STORIA DEL 653. SCHW.PZJ.ABT
Lo
Schw.PzJ.Abt 653
(dove Schw.PzJ.Ant sta per "Battaglione Cacciacarri Pesanti")
prende le origini dallo Sturmgeschutz Abteilung 197. Il 1°
aprile 1943 infatti, questa unità viene trasformata da
Battaglione Cannoni Semoventi a Battaglione Cacciacarri Pesanti
e riceve il suffisso 653 ad Hasede, in Austria.
Il primo Comandante
era il Maggiore Einrich Steinwachs.
Appena un mese dopo
il 653. lascia gli Stug. III in dotazione ed acquisisce 45
cacciacarri Ferdinand (Sd. Kfz. 18), trasferendosi a Neusidel am
See per l'addestramento.
Nel giugno l’unità è
impiegata in Russia, nella zona tra Orel e Kursk e partecipa un
mese più tardi all’operazione “Zitadel” -ovvero la battaglia di
Kursk-.
La 1. Kompanie era
comandata dal Capitano Johann Spielmann (che impiegava il carro
semovente n. 101), mentre il Tenente Helmut Ulbricht aveva il
mezzo n.111.
Il carro n. 102,
oggetto della ricerca, era invece comandato dal Feldwebel Fritz
Madaus.
Le perdite in questo
immane scontro corazzato (che rimane ancora oggi la più grande
battaglia di carri armati della storia mai combattuta) furono
pesanti per lo Schw.PzJ.Abt. 653, mettendo in evidenza tra
l’altro tutti i limiti di una macchina pesante, complicata, poco
mobile e mancante, per un’incredibile svista progettuale, di
armamento per la difesa ravvicinata dalle squadre anticarro
russe.
Nel corso dei
combattimenti il Capitano Spielmann fu gravemente ferito e passò
così il comando della Compagnia al Tenente Ulbricht.
Anche il mezzo di
quest’ultimo era tuttavia stato gravemente danneggiato, per cui
si trovava ad operare dal carro n.134.
Data la situazione
tattica sul campo venutasi a creare con il prosieguo delle
operazioni, il 653. assunse presto posizioni difensive. Le
perdite sovietiche furono immense; i rapporti indicano che un
solo Ferdinand (quello del Tenente Teriete, deceduto nel 2002)
distrusse 22 carri sovietici. Nella battaglia di Kursk il 653
perse 24 uomini tra morti e dispersi, unitamente a 13 Ferdinand,
ma distrusse 320 corazzati sovietici ed un grande numero tra
cannoni controcarro ed altri veicoli (un'analisi condotta nel
dopoguerra stima tuttavia il numero 320 come eccessivo,
avvicinandolo più ad un totale di circa 250 carri nemici messi
fuori combattimento)
Dopo aver combattuto
fino all'autunno del 1943, i 42 Ferdinand superstiti degli 89
schierati, più quattro carcasse semidistrutte e due convertiti
in BergeTiger P (carri da recupero), oltre a un superstite dei
tre Bergetiger P convertiti dai cinque Tiger P tenuti per test,
e i due Ferdinand originali tenuti in Austria (per un totale di
48 Ferdinand e 3 BergeTiger) furono richiamati in fabbrica nel
dicembre del 1943 per modifiche.
Fu introdotta una MG
34 sullo scafo, si modificò lo scudo dello stesso e la cassetta
degli attrezzi fu spostata dal parafango destro a sopra la
marmitta. Inoltre fu adottata una cupola del capocarro con otto
iposcopi simile a quella dello StuG III per migliorare la
visibilità. Furono in parte risolti i problemi di
surriscaldamento dei motori elettrici, che divennero a questo
punto molto più affidabili, e lo scafo fu ricoperto di Zimmerit
(una pasta amagnetica che serviva ad impedire l'aderenza da
parte delle mine magnetiche, del resto mai usate dagli
americani).
IN
AZIONE AD ANZIO
A seguito dello
sbarco ad Anzio del 22 gennaio 1944,
il 1° febbraio 1944
lo
Schw.PzJ.Regiment 656 (includeva il 653. Schw.PzJ.Abt ed il 216
Sturmpanzer Abteilung su Brummbär) ricevette l’ordine di far
muovere una Compagnia verso la testa di ponte.
Il 6 febbraio il
plotone Flak del 653. fu aggregato al 216. Abteilung. Il 15
febbraio successivo la 1. Kompanie del Tenente Helmut Ulbricht
ricevette 11 nuovi mezzi (su un organico previsto di 14)
completamente rimodernati nel corso dei lavori già descritti
sopra.
L’Unità di Ulbricht
arrivò a Roma il 24 febbraio 1944 ed ebbe come area di
destinazione una zona nei pressi del lago di Nemi, vicino a
Genzano.
La Compagnia
addestrativa ed il plotone mantenimento rimasero invece a Tor
Sapienza in Roma. Per l’impiego operativo al fronte, la 1.
Kompanie del 653. fu aggregata allo Schwere Panzer Abteilung 508
(su Tiger I e comandato dal Major Hudel).
Il 27 febbraio, il
508 e la 1. Kp del 653. furono posti alle dipendenze della
Fallschirm Panzer Division “Hermann Goering”, andando a formare
una potente forza corazzata organizzata in un Kampfgruppe e
posta alle dipendenze del Oberst Schmidt.
Tale forza
comprendeva:
-
la 1. Kp del
Panzer Regiment 4 su carri Panther
-
lo Schwere Pz Abt
508 su Tiger I
-
la 1. Kp del 653
su cacciacarri Ferdinand
-
il II Btg. del Pz.Regiment
26
-
Lo Sturmpanzer
Abteilung 216°
-
Panzer abteilung
(Fkl) 301.
Il primo impiego
operativo ad Anzio avvenne però già tra il 16 ed il 18 febbraio
1944, quando non tutti i reparti erano arrivati. Il risultato fu
deludente e con molte perdite. Un secondo attacco tedesco contro
gli Alleati asserragliati nella testa di ponte fu condotto il 28
febbraio all’alba, ma le piogge ed il fango crearono subito
difficoltà ai pesanti mezzi corazzati, molti dei quali si
fermarono per cause tecniche. Lungo la strada tra Cisterna e
Nettuno, nei pressi di Isola Bella, il carro dell’Unteroffizier
Werner Khul finì fuori strada nei pressi di un ponte (fu il
primo Ferdinand distrutto in Italia). Un Tiger del 508 tentò il
recupero sotto il fuoco nemico ma il tentativo fallì e, anzi, lo
stesso Tiger dovette essere abbandonato e Khul fu ucciso durante
il tentativo di recupero.
Un altro Ferdinand
(quello del Feldwebel Gustav Koss) fu messo fuori uso ed
abbandonato dall’equipaggio. Il comandante della Compagnia in
persona (Ulbricht) dovette distruggerlo per non farlo
catturare intatto dal nemico.
Dopo queste azioni la
1.Kp /653. rimase in attesa tra Cisterna e Velletri sino a metà
maggio del 1944. Il 1 maggio intanto una direttiva aveva
cambiato il nome dei mezzi da "Ferdinand" ad "Elefant".
Il 24 maggio (giorno
di inizio dell’offensiva alleata per uscire dalla testa di
ponte), vide i rimanenti 9 Elefant della 1./653. schierarsi in
attesa del nemico 2 km dietro la Via Appia.
Alle 10.00 cominciò
l’inferno di fuoco alleato sulle posizioni tedesche conosciute;
fumo ed artiglierie oscuravano la visuale. Gli Elefant rimasero
in posizione sino alle 22.30 (anche dopo che era giunta notizia
che fanteria alleata era sul lato sinistro dello schieramento).
Dopo tale ora la
Compagnia arretrò di 1 chilometro e mezzo, ma.a notte inoltrata,
intorno alle 03.30 giunse l’ordine di avanzare di nuovo ed
attaccare. Giunti quasi al contatto con il nemico, tutti i mezzi
della I/653. si trovarono sotto il fuoco alleato. Due Elefant
furono colpiti da lanciafiamme americani ma riuscirono a
disimpegnarsi e a ritirarsi. Fu durante questa azione che il
Panzerjäger Elefant n.102 dell’Oberleutenant Helmut Ulbricht fu
messo fuori uso e abbandonato.
Quando arrivò in
supporto la fanteria tedesca, gli Elefant superstiti tornarono
all’attacco. Un carro fu colpito, ma riuscì a ritirarsi. I
pesanti cacciacarri continuarono una disperata resistenza contro
le forze alleate che minacciavano continuamente di aggirarli. Il
26 maggio alle 04.00 giunse un nuovo allarme relativo all’arrivo
di carri armati Alleati sulla strada per Cisterna.
Gli Elefant
neutralizzarono diversi Sherman, ma ebbero anche delle perdite.
Ad esempio, l’equipaggio del Tenente Grupe distrusse 4
Sherman, ma quello del Feldwebel Roos dovette abbandonare il
proprio mezzo.
Con il trascorrere
dei giorni, l’offensiva alleata respingeva la 1. Kompanie sempre
più indietro, ancora verso Roma, lungo Velletri, Lanuvio e
Cecchina. Un altro Elefant fu perso sulla via Aurelia, un altro
ancora verso Viterbo e un altro, il 7 giugno, fece crollare un
ponte romano precipitando di sotto, tra Monte fiascone e
Orvieto.
Dopo la presa di Roma
il 4 giugno 1944, gli americani cominciarono a raccogliere e
radunare tutti i mezzi tedeschi rimasti sul campo di battaglia.
L’Elefant n. 102 fu uno di questi. Giaceva sulla strada tra
Cisterna e Cori. Fu esaminato e portato in un “Collection point”
vicino alla stazione ferroviaria di Nettuno.
Successivamente fu
caricato su una nave nel porto di Anzio e trasferito nella base
dell’Aberdeen Proving Ground, nel Maryland, dove venivano
testati gli armamenti pesanti.
Alla fine di tutte le
valutazioni, il mezzo si mostrava molto dimesso e rimase per
anni abbandonato e in pessime condizioni generali sul campo di
prova assieme a tanti altri corazzati.
Solo ultimamente si è
proceduto al suo restauro.
I CAPOCARRO
DELLO SCHW.PzJ.ABT 653
(alla formazione
dell'Unità)
1./SCHWERE PANZERJÄGER-ABTEILUNG 653
Ferdinand 101: Hauptmann Johann Spielmann
Ferdinand 102: Hauptfeldwebel Fritz Madaus
Ferdinand 111: Oberleutnant Helmut Ulbricht
Ferdinand 112: Stabsfeldwebel Willi Slanarz
Ferdinand 113: Feldwebel Karl Wedler (?)
Ferdinand 114: Unteroffizier Erich Prezler (?)
Ferdinand 121: Leutnant Hermann Löck
Ferdinand 122: Feldwebel Wilhelm Flintrop (?)
Ferdinand 123: Unteroffizier Werner Kühl (?)
Ferdinand 124: Feldwebel Rolf Schleicher/Feldwebel Hans Huber
Ferdinand 131: Feldwebel Gustav Koss (?)
Ferdinand 132: Unteroffizier Horst Golinski (?)
Ferdinand 133: Feldwebel Heinz Rempel (?)
Ferdinand 134: Unteroffizier Reinhold Schlabs
2./SCHWERE PANZERJÄGER-ABTEILUNG 653
Ferdinand 201: Hauptmann Eberhard Kuntze
Ferdinand 202: Hauptfeldwebel Willi Schmidt (?)
Ferdinand 211: Leutnant Karl Schrader (caduto il 15 luglio 1943)
Ferdinand 212: Stabsfeldwebel Ebel (?)
Ferdinand 213: Feldwebel Franz Blaschke (?)
Ferdinand 214: Unteroffizier Erhard Rau (?)
Ferdinand 221: Leutnant Göttelmann (caduto)
Ferdinand 222: Feldwebel Kurt Albinus (?)
Ferdinand 223: Feldwebel Emanuel Schlenska (?)
Ferdinand 224: ? Albin Weiskopf (?)
Ferdinand 231: Oberfeldwebel Friedrich W. Meigen (?)
Ferdinand 232: Feldwebel Otto Hecker (?)
Ferdinand 233: Feldwebel Heinz Borngässer (?)
Ferdinand 234: Unteroffizier Fritz Walkenhorst (?)
3./SCHWERE PANZER-JÄGER ABTEILUNG 653
Ferdinand 301: Oberleutnant Werner Salarnon
Ferdinand 302: Wachtmeister Franz Czichochewski
Ferdinand 311: Oberleutnant Lange
Ferdinand 312: Oberfeldwebel Emil Issler (?)
Ferdinand 313: Feldwebel Fritz Schwarz (?)
Ferdinand 314: Wachtmeister Ferdinand Biermann (?)
Ferdinand 321: Oberwachtmeister Speidel (?) (caduto)
Ferdinand 322: Wachtmeister Heinrich Teriete (?)
Ferdinand 323: Unteroffizier Christian Noethen (?)
Ferdinand 324: Unteroffizier Willi Petry (?)
Ferdinand 331: Leutnant Franz Kretschmer
Ferdinand 332: Feldwebel Albin Heinickel
Ferdinand 333: Wachtmeister Benno Schardin
Ferdinand 334: Fahnenjunker Wilhelm Opitz
A cura di Claudio
MORINO - Integrazioni e revisione di Marco Marzilli |