ANTEFATTO
Siamo ai primi di giugno del
1944. Il 6 gli Alleati sono sbarcati sulle coste della Normandia dando
inizio all’invasione dell’Europa.
Dopo i primi tentennamenti
dell’alto comando tedesco, convinto che quella in Normandia fosse solo
una diversione in attesa del reale attacco a Calais, arrivano gli ordini
di trasferimento di alcune grandi unità della Wehrmacht e delle Waffen
SS. L’imperativo è: portarsi verso la zona di invasione e ributtare a
mare le truppe anglo-americane. Ma in contemporanea a ciò, il movimento
di Resistenza francese riceve l’ordine da Londra di avviare una serie di
attacchi contro le truppe tedesche, tesi a rallentarne l’afflusso al
fronte.
Il 7 giugno l’FTP (una delle
sigle dei partigiani francesi) attaccò e prese il controllo del presidio
tedesco di Tulle (nel dipartimento di Corrèze) infliggendo 122 perdite
ai militari.
Dopo l’attacco, ma questo è
tutto ancora da verificare, pare che circa 40 soldati tedeschi presi
prigionieri furono fucilati dai partigiani. Tale fatto, come era
prevedibile, provocò la violenta reazione delle Waffen SS.
Il giorno dopo la “Das
Reich” iniziò il suo lungo viaggio verso il fronte di Normandia e alcuni
suoi reparti giunsero a Tulle il giorno seguente: impiccarono subito
agli alberi della città 99 dei suoi cittadini e ne deportarono 200 in
Germania.
Durante questa azione però,
l’SS Sturmbannführer Helmut Kampfer, comandante
della 3. Kompanie, I battaglione del Reggimento “Der Fuhrer”, cadde
vittima di un’imboscata dei partigiani, che lo presero prima
prigioniero, dopodichè lo uccisero.
STRAGE A ORADOUR
Il 10 giugno la 3. Kompanie
del I Battaglione del Reggimento “Der Fuhrer” circondò il villaggio di
Oradour, 22 km a nord-est di Limoges e ordinò a tutti gli abitanti di
radunarsi in un parco dei divertimenti pubblico, vicino al centro del
villaggio, apparentemente per controllare i documenti degli abitanti.
Tutte le donne e i bambini vennero rinchiusi nella chiesa, mentre il
villaggio veniva saccheggiato. Nel frattempo gli uomini vennero portati
in sei granai, dove dei nidi di mitragliatrici erano già stati
predisposti. Secondo il resoconto di un sopravvissuto, i soldati
iniziarono a sparare agli uomini, mirando alle gambe, in modo che
morissero più lentamente. Una volta che le vittime non furono più in
grado di muoversi le SS coprirono i loro corpi con delle frasche e
diedero fuoco ai granai. Solo cinque persone si salvarono.
Donne e bambini furono
radunati invece nella chiesa, alla quale diedero poi fuoco.
Immediatamente dopo stessa
sorte toccò all’intero villaggio. Nel massacro perirono 642 persone;
alcune delle vittime non erano nemmeno di Oradour, ma bambini sfollati
da Parigi e tutti i passeggeri di un treno che sostava nelle vicinanze.
Nessuno di loro, in ogni caso, faceva parte della Resistenza francese.
Tra l’altro, le SS scelsero
l’Oradour sbagliato: di fatto, il comandante della Compagnia di cui
stavano vendicando a modo loro la morte ( l’SS Sturmbannführer Kämpfe)
era stato ucciso a Oradour sur Vayres, a circa 25km di distanza.
Nel suo cammino verso il
fronte, la divisione SS “Das Reich” fu spesso ostacolata da piccoli
nuclei della Resistenza e questo accrebbe di certo la loro rabbia, tanto
più che per arrivare in Normandia impiegò ben 17 giorni a causa delle
distruzioni dei ponti operati dai partigiani e degli attacchi aerei ad
opera dell’aviazione Alleata.
Dopo la guerra, il
Generale Charles de Gaulle decise che il villaggio non sarebbe mai più
stato ricostruito. Invece, sarebbe rimasto come memoriale della
sofferenza francese sotto l'occupazione Nazista. Nel 1999, il
presidente Jacques Chirac dedicò un centro visitatori a
Oradour-sur-Glane e ribattezzò il luogo come Villaggio Martire. Una via
al paese è dedicata nella città di Reggio Emilia.
RETROSCENA
Nei fatti del massacro di
Oradour emerge una figura che di certo “stona” con l’idea classica della
SS assassina.
Nella strage era fortemente
implicato l’SS Sturmbannfuhrer Adolf Otto Diekmann, comandante del I
Battaglione da cui la 3 Kompanie proveniva.
Saputo dell’accaduto e dei
642 morti civili di Oradour, il comandante del Reggimento “Der Fuhrer”,
l’ SS Obersturmbannführer Sylvester Stadler, fece rapporto al comandante
della divisione, l’SS Brigadeführer Heinz Lammerding, chiedendo che
Diekmann fosse avviato alla Corte Marziale per non aver atteso l’esito
delle ricerche di Kampfer prima di mettere in atto la repressione.
La cosa prese effettivamente
il suo percorso, ma Diekmann cadde in combattimento meno di due
settimane dopo, per cui il caso fu archiviato dalle SS.
QUALCOSA NON TORNA
Sulla Rivista "Focus" del
maggio 2005 viene citata una teoria, secondo la quale il paese fu
devastato in realtà perchè i tedeschi pensavano che qui vi si trovasse
nientemeno che il Santo Graal, la coppa del Re dei Re, che secondo
teorie esoteriche avrebbe assicurato l'invulnerabilità a chi la
detenesse. Scartando a priori questa fantasiosa ipotesi, preferisco
rimanere nel "mondo reale".
Sulla vicenda di Oradour
pesano ancora oggi alcuni aspetti che non tornano: due giorni prima,
come già scritto, le SS della stessa divisione riprendono possesso della
città di Tulle, scacciando via i partigiani che se ne erano impossessati
provocando 122 morti tra i militari nazisti.
A Tulle furono però eseguite
99 condanne a morte tra la popolazione francese (più i 200 deportati),
quindi una proporzione di meno di un francese per ogni soldato tedesco
ucciso. A Oradour, si massacrano 642 civili per un solo militare tedesco
(sia pure un ufficiale) che, tra l'altro, era dato ancora come
disperso...perchè?
Dagli atti dei processi e
degli interrogatori del dopoguerra, salta fuori anche un fantomatico
deposito di armi e munizioni scoperto dalle SS all'interno del
paese...fu questo a scatenare la rabbia dei soldati della "Das Reich"?
Altre fonti, riportano il
rinvenimento durante la perquisizione del paese, dei resti di alcuni
soldati tedeschi uccisi dai partigiani nei giorni precedenti, ma anche
questa vicenda non ha mai avuto una prova certa.
Certo è che l'efferatezza
nel compimento della strage di Oradour presenta tratti difficilmente
giustificabili con la sola morte di un singolo ufficiale tedesco, anche
mettendo in conto lo stress degli uomini della "Das Reich",
continuamente punzecchiati da piccoli attacchi di partigiani nel loro
viaggio di trasferimento verso il fronte di Normandia (dove arriveranno
solo 17 giorni dopo).
IL PROCESSO
Agli inizi del 1954 parte a
Bordeaux l'iter di incriminazione per i fatti di Oradour. In totale
vengono messi sotto accusa 22 uomini del Reggimento "Der Fuhrer"
sopravvissuti al conflitto, più 46 in contumacia. Nessuno dei presenti
in aula era all'epoca dei fatti ufficiale, anzi, il grado più elevato
ricoperto nel 1944 era quello di Sergente (SS Hauptscharfuhrer).
Di questi 22 uomini, ben 14
provenivano dall'Alsazia, una regione di confine tra Francia e Germania
spesso origine di dispute territoriali e che, nel 1940, era tornata
sotto l'ala del Reich.
I 14 alsaziani furono
criticati per aver preso parte al massacro; essendo comunque
ex-francesi, avrebbero dovuto rifiutarsi di sparare, ma gli avvocati
della difesa eressero la tesi del "Non si poteva fare altro, se non
avessi sparato avrebbero sparato a me".
Di fatto, 13 di questi 14 ex
SS erano in libertà ancor prima dell'inizio del processo. Uno di loro
era divenuto nel frattempo un Ispettore di Polizia e un altro aveva
conseguito la "Croix de Guerre" durante la guerra di Indocina nelle file
dell'esercito francese.
Il processo si svolse in un
clima di malumore all'interno della Francia e, alla fine, solo due degli
imputati vennero condannati a morte; le altre condanne variavano dai 2
ai 18 anni di prigione.
Tale verdetto provocò
malumori e proteste sia in Alsazia che nel resto della Francia: i primi
pensavano che le condanne fossero state troppo dure; gli altri che
fossero troppo indulgenti.
Infine, tutti gli imputati
furono messi in libertà nel 1958, cinque anni dopo il processo.
L'ELENCO DEI CONDANNATI PER I
FATTI DI ORADOUR
IMPUTATI TEDESCHI |
Karl Lenz |
Condannato a Morte
(non eseguita) |
Wilhelm Blaeschke |
12 anni di lavori
forzati |
Wilhelm Boehme
|
10 anni di
lavori forzati |
Fritz Pfeufer |
10 anni di
lavori forzati |
Hermann Frenzel
|
10 anni di
lavori forzati |
Herbert Daab |
12 anni di
lavori forzati |
Erwin Dagenhardt
|
Assolto (non era
a Oradour durante il massacro) |
Wilhelm Nobbe |
Non presente in
aula in quanto insano di mente |
IMPUTATI ALSAZIANI |
Georges René Boos |
Condannato a
Morte (non eseguita) |
Paul Graff |
8 anni di
prigione |
Albert Daul |
8 anni di lavori
forzati |
Jean-Pierre Elsässer
|
6 anni di
prigione |
Louis Hoehlinger
|
6 anni di
prigione |
Albert Ochs |
5 anni di lavori
forzati |
Joseph Busch |
8 anni di lavori
forzati |
Antoine Lohner
|
7 anni di lavori
forzati |
Fernand Giedinger
|
8 anni di lavori
forzati |
Alfred Spaeth |
5 anni di lavori
forzati |
Louis Prestel |
6 anni di lavori
forzati |
Henri Weber |
6 anni di
prigione |
Jean Niess |
5 anni di lavori
forzati |
Camille Grienenberger
|
8 anni di lavori
forzati |
|