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Da alcuni anni i ciclomotori o motoleggerissime con cilindrata massima di 50cc, popolavano le strade italiane, il settore era sempre in fermento con modelli evoluti e richiesti dall’utenza. Le novità negli anni sessanta sbocciarono con l’arrivo dell’inverno alla Fiera di Milano, con l’Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo, quella del 1963, che presentava una nuova tendenza tra le minime cilindrate: emergevano i modelli tipo “regolarità” o “cross”, in pratica da fuori strada.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si presentavano con l’intento di emulare mezzi di maggior cilindrata, nel campo crossistico: ecco che sono dotati di gomme artigliate, tubo di scarico rialzato così come il parafango anteriore, i motori hanno una ventola per il raffreddamento del cilindro e della testata ed il cambio a 3 o 4 marce. Mezzi che furono apprezzati dai giovani, per la loro agile struttura e per l’insieme delle caratteristiche costruttive, oltre che per un minor costo di gestione rispetto ai mezzi di maggior cilindrata. L’entusiasmo dei ragazzi era alto perché potevano disporre di mezzi con cui solcare sterrati e balzare da cunette, con l’intento di emulare i più blasonati campioni del cross.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trascorsi altri 2 anni, alla Fiera del 1965, i ciclomotori erano molto diffusi. Tutte le Case costruttrici presentavano i loro modelli utilitari, turistici, sport ma i modelli tipo fuoristrada erano di gran voga ed i più richiesti dai giovani. Vi erano Case costruttrici che allestivano mezzi con un proprio motore, altre invece utilizzavano motori costruiti da aziende specializzate nel campo motoristico. Alcune Case, dai modelli stradali (turismo o sport) derivarono i modelli “cross” o “scrambler”, sostituendo alcuni componenti come la marmitta rialzata, il manubrio dotato di traversino: ecco che era pronto un mezzo da fuoristrada. Altre Case allestivano dei mezzi qualificati per il fuoristrada, con componenti per garantire maggiori prestazioni.

 

 

 

 

 

 

 

Per i ciclomotori “codice”, rispettosi delle normative del codice stradale (50cc, 1,5 CV, 16kg peso motore, carburatore da 14 mm e 40 Km/h), certo che la potenza era pochina per affrontare il fuoristrada. Nacque una mitica parola “Export”, in modo che vennero accreditati i ciclomotori di maggior potenza e prestazioni (questo fu adottato anche per altri modelli come lo sport).
Negli anni a seguire i “Cross” erano in espansione ad ogni salone come nel 1969, 1971 e 1973. Si vedevano i miglioramenti tecnologici e le Case presentavano modelli con ciclistiche sempre più efficienti, motori resistenti, parafanghi inox lucenti, colorazioni con filettature o con ginocchiere cromate al serbatoio, padelloni per il filtro, griglie proteggi faro e marmitte rialzate con griglia cromata. Quell’epoca fece il gran successo dei “48 Cross”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Negli anni ’70 arriva la plastica seguita da maggiori restrizioni per far rispettare il “codice”: incomincia per i 48 una nuova era che li “condanna” ai tempi moderni.

 

 

 

 

 

 

 

Oggi, appello:

 

 

 

Ancillotti – assente “oh suvvia ora fò i rampichini”;

 

 

Aprilia – presente;

Aspes – assente;

 

 

Benelli/Motobi – presente “sono scooter, sbagliato classe, assente”;

 

 

Beta – presente;

B.M. - assente;

 

 

C.F. - assente;

Cimatti - assente;

 

 

C.M.K. - assente;

DEMM – assente;

 

 

Ducati – presente “sono moto, sbagliato classe, assente”;
Fantic Motor – assente “arriverà più tardi, forse, per ora c’è il marchio”;
Garelli -
presente “sono scooter, sbagliato classe, assente”;

 

 

Gerosa - assente;

Gori - assente;

 

 

Guazzoni - assente;

Gitan - assente;

 

 

Gabbiano - assente;

Itom - assente;

 

 

Gilera - presente “sicuri che è la classe giusta, supermotard?”;
Italjet - presente
“sono scooter, sbagliato classe, assente”;

 

 

Malaguti – presente;

Malanca - assente;

 

 

Mazzilli - assente;

Meteora - assente;

 

 

Milani - assente;

Mi.Val. – assente;

 

 

Mondial - presente “sono scooter, sbagliato classe, assente”;
Moto Guzzi - presente “sono moto, sbagliato classe, assente”;
Motom - presente “sono piccoli, sbagliato classe, assente”;

 

 

Moto Morini – assente;

Moto Muller - assente;

 

 

Moto Bimm - assente;

Negrini - assente;

 

 

Omer - assente;

Rondine - assente;

 

 

Romeo - assente;

Simonini – assente;

 

 

S.W.M. - assente;

Tecnomoto - assente;

 

 

Testi - assente;

TGM - assente;

 

 

Villa - assente;

Vi.Vi. - assente;

 

 

alcuni stranieri
D.K.W. - assente;

 

Hercules - assente;

 

 

Puch - assente;

Rond Sachs - assente;

 

 

Kreidler - assente;

Monark - assente;

 

 

Derby - presente;

Zundapp – assente

 

 


                            Troppi assenti!

È doveroso ricordare gli assenti, hanno contribuito a scrivere la storia delle due ruote, sia tecnologica sia sportiva, questo sito è dedicato soprattutto a loro che negli anni ’60 ’70, hanno reso felici molti giovani ed appassionati di moto.

 

 

 

Un bell’applauso…………