"Le costole sono le ellissi chiuse dei pianeti, con il punto focale nello sterno,
il centro bianco della fotografia.
I polmoni sono le ombre grigie della via lattea contro la nera schermatura di piombo
dello spazio celeste.
Il profilo scuro del cuore è la nube di cenere del sole spento.
Le iperboli annebbiate delle viscere sono gli asteroidi sfuggiti all'orbita,
i vagabondi dello spazio, la polvere cosmica dispersa."
(Peter Hoeg, "Il Senso di Smilla per la Neve")

"Non e' morto cio' che in eterno puo' attendere ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire"

(H.P. Lovecraft)

"Scruto i tuoi tratti, calmi e bianchi alla luce del cero:
le tue palpebre dalle scure ciglia,
dietro il cui riparo
ci sono occhi che non vedono domìni terreni."
(H.P. Lovecraft)

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Come è possibile vedere qualcosa, avere dei pensieri se il cervello non funziona?

Come sostiene il Dottor Fenwick, noto neuropsichiatra inglese, quando il cuore si ferma, il cervello smette di funzionare e dopo 11 secondi non c’è attività logica. Chi ha avuto un'esperienza di pre-morte sostiene che, quando il cervello cessa di funzionare, ci si allontana dal corpo e si assiste al processo di rianimazione. Se fosse possibile dimostrare che queste persone hanno acquisito delle informazioni nel momento in cui hanno abbandonato il loro corpo e il cervello non lavora più, saremmo in grado di affermare che la mente e il cervello non sono la stessa cosa.

A tal proposito, ecco la testimonianza del Dottor Fenwick: <<Una mia studentessa, Penny Sartori, nel Galles, ha fatto alcuni esperimenti. Ha disposto alcune carte con sopra dei simboli sul monitor accanto al letto, il monitor su cui sono indicati il battito cardiaco, le pulsazioni, la pressione e tutto il resto.
Penny ha saputo che circa 8 persone si sono staccate dal corpo e sono andate verso il soffitto. Cosa pensate che abbiano guardato? Quando sono sul soffitto guardano una sola cosa: loro stessi. Non si guardano intorno nella stanza, non si chiedono se qualche bravo dottore ha messo delle carte in giro, a loro non interessa, non guardano le carte, osservano il processo di rianimazione. Quindi anche se abbiamo avuto delle persone che si sono allontanate dal corpo, queste persone non hanno guardato le carte. Allora adesso, invece di mettere le carte sul monitor, metteremo questo schermo in mezzo, così se le persone guardano il loro corpo dovranno vedere lo schermo>>.

Se fossimo in grado di dimostrare che la mente e il cervello sono separati potremmo prendere in considerazione la possibilità che la coscienza continui oltre la vita. Se saremo in grado di dimostrare questo, la teoria buddista della reincarnazione diverrà qualcosa di più di una possibilità...
L'attuale scienza galileiana dà una risposta molto chiara: il pensiero è creato dal cervello, quindi non c’è bisogno di un’anima. Ma oggi le prove forniscono un’indicazione contraria a questo. Ora sappiamo che, nelle 24 ore che precedono la morte, il moribondo vede dei parenti defunti venuti ad aiutarlo a morire. A volte il moribondo stesso va a trovare i parenti morti e parla con loro...

Come afferma il Professor Peter Fenwick <<L’insegnamento che si trae dall’esperienza pre-morte è che si è responsabili di tutto ciò che si compie durante la nostra vita. Se noi riuscissimo veramente a capire questo e ci credessimo, saremmo molto diversi. Immaginate di essere un politico e di agire un po’ come i politici: il vostro comportamento non sarebbe lo stesso. Il mondo sarebbe diverso. Le due cose che si comprenderebbero sarebbero la responsabilità personale e la vita che continua oltre la morte. E ciò cambierebbe tutto...>>.

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