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"Nel
vuoto insensato il demone mi portò
oltre i grappoli luminosi dello spazio finito,
finché davanti a me non ci furono né il tempo né
la materia
ma solo caos, senza forma o luogo."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)
"Non e' morto
cio' che in eterno puo' attendere ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire..."
(H.P. Lovecraft)
"E
ora sono io
insieme benedetto e maledetto,
perchè adesso possiedo le chiavi del Regno dei Cieli.
Perdonerò chi merita la salvezza, dannerò chi ha dannato
se stesso
imparerò a vivere dopo che l'amore è morto
Io sono il Mangia Peccati..."
(Tratto dal Film "La Setta dei Dannati")
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NAPOLI > LA CAPPELLA DI SAN SEVERO
Nella
cappella di S. Severo sono custoditi segreti ancora
non del tutto svelati.
I più grandi misteri della Cappella sono le
cosiddette Macchine anatomiche, ossia due corpi di
esseri umani, un uomo e una donna, trattati con un
procedimento alchemico ancora sconosciuto,
che ha "metallizzato" i vasi sanguigni dei
corpi rendendoli immuni alla decomposizione.
I due
corpi presentano solo lo scheletro e la fitta rete
di vasi sanguigni, cuore compreso, reso un po' più
gonfio del normale appunto per via del procedimento
alchemico sopra citato.
In particolare la donna era incinta ed è possibile
vedere anche i vasi sanguigni del bambino.
Non si sa ancora se le due "vittime" siano
state trattate da vive o da morte, ma la postura della
donna, con un braccio alzato, quasi in cerca di aiuto,
fa presupporre che fossero in vita.
Nella stessa cappella è conservato il "Cristo
Velato": la velatura in pietra, a detta degli
esperti, è impossibile da realizzare con un
tale realismo. Si pensa infatti che anche per la velatura
sia stato utilizzato un sistema alchemico sconosciuto,
che ha pietrificato un velo vero...
NAPOLI > O' MUNACIELLO DEI VICOLI
Il "piccolo monaco"
che si aggira per i vicoli stretti di Napoli è
uno degli spiriti più famosi delle nostre città.
La storia di questo spirito risalirebbe ad un amore
impossibile del '500. Secondo la tradizione, un giovane,
Stefano Mariconda, era innamorato di una ragazza di
buona famiglia, Caterinella Frezza. Ma proprio la
famiglia di lei, avversa a questo amore, fece gettare
il giovane nel vuoto, mentre questi raggiungeva l'amata
passando per i tetti di Napoli. Caterinella, si narra,
diede alla luce un figlio deforme che già dalla
giovane età fu vestito da monaco per cercare
grazia e per nascondere le deformità. Il personaggio
fu oggetto di grande superstizione in vita, e ancora
oggi la sua figura è considerata portatrice
di eventi benevoli e nefasti in tutta la città.
NAPOLI > LA MASSONERIA
Mariano
Iodice, studioso della storia e della dottrina massonica,
ha portato alla luce unutile testimonianza che
rafforza la sua teoria di una Loggia di rito unificato
massonico-egizio-rosacruciano a Napoli. Il tentativo
di costituire la Loggia fu opera
del conte Cagliostro che dimorò nel centro partenopeo
per alcuni anni. Del resto, non mancano riferimenti
notevoli in tal senso.
Nel 1663
si costitusce a Napoli, sul modello della Royal Society
inglese, l'Accademia degli Investiganti (con Leonardo
di Capua, Alfonso Borrelli, Tommaso Cornelio, Francesco
d'Andrea ed il benedettino Caramuel) con l'intento di
ricercare la verità nascosta nel "Libro
della Natura" ed ispirandosi al pensiero di
Galileo, Gassendio e Cartesio, ma collegandosi
idealmente soprattutto a Bruno e Campanella:
sapendo quanto fosse stata decisiva nella costituzione
della Società inglese l'influsso
rosacrociano, si può ammettere l'esistenza di
un collegamento, almeno ideale, con tale corrente iniziatica.
Nel corso del '600, va ricordata anche
la presenza a Napoli del Marchese Francesco Maria Santinelli
di Pesaro, autore di un'importante raccolta di poesie
alchemiche, la Lux Obnubilata, che, insieme al Novum
Lumen Chimicum del Cosmopolita, costituisce un punto
di riferimento della letteratura alchemica seicentesca
rosacrociana. Ed è a questa corrente di pensiero
che il Principe di San Severo, senz'altro il più
famoso degli "esoterici" napoletani, era ben
verosimilmente collegato; d'altra parte, il suo interesse
per i Rosacroce è dimostrato dal fatto che fece
pubblicare la traduzione di due opere, che a tale corrente
si riferiscono, per quanto in chiave scherzosa: il Conte
di Gabalis dell'Abate Montfaucon de Villars ed il Riccio
Rapito di Alexander Pope...
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