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HORST TREBES

E I FATTI DI KONDOMARI

Creta, giugno 1941. L'Operazione "Merkur" è terminata e l'isola è sotto il controllo tedesco. Il Tenente Horst Trebes esegue un ordine giunto direttamente da Berlino: una rappresaglia contro i civili cretesi

 

 

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Se ne sconsiglia la visione a persone particolarmente sensibili

I FATTI

Nel corso dell’invasione dell’isola di Creta (avviata il 21 maggio 1941), oltre 280 civili furono uccisi da un reparto di paracadutisti comandati dall’Oberleutnant Horst Trebes su ordine del Generaloberst Kurt Student. La rappresaglia fu eseguita a fronte del fatto che diverse decine di Fallschirmjäger furono rinvenuti uccisi e mutilati tra gli alberi in cui erano rimasti impigliati dopo il lancio o a terra, mentre si disfacevano dell'equipaggiamento.

Tale scoperta per i tedeschi rappresentò uno shock non da poco, in quanto era la prima volta nel corso della guerra che le loro forze incontravano una resistenza tanto accanita da parte delle popolazioni civili. Ciò aumentò di conseguenza la loro ferocia nel pianificare e mettere in atto la rappresaglia.

Dappertutto nell’isola infatti, i civili cretesi erano accorsi sui luoghi della battaglia dotati di qualsiasi arma a loro disposizione (dai fucili da caccia ai forconi) per dare man forte alle truppe greche e britanniche che stavano difendendosi dall’assalto aviotrasportato tedesco.

Molti paracadutisti risultarono accoltellati o bastonati a morte mentre, una volta atterrati, tentavano di liberarsi dei pesanti bardamenti dei paracadute.

Di particolare rilevanza fu la partecipazione dei civili ai contrattacchi dell’esercito greco nelle aree di Kastelli e Paleochora, al punto che i tedeschi rifiutarono loro il rango di “combattenti” in luogo di quello di “partigiani” (essendo comunque tali civili privi di uniformi e insegne di nazionalità) rifiutando di conseguenza l’applicazione delle norme della Convenzione di Ginevra.

Ad aumentare la rabbia dei tedeschi, in special modo dei Paracadutisti, furono le notizie di loro commilitoni torturati e mutilati, anche se nel suo libro “The Lost Battle, Creta 1941” Callum Mc Donald afferma che molti di questi casi erano in realtà da attribuire all’azione di animali e uccelli sui corpi lasciati sotto un caldo estremo per giorni.

Fatto sta che il 2 giugno 1941, dieci giorni dopo l’avvio dell’Operazione “Merkur”, un centinaio di civili furono radunati nel villaggio di Kondomari e fucilati. Il giorno dopo fu la volta del villaggio di Kandanos a subire la rappresaglia.

Qui una pattuglia tedesca era caduta in un’imboscata organizzata da civili cretesi appoggiati da alcuni elementi della gendarmeria. Il 3 giugno, probabilmente lo stesso gruppo del III Battaglione con a capo il Tenente Horst Trebes, raggiunse Kandanos e fucilò 180 civili, dando alle fiamme tutte le case. Dopo la distruzione Kandanos fu dichiarata dai tedeschi “Zona Morta” e alla rimanente popolazione fu vietato di ricostruirla. Un cartello in tedesco e in greco fu eretto all’entrata del villaggio: “Qui sorgeva Kandanos, distrutta come punizione per l’uccisione di 25 soldati tedeschi. Mai verrà ricostruita”.

Per i fatti cretesi, il Generale Kurt Student fu portato nel 1947 davanti ad un tribunale britannico con l’accusa di maltrattamenti e uccisione di prigionieri di guerra da parte delle truppe sotto il suo comando a Creta. Fu ritenuto colpevole per tre degli otto capi di imputazione e gli venne comminata la pena di cinque anni di reclusione, di cui ne scontò solo uno per motivi di salute. Il governo greco chiese per lui l’estradizione, ma la domanda fu rifiutata. Student non è mai stato processato per crimini contro i civili.

L’altro protagonista della vicenda, l’allora Tenente Horst Trebes, era nel frattempo deceduto nel corso del conflitto.

 

LA SEQUENZA FOTOGRAFICA

Esiste una sequenza fotografica di quell’evento, realizzata dal corrispondente di guerra Franz Peter Weixler il quale scattò svariate foto (che oggi fanno parte dell’immenso patrimonio del Bundesarchiv tedesco) e affidò i negativi ad un suo amico.

Dopo l’estate del 1941 Weixler fu congedato dalla Wehrmacht per motivi politici e poco più tardi fu accusato di Alto Tradimento per aver fatto trapelare materiale relativo all’attività delle truppe tedesche a Creta (incluso le fotografie della rappresaglia di Kondomari) senza sottoporlo ad adeguata censura militare e per aver aiutato in quell’occasione alcuni cretesi a fuggire.

Sottoposto a Corte Marziale, fu imprigionato nel gennaio del 1944. Alla fine della guerra fu liberato e partecipò come testimone al Processo di Norimberga. I negativi originali dell’eccidio furono scoperti in un archivio tedesco solo agli inizi degli anni ’80.

Quello che segue è il testo della sua dichiarazione spontanea, stilata il 25 novembre 1945 durante il Processo di Norimberga e, nella fattispecie, durante il procedimento a carico di Hermann Goering:

 

LA TESTIMONIANZA DI FRANZ PETER WEIXLER

“Sono stato prigioniero della Gestapo dal 16 gennaio 1944 all’aprile del 1945. La mia accusa era di Tradimento. La sola ragione per cui non sono stato giustiziato risiede nel fatto che le mie foto furono distrutte in parte a Berlino e in parte nell’ufficio della Gestapo a Norimberga, dopo che mi fu intimato di firmare una dichiarazione in cui io affermavo che non esistevano altre copie.

L’atto che portò al mio arresto fu il fatto  di aver riferito ad alcuni miei amici la verità sui fatti di Creta del  maggio 1941, i quali ebbero come protagonisti i nostri Paracadutisti. Ho preso nell’occasione anche delle fotografie.

A quel tempo, anche se appartenente all’Esercito, ero distaccato presso lo Staff divisionale della Divisione Paracadutisti comandata dal generale Kurt Student. Vorrei ora descrivere come fui in grado di prendere le foto menzionate sopra.

Il 1° o il 2 giugno 1941, mentre ero nel mio alloggio a Chania, un giovane ufficiale mi disse che nel pomeriggio avrei potuto vedere qualcosa di interessante. Alla mia domanda, egli mi rispose che era in programma una “spedizione punitiva” contro alcuni villaggi, nei pressi dei quali erano stati rinvenuti corpi di Paracadutisti massacrati e saccheggiati dei loro averi. Il Comando Supremo della Luftwaffe era stato informato qualche giorno prima e un ordine preciso era stato ricevuto direttamente da Hermann Goering circa ‘dure misure’ da intraprendere come, ad esempio, fucilare ostaggi di sesso maschile dai 18 ai 50 anni di età prelevati vicino le zone del rinvenimento dei cadaveri dei nostri camerati.

Dissi all’ufficiale che nel corso dei combattimenti e nelle zone dove questi si erano svolti io non avevo mai visto alcun cadavere di Paracadutista massacrato, bensì decine di caduti i cui volti erano stati devastati dalla decomposizione creata dal caldo davvero elevato.

Poco dopo arrivò il Maggiore Stenzler, il quale mi disse che una delegazione del Ministero degli Esteri tedesco aveva lasciato Berlino il giorno prima per compiere un’inchiesta su presunti massacri di soldati tedeschi compiuti. Risposi a Stenzler che nei giorni dei combattimenti avevo visto molti avvoltoi prendersela con i cadaveri dei nostri caduti e poi molti Paracadutisti morti sul campo, ma nessuno di questi presentava i segni di violenza e/o depredazione di cadavere. Implorai quindi il Maggiore di non mettere in atto la spedizione punitiva. Lui mi rispose che non erano affari miei.

Mi recai allora presso il Tenente Trebes, il quale stava illustrando ad una trentina di uomini le modalità dell’azione. Disse nel suo discorso che il tutto doveva avvenire in maniera rapida.

Il gruppo era formato da Trebes, un altro Tenente, un interprete, due sergenti e circa venti / venticinque uomini del II Battaglione. Come fotografo assegnato all’unità, mi fu permesso di accompagnare il ‘commando’. Giunti presso il villaggio di Malemes ci siamo fermati e Trebes ci mostrò i cadaveri di diversi soldati in avanzato stato di decomposizione, aizzando i propri uomini contro i civili cretesi.

Il nostro viaggio è poi continuato fino al villaggio di Kondomari, giunti al quale gli uomini scesero dai camion e tirarono fuori dalle case tutti gli abitanti. Tra loro c’erano uomini, donne e bambini.

Nel corso della perquisizione che ne seguì, uno dei nostri trovò la giacca di un Paracadutista che presentava un foro di proiettile nella parte posteriore. Immediatamente Trebes diede ordine di bruciare la casa dove era stato fatto il ritrovamento. Un civile tra quelli fermati ammise di aver effettivamente partecipato a un’azione contro soldati tedeschi, ma non furono trovati indizi contro tutti gli altri abitanti del villaggio. Dissi allora a Trebes di mettere fine all’azione e di riportare con noi presso il comando solo l’uomo che aveva ammesso la sua colpa, ma non ci fu verso.

Trebes diede ordine di separare gli uomini dal gruppo, poi attraverso l’interprete fece dire alle donne che tutti gli uomini sarebbero stati fucilati per aver ucciso soldati tedeschi e che i cadaveri dovevano essere seppelliti entro due ore.

Nel momento in cui Trebes tornò indietro per raggiungere il gruppo dei suoi uomini io feci in modo che nove uomini del gruppo degli ostaggi potessero fuggire. Il Tenente dispose il drappello in semicerchio e diede l’ordine di aprire il fuoco. In quindici secondi era tutto finito.

Chiesi a Trebes, che era molto pallido, se comprendeva ciò che aveva appena fatto e lui mi rispose che aveva solo eseguito un ordine giunto da Hermann Goering.

Nonostante le mie foto, come già detto, siano state distrutte poi in parte a Berlino e in parte a Norimberga, mi fu poi possibile recuperarle tramite i negativi che avevo affidato ad un mio amico ad Atene.

 

HORST TREBES

Horst Trebes nacque a Colonia il 22 ottobre del 1916. Entrò nella Wehrmacht come Aspirante Ufficiale il 1° aprile del 1936 e fu promosso Tenente appena due anni dopo, il 20 aprile del 1938. Due mesi più tardi, il 20 giugno, entra volontario nel Battaglione Paracadutisti dell’Esercito sotto il comando dell’allora Maggiore Richard Heidrich. Il 1° Aprile del 1939 un decreto del Reichsmarschall Goering impone di passare il Battaglione Paracadutisti dell’Esercito sotto il controllo della Luftwaffe e così l’unità di Trebes è trasferita nel III Battaglione del Fallschirmjäger Regiment 1 ( III./FJR.1).

Trebes partecipa sia all’invasione della Polonia (dove si guadagna la Croce di Ferro di 2. Classe), sia a quella dell’Olanda (dove invece gli viene attribuita quella di 1. Classe). Nel maggio del 1941 egli è a Creta come “Staff Officer” nel 1° Sturm Regiment.

Durante l’operazione “Merkur” Trebes fu compreso in un Kampfgruppe formato anche dal Tenente Schächter e dal Maggiore Baum, che atterrò con nove alianti presso un ponte sul fiume Travotinis a ovest di Malemes. La missione consisteva nella cattura del ponte prima e la neutralizzazione di alcune postazioni antiaeree vicino all’aeroporto di Malemes dopo.

Durante l’azione il Maggiore Baum fu ucciso e il Tenente Schächter ferito gravemente. Trebes assunse allora il comando. Due giorni dopo, il 23 maggio, vide il Kampfgruppe impegnato presso Palantias, nella cattura di un’altura denominata “Collina 107”.

Fu per quest’azione che a Trebes fu concessa la Croce di Cavaliere, la cui assegnazione avvenne poi il 9 luglio successivo.

Egli tornò quindi n Germania, dove a una festa ad Halberstadt in onore dei conquistatori di Creta, accadde un fatto tragico: il paracadutista Karl Polzin, un membro del famoso “Gruppo Granito” che aveva catturato Fort Eben Emael, fu ucciso proprio da Trebes con un colpo di pistola.

La versione “ufficiale” citò che Polzin, ubriaco, si era addormentato in bagno e il Tenente Trebes, altrettanto ubriaco, avesse esploso un colpo di pistola per svegliarlo. Il proiettile era però rimbalzato, colpendo a morte Polzin. In realtà pare che Polzin nel corso della festa avesse preso in giro Trebes sulle sue presunte “gesta eroiche” a Creta, riferendosi con ciò all’eccidio di Kondomari.

Trebes fu incriminato per omicidio, ma la pena di morte gli fu risparmiata probabilmente a causa del fatto che era comunque un decorato di Croce di Cavaliere; inoltre sua madre aveva lavorato nel 1917 come infermiera al fronte ed aveva incontrato Goering quando, da giovane aviatore, quest’ultimo era stato ricoverato per i postumi di un abbattimento. Trebes fu comunque degradato e gli furono annullate tutte le decorazioni.

Come soldato semplice Trebes fu poi spedito in Africa, dove si guadagnò la reputazione di soldato temerario e incline nello sfidare la sorte ad ogni occasione, tanto da riguadagnarsi sul campo i suoi gradi. Al termine della Campagna d’Africa viene inviato in Russia, dove combatte in qualità di comandante del III Battaglione del FJ Sturm Regiment.

All’inizio della primavera del 1944 è trasferito con il grado di Capitano in Francia, dove il Maggiore Friedrich August Freiherr von der Heydte ha un disperato bisogno di comandanti esperti per il suo 6° Reggimento Paracadutisti, in seno al quale Trebes comanda il III Battaglione.

In Normandia, pochi mesi dopo, termina la vita di Horst Trebes, ucciso in combattimento il 29 luglio 1944 vicino Carentan (Saint Denis le Gast).

 

 

 

Forse l'immagine più emblematica dell'Operazione "Merkur": uno Junker Ju.52 da trasporto precipita in fiamme. Il Corpo dei Paracadutisti tedeschi uscì da quella operazione praticamente decimato, al punto che Hitler impressionato dalle elevate perdite vietò qualsiasi altro utilizzo in massa di azioni aviotrasportate

 

Paracadutisti tedeschi si preparano per il lancio su Creta

 

Squadra mitraglieri aerotrasportata

 

Il generale Freyberg, che comandava la guarnigione di Creta

 

Il generale Kurt Student, comandante del Corpo dei Paracadutisti tedeschi

 

Rinforzi tedeschi arrivano a Creta via mare nell'ultima fase dei combattimenti

 

Dipinto di un artista greco sui fatti di Creta

 

Horst Trebes a colloquio con Rommel, dalla copertina di un numero di "Der Adler"

 

L'Oberjäger Karl Polzin (al centro, con la sigaretta), ucciso da Trebes durante la festa ad Halberstadt

 

Partigiano cretese

 

 

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