"Poi l'orribile avvertimento scoccò nella mia anima
come l'orrido mattino che sorge rosso
e preso dal panico, fuggii dalla conoscenza di terrori dimenticati e morti."

(
H.P. Lovecraft, The City)

"E mentre (ti) guardo, vorrei sapere
quali sentieri percorrono i tuoi piedi di sogno
quali reami spettrali vedi
con gli occhi chiusi a me e al mondo
...Quali paure distraggono la tua mente e il tuo cuore
e fanno stillare il sudore dalla tua fronte?"

(H.P. Lovecraft, To a Dreamer)

"È stato molto tempo fa,
più di quanto ora sembra,
in un posto che forse nei sogni si rimembra.
La storia che voi udire potrete
si svolse nel Mondo delle Feste più liete…
…vi sarete chiesti magari dove nascono le Feste.
Se così non è, direi che cominciare dovreste…"

(Tratto dal Film "The Nightmare before Christmas")

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Nel nostro escursus tra i Personaggi più emigmatici del passato, Gustavo Rol ha un ruolo di primo piano. Nato in Piemonte nel 1903, ha attraversato in punta di piedi tutto il Novecento, usando con discrezione le sue incredibili facoltà. A differenza di altri veggenti non ha lasciato scritta nessuna previsione, raramente si è cimentato con previsioni di ampio respiro, ma fino al 1994, anno della sua morte, sono state tantissimi i potenti della Terra, sovrani e artisti, politici e finanzieri, presidenti e generali, che hanno fatto ricorso a lui per avere consigli da lui.
Tra gli uomini che Rol ha colpito ci sono stati Agnelli, l’ex primo ministro Goria, De Gaulle e D’Annunzio, Fellini e Jean Cocteau, Zeffirelli, Benedetto Croce, Mussolini, Einstain… Ma anche tanta gente comune. Uomo molto religioso e schivo, benestante e quindi mai sfiorato dal sospetto di aver tratto vantaggio dai propri poteri, Rol era un veggente così diverso da quelli cui siamo abituati a pensare abitualmente, che confessava candidamente di non poter usare i propri poteri divinatori a comando e che quindi raramente poteva rispondere a domande precise. Ciò non toglie che i suoi pareri fossero molto ascoltati e in genere si siano rivelati esatti...

Chiavi che si materializzano dal nulla, petali di rosa che compaiono all'improvviso su tavoli o in buste chiuse, scritture che affiorano su pagine bianche e intatte, strani e dolci profumi che si effondono intorno a lui sono soltanto alcuni tra i più sconcertanti segnali della capacità di Gustavo Rol di entrare in contatto con l'oltremondo.

"Esperimenti". Così Gustavo Rol classificava le pratiche con cui riusciva inesplicabilmente a ottenere risultati che, normalmente, si definirebbero paranormali. Enzo Biagi assistette, sconvolto, ad alcuni esperimenti di Rol. Ne scrisse nel 1978:

"Vive a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol, un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale e che è impossibile interpretare. È in grado perfino di fare viaggi nel tempo, di conversare con entità che hanno raggiunto l'oltretomba da secoli o di far piombare in un salotto col belato della capra anche il suo campanaccio. Un busto di marmo pesantissimo, senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto al centro di un desco".

Gli esperimenti di Rol, sottoposti a continue verifiche che non sono riuscite a spiegarne scientificamente gli strabilianti esiti, sono interpretabili secondo diverse categorie della fenomenologia paranormale. Le sue "possibilità" (come lui chiamava questi "poteri") spaziavano dalla lettura dei libri chiusi ai viaggi nel tempo (con escursioni nel passato e nel futuro, queste ultime generalmente confermate dagli avvenimenti con precisione quasi scientifica) sperimentati anche da parte dei presenti all'esperimento, dalla veggenza selettiva (osservazione dell'aura energetica che circonda il corpo umano, utile all'identificazione di malattie) all'endoscopia (la visione dell'interno del corpo umano). Era in grado di agire dinamicamente sulla materia, spostando a distanza oggetti di qualsiasi genere (psicocinesi), o materializzarli e smaterializzarli (apporti), effettuava scrittura automatica (dove la sua mano veniva guidata da uno "spirito intelligente" di una persona scomparsa o ancora in vita), sapeva prevedere gli eventi futuri (chiaroveggenza), leggeva nel pensiero (telepatia), era in grado di far guarire persone ammalate anche a centinaia di chilometri di distanza o trovarsi in due luoghi differenti nello stesso momento (bilocazione). Infine, produceva due tipi di fenomeni originali: la proiezione di figure a grafite su oggetti più o meno distanti, come fogli di carta, carte da poker, pareti, tovaglioli, quadri, e la pittura al buio, dove nella semioscurità del suo studio o a casa di amici i pennelli si muovevano da soli, dipingendo in modo rapidissimo con l'aiuto dello "spirito intelligente" di un pittore scomparso (Ravier, Picasso, Goya).
Numerosissime le sedute di controprova scientifica durante gli esperimenti di Rol. Nessuno tra i ricercatori impegnati nei controlli ha asserito che Rol praticasse truffe o trucchi di qualunque specie. Più numerose ancora, le testimonianze degli strabilianti risultati ottenuti da questo "sensitivo" che ha sempre sdegnato una simile definizione, allontanando da sé ogni sospetto che volesse addentrarsi in quei deteriori fenomeni di proselitismo new age. E infatti Rol rimase sconosciuto al grande pubblico.
Le porte aperte da Rol sono spalancate. A sua detta, sta attendendo che ogni uomo le varchi.

Il 20 marzo 1976 un esperimento sconvolgente. In casa di amici Rol vuole fare un esperimento di materializzazione. Ma non sa cosa. Fa spegnere le luci del lampadario, vuole solo la penombra che dà una luce in fondo al corridoio. Dice ad un presente di raccontare una favola. La signora indicata da Rol per tale compito iniziò subito a raccontare di due fratellini che per Natale avevano un desiderio. Rol subito la fermò dicendo "non racconti la favoletta per bambini". Lei riprese: "i due fratellini crebbero e diventati grandi si ricordarono di quel desiderio avuto in quel lontano Natale". Rol la ferma: "ecco, ecco, incominciamo a fissare questo :il Natale". E scrive su un foglio la parola Natale. Chiede ad un altra signora presente, moglie di un noto giornalista di dire cosa gli ricorda il Natale. La risposta é stella. Ma Gustavo subito incalza "dobbiamo creare qualcosa che dia la sensazione del Natale. Ho freddo, ho freddo, sentite che freddo" e si tira su il bavero della giacca. Al fondo della sala c'é il caminetto acceso, ma la fiamma lo distrae, manda il padrone di casa a coprirla con la cenere. Attende che l'amico torni al suo posto e poi dice a tutti di afferrare l'orlo del panno verde che copre la tavola e di sollevarlo, poi invita le due signore che siedono ai suoi lati di afferrargli le mani e di tenerle ben strette. Dice qualche parola con voce tesa: "ecco, ecco, ora viene.....". Poi grida: "é già avvenuto, luce, luce" e nel frattempo che ci si accinge ad accendere la luce si intravede un bagliore al centro del tavolo. A luce accesa si nota il tappeto verde ricoperto, più intensamente al centro, di migliaia di pagliuzze scintillanti, quasi impalpabili, sembravano polvere di brillanti. Alcuni presenti affermavano di aver notato distintamente nei primi attimi l'alone che si stava estendendo, cioè che le pagliuzze si accrescevano di numero via, via.
Gustavo rasserenato disse:

"Ecco la sensazione del Natale, é quella polvere che un tempo veniva messa sulle cartoline di Natale per rendere brillante la stella cometa".

Invitò i presenti a prendere un po' di quella polvere perché era di buon auspicio.
Nei giorni seguenti fu analizzato il composto scintillante e la sua composizione risultò: alluminio, silicio, ferro, piombo, terre rare e alcaline in piccola quantità.

Pochi anni prima, nel 1961, Leo Talamonti andò a trovare Rol per realizzare un servizio giornalistico accompagnato da un fotografo. Ecco i suoi ricordi di ciò che avvenne: «Il mio improvvisato collaboratore non sapeva nulla dell'enigmatico signore che andavamo a intervistare; immaginarsi dunque come sgranò gli occhi quando il dottor Rol si rivolse a lui con queste domande, dopo averci introdotti nel suo studio:

"Lei è sposato da pochi mesi, vero? E la sua mogliettina è bruna, con occhi neri?". "Sì, ma come diavolo..." "Aspetti. Come mai si sente sempre mezzo addormentato? Come ora, ad esempio. Lei soffre di astenia, e lo sa perché? Glielo dico io. I motivi sono parecchi, ma in primo luogo c'è l'appendicite cronica di cui soffre: non è vero, forse?". "Sì, ma lei come fa a sapere tutte queste cose? Mi ha fatto spiare?". (...) "Ora mi dica: è vero che lei ha vinto 37.000 lire al totocalcio? Però ha perso molto di più, se tiene conto di tutte le somme che ha giocato in parecchi anni. Mi creda: non è il caso di insistere".


Stavolta lo stupore aveva addirittura bloccato le facoltà di reazione verbale del giovanotto, il quale volgeva non più a Rol, ma a me, i suoi spalancati, pieni di inespresse domande. Dopo di che ci condusse nella sua ben fornita biblioteca, e ci pregò di scegliere a nostro piacere quanti libri volessimo, per un certo esperimento.
Prendemmo a caso dei volumi in varie lingue, poi lo seguimmo in una stanza più grande, dove il nostro ospite si pose a sette-otto metri da noi; e qui si verificarono alcune cose che nessuno spirito positivista potrà mai credere.
Io indicavo a caso - col dito, senza precisare il titolo - qualcuno dei libri che il giovanotto reggeva ben chiusi sotto il braccio, pregando al tempo stesso il nostro ospite di "leggere" alla tale pagina e al tal rigo; e la stessa cosa faceva a suo turno il fotografo, nei riguardi dei libri che avevo portato con me. Ad ogni richiesta, il dottor Rol, con sicurezza e precisione, leggeva nel punto indicato del libro ben chiuso, e subito dopo noi controllavamo l'esattezza della lettura. Non riuscimmo mai a prenderlo in fallo. Per evitare la possibilità che egli ci imponesse mentalmente la scelta delle pagine, ne stabilimmo i numeri sulla base del valore di certe carte scelte a caso da mazzi ben mescolati. Ci alternammo nella scelta dei testi; ripetemmo l'esperienza fino a stancarci; infine ci arrendemmo all'evidenza.
Poco prima che ci congedassimo dal nostro ospite, questi sedette un momento alla scrivania, scarabocchiò qualcosa su un foglio e coperse lo scritto con la mano; subito chiamò accanto a sé il fotografo e lo pregò di dire un numero qualsiasi. "Di quante cifre?" chiese il fotografo. "Come preferisce", disse Rol. "Allora facciamo 753", decise il giovanotto. "Strano: lo avevo già scritto", rispose Rol mostrandogli il foglio. Era vero».

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