"E mentre (ti) guardo, vorrei sapere
quali sentieri percorrono i tuoi piedi di sogno
quali reami spettrali vedi
con gli occhi chiusi a me e al mondo
...Quali paure distraggono la tua mente e il tuo cuore
e fanno stillare il sudore dalla tua fronte?"

(H.P. Lovecraft, To a Dreamer)

"Ma prima di trovare un rifugio,
una voce chiamò in sordina
e così comprese di dover affrontare il suo ospite.
Con occhi che avevano l'impronta di visioni sconosciute,
curioso e gentile,
pieno della magia di insondabili vuoti, di spazio e di tempo…"

(H.P. Lovecraft)

"Le costole sono le ellissi chiuse dei pianeti, con il punto focale nello sterno,
il centro bianco della fotografia.
I polmoni sono le ombre grigie della via lattea contro la nera schermatura di piombo
dello spazio celeste.
Il profilo scuro del cuore è la nube di cenere del sole spento.
Le iperboli annebbiate delle viscere sono gli asteroidi sfuggiti all'orbita,
i vagabondi dello spazio, la polvere cosmica dispersa."
(Peter Hoeg, "Il Senso di Smilla per la Neve")

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Il suo vero nome è Ehrich Weiss. Ma, a cominciare dal 1899, tutti - in tutto il mondo - lo conoscono come Harry Houdini, il mago Houdini. Ammanettato e imprigionato riesce a fuggire. Chiuso in una cassa sigillata e gettata in fondo al mare, ne riemerge. Stretto da una camicia di forza e appeso per i piedi a un cornicione, si libera. Come può vincere quelle sfide "impossibili"? Semplici trucchi? Oppure… è dotato di poteri paranormali? Per esempio, quello di smaterializzare il proprio corpo…

Tra i primi a formulare questa ipotesi ci sono personaggi del calibro di Sarah Bernhard, del presidente Theodore Roosvelt e di Sir Arthur Conan Doyle. Il papà di Sherlock Holmes, l'investigatore più freddo e razionale della storia del giallo, è, in realtà, un appassionato di scienze occulte. Tra i due nasce una profonda amicizia che indurrà Houdini ad interessarsi di spiritismo. Ma la sua speranza di entrare in contatto con la madre, morta nel 1913, sarà presto delusa. La sua abilità gli consente, infatti, di smascherare facilmente i trucchi dei medium dell'epoca… La leggenda s'impadronisce comunque di Houdini e, benché egli stesso neghi di possedere capacità sovrumane, la meraviglia per le sue imprese supera qualunque tentativo di offrirne una spiegazione razionale.

Ma in che cosa consistono, esattamente, i numeri di Houdini? E com'è iniziata la sua carriera? Facciamo qualche passo indietro, e ripartiamo dal 1878…

È in quell'anno che il piccolo Ehrich Weiss, il futuro mago, emigra negli Stati Uniti con i genitori e i fratelli. Era nato quattro anni prima a Budapest, nel cuore della Mittel Europa. Il padre è un rabbino, la famiglia è numerosa e povera. L'America è il luogo ideale per riscattarsi e offrire un avvenire migliore ai propri figli. Houdini sa cogliere l'opportunità. Appena ventenne, dopo un'infanzia trascorsa a fare il lustrascarpe e lo strillone di giornali, finalmente equilibrista e illusionista ma stufo di esibirsi nelle fiere di provincia, lancia la sua prima sfida: consegna al direttore di un teatro la somma di 100 dollari, incaricandolo di offrirla a chiunque possa imprigionarlo in un paio di manette da cui non sia in grado di liberarsi. Sua moglie, l'amata Bess, ha paura. Come farebbero se perdessero i loro risparmi? Ma Houdini vince ogni confronto. Non c'è serratura che sappia resistergli. I giornali cominciano ad interessarsi di lui. La via del successo è aperta. Presto sarà chiamato addirittura a Hollywood.

Magia? Poteri occulti? O, piuttosto, come lui stesso racconta, Houdini ha fatto visita a centinaia di fabbri, carpendone i segreti? Negli anni '50, poi, un suo amico meccanico rivelerà alla stampa il trucco utilizzato per evadere dall'interno di una caldaia di ferro sigillata: nient'altro che una piccola sega nascosta sotto gli abiti e qualche vite per sostituire quelle tagliate!

Ma l'impresa più strabiliante dev'essere ancora realizzata: il tuffo nel fiume - ammanettato e incatenato - a Detroit. È l'inverno del 1906. Secondo la prima biografia del mago, il fiume è ghiacciato. Aperto un buco nel ghiaccio, Houdini si immerge, si libera prontamente dalle catene e tenta di risalire in superficie. Ma qualcosa va storto. Non riesce a trovare l'unica via d'uscita. Sopra di lui solamente uno spesso, invalicabile muro di ghiaccio. Resiste per otto, interminabili minuti in apnea, e respirando quella poca aria trattenuta tra la superficie dell'acqua e la lastra di ghiaccio. Poi i soccorsi. Provato, allo stremo delle forze, Houdini è tratto finalmente in salvo…

È possibile che un uomo normale sia capace di resistere tanto, in tali condizioni? La risposta è nel quotidiano della sera "Detroit News" del 27 novembre 1906, il giorno stesso dell'esibizione di Houdini.

In un articolo di quel giornale si descrive con precisione l'impresa compiuta dal mago: legato a una corda e ammanettato, Houdini si è gettato nelle acque del fiume dal ponte di Belle Island, si è liberato dalle manette, ha nuotato verso una barca che lo attendeva e vi è salito a bordo. Houdini aveva condotto a termine un'impresa senza dubbio straordinaria, ma quella del fiume ghiacciato è una notizia falsa: costruita dal suo primo biografo e alimentata dallo stesso mago che, col passare degli anni, finisce per crederci. E, ancora una leggenda, è quella che avvolge la sua morte. Houdini è in un grande contenitore di vetro, a testa in giù, i piedi legati al coperchio chiuso ermeticamente. È il numero della Pagoda cinese. Non è la prima volta che lo esegue. Ma quella sera le cose non vanno per il verso giusto. Il tempo scorre, implacabile. E la morte raggiunge il mago sul palcoscenico del suo ultimo teatro. Il cinema ci ha raccontato così la sua ultima sfida all'impossibile. La verità, però, è un'altra… Houdini muore per una banale peritonite, insorta dopo aver ricevuto un pugno. Era la notte di Halloween del 1926. Da allora, ogni anno, in quella data, gli illusionisti d'America si riuniscono in una seduta spiritica per evocare la sua anima…

Scrive lo stesso Houdini, “il segreto di un valido spettacolo non consiste tanto in ciò che tu fai realmente ma in quello che il pubblico, amante del mistero, ritiene che tu faccia”...

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