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SULLE TRACCE

DEL CARTELLO "ROMA"

Alessandro Bianchini, con fiuto da investigatore alla Sherlock Holmes, parte alla ricerca di quello che fu forse il souvenir di guerra più famoso della Campagna d'Italia. E lo trova.

 

   

Tutti gli appassionati di storia militare conosceranno il famoso scatto che ritrae il generale Mark Wayne Clark, comandante della V Armata USA, accanto al cartello che indicava l'ingresso alla città di Roma.

Lo stesso alto ufficiale, notoriamente molto incline a farsi pubblicità, volle che il fotografo militare scattasse quella foto per suggellare il momento in cui, si credeva, la Campagna d'Italia raggiungeva il suo apice maggiore e per testimoniare la caduta della prima Capitale di quell'Asse Italo-tedesco-giapponese che aveva avviato ormai in maniera irreversibile la sua parabola discendente.

Non tutti sanno però che proprio nel momento dello scatto di quella foto, un cecchino tedesco aprì il fuoco sul gruppetto di ufficiali composto dallo stesso Clark, dal generale Keyes (comandante del II Corpo USA) e dal generale Frederick (comandante della FSSF), costringendoli ad una precipitosa fuga per mettersi al riparo. Il cecchino, forse perchè troppo distante, mancò gli ufficiali, ma centrò il cartello.

Da qui nacque "il giallo del cartello", nel senso che quello esposto alcuni anni fa ad una mostra a Roma non mostrava, come doveva essere normale, i segni dei fori delle pallottole, mentre quello nello scatto (poi ripetuto, a pericolo passato per i tre ufficiali americani) li portava incontestabilmente.

 

Dopo varie ricerche, si appura che presumibilmente il vero cartello ROMA si trovava presso la Scuola Militare "Citadel", nel South Carolina (tra l'altro scuola della quale il generale Clark fu comandante e nella quale fu sepolto dopo la sua morte, avvenuta il 17 aprile 1984). Il Sito di "The Citadel" è il seguente: www.citadel.edu/root/.

Da quel momento, essendo anche socio di un gruppo di ricercatori storici ALARIS, il Bianchini inizia la sua ricerca, trovando in un archivio la foto che risale al giorno del pensionamento del Gen. Clark e nella quale è esposto in bella mostra il famoso cartello.

Alessandro prende quindi contatto con un addetto all'ufficio stampa, tale Russ, al quale invia le foto degli alleati che entrano a Roma nel 1944 e smontano il cartello, chiedendo se ne sa qualcosa. La risposta arriva presto: "Si, il cartello si trova nel museo della nostra caserma, anzi, i cartelli sono due".

Dopo un attesa spasmodica di un paio di settimane ecco che Russ finalmente invia le foto. Da qui la conclusione del mistero, secondo la quale i cartelli asportati dalla Capitale e portati negli Stati Uniti non erano uno, ma due...e a Roma, nel corso della mostra a Piazza Venezia, era esposto quello senza fori di proiettile. Missione compiuta!

 

 

 

 

A destra,

lo stesso cartello

 

A sinistra: il cartello esposto nel corso

della mostra di Roma a Piazza Venezia. Come si

evince, mancano i fori di proiettile (Foto Mario Botti)

 

Ecco uno dei due cartelli conservati presso "The Citadel". I riferimenti delle frecce appurano che trattasi dello stesso identico oggetto

 

 

A sinistra

Ecco invece il cartello più famoso, quello colpito

dal fuoco tedesco mentre si stava compiendo lo

scatto ad opera del fotoreporter americano

Notare la freccia rossa che indica i tre fori di proiettile.

 

Il secondo cartello conservato negli USA, sempre presso "The Citadel", con i riferimenti delle frecce rosse in corrispondenza dei fori i proiettile: è proprio lui.

 

 

A sinistra:

Il generale Mark W. Clark il giorno

del suo ritiro dalla carriera militare,

con uno dei due cartelli.

 

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