"Non e' morto cio' che in eterno puo' attendere ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire..."
(H.P. Lovecraft)

"Poi l'orribile avvertimento scoccò nella mia anima
come l'orrido mattino che sorge rosso
e preso dal panico, fuggii dalla conoscenza
di terrori dimenticati e morti."

(H.P. Lovecraft, The City)

"...quando una notte attraverso lo spazio curvo sentì l'invitante flauto degli abissi aldilà"
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

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Il 3 luglio 1971 James Douglas Morrison, leader dei Doors, morì. Il suo corpo fu trovato dalla fidanzata Pamela Susan Courson, al terzo piano dello stabile di Rue Beautrillis 17, a Parigi. Jim era immerso nella vasca da bagno, con un rivolo di sangue che scendeva dalle narici.
L'assurda fretta ed approssimazione con cui si liquidò la "pratica Morrison" fu la scintilla che alimentò i dubbi sulla sua reale dipartita, soprattutto per chi non ha mai accettato la prematura scomparsa del "Re lucertola". In effetti successero alcuni fatti poco chiari...

Pamela raccontò di essersi svegliata per i lamenti di Jim. Voleva chiamare un medico, ma lui si rifiutò, dicendo che avrebbe fatto un bagno caldo. Quando si risvegliò, Pam trovò il letto vuoto: andò in bagno, vide il corpo di Jim e pensò che stesse dormendo. Accortasi che Jim era incosciente, chiamò il signor Ronay, un loro amico, il quale arrivò dopo mezz'ora e fece chiamare un'ambulanza. Inutilmente, perchè Jim era già morto, almeno da qualche ora.
Il medico legale, Max Vassille, compilò uno sbrigativo referto in cui, siccome Pam aveva raccontato dei dolori al petto di cui Jim soffriva da tempo, nonché del suo abuso di alcoolici - ed il dottore aveva constatato l'assenza di traumatismi sul suo corpo - concluse che la morte di Morrison fosse da attribuire a cause naturali. Nessun esame fu condotto sul corpo, e ci si accontentò delle testimonianze di Pam e di mister Ronay.
La cerimonia funebre, presso il cimitero di Pére Lachaise, fu davvero singolare. Si svolse alle 8 e 30 del 7 luglio 1971. Pamela scelse quella meno costosa in assoluto (878 franchi del tempo), e non furono dette preghiere, nè era presente un cerimoniere. Gli altri tre componenti dei Doors erano negli States, e di lì non si mossero. Il tutto durò dieci minuti e solo dopo qualche settimana i custodi misero una targa con il nome (storpiato) di Jim: "Douglas Morisson James, 1943-1971".

I dubbi sulla morte di Jim Morrison, tuttavia, non sono mai stati tali da condurre la magistratura ad una riesumazione del cadavere: per molto tempo ha destato sospetti il comportamento di Pamela ma, tenendo conto delle sue abitudini di vita (Pam avrebbe seguito la sorte di Jim nel 1974, per overdose) è verosimile che le cose siano andate come ha raccontato, nonostante la vera e propria "fuga" della fidanzata di Jim da Parigi dopo la morte della mente dei Doors. La famiglia di Jim non ha mai parlato della vicenda, anche perchè aveva rotto i ponti col figlio degenere ben prima dei fatti di Parigi.

Negli anni '80 è, poi, spuntato un autore francese, Jacques Rochart, che ha pubblicato un libro-farsa: si intitola "Jim Morrison: vivo!" (Ed. Blues Brothers); Rochart vorrebbe farci credere di aver incontrato Morrison più volte. Egli dice di aver parlato con Jim, il quale gli avrebbe spiegato di aver inscenato la sua morte per sfuggire alle pressioni della vita da divo del palcoscenico. Non solo: Rochart pubblica delle "poesie" che Morrison gli avrebbe consegnato. L'incipit di una di queste è: "Ho scelto di morire per ritornare a vivere". I casi, se si considerano accettabili questi frammenti "poetici", sono due: o Rochart ha il talento compositivo di Morrison, o Morrison non aveva il talento che gli era riconosciuto. Oppure, terza via, sappiamo cosa pensare di Rochart...

© Clarence s.r.l.