"Scruto i tuoi tratti, calmi e bianchi alla luce del cero:
le tue palpebre dalle scure ciglia,
dietro il cui riparo ci sono occhi che non vedono domini terreni..."
(H.P. Lovecraft)

"Io non sono più che l'ombra di un'ombra
che si contorce in mani che non sono mani
che rotea cieca oltre le spettrali notti
di questo putrescente cimitero dell'Universo..."

(H.P. Lovecraft, Nyarlathotep)

"...quando una notte attraverso lo spazio curvo sentì l'invitante flauto degli abissi aldilà."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

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Mai come nel suo Tour mondiale Paul Mc Cartney ha eseguito canzoni scritte quando era uno dei Beatles: "Hey Jude", "Let it be", "Eleanor Rigby", "Michelle", "Yesterday"… Canzoni che hanno segnato la storia della musica e che nascondono alcuni segreti inquietanti.
Uno dei quali riguarda direttamente lui... Che ci fa Aleister Crowley, uno dei più sinistri maghi del Novecento sulla copertina del più famoso disco dei ragazzi di Liverpool, "Sgt. Pepper's Lonely hearts club band"? Perché tanti indizi tendono a dimostrare che il vero Paul Mc Cartney morì tragicamente nel 1965? Perché i satanisti guidati da Charlie Manson, gli assassini dell'attrice Sharon Tate e di alcuni suoi amici a scrissero col sangue delle loro vittime i titoli di alcune canzoni dei Beatles sui muri della casa? Come mai canzoni e copertine del gruppo rock più famoso di tutti i tempi sono pieni di simboli esoterici, messaggi subliminali, frasi nascoste, enigmatiche, a volte registrate al contrario? Perché, a ben vedere la produzione musicale di un gruppo generalmente noto per la sua spensieratezza e positività è invece legata strettamente alla morte?

Moltissimi protagonisti della storia del rock hanno avuto a che fare con il mistero, con l'esoterismo e spesso addirittura col satanismo. Ma nel caso dei Beatles il discorso si fa più complicato perché, secondo alcune ricostruzioni, in circa tre anni il gruppo più famoso di tutti i tempi cambiò radicalmente tipo di musica, stile di vita, ispirazioni. E forse anche formazione…

Nell'autunno del 1966 i Beatles erano in sala prove. Paul e John Lennon erano ai ferri corti, presumibilmente per divergenze sull'arrangiamento di alcuni pezzi ma, quella sera, i due vennero quasi alle mani. Ad un certo punto McCartney prese e se ne andò. Salì sulla sua automobile per tornare a casa ma trovò, dopo qualche curva, una ragazza che faceva l'autostop. Il buon Paul la giudicò abbastanza carina da meritare una sosta, e la fece salire. La ragazza si chiamava Rita e gli raccontò che stava scappando da casa perchè era incinta e, contrariamente al parere del suo ragazzo, voleva abortire. Ma appena la giovincella si accorse che alla guida dell'auto c'era Paul dei Beatles diventò pazza, iniziò ad urlare ed a dimenarsi come un'epilettica. McCartney, spaventato e distratto dalla reazione di Rita, non vide il semaforo rosso che gli si parava davanti e si trovò a qualche metro da un altro veicolo che stava attraversando un incrocio: per evitarlo finì fuori strada, sbattè contro un albero e l'auto prese fuoco. Paul e la ragazza morirono carbonizzati. Paul, in particolare, sbalzato fuori dall'abitacolo, sbattè la testa contro l'albero, perse i denti e si bruciò i capelli (due indizi che torneranno nelle argomentazioni successive).

12 ottobre 1969. A Detroit, il disc-jockey Russ Gibb riceve una telefonata anonima: dall'altra parte delfilo una voce maschile gli dice che Paul Mc Cartney è morto in un incidente stradale nel 1966 e che,dopo essere stato sostituito da un sosia, tale William Campbell, i tre membri superstiti del gruppo, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, hanno cominciato a seminare nei loro dischi, tracce dell'accaduto. La voce anonima consiglia Gibb a guardare meglio certe copertine dei dischi dei Beatles e ad ascoltare con attenzione i finali di alcune canzoni, in alcuni casi facendole anche suonare al contrario…

Butcher Album. Sul braccio di Paul ci sono due denti (Paul li perse nell'incidente). George tiene una testa di bambola vicino a Paul, simbolo delle ferite al capo riportate nello scontro...

Da quel momento scatta un'impressionante caccia ad ogni possibile traccia nascosta nella musica e nelle copertine dei Beatles. Una caccia che si rivelerà incredibilmente ricca e inquietante. Infatti non solo verranno fuori molti indizi che dicono che il vero Paul Mc Cartney era morto ma anche che il gruppo più famoso del mondo aveva conoscenze insospettabili del mondo dell'esoterismo e della magia.

La prima data da ricordare è quella del dicembre 1965. In quel mese esce l'album "Rubber Soul" e un 45 giri con una canzone non compresa nel disco principale: si intitola "We can work it out", cioè "Ne possiamo uscire", oppure "Ce la possiamo fare". Da cosa? C'è chi ha sostenuto che questo brano voleva celebrare il ritrovato ottimismo del gruppo dopo la drammatica perdita di un suo importante membro. Di certo c'è che da questo momento le cose iniziano a cambiare velocemente. I Beatles abbandonano lo stile e le divise degli esordi, non si presentano più vestiti tutti uguali, iniziano a lavorare a un album che segnerà la svolta della loro carriera: "Revolver".
Con "Revolver", uscito nel 1966, le cose cambiano radicalmente. Le canzoni dei Beatles iniziano a presentare suoni mai sentiti prima. E anche i testi, un tempo pieni di Yeah, Yeah, di amori adolescenziali e ottimismo un po' ingenuo, ora hanno temi più cupi, a tratti decisamente inquietanti.

Revolver. Sulla copertina del disco Paul è l'unico defilato, addirittura di profilo. Come a dire: non sono più con voi...

"Revolver" è l'album di canzoni memorabili come "Eleanor Rigby", "Yellow Submarine", "Here, there and everywhere". Ma altre canzoni, contenute in quest'album, presentano evidenti richiami alla morte e all'esoterismo. Ad esempio in "Taxman" George Harrison canta: "Dichiarate i penny che avete sui vostri occhi", un'immagine che richiama l'antica consuetudine - evidente anche sull'uomo della Sindone - di porre sugli occhi dei defunti delle monete. I ritmi rarefatti e angosciosi di "Tomorrow Never Knows", frutto di registrazioni sperimentali assolutamente all'avanguardia per i tempi, sembrano giustificati dal fatto che il titolo della canzone è tratto dal "Libro tibetano dei morti" mentre ancora di

Yellow Submarine. C'è una mano sulla testa di Paul, smbolo della morte. Inoltre il sottomarino (la bara) sembra sepolto dentro la collina.

morte si parla in "She said, She Said", dove Lennon canta: "Lei disse io so com'è essere morti, Io so cos'è sentirsi tristi…". Riferimenti al misterioso incidente d'auto che avrebbe ucciso il vero Mc Cartney sarebbe anche nella già citata "Taxman" oltre che nella celebre "Eleanor Rigby" dove si parla di un prete - Padre McKenzie - "che prepara il sermone per una cerimonia cui nessuno assisterà". Un riferimento, forse, al fatto che McCartney fu sepolto in tutta fretta e in gran segreto, alla presenza di un certo Padre McKenzie? Ma come anche in altri dischi successivi, anche la copertina di "Revolver" presenta una traccia. Qui infatti Paul è l'unico defilato, addirittura di profilo. Come a dire: non sono più con voi…
Con l'album successivo a "Revolver" le prove della presunta morte di Paul Mc Cartney si moltiplicano insieme ai rimandi esoterici più disparati. Qui, come non mai, è la copertina ad essere letteralmente infarcita di segni che hanno scatenato migliaia di appassionati, contribuito alla nascita di migliaia di siti internet e addirittura ad alcune dotte tesi di laurea…

Sgt. Pepper's. A destra si vede una bambola, che ha sul grembo un'auto rossa (quella dell'incidente). I fiori gialli hanno la forma di un basso (quello suonato da Paul). Paul è l'unico ad imbracciare uno strumento nero. C'è una mano sulla sua testa (simbolo della morte).

A sottolineare la loro nuova vena artistica, i Beatles concepirono la copertina di "Sg. Pepper's Lonely Heart's club band", uno degli album più famosi e celebrati di tutta la storia del rock, come un'esplosione di colori e con la citazione di quelle che Ringo Starr definì "le persone che amiamo e ammiriamo". E così, insieme a Stanlio e Ollio, Marlon Brando, Carlo Marx, Bob Dylan e Jane Harlow, ci sono i Beatles prima maniera, tristi e vestiti di nero, lo scrittore noir Edgar Allan Poe e soprattutto il mago satanista Aleister Crowley, profeta dell'uso delle droghe e dell'amore libero. Due attività molto praticate all'epoca nell'ambito delle celebrità rock. In particolare, in questo disco è evidente l'influenza esercitata dalle droghe nella composizione di molte canzoni. Mentre, come dicevamo, la copertina (e anche alcune canzoni con riferimenti, più o meno chiari, al fatale incidente d'auto) è un continuo richiamo alla presunta morte di Paul Mc Cartney. Nella foto principale i quattro musicisti, vestiti di colori sgargianti, hanno ai propri piedi una specie di tomba adornata da fiori gialli posti a forma di chitarra basso a quattro corde, lo strumento suonato da Mc Cartney. Nella stessa foto la testa di Mc Cartney è sormontata da una mano aperto, un simbolo di morte nelle culture orientali. All'interno del disco, un'altra foto mostra sulla divisa da circo di

Se, poi, si prende uno specchio e lo si appoggia perpendicolarmente tra le parole "Lonely" ed "Hearts", compare la scritta visibile qui a sinistra. Ovvero: "1 One 1" (cioè i tre membri superstiti) e poi "He die": lui è morto. La freccia tra "He" e "Die" punta verso Paul.

Mc Cartney un distintivo con la sigla OPD: una formula in voga nei paesi anglosassoni per indicare una persona "dichiarata ufficialmente morta": Officially Pronounced Dead. Ma non basta: c'è chi ha avuto l'idea di mettere uno specchio e appoggiarlo perpendicolarmente, sulla gran cassa, tra le parole "Lonely" ed "Hearts". Così facendo compare la scritta "1 One 1" (cioè i tre membri superstiti) e poi "He die": lui è morto. E, guarda caso, la freccia tra "He" e "Die" punta proprio verso Mc Cartney…

La fantasia di migliaia di investigatori più o meno improvvisati, al lavoro da oltre trent'anni, ha permesso di raccogliere una massa enorme di apparenti riscontri. Alcuni sembrano un po' improbabili, altri invece fanno pensare. Certo i Beatles non si risparmiarono, aumentando di disco in disco i segnali che speravano che i loro fans avrebbero raccolto. Una speranza che non è andata delusa…


Con "Magical Mystery Tour", uscito alla fine del 1967, il gioco, se cosìvogliamo chiamarlo, continua. Nella celebre "Strawberry Fields forever", Lennon avrebbe inserito un nastro alla rovescia in cui si sente la frase "Ho sepolto Paul". Mentre in "I'm the Walrus" riproducendo al contrario una voce di sottofondo si sente dire: "Ha ha, Paul is Dead". Cioè: "Ha ha, Paul è morto". Nella copertina, in una foto interna, Mc Cartney è seduto davanti alla scritta "I was" (cioè "Io ero" mentre, in un'altra, due bandiere sono sulla sua testa, così come usa nei funerali militari. In copertina invece, col solito gioco dello specchio, la parola "beatles" per alcuni poteva diventare un numero di telefono di Londra: 2317438. A lungo, si sostiene, chiamando a quel numero si poteva sentire una voce registrata che diceva: "Ti stai avvicinando". Forse intendeva avvicinarsi alla verità? Chissà…

Magical Mystery Tour. La parola stellata "Beatles", allo specchio, è il numero di telefono 2317438. Negli anni '60 a Londra, a quel numero, rispondeva una voce: "Ti stai avvicinando" (alla verità). Nel booklet, poi, si legge la scritta: "Io ero te" vicino ad un disegno della testa di Paul, che è spaccata a metà ed ha ancora un palmo di una mano che la sovrasta.


A parte le indicazioni sulla presunta morte di Mc Cartney, in questi dischi molte canzoni, grazie all'influenza delle droghe, sembrano accennare alla possibilità di raggiungere l'estasi e quindi stadi di conoscenza più elevati. Insomma il "Magical Mystery Tour", il "Misterioso Magico Viaggio" per i Beatles poteva essere fatto anche con mezzi diversi da un variopinto autobus…

Novembre 1968, esce l'unico album doppio dei Beatles. E' il cosiddetto "White Album". Dopo il bianco e nero di "Revolver" e l'esplosione di colori di "Sgt. Pepper's" e "The Magical Mystery Tour", gli ormai ex ragazzi di Liverpool sembrano voler tornare alla sobrietà: canzoni apparentemente meno elaborate, copertina tutta bianca, nessun titolo. Questa volta basta il solo nome del gruppo: The Beatles. Ma alcuni dei 30 brani del disco hanno rivelato aspetti decisamente particolari. A cominciare da "Revolution Nine", quasi dieci minuti di suoni e parole in libertà in cui John Lennon cerca di ricreare un'atmosfera irreale e cupa, dove la frase "revolution nine" ripetuta ossessivamente, tra voci angosciate, rumori di incidenti e singhiozzi, nasconde un messaggio nascosto. Infatti, ascoltata al contrario anche questa frase produrrebbe ben altre parole: "Turn me on dead man", cioè "Accendimi uomo morto". Mentre in "I'm so tired", alla fine del brano si sente una voce confusa che, ascoltata al contrario, direbbe: "Paul is Dead man: miss him, miss him, miss him!". Cioè "Paul è morto uomo, mi manca, mi manca, mi manca…". E che dire delle canzoni "Piggies" (cioè "Maiali") di George Harrison ed "Helter Skelter" che il satanista e psicopatico Charles Manson e i suoi accoliti ascoltavano rapiti, convinti che quelle, come molte altre canzoni dei Beatles, contenessero dei chiari messaggi dall'aldilà. Nella brutale strage della notte del 9 agosto 1969, quando Manson e i suoi uccisero l'attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, incinta di otto mesi, e quattro suoi amici, in una villa vicino Los Angeles, scrissero sui muri col sangue delle loro vittime, proprio i titoli di quelle due canzoni. E durante il processo che seguì, "Helter Skelter" venne ascoltata più volte in tribunale per cercare le tracce di quei messaggi che Manson affermava di aver capito ed eseguito.

Abbey Road. John (in bianco) è il prete. Ringo (in nero) il portatore della bara. Paul la salma. George è colui che scaverà la fossa. Paul era mancino, ma qui sta tenendo una sigaretta con la mano destra. Paul è l'unico che ha il piede destro avanti, e non quello sinistro. Sulla Volkswagen pacheggiata c'è una targa: "28IF". Cioè: Paul avrebbe 28 anni SE fosse ancora vivo...

Siamo arrivati alla fine anche perché, con "Abbey Road" siamo all'ultimo vero disco dei Beatles. La copertina di questo splendido LP ha fatto versare fiumi di inchiostro per le solite tracce della morte di Mc Cartney: i quattro Beatles camminano in fila, come in un funerale…
Lennon, vestito di bianco, è il prete, Harrison è il becchino, Ringo Starr l'uomo delle pompe funebri e ovviamente Mc Cartney è il defunto. E'l'unico a camminare a piedi nudi quasi a indicare l'usanza di seppellire i morti senza scarpe, ha un passo diverso dagli altri, benché notoriamente mancino ha la sigaretta nella mano destra. E sul Maggiolino Volkswagen bianco, parcheggiato, sulla sinistra, una targacon su scritto: "28IF". Cioè: "28 se". SE Paul fosse stato vivo in quel momento avrebbe avuto 28 anni.

Alle domande su questa faccenda, sia Paul Mc Cartney che gli altri Beatles non hanno mai ammesso di aver seminato tracce esoteriche nei propri dischi e hanno sempre mostrato scetticismo anche di fronte alle circostanze più lampanti. Solo recentemente, Paul Mc Cartney, ormai cinquantenne, ha voluto dire la sua: nel 1993 ha pubblicato un disco dal vivo. Il titolo era "Paul is live". Cioè Paul è vivo. Sulla copertina il celebre attraversamento pedonale di Abbey Road a Londra solo che lui è solo con un cane. E sulla sinistra, il Maggiolone bianco ha cambiato targa: "51 IS". Letteralmente "51 anni è", e non "51 anni se"...

© Clarence s.r.l.