|
TORINO > CITTA' MAGICA
Torino è considerata
la città misteriosa per eccellenza. Punto di
incrocio di linee energetiche negative e positive,
secondo una leggenda, sarebbe stata fondata nel 1500
a.C. addirittura dagli Egizi. I rapporti della città
con l'Egitto sono molto intensi, non per niente
Torino ospita il museo egizio più importante
d'Europa, secondo soltanto a quello del Cairo. Torino,
nell'antichità, ospitò tra l'altro,
importanti personaggi, come Nostradamus, Cagliostro,
Saint-Germain, Fulcanelli e Paracelso. Fin dal '500
fu il luogo d'incontro di tutti gli alchimisti d'Europa,
a causa della presunta presenza sotto il Palazzo Reale
delle Grotte Alchemiche, luogo propizio naturale per
gli esperimenti alchemici. Tempo fa, durante i lavori
della metropolitana, ci furono dei problemi e i progettisti,
per ragioni a noi ignote, dovettero cambiare i loro
piani e far deviare la linea della metro di novanta
gradi dalla loro traiettoria originale. Non se ne
copnosce il motivo. Probabilmente ostacolati dalla
presenza di questo luogo mistico...
TORINO > LA MASCA
Il termine "masca" è un termine dialettale
piemontese che indica la "strega", molto diffuso
nelle Langhe e nel Canavese.
La "masca", secondo
le credenze popolari, è in possesso di facoltà
naturali ed opera incatesimi, toglie o indirizza fatture,
utilizza medicamenti strani ed eredita la conoscenza
dei poteri per via matrilineare dalla
madre o dalla nonna. Oltre ai poteri ereditati per via
orale, la strega eredita anche il "Libro del Comando",
dove, con inchiostri di vari colori, sono riportate
formule e incantesimi.
Nell'immaginario collettivo piemontese,
le "masche" hanno un volto sgradevole, la
pelle ruvida e scura, la fronte bassa e scavata da diverse
rughe. Insomma, la vera immagine della strega cattiva
delle fiabe. Niente a che vedere con l'arcigna ma affascinante
matrigna di Biancaneve.
Nonostante ormai il potere di
autosuggestione tipico del pensiero popolare si sia
nel corso del tempo affievolito con l'ingrandirsi delle
città e dell'evoluzione industriale, in Piemonte
pregiudizi e scaramanzie sono ancora largamente diffusi.
Le streghe putroppo non sono appartenute
solo alla fantasia ed anche il Piemonte possiede la
sua triste realtà legata ai processi per stregoneria.
L'immagine dei crimini commessi realmente o partoriti
dalla fantasia di irragionevoli giudici della Chiesa
e dei tribunali, portavano
ad una sorta di esaltazione e dilatazione dei processi
che a loro volta coinvolgevano interi paesi. La donna
accusata di stregoneria veniva vestita di un camice
bianco e portata in corteo fino al luogo dell'esecuzione.
Un documento del 1474 rinvenuto
tra le carte dei conti Valperga di Rivara, ci informa
che il 23 settembre 1472, a Forno di Rivara vennero
bruciate tre donne del luogo, si sa soltanto che si
trattava di tre sorelle. Un altro documento sempre del
1474, riporta invece ben 55 capi d'accusa rivolti a
quattro donne di Levone: Antonia De Alberto, Francesca
Viglone, Bonaveria Viglone e Margarota Braya la quale
riuscì a fuggire ed a evitare il rogo...
TORINO > LA SACRA SINDONE
Il Duomo di Torino conserva una delle più importanti
reliquie che l'umanità possegga, se non la
più importante. Si tratta della Sacra Sindone,
cioè del lenzuolo che avvolse il corpo di Cristo
dopo la sua agonia sulla Croce, quando venne posto
da Maria e Maddalena nel suo sepolcro. Il lenzuolo
riporterebbe l'immagine di Gesù per intero,
visto frontalmente e posteriormente. Il condizionale
è d'obbligo, visto che non si ha la certezza
che effettivamente l'uomo di cui rimane l'immagine
sia proprio Cristo. Tempo fa il sacro lenzuolo è
stato sottoposto ad alcune analisi che avevano suggerito
l'idea che esso potesse essere appartenuto ad uno
degli ultimi maestri templari, se non proprio a Giacomo
di Moley, ultimo maestro del Tempio. Tuttavia, ulteriori
studi recenti hanno rivalutato l'idea originaria che
il lenzuolo avesse davvero avvolto il corpo di Cristo.
Soprattutto, a prova di tale ipotesi, contribuiscono
diverse prove, tra le quali la scoperta della presenza
di due monete poste sugli occhi del defunto secondo
un'antica usanza (dovevano servire al defunto per
pagare Caronte, il traghettatore che li avrebbe condotti
attraverso il Lethe negli inferi) appartenenti all'età
storica di Ponzio Pilato, governatore romano di quel
periodo (prima metà del I secolo d.C.). Inoltre,
un'analisi al computer ha rivelato tracce di sangue
sul costato dell'uomo e sulla fronte (forse per via
della corona di spine). Nel 1997 la Sindone scampò
miracolosamente ad un incendio che, tuttavia, la danneggiò
in parte. All'interno del Duomo è possibile
ammirare una copia a grandezza naturale della reliquia.
La vera Sindone è conservata in un'altra parte
del Duomo, a sinistra dell'altare, e viene esposta
in pubblico solo in rare occasioni. L'ultima volta
che ciò accadde fu nei giorni successivi all'incendio
del 1997. Rimane comunque il dubbio che l'uomo immortalato
possa non essere il Cristo. Ma se non si tratta di
lui, di chi si tratta allora? Il mistero rimane, anche
perché tale fenomeno è già strano
di per sé. Infatti, in condizioni normali,
un'immagine così nitida non sarebbe potuta
rimanere. Ma allora, come è stato possibile
tale prodigio?
|
|
|