"E ora sono io
insieme benedetto e maledetto,
perchè adesso possiedo le chiavi del Regno dei Cieli.
Perdonerò chi merita la salvezza, dannerò chi ha dannato se stesso
imparerò a vivere dopo che l'amore è morto…
Io sono il Mangia Peccati.."
(Tratto dal Film "La Setta dei Dannati")

"Non e' morto cio' che in eterno puo' attendere ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire"

(H.P. Lovecraft)

"Nel livido, triste chiarore lunare svettano bianchi i campanili,
gli alberi si ricoprono d'argento e sui comignoli volano i vampiri
..."
(H.P. Lovecraft)

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di

Tria sunt mirabilia: deus et homo, mater et virgo, trinus et unus
Centrum in trigono centri

È il cosiddetto Sigillo di Salomone e la frase “Il centro è nel triangolo del centro” è un motto alchemico, scolpito proprio qui, nel cuore di Roma. E non solo: incisioni, disegni e formule magiche fanno di questo monumento uno dei luoghi piu’misteriosi della Capitale d’Ítalia.

Siamo di fronte alla cosiddetta "Porta Magica", o Porta dei Cieli di Piazza Vittorio. Questo ingresso è tutto cio’ che rimane della Villa del Marchese Palombara, un uomo dai mille segreti

Senatore di Roma, alchimista, amico della Regina Cristina di Svezia: Massimiliano di Palombara fu un uomo di spicco nella Roma del Seicento. Fece costruire la porta magica nel 1655, a seguito di un incontro misterioso. Il Marchese di Palombara, possidente terriero non particolarmente ricco né colto, fu un frequentatore degli ambienti alchemici romani e del cenacolo di Via della Lungara, che poi diventerà l’Arcadia..

Tutto ruota intorno a Francesco Borri, un oscuro scienziato agli ordini della regina Cristina di Svezia. Il Palombara lo invitò a eseguire alcuni esperimenti nel laboratorio della Villa ma, dopo una notte di lavoro, l’alchimista sparì lasciando sul tavolo solo oro purissimo e una serie di simboli incomprensibili.
Proprio i simboli e le iscrizioni che il Palombara fece scolpire su questa porta….

Il drago della notte custodisce l’ingresso dell’orto magico e, senza Ercole, Giasone non avrebbe gustato le delizie della Colchide
Quando nella tua casa i neri corvi partoriranno bianche colombe sarai chiamato sapiente”.

Le iscrizioni presenti su questa porta descrivono un percorso iniziatico: l’accesso è infatti riservato solo a chi possiede “un cuore puro e nobiltà di scopi”. Per decifrare questo linguaggio complesso, però, abbiamo bisogno dell’aiuto di un museo e di un esperto. E non è tutto: l’incisione sul gradino della Porta è VITRIOL. Ma non si tratta di una parola: è un codice alchemico.

V isita
I nteriora
T errae
R ectificandoque
I nvenies
O ccultam
L apidem

Visita l’interno della Terra: rettificando troverai una pietra nascosta

In sostanza si tratta dell’accesso ad un locale segreto e riservato, in cui si studiava l’alchimia. Potenti, scienziati e letterati che dialogano attraverso i secoli usando linguaggi incomprensibili e laboratori come questi. Ma chi sono, cosa cercano e quali segreti si tramandano gli alchimisti, i seguaci della cosiddetta Scienza Segreta?

L’origine della parola Alchimia risalirebbe all’arabo “El Kimiya”, ovvero “il nero”, un riferimento all' aspetto scuro della terra fertile d’Egitto. Il simbolismo alchemico è sempre legato alla purificazione dei metalli.
Gli alchimisti ermetici ritengono infatti che quando verrà scoperto il segreto della cosiddetta "Pietra Filosofale" cio’ permetterà di trasmutare tutti i metalli in oro.
Metaforicamente, rendere pura la materia imperfetta significa aiutare la natura ad accelerare i tempi di evoluzione dell’uomo. Ma negli Scritti Alchemici si legge: “nessun uomo all’interno di una barca può ostinarsi a svuotare il mare”. Che significa: la sola ragione e’ impotente di fronte al mistero occulto della purificazione alchemica.

Una teoria senz’altro affascinante, come d’altronde è la leggenda su quello che viene ritenuto l’antico fondatore dell’Alchimia

Secondo il mito, Ermete Trismegisto visse quasi 150 anni, dal 1399 al 1257 avanti Cristo, e incise un breve testo misterioso su uno smeraldo: lo stesso smeraldo che si sarebbe staccato dalla fronte di Lucifero nella sua caduta all’Inferno. Al primo testo alchemico fu allora dato il nome di Tavola di Smeraldo, e si troverebbe nella ancora inviolata tomba di Ermete, nei pressi di El Amarna, in Egitto.
Oggi, però, due scienziati italiani, Ernesto di Mauro e Casare Luccarini, hanno finalmente scoperto la chiave per decifrare i glifi della Porta Magica. E ci raccontano la loro illuminante teoria. Assolutamente scientifica.

Ogni Glifo sulla Porta Magica descrive, seppur con un linguaggio simbolico, un processo metallurgico ben preciso. “Chi sa bruciare con l’acqua” si riferisce ad esempio ad uno dei modi in cui all’epoca veniva prodotto il ferro..
Luccarini ricorda anche come l’opera dell’alchimista dovesse essere sempre rivolta al bene del popolo.

Per gli amanti del sogno alchemico, invece, la vera interpretazione sarebbe nascosta tra le righe delle poesie composte dal Palombara.
Un suo libro, intitolato “La Bugia”, è infatti custodito sempre qui a Roma, nella Biblioteca Vaticana. E nei suoi versi la leggenda della Porta dei Cieli continua...

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