Inaspettati risvolti storici
e testimonianze in originale, su quel 12 settembre 1943 riguardo la
liberazione del Duce a Campo Imperatore. Nel 68° anniversario della
liberazione di Mussolini al Gran Sasso, Vincenzo Di Michele presenta la
sua ultima novità editoriale con il libro Mussolini finto Prigioniero
al Gran Sasso, editore Curiosando. Nell’ambito di tale rivisitazione
storica, l’autore, rivela nuovi percorsi storici cui prestare
attenzione . Grazie alle testimonianze inedite dei pastori abruzzesi e
di chi era presente nel settembre 1943 a Campo Imperatore, sono stati
accertati e riscontrati avvenimenti storici sinora sconosciuti.
Addirittura, viene menzionata la presenza di tre personaggi
nell’albergo di Campo Imperatore invitati proprio dal tenente Alberto
Faiola, Comandante del nucleo Carabinieri addetto alla sorveglianza di
Mussolini al Gran Sasso. Uno di questi personaggi, Alfonso Nisi peraltro
originario di Fano Adriano piccolo paese alle pendici del Gran Sasso
rilasciò persino un’intervista dove dichiarò la sua presenza in quei
giorni proprio nell’albergo di Campo Imperatore affermando poi che
Mussolini a Campo Imperatore :” poteva fare quel che gli pareva e
piaceva, vedere gente, ricevere e inoltrare lettere clandestine, e che,
insomma, la sorveglianza non era né stretta né efficace. Sta di fatto
che tale personaggio Alfonso Nisi, si trovò presente al momento della
liberazione di Mussolini, e che la sua presenza lassù era certamente
indebita. La notizia in oggetto , in realtà era stata pubblicata ai
primi degli anni 60, dalla rivista Storia Illustrata anche se passò del
tutto inosservata. Ed inoltre, è stata attentamente analizzata la
concreta possibilità di intraprendere la via di fuga verso il versante
teramano portando così il Duce in luoghi più sicuri. Ad esempio, a soli
30 minuti di marcia, c’era il rifugio Duca Degli Abruzzi tra l’altro
proprio in uso all’Aereonautica Militare o anche il Rifugio Garibaldi.
Eppure, il tenente Alberto
Faiola, Comandante dei Carabinieri al Gran Sasso, fu encomiato per la
sua piena aderenza alle disposizioni impartite. Non si deve però
sottacere la questione inerente la turbolenza di quei giorni. Infatti,
il periodo tra la seduta del Gran Consiglio e la liberazione di
Mussolini a Campo Imperatore, è stato alquanto movimentato; la sfiducia
al duce, il suo arresto, il trasferimento all’ isola di Ponza e poi all’
Isola della Maddalena e al Gran Sasso, la proclamazione dell’ armistizio
ed infine l’abile colpo di mano dei tedeschi che liberano il duce e lo
portano in Germania, dove Hitler lo costringe a creare la Repubblica
Sociale Italiana.
Sulla posizione del Governo
Badoglio e del Re riguardo le loro ambiguità è un dato storico pressoché
consolidato.
Da parte tedesca i
personaggi chiave per lo svolgimento delle vicende in questione, furono:
il Generale della Luftwaffe Kurt Student (fondatore del corpo dei
paracadutisti tedeschi), il Maggiore Mors, il Capitano Skorzeny e
l’attendente di questi, il tenente Karl Radl.
Se in quel, liberate il
Duce, fortemente ribadito dal Fuhrer, la propaganda tedesca aveva
innalzato l’operazione Eiche, quale estremo tentativo nel cercare
di risollevare le sorti di un conflitto bellico peraltro già segnato,
nei fatti, occorre necessariamente ribadire a gran voce la totale
assenza di reazione dell’esercito italiano.
Si deve anche menzionare
della presenza all’incursione di un Generale italiano appartenente al
Corpo della polizia. Si chiamava Fernando Soleti; era stato prelevato a
Roma di forza dai Tedeschi e portato con gli alianti a Campo Imperatore.
Indubbiamente, tale
espediente, contribuì a superare quegli attimi di incertezza che
dominarono e caratterizzarono il comportamento degli agenti di guardia.
Sul punto però, viene dato spazio ad una analisi di Alvise Valsecchi, il
quale attentamente e in maniera documentata, ha analizzato l’effettivo
dimensionamento storico dell’intervento delle forze germaniche nel
periodo in cui, Mussolini era prigioniero al Gran Sasso. Di tutto
questo, Vincenzo Di Michele peraltro già autore del Libro Io
prigioniero in Russia, dove ha narrato la storia di un alpino nella
II guerra mondiale sul fronte Russo – con oltre 50.000 copie vendute e
conseguendo numerosi premi per la preziosa testimonianza storica – ha
tracciato in maniera chiara, l’ effettivo svolgimento dei fatti in quei
giorni non esimendosi dall’analisi di confronto con gli altri saggi
storici .
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