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LO SCHW.PZJ.ABT 653 AD ANZIO

Sul fronte di Anzio/Nettuno, nei duri mesi susseguenti allo sbarco Alleato che doveva (almeno nelle intenzioni) sbloccare la via per Roma, combatté tra le file tedesche anche lo  Schwere Panzerjäger Abteilung 653, equipaggiato con il possente semovente cacciacarri “Elefant”.

 

 

 

Il prototipo VK 4501(P) presentato dalla Porsche al concorso per il nuovo carro pesante dell'esercito tedesco. Il mezzo perse la gara, ma il progetto fu convertito nel nuovo cacciacarri pesante "Ferdinand"

 

La produzione del "Ferdinand".

 

Un "Ferdinand" distrutto nella battaglia di Kursk e guardato a vista da soldati sovietici.

 

 

 

 

 

Il Tenente Heinrich Teriete

(1915-2002), che durante l

a battaglia di Kursk

distrusse con il suo

"Ferdinand" 22 carri russi.

 

 

 

 

I "Ferdinand" del Pz.J Abt 653 rientrano via treno in Germania per i lavori di refitting.

 

"Elefant" sul fronte di Anzio. Questo in particolare era stato immobilizzato dall'esplosione di una mina, che ne aveva danneggiato il treno di rotolamento. Siamo sulla strada Cisterna - Campo di Carne.

 

Ancora fronte di Anzio.

 

L'Oberleutnant Helmut Ulbricht (con il Feldmutze), comandante della 1ª Compagnia dello Schwere Panzerjäger Abt. 653, il cui carro (il numero 102) è conservato all'Aberdeen Proving Ground Museum NEL Maryland (USA)

 

Il mezzo dell'Oberleutnant Ulbricht, esaminato da carristi americani

 

Ancora militari americani sull'"Elefant" di Ulbricht.

 

L'Elefant di Ulbricht portato al "Collection Point" e in attesa di essere trasferito al porto di Anzio.

 

Un'altra vista dello stesso mezzo.

 

L'Elefant n.102 ai tempi in cui era abbandonato all'aperto presso l'Aberdeen

 

Lo stesso carro oggi, dopo il restauro.

STORIA DEL 653. SCHW.PZJ.ABT

Lo Schw.PzJ.Abt 653 (dove Schw.PzJ.Ant sta per "Battaglione Cacciacarri Pesanti") prende le origini dallo Sturmgeschutz Abteilung 197. Il 1° aprile 1943 infatti, questa unità viene trasformata da Battaglione Cannoni Semoventi a Battaglione Cacciacarri Pesanti e riceve il suffisso 653 ad Hasede, in Austria.

Il primo Comandante era il Maggiore  Einrich Steinwachs.

Appena un mese dopo il 653. lascia gli Stug. III in dotazione ed acquisisce 45 cacciacarri Ferdinand (Sd. Kfz. 18), trasferendosi a Neusidel am See per l'addestramento.

Nel giugno l’unità è impiegata in Russia, nella zona tra Orel e Kursk e partecipa un mese più tardi all’operazione “Zitadel” -ovvero la battaglia di Kursk-.

La 1. Kompanie era comandata dal Capitano Johann  Spielmann (che impiegava il carro semovente n. 101), mentre il Tenente Helmut Ulbricht aveva il mezzo n.111.

Il carro n. 102, oggetto della ricerca, era invece comandato dal Feldwebel  Fritz Madaus.

Le perdite in questo immane scontro corazzato (che rimane ancora oggi la più grande battaglia di carri armati della storia mai combattuta) furono pesanti per lo Schw.PzJ.Abt. 653, mettendo in evidenza tra l’altro tutti i limiti di una macchina pesante, complicata, poco mobile e mancante, per un’incredibile svista progettuale, di armamento per la difesa ravvicinata dalle squadre anticarro russe.

Nel corso dei combattimenti il Capitano Spielmann fu gravemente ferito e passò così il comando della Compagnia al Tenente Ulbricht.  

Anche il mezzo di quest’ultimo era tuttavia stato gravemente danneggiato, per cui si trovava ad operare dal carro n.134.

Data la situazione tattica sul campo venutasi a creare con il prosieguo delle operazioni, il 653. assunse presto posizioni difensive. Le perdite sovietiche furono immense; i rapporti indicano che un solo Ferdinand (quello del Tenente  Teriete, deceduto nel 2002)  distrusse 22 carri sovietici. Nella battaglia di Kursk il 653 perse 24 uomini tra morti e dispersi, unitamente a 13 Ferdinand, ma distrusse 320 corazzati sovietici ed un grande numero tra cannoni controcarro ed altri veicoli (un'analisi condotta nel dopoguerra stima tuttavia il numero 320 come eccessivo, avvicinandolo più ad un totale di circa 250 carri nemici messi fuori combattimento)

Dopo aver combattuto fino all'autunno del 1943, i 42 Ferdinand superstiti degli 89 schierati, più quattro carcasse semidistrutte e due convertiti in BergeTiger P (carri da recupero), oltre a un superstite dei tre Bergetiger P convertiti dai cinque Tiger P tenuti per test, e i due Ferdinand originali tenuti in Austria (per un totale di 48 Ferdinand e 3 BergeTiger) furono richiamati in fabbrica nel dicembre del 1943 per modifiche.

Fu introdotta una MG 34 sullo scafo, si modificò lo scudo dello stesso e la cassetta degli attrezzi fu spostata dal parafango destro a sopra la marmitta. Inoltre fu adottata una cupola del capocarro con otto iposcopi simile a quella dello StuG III per migliorare la visibilità. Furono in parte risolti i problemi di surriscaldamento dei motori elettrici, che divennero a questo punto molto più affidabili, e lo scafo fu ricoperto di Zimmerit (una pasta amagnetica che serviva ad impedire l'aderenza da parte delle mine magnetiche, del resto mai usate dagli americani).

 

IN AZIONE AD ANZIO

A seguito dello sbarco ad Anzio del 22 gennaio 1944, il 1° febbraio 1944 lo Schw.PzJ.Regiment 656 (includeva il 653. Schw.PzJ.Abt ed il 216 Sturmpanzer Abteilung su Brummbär) ricevette l’ordine di far muovere una Compagnia verso la testa di ponte.

Il 6 febbraio il plotone Flak del 653. fu aggregato al 216. Abteilung. Il 15 febbraio successivo la 1. Kompanie del Tenente Helmut Ulbricht ricevette 11 nuovi mezzi (su un organico previsto di 14) completamente rimodernati nel corso dei lavori già descritti sopra.

L’Unità di Ulbricht arrivò a Roma il 24 febbraio 1944 ed ebbe come area di destinazione una zona nei pressi del lago di Nemi, vicino a Genzano.

La Compagnia addestrativa ed il plotone mantenimento rimasero invece a Tor Sapienza in Roma. Per l’impiego operativo al fronte, la 1. Kompanie del 653. fu aggregata allo Schwere Panzer Abteilung 508 (su Tiger I e  comandato dal Major Hudel). 

Il 27 febbraio, il 508 e la 1. Kp del 653. furono posti alle dipendenze della Fallschirm Panzer Division “Hermann Goering”, andando a formare una potente forza corazzata organizzata in un Kampfgruppe e posta alle dipendenze del Oberst Schmidt. 

Tale forza comprendeva: 

 

  • la 1. Kp del Panzer Regiment 4 su carri Panther

  • lo Schwere Pz Abt 508 su Tiger I

  • la 1. Kp del 653 su cacciacarri Ferdinand

  • il II Btg. del Pz.Regiment 26

  • Lo Sturmpanzer Abteilung 216°

  • Panzer abteilung (Fkl) 301.

Il primo impiego operativo ad Anzio avvenne però già tra il 16 ed il 18 febbraio 1944, quando non tutti i reparti erano arrivati. Il risultato fu deludente e con molte perdite. Un secondo attacco tedesco contro gli Alleati asserragliati nella testa di ponte fu condotto il 28 febbraio all’alba, ma le piogge ed il fango crearono subito difficoltà ai pesanti mezzi corazzati, molti dei quali si fermarono per cause tecniche. Lungo la strada tra Cisterna e Nettuno, nei pressi di Isola Bella, il carro dell’Unteroffizier Werner Khul finì fuori strada nei pressi di un ponte (fu il primo Ferdinand distrutto in Italia). Un Tiger del 508 tentò il recupero sotto il fuoco nemico ma il tentativo fallì e, anzi, lo stesso Tiger dovette essere abbandonato e Khul fu ucciso durante il tentativo di recupero.

Un altro Ferdinand  (quello del Feldwebel Gustav Koss) fu messo fuori uso ed abbandonato dall’equipaggio. Il comandante della Compagnia in persona  (Ulbricht)  dovette distruggerlo per non farlo catturare intatto dal nemico.

Dopo queste azioni la 1.Kp /653. rimase in attesa tra Cisterna e Velletri sino a metà maggio del 1944. Il 1 maggio intanto una direttiva aveva cambiato il nome dei mezzi da "Ferdinand" ad "Elefant".

Il 24 maggio (giorno di inizio dell’offensiva alleata per uscire dalla testa di ponte), vide i rimanenti 9 Elefant della 1./653. schierarsi in attesa del nemico 2 km dietro la Via Appia.

Alle 10.00 cominciò l’inferno di fuoco alleato sulle posizioni tedesche conosciute; fumo ed artiglierie oscuravano la visuale. Gli Elefant rimasero in posizione sino alle 22.30 (anche dopo che era giunta notizia che fanteria alleata era sul lato sinistro dello schieramento).

Dopo tale ora la Compagnia arretrò di 1 chilometro e mezzo, ma.a notte inoltrata, intorno alle 03.30 giunse l’ordine di avanzare di nuovo ed attaccare. Giunti quasi al contatto con il nemico, tutti i mezzi della I/653. si trovarono sotto il fuoco alleato. Due Elefant furono colpiti da lanciafiamme americani ma riuscirono a disimpegnarsi e a ritirarsi. Fu durante questa azione che il Panzerjäger Elefant n.102 dell’Oberleutenant Helmut Ulbricht fu messo fuori uso e abbandonato.

Quando arrivò in supporto la fanteria tedesca, gli Elefant superstiti tornarono all’attacco.  Un carro fu colpito, ma riuscì a ritirarsi.  I pesanti cacciacarri continuarono una disperata resistenza contro le forze alleate che minacciavano continuamente di aggirarli. Il 26 maggio alle 04.00 giunse un nuovo allarme relativo all’arrivo di carri armati Alleati sulla strada per Cisterna.

Gli Elefant neutralizzarono diversi Sherman, ma ebbero anche delle perdite. Ad esempio, l’equipaggio del  Tenente  Grupe distrusse  4 Sherman, ma quello del Feldwebel Roos dovette abbandonare il proprio mezzo.

Con il trascorrere dei giorni, l’offensiva alleata respingeva la 1. Kompanie sempre più indietro, ancora verso Roma, lungo Velletri, Lanuvio e Cecchina. Un altro Elefant fu perso sulla via Aurelia,  un altro ancora verso Viterbo e un altro, il 7 giugno, fece crollare un ponte romano precipitando di sotto, tra Monte fiascone e Orvieto.

Dopo la presa di Roma il 4 giugno 1944, gli americani cominciarono a raccogliere e radunare tutti i mezzi tedeschi rimasti sul campo di battaglia. L’Elefant n. 102 fu uno di questi. Giaceva sulla strada tra Cisterna e Cori. Fu esaminato e portato in un “Collection point” vicino alla stazione ferroviaria di Nettuno.

Successivamente fu caricato su una nave nel porto di Anzio e trasferito nella base dell’Aberdeen Proving Ground, nel Maryland, dove venivano testati gli armamenti pesanti.

Alla fine di tutte le valutazioni, il mezzo si mostrava molto dimesso e rimase per anni abbandonato e in pessime condizioni generali sul campo di prova assieme a tanti altri corazzati.

Solo ultimamente si è proceduto al suo restauro.

 

I CAPOCARRO DELLO SCHW.PzJ.ABT 653

(alla formazione dell'Unità)

 

1./SCHWERE PANZERJÄGER-ABTEILUNG 653
Ferdinand 101: Hauptmann Johann Spielmann
Ferdinand 102: Hauptfeldwebel Fritz Madaus
Ferdinand 111: Oberleutnant Helmut Ulbricht
Ferdinand 112: Stabsfeldwebel Willi Slanarz
Ferdinand 113: Feldwebel Karl Wedler (?)
Ferdinand 114: Unteroffizier Erich Prezler (?)
Ferdinand 121: Leutnant Hermann Löck
Ferdinand 122: Feldwebel Wilhelm Flintrop (?)
Ferdinand 123: Unteroffizier Werner Kühl (?)
Ferdinand 124: Feldwebel Rolf Schleicher/Feldwebel Hans Huber
Ferdinand 131: Feldwebel Gustav Koss (?)
Ferdinand 132: Unteroffizier Horst Golinski (?)
Ferdinand 133: Feldwebel Heinz Rempel (?)
Ferdinand 134: Unteroffizier Reinhold Schlabs

2./SCHWERE PANZERJÄGER-ABTEILUNG 653
Ferdinand 201: Hauptmann Eberhard Kuntze
Ferdinand 202: Hauptfeldwebel Willi Schmidt (?)
Ferdinand 211: Leutnant Karl Schrader (caduto il 15 luglio 1943)
Ferdinand 212: Stabsfeldwebel Ebel (?)
Ferdinand 213: Feldwebel Franz Blaschke (?)
Ferdinand 214: Unteroffizier Erhard Rau (?)
Ferdinand 221: Leutnant Göttelmann (caduto)
Ferdinand 222: Feldwebel Kurt Albinus (?)
Ferdinand 223: Feldwebel Emanuel Schlenska (?)
Ferdinand 224: ? Albin Weiskopf (?)
Ferdinand 231: Oberfeldwebel Friedrich W. Meigen (?)
Ferdinand 232: Feldwebel Otto Hecker (?)
Ferdinand 233: Feldwebel Heinz Borngässer (?)
Ferdinand 234: Unteroffizier Fritz Walkenhorst (?)

3./SCHWERE PANZER-JÄGER ABTEILUNG 653
Ferdinand 301: Oberleutnant Werner Salarnon
Ferdinand 302: Wachtmeister Franz Czichochewski
Ferdinand 311: Oberleutnant Lange
Ferdinand 312: Oberfeldwebel Emil Issler (?)
Ferdinand 313: Feldwebel Fritz Schwarz (?)
Ferdinand 314: Wachtmeister Ferdinand Biermann (?)
Ferdinand 321: Oberwachtmeister Speidel (?) (caduto)
Ferdinand 322: Wachtmeister Heinrich Teriete (?)
Ferdinand 323: Unteroffizier Christian Noethen (?)
Ferdinand 324: Unteroffizier Willi Petry (?)
Ferdinand 331: Leutnant Franz Kretschmer
Ferdinand 332: Feldwebel Albin Heinickel
Ferdinand 333: Wachtmeister Benno Schardin
Ferdinand 334: Fahnenjunker Wilhelm Opitz

 

A cura di Claudio MORINO - Integrazioni e revisione di Marco Marzilli

 

 

 

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