La notte del Golden Gala ha regalato più di un emozione a chi ha seguito l’evento. I campioni dell’atletica sono scesi nello stadio Olimpico di Roma per superare se stessi, cercando in più di un’occasione di conquistare quel quarto d’ora di celebrità, che secondo Andy Warhol, tutti, prima o poi abbiamo diritto.

Assistere alle gare del Golden Gala è sicuramente un’esperienza come poche in Italia, lo stadio Olimpico di Roma con i suoi ottantamila posti, da bene la misura di questo meeting, che se non riesce a riempire tutti i posti disponibili, rimane rispetto ai tradizionali meeting della nostra penisola di un valore inestimabile.

Le emozioni si sono susseguite una dopo l’altra, ma tra tutte quella che è giunta ad un passo dal cancellarle è stato il lancio del giavellotto del finlandese, Tero Pitkamaki, che finito fuori settore ha colpito al costato il francese Salim Sdiri, alla fine solo tanta paura e fortunatamente nulla di grave, il francese, speriamo, si rimetterà presto. Icone di questa serata sono stati Oscar Pistorius e Andrew Howe il primo per la sua umanità, il secondo perché riesce a trascinare con la sua spontaneità qualsiasi platea.

Oscar Pistorius battezzato dai media Blade Runner per il fatto di correre con queste due protesi metalliche che assomigliano a lame, corre per realizzare il suo sogno, un desiderio comune a migliaia di atleti normodotati, partecipare ai giochi olimpici, ma la federazione internazionale vede in quelle protesi metalliche non un handicap ma un qualcosa in più, ed alla fine questo ragazzo sudafricano, vive la contraddizione di rimanere fuori dall’olimpo perché è il mondo ad essere handicappato nei suoi confronti. Andrew Howe tra un salto ed un altro nella pedana del lungo, deve anche soccorrere Salim Sdiri colpito dal giavellotto ad un costato. Tragedia a parte, alla fine corre a festeggiare la sua vittoria tra il pubblico dello stadio, concedendosi un bagno di folla senza negarsi a nessuno dei presenti, mentre star come Asafa Powell dopo il classico giro d'onore sulla pista sulla macchina dello sponsor, sì defila dopo essersi concesso solo ai più accreditati reporter delle varie televisioni presenti, snobbando gli altri.

Intanto, barricati dietro una transenna circa una cinquantina tra fotografi e inviati di altri media, cercano di immortalare ogni movimento delle varie star dell’atletica presenti alla manifestazione. Alcune di queste come il già citato, Asafa Powell, si concedono mal volentieri agli scatti dei fotografi, altri atleti come le divine Yelena Isinbayeva e Blanka Vlasic non lasciano a bocca asciutta nessuno dei loro fan che si precipitano verso di loro a caccia d'autografi, ringraziando addirittura del fuoco di linea che noi fotografi ogni secondo gli lanciamo.

Tra i vari fotoreporter la fanno da padrona quelli del posto, ma tra questi non mancano numerosi stranieri, tra questi un australiano e dei giapponesi, in particolare con il collega della terra Down Under sì inizia una fitta conversazione su Asafa Powell e di come a suo dire, Powell non ha subito nessun infortunio “ uno come lui, ci dice il nostro amico australiano, non avrà gareggiato al meeting Gaz de France Paris Saint-Denis, perché non gli andava il cache che gli organizzatori gli davano” Ovviamente gli facciamo notare che così facendo ha perso l’opportunità di vincere il jackpot da un milione di dollari, ma senza battere ciglio questi ci risponde” vedrete. Powell vince la gara dei 100 metri correndo in 9.90, rallentando negli ultimi metri e per giunta voltandosi a guardare il suo avversario, non ci resta che esprimere verso questo parente stretto di Mister Crocodile Dundee un caloroso” forse hai ragione!”

Gli italiani in gara fanno del loro meglio per ben figurare, oltre alla vittoria nel lungo di Andrew Howe, nei 100 metri Simone Collio, quasi incredulo guarda al tabellone che riporta il suo tempo 10.19, suo nuovo record, dopo qualche secondo inizia una danza di gioia davanti a noi fotografi che i giudici di gara non riescono a placare. Elisa Cusma negli 800 metri, dopo aver generato molte attese nei vari meeting fatti in Europa e molto nervosa alla partenza, la gara la vede chiusa tra una decina d’avversarie, nell’ultimo giro con il pubblico che la incita inizia a passare di prepotenza, ma ormai è stretta in una morsa che quasi non la fa correre, e solo quinta con un tempo di tutto ragguaglio di 2.00.04. Nei 1500 metri Christian Obrist è ultimo ma con il tempo eccezionale di 3: 35.75. Idem i cento metri femminili d’Anita Pistone con il tempo di 11.45. Nel salto in alto Antonietta Di Martino, sì accontenta di 1.95. Nei 400 metri Andrea Barberi è ultimo, ma con il risultato ragguardevole di 45.93. Questi risultati la dicono lunga sul valore di questo meeting che negli anni sta crescendo sempre più d'importanza, divenendo un crocevia per ogni atleta che aspira ad essere un campione.

Luigi Esposito (Gino)

Nelle Foto Andrew Howe, Oscar Pistorius, Yelena Isinbayeva, Elisa Cusma (Alfa Agency)


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