Associazione Culturale "I SenzaNome" -  Roma
Editrice della Rivista di Letteratura, Arte, Cinema e Cultura "Spiragli"

  

Archivio Artistico-Letterario:  SCRITTORI

 

 Flora Leone

    Scrittrice, Poetessa, Insegnante, Tecnico di laboratorio

 

Biografia

Flora Leone è nata a Giulianova (Teramo) il 14 giugno 1965, dove attualmente vive e lavora come tecnico di laboratorio naturalista ed insegnante scientifico.  

Ha l'hobby della letteratura classica e moderna con una inclinazione particolare per quella sacra. Amante della natura e degli spazi aperti, intellettualmente curiosa, in passato ha partecipato a vari concorsi poetici e letterari.  

Figlia di quell'Abruzzo così poco conosciuto eppure così prodigo di figli illustri come D'Annunzio, Silone, Flaiano; le donne descritte dalla Leone sono a tutti gli effetti partorite da questa terra dove bisogna vivere in equilibrio tra il progresso e le tradizioni, e dove l'emancipazione consiste soltanto nell'autosufficienza finanziaria.

e-mail: flora1001@supereva.it

Queste storie nascono non dalla mia fantasia, ma da tutte le cose che noi donne ci raccontiamo quando siamo insieme a fare la fila in un negozio, o quando siamo al lavoro e tra una pratica e l'altra invece di parlare di pallone o sport parliamo di figli, casa e marito. Facciamo quelle che tutti chiamano "chiacchiere morte", ma che per noi sono un modo per sfogarci e per non sentirci strette in una vita che non è mai come l'avevamo sognata o sperata ma che malgrado tutto mandiamo avanti perché troppe cose dipendono da noi! 

Flora Leone

LE STORIE di Flora Leone

L'EVENTO La luce del sole tagliava la stanza ed accendeva la chioma fulva. Sara continuava a ripetersi che quello era un giorno come tanti, uno di quelli in cui ci si fa belli e ci si veste eleganti per andare a festeggiare.
Mille volte aveva immaginato come sarebbe stato, solo che ora si sentiva totalmente impreparata.
Dalla stanza accanto le giungevano voci chiassose di persone che erano venute ad assistere a quello che loro definivano "l'evento".
Doveva fare qualcosa per cercare di riordinare i pensieri. Prese coraggio ed uscì dalla camera e si diresse verso Fabio, lo prese per mano, sembrò per un attimo che tutti stessero guardando lei e che capissero.
Cercò per quanto poteva di sorridere, poi si diresse verso la camera trascinandosi dietro l'uomo e si chiuse la porta alle spalle.
-Tesoro, cosa c'è?- chiese lui.
Lei era lì davanti, aveva un'aria infantile, sembrava una bambina vestita a festa. Così seria quasi lo spaventava, nervosamente giocava con il filo di perle e lui pensò che se continuava così si sarebbe rotto.
Sara voltò le spalle e si sedette sul letto:
6 Non sei obbligato, sai dopo tutto sei ancora in tempo! 
7 In tempo per cosa?- la interruppe- ma sei impazzita?
8 No, non sono pazza- si girò di scatto per fissarlo- non voglio che un giorno mi dica, guardandoti dietro, che lo hai fatto per me e magari penserai con rimpianto alla tua libertà. Io non potrei accettarlo. Io non voglio che tu pensi che questa sia la giusta conseguenza dopo quello che ci è successo. Voglio farti sentire libero di prendere la decisione migliore, e se per caso ci hai ripensato sei ancora in tempo.
Lui guardò la sua donna meravigliato, lei aveva la capacità di sconvolgere ogni suo concetto sulle donne. Tutte al suo posto avrebbero accelerato i tempi, lei al contrario si bloccava sul più bello. Tutte le volte che aveva dato per scontato un suo pensiero, un suo sentimento, lei aveva cambiato tutto. Era come giocare a carte, non si sapeva mai cosa aveva in mano l'avversario. Aveva pensato di condurre lui il loro rapporto quasi fosse un treno, ma poi aveva finito per fermarsi solo dove voleva lei.
La convivenza era stata una sua scelta, che Sara aveva accettato, poi però era rimasta incinta e lui aveva deciso di sposarsi perché gli sembrava la cosa più giusta da fare per il futuro del figlio. Dopo un po' lei aveva abortito spontaneamente e lui non si era sentito di tornare sui suoi passi. Adesso avrebbe potuto porre fine a tutto, sì adesso poteva, ma in un attimo comprese che voleva sposarsi con Sara.
9 Tu secondo me non ci stai più con la testa. Dai, muoviti, che fuori ci aspettano. 
Lei lo guardò e abbassò gli occhi.
- Volevo essere sicura....
10 Ma di cosa? Io proprio non ti capisco.
Fabio uscì lasciandola sola. Lei rimase ancora un attimo seduta cercando ancora di riordinare i suoi pensieri, poi si alzò, s'infilò la giacca ed uscì.
Tutto durò un attimo, davanti al giudice che le chiedeva- vuoi prendere-.........Ora toccava a lei rispondere, alzò il viso verso Fabio, il suo sguardo era di ghiaccio, aveva forse paura? Oppure era lei ad averne?
Una risposta, e poi tutto sarebbe in fondo tornato come prima. Lavoro, casa, affetto. Allora perché lei era lì davanti? Poi non si potrà più fuggire......e lei era lì per non fuggire più.
11 Sì lo voglio.
Sentì materializzarsi un sospiro di sollievo alle sue spalle. Poi ci furono i baci, il pranzo, le battute degli amici, la loro fuga.
La mattina dopo Fabio le chiese:
12 Perché ieri hai tentennato al momento di rispondere sì?
13 Ma no, che speravi che dicessi di no?
14 Che fai, ricominci?
15 Non ho tentennato, sarà stata una tua impressione.
Poi gli si strinse, perché spesso la vita può stare tutta dentro un "sì".

   

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