cultura la concezione di un ordine cosmico sembra sia nata per la prima volta in Babilonia. Ma volgendosi alla contemplazione dei fenomeni celesti l'uomo non poteva dimenticare i suoi bisogni e i suoi interessi. Quando egli diresse per la prima volta i suoi occhi verso il cielo, non lo fece per soddisfare una curiosità veramente intellettuale. Ciò che cercava nel cielo era il riflesso di se stesso e del suo universo umano. Sentiva che il suo mondo era avvinto da innumerevoli legami visibili e invisibili all'ordine generale dell'universo, e si provava a penetrare in questo misteriosa connessione. I fenomeni celesti non potevano perciò essere studiati con lo spirito distaccato della meditazione astratta e dalla scienza pura, ma erano considerati solo in funzione della loro influenza sulla vita dell'uomo. Il cielo era dunque pieno di poteri magici, divini, demoniaci. Il primo e essenziale compito dell'astronomia era quello di comprendere la natura e l'attività di questa forza, per prevenire ed evitare i loro pericolosi influssi. L'astronomia non poteva sorgere che sotto questa forma mitica e magica, cioè sotto forma di astrologia, e conservò questo carattere per migliaia d'anni fino a Keplero, il vero fondatore della nostra astronomia scientifica."

Da E. Cassirer, Saggio sull'uomo, Longanesi


I popoli antichi notarono che l'aspetto del cielo mutava con regolarità. Il Sole, che divide il giorno dalla notte, sorge ogni mattina in una certa direzione, l'oriente, si muove nel cielo nel corso della giornata e tramonta nella direzione opposta, l'occidente. Di notte sono visibili migliaia di stelle che seguono un percorso simile, spostandosi in gruppi numerosi attorno a un punto fisso, noto come polo celeste.
Anche la diversa durata del dì e della notte venne notata già nell'antichità. Nel corso delle giornate più lunghe il Sole, visto dall'emisfero boreale, sorge spostato verso nord rispetto all'est e raggiunge la sua massima altezza in cielo a mezzogiorno; nel periodo delle giornate corte, invece, sorge spostato verso sud e rimane più basso sull'orizzonte. L'osservazione delle stelle che appaiono a occidente dopo il tramonto, o a oriente prima dell'alba, mostra che la posizione del Sole rispetto alle stelle cambia gradualmente. Furono forse gli egizi i primi a scoprire che esso si muove attraversando tutta la sfera delle stelle fisse in circa 365 giorni.

Studi ulteriori mostrarono che il Sole, la Luna e cinque pianeti brillanti (Mercurio; Marte; Venere; Giove e Saturno) si muovono tra le stelle restando all'interno di una stretta fascia detta zodiaco. La Luna percorre lo zodiaco velocemente, superando il Sole ogni 29,5 giorni circa, e a questo intervallo di tempo venne dato il nome di mese sinodico (rivoluzione sinodica, intervallo di tempo tra due successive congiunzioni di un pianeta col Sole).
Osservando le stelle, gli antichi tentarono di organizzare una ripartizione del tempo in giorni, mesi e anni, stabilendo un calendario.
Il Sole e la Luna attraversano lo zodiaco da occidente verso oriente, mentre i cinque pianeti brillanti mostrano un moto generale verso occidente, eccetto in alcuni periodi in cui si osserva un moto retrogrado. In queste fasi i pianeti sembrano muoversi in modo casuale verso oriente, compiendo dei cammini chiusi nel corso del loro spostamento. Fin dai tempi antichi, la gente ha immaginato che gli eventi del cielo, in modo particolare il moto dei pianeti, fossero connessi con le vicende terrene e questa credenza, che oggi rappresenta la base dell'astrologia, ha incoraggiato lo sviluppo di modelli matematici per la previsione dei moti planetari favorendo, in passato, il progresso dell'astronomia.

Archeoastronomia
L'archeoastronomia è un campo interdisciplinare che correla l'archeologia, l'antropologia e la mitologia con l'astronomia. È chiamata talora astronomia storica. È una scienza che ha come scopo il recupero e lo studio delle convinzioni e pratiche di antichi popoli. Richiede la collaborazione di archeologi, astronomi e altri specialisti perché le prove sono spesso esili e soggette a differenti interpretazioni.
I reperti archeoastronomici possono essere di notevole importanza per gli astronomi per documentare antichi eventi celesti.
La base dell'archeoastronomia è la convinzione che i popoli primitivi, anche in uno stato di elementare avanzamento intellettuale, osservavano il cielo ed i suoi cambiamenti. È certamente una misura della complessità culturale del popolo studiato quali, di queste caratteristiche, erano osservate e come erano usate, per scopi pratici o cerimoniali.
I più ovvi dei cambiamenti periodici sono le fasi della Luna (le basi del calendario), e i cambiamenti annuali del Sole e il mutevole scenario delle configurazioni delle stelle, attraverso cui si può calcolare accuratamente la durata dell'anno.
È più difficile identificare i pianeti e i loro movimenti ciclici, come lo è l'individuazione dei complicati movimenti della Luna nel cielo.
In seguito lo sviluppo culturale ha permesso di usare tali osservazioni, pur oscurate in rituali e miti, per regolare un calendario o per scopi pratici come anticipare alluvioni annuali e fissare date per le attività agricole.
Si trovano prove di conoscenza del cielo dei primitivi negli allineamenti e nei circoli di pietre, nell'orientamento di edifici e in registrazioni scritte o pittoriche. Stonehenge è certamente la prova più conosciuta che i popoli primitivi usavano il cielo.

Altre strutture archeoastronomiche esistenti sono megaliti di pietra, come quelli di Carnac sulla costa occidentale francese, con più di 3000 pietre con presunti allineamenti astronomici, tombe, come quella di Newgrange, a nord ovest di Dublino, in Irlanda, di epoca Neolitica, con un lungo e stretto passaggio con un'apertura a fessura che sembra sia stata scavata per permettere al sole di entrare alla fine, nella camera di sepoltura, al solstizio d'inverno, piramidi e templi egiziani e maya. Anche nel Pacifico del sud si trovano allineamenti di pietre con significati astronomici.

Astronomia greca
Gli antichi greci portarono importanti contributi teorici all'astronomia. L'Odissea di Omero contiene riferimenti ad alcune costellazioni (come il Grande Carro e Orione) e alle Pleiadi, e descrive come le stelle servissero per la navigazione. Nelle opere di Esiodo si trovano invece informazioni di carattere astronomico, utilizzabili per individuare il miglior momento per l'aratura, la semina e la mietitura.
Contributi scientifici significativi sono associati ai nomi dei filosofi Talete di Mileto e Pitagora di Samo, ma di essi non rimangono documenti scritti. La leggenda secondo la quale Talete predisse correttamente l'eclisse totale di Sole del 28 maggio 585 a.C. è probabilmente apocrifa. Intorno al 450 a.C. i greci iniziarono a studiare con successo il moto dei pianeti. Filolao (vissuto nel V secolo a.C.), sostenitore della teoria pitagorica, propose che la Terra, il Sole, la Luna e i pianeti si muovessero attorno a un fuoco centrale nascosto alla vista da una "contro-Terra" interposta. Secondo la sua teoria, la rivoluzione della Terra attorno al fuoco ogni 24 ore spiegava il moto giornaliero del Sole e delle stelle. Intorno al 370 a.C. l'astronomo Eudosso di Cnido spiegò i moti osservati supponendo che le stelle si trovassero sulla superficie interna di un'enorme sfera che ruotava attorno alla Terra in 24 ore. Inoltre, per spiegare il moto del Sole, della Luna e dei pianeti, egli suppose che, all'interno della sfera delle stelle, vi fossero molte altre sfere trasparenti che ruotavano con direzioni e velocità diverse.
Il più acuto osservatore del cielo dell'antichità fu probabilmente l'astronomo greco Aristarco di Samo. Questi era convinto che i moti degli astri nel cielo fossero spiegabili con l'ipotesi che la Terra ruotasse attorno a un proprio asse una volta al giorno, orbitando come gli altri pianeti attorno al Sole. Questa spiegazione venne rifiutata dalla maggior parte dei filosofi greci i quali, sulla base di una teoria geocentrica rimasta praticamente inalterata per circa 2000 anni, ritenevano che la Terra fosse una sfera immobile attorno alla quale orbitavano i corpi celesti, leggeri e incorporei.
I greci avvalorarono le loro teorie con osservazioni dei corpi celesti accurate e organizzate. Tavole celesti in cui era riportata la posizione di oltre 1000 stelle brillanti vennero compilate da Ipparco di Nicea (II secolo a.C.) e Tolomeo (nel II secolo d.C.). Abbandonando le sfere di Esiodo per un più pratico sistema di cerchi, i due astronomi rappresentarono il moto generale degli astri sulla fascia dello zodiaco per mezzo di una serie di cerchi con la Terra vicino al centro comune.

 
La teoria tolemaica, con "Aqua et terra" al centro

Le periodiche variazioni di velocità del Sole e della Luna e il moto retrogrado dei pianeti potevano essere spiegati con una scelta appropriata dei diametri e delle velocità dei cerchi ascritti a ciascun corpo. La tradizione dell'astronomia greca fu mantenuta viva anche da Ipatia, una seguace di Platone vissuta ad Alessandria d'Egitto nei primi secoli dell'era cristiana. Ella scrisse dei commentari su argomenti di matematica e di astronomia e viene oggi considerata la prima importante scienziata e filosofa dell'Occidente.
L'astronomia greca venne trasmessa in Oriente, ai siriani, agli indiani e agli arabi. Nel IX e nel X secolo gli astronomi arabi compilarono nuovi cataloghi stellari e svilupparono precise tavole dei moti planetari, ma benché fossero eccellenti osservatori, portarono pochi contributi importanti alle teorie astronomiche. Le traduzioni dall'arabo dell'Almagesto di Tolomeo stimolarono l'interesse per l'astronomia anche in Europa, dove vennero compilate tavole del moto dei pianeti e si divulgarono le teorie del sistema tolemaico. Successivamente il filosofo e matematico tedesco Niccolò Cusano e Leonardo da Vinci misero in dubbio l'assunzione fondamentale della centralità e immobilità della Terra.

La teoria copernicana
La storia dell'astronomia ebbe una svolta decisiva nel XVI secolo, con il lavoro dell'astronomo polacco Nicolò Copernico. Nella sua grande opera De revolutionibus orbium coelestium (Sulla rivoluzione dei corpi celesti - 1543) egli analizzò criticamente la teoria tolemaica, mostrando che i moti planetari potevano essere spiegati assumendo che fosse il Sole, anziché la Terra, ad occupare una posizione centrale.


La teoria eliocentrica. Da "De revolutionibus ..." di N. Copernico

Il sistema copernicano, o eliocentrico, ricevette scarsa attenzione nell'ambiente scientifico del tempo fino a quando non venne confermato dalle osservazioni compiute dall'astronomo italiano Galileo. Audace sostenitore della teoria copernicana, Galileo costruì un piccolo telescopio rifrattore per mezzo del quale scoprì quattro lune di Giove e osservò le fasi di Venere, mostrando che quest'ultimo pianeta orbitava attorno al Sole. Convinto che almeno alcuni corpi celesti non orbitassero attorno alla Terra, egli iniziò una lunga opera di diffusione della teoria copernicana (vedi Sistema copernicano) entrando in acceso contrasto con le autorità ecclesiastiche e con l'ambiente filosofico.

La teoria di Newton
Dal punto di vista scientifico, il sistema copernicano era perlopiù una rielaborazione del sistema di orbite planetarie concepite da Tolomeo. Un passo decisivo fu compiuto intorno al 1610 quando l'astronomo Giovanni Keplero, rielaborando i dati raccolti dall'astronomo danese Tycho Brahe, pubblicò le tre leggi sperimentali sul moto dei pianeti, stabilendo che questi si muovono attorno al Sole percorrendo orbite ellittiche.

Astronomia moderna
Dopo l'epoca di Newton, l'astronomia si divise in varie discipline. Con la legge della gravità, il problema dei moti planetari venne studiato attraverso la meccanica celeste; il miglioramento dei telescopi permise l'osservazione dettagliata delle superfici dei pianeti, la scoperta di molte stelle minori e la misura delle distanze stellari.
Nel corso del XX secolo sono stati costruiti telescopi sempre più potenti che hanno permesso di osservare la struttura degli enormi e distanti ammassi di stelle, chiamati galassie, e degli insiemi di galassie. Nella seconda metà del secolo gli sviluppi della fisica hanno condotto alla realizzazione di nuovi strumenti astronomici, alcuni dei quali sono stati installati a bordo di satelliti artificiali.

Il sistema solare

 
I pianeti del sistema solare, in scala. Da sin. verso des. in ordine di vicinanza al Sole

La legge di gravitazione universale spiegava dal punto di vista teorico le leggi di Keplero sostenendo che tra una qualsiasi coppia di corpi dotati di massa, e quindi in particolare tra il Sole e i pianeti, si sviluppasse una forza attrattiva di intensità proporzionale al prodotto delle masse dei corpi coinvolti e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Come conseguenza di questa legge, forze di intensità minore si sviluppano anche tra un pianeta e l'altro e tra il Sole e altri corpi celesti come le comete, determinando una deformazione delle loro orbite rispetto alla forma ellittica. La maggior parte di queste irregolarità, previste sulla base della teoria di Newton, possono essere osservate con i telescopi.
Lo sviluppo di strumenti estremamente potenti e di sofisticate tecniche fotografiche ha permesso di determinare la posizione occupata dai pianeti con notevole precisione. Inoltre, complessi calcoli matematici consentono oggi di prevedere tali posizioni con anni di anticipo.
Con l'uso dei telescopi la conoscenza del cielo è cambiata radicalmente. Furono individuati nuovi pianeti del sistema solare, tra cui Urano, Nettuno e Plutone e con l'invio di sonde nello spazio aumentò notevolmente il numero delle lune note. Il numero aggiornato è il seguente: Terra, 1; Marte, 2; Giove, 16; Saturno, più di 20; Urano, 15; Nettuno, 8; Plutone, 1. Migliaia di asteroidi sono stati seguiti nel loro moto attorno al Sole, la maggior parte tra le orbite di Marte e Giove. Sono state individuate centinaia di comete e osservati un numero elevatissimo di piccoli meteoroidi, rocciosi o metallici.
Per mezzo di sonde spaziali con strumenti a bordo sono stati scoperti sottili anelli attorno a Giove, Urano e Nettuno, e sono state raccolte informazioni che escludono la presenza di vita sugli altri pianeti del sistema solare; questi infatti sembrano essere o troppo caldi, troppo freddi o troppo secchi, oppure possiedono atmosfere che non permettono la vita.

La Galassia
Verso la fine del XVIII secolo l'astronomo William Herschel costruì il più grande telescopio a specchio dell'epoca, dando inizio a una serie di precise e sistematiche esplorazioni del cielo. Scoprì il pianeta Urano, molti satelliti, numerose stelle doppie e osservò vari ammassi e nebulose. Dai conteggi di stelle che effettuò in differenti regioni del cielo dedusse che erano distribuite in una struttura dalla forma schiacciata a forma di disco, nella quale il Sole occupava una posizione eccentrica. Guardando nella direzione del disco è possibile vedere in cielo una fascia di stelle di debole luminosità, la Via Lattea, che attraversa la volta celeste. Nelle altre direzioni le stelle sono meno dense. Il nome Via Lattea indica l'intero sistema di stelle orbitanti attorno al centro della nostra galassia. che ha un diametro approssimativo di circa 100.000 anni luce.

 
Una galassia a spirale, simile alla Via Lattea

Nella Via Lattea si trovano circa 100 miliardi di stelle, che orbitano attorno a un centro comune. Il sistema solare, che si trova in un braccio esterno a circa 30.000 anni luce dal centro, completa un'intera rivoluzione in circa 250 milioni di anni.
Il sistema contiene anche una grande quantità di materia interstellare, costituita da polveri e gas, che assorbe la luce emessa dalle stelle distanti; come conseguenza di ciò un osservatore posto sulla Terra non può vedere in dettaglio le regioni più lontane della galassia. La Via Lattea è una galassia a spirale con un nucleo centrale di stelle vecchie, un disco esterno composto sia da stelle calde e giovani sia da stelle vecchie che formano i bracci, e da un grande alone esterno di stelle deboli.

Astrologia
Definizione
Astrologia: scienza dell'interpretazione degli influssi e degli effetti degli astri sull'uomo.

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
Finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
Temptaris numeros: ut melius quidquid erit pati!
[…]

Orazio, Odi, I, 11, vv. 1-3
Non chiedere, non è lecito saperlo, quale fine daranno gli dei a me e a te, Leuconoe, e non consultare gli astrologi babilonesi: quanto è meglio accettare quello che verrà!

Origini
LE ORIGINI DELL' ASTROLOGIA
La culla dell'astrologia fu Babilonia. I più antichi documenti sono delle tavolette che contengono predizioni basate su osservazioni astronomiche e meteorologiche. Gli astrologi babilonesi attribuirono ai vari pianeti caratteristiche specifiche, legate al loro aspetto. Per esempio a Venere, luminosa e chiara, fu associata al principio dell'amore e della fecondità; Marte, dall'alone rosso cupo, fu associato alla violenza e alla guerra.
Nel II millennio A. C. i Caldei eseguirono studi particolareggiati e precisi sul movimento dei sette corpi celesti fino ad allora conosciuti (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) e sulle eclissi. Lo zodiaco fu diviso in dodici parti uguali di 30° ciascuno. Fra il VII e il IV sec. A.C. l'astrologia dei Caldei si propagò in Oriente e in Occidente.
Dati i legami molto forti tra l'astrologia e la filosofia greca di questo periodo, l'astrologia stessa, fino ad allora impersonale e collettiva, diventa sempre più individuale.
Nel II sec. A.C. l'astronomo e matematico Ipparco di Nicea stabilì le relazioni tra i segni zodiacali e le varie parti del corpo umano. Dopo le guerre di conquista con le quali Roma era venuta a contatto con l'Oriente, l'astrologia si diffuse nella capitale dove gli astrologi, chiamati "Caldei", godettero di grande fama.
Nel 139 A.C., a causa di numerosi imbrogli perpetrati da ciarlatani, gli astrologi furono cacciati dalla città con l'accusa di sfruttare il popolo. Ciò nonostante l'astrologia conservò grande importanza e, nel periodo imperiale, gli astrologi facevano parte dei consiglieri dell'imperatore. Nel II sec. d.C. l'astronomo, astrologo e matematico Claudio Tolomeo, nella sua opera Tetra Biblos distinse l'astronomia dall'astrologia. Dopo la caduta dell'Impero romano (476 d.C.) e nel periodo delle invasioni barbariche tutte le espressioni culturali, compresa l'astrologia, subirono una fase di arresto. L'astrologia fu riportata in occidente dagli Arabi fra l'VIII e l'XI sec.
Dopo la diffusione del Cristianesimo l'astrologia fu fortemente osteggiata. Nel Medioevo le predizioni degli astrologi vennero sempre di più viste come forma di colpa e di peccato fino a giungere alle accuse esplicite di stregoneria contro gli astrologi.
Dante, nella Divina Commedia, collocò gli indovini, i maghi e gli astrologi nell'inferno (VIII cerchio, IV bolgia) e li immaginò con il viso eternamente rivolto indietro:

Io era già disposto tutto quanto
A riguardar nello scoperto fondo
Che si bagnava d'angoscioso pianto;
e vidi gente per lo vallon tondo
venir, tacendo e lagrimando, al passo
che fanno le letane in questo mondo.
Come il viso mi scese in lor più basso,
mirabilmente apparve esser travolto
ciascun tra 'l mento 'l principio del casso,
ché dalle reni era tornato il vólto,
ed indietro venir gli convenía,
perché il veder dinanzi era lor tolto.
[…]
Mira ch'ha fatto petto delle spalle:
perché volle veder troppo davante,
diretro guarda e fa retroso calle.

(DANTE, Divina Commedia, inf. XX, vv. 4-15; vv. 37-39)


Nel Rinascimento, sebbene l'Astronomia e l'astrologia fossero insegnate insieme nelle università italiane e tedesche, cominciarono a prevalere criteri solamente razionali. L'astrologia comunque continuò ad essere praticata presso tutte le corti d'Europa, più come mezzo di divinazione (previsione del futuro) che di conoscenza. Il più illustre astrologo rinascimentale fu Nostradamus.
Nonostante i criteri di nazionalità adottati dagli studiosi, la maggioranza della popolazione continuava a credere nell'influsso degli astri sulle vicende umane: l'autorità degli astrologi crebbe tantissimo e ai loro consigli ricorrevano anche i papi e i sovrani.
Alla fine del XVII sec. e durante l'Illuminismo l'astrologia fu considerata solo una forma di superstizione. Verso la fine dell'Ottocento l'astrologia ridiventò oggetto di interesse e di studio, grazie anche al supporto fornito dalle nuove scienze, in modo particolare l'antropologia (studio che riguarda l'origine e l'evoluzione dell'uomo).

Come si costruisce un TEMA DI NASCITA
 
 

 Saletto di Montagnana, marzo '99

Gli alunni della terza A:
Diego Cillo, Veronica Coradin, Laura Crema, Alessia De Monte,
Elisa Gaiofatto, Stefania Massaro, Alessandra Paluan, Luca Ricciardi,
Chiara Saggini, Kamal Saidi.

 

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Ultima modifica: marzo 27, 2000