"C'è qualcosa là fuori,
quella strega nella cantina
ne è solo una parte,
quella cosa vive fuori nei boschi al buio,
è qualcosa che vuole tornare dal mondo dei morti..."
(Tratto dal Film "La Casa")

"Gli uomini di più ampio intelletto
sanno che non c'è netta distinzione
tra il reale e l'irreale,
che le cose appaiono come sembrano
solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali
attraverso cui le percepiamo..."

(H.P.Lovecraft, La Tomba)

"Svegliati.
Ti ho osservato a lungo.
Sono qui, vieni.
Più vicino.
28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi.
Ecco quando il mondo finirà...
"
(Tratto dal Film "Donnie Darko")

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THE MACHINISTL'UOMO SENZA SONNO (2004)

Original title: THE MACHINIST
Cast
: Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, Aitana Sanchez-Gijon
Director: Brad Anderson
Categories: Horror
Rated: R (Graphic Violence, Not For Children)
Running Time: 90 minu
tes



SCREENPLAY:
Trevor Reznik non riesce più a dormire da un anno. Il suo aspetto diventa sempre più spettrale e anche mentalmente egli peggiora giorno dopo giorno. I colleghi, che già lo guardano con sospetto, dopo un incidente sul lavoro in cui Trevor rischia di uccidere uno di loro, iniziano a fare di tutto perché se ne vada. Trevor, che già si sente in colpa per l'incidente, comincia a sviluppare un forte senso di persecuzione: crede che intorno a lui si stia sviluppando una congiura per punirlo del suo errore. Nel suo appartamento compaiono misteriosamente dei foglietti per appunti, quasi degli indovinelli e l'unico collega con cui l'uomo aveva legato sparisce nel nulla e gli viene detto che non è mai esistito. E' tutta una manovra contro di lui, o è impazzito? Trevor cerca di comporre i pezzi del puzzle e davanti ai suoi occhi si va delineando una realtà agghiacciante...

"Che film intenso e snervante, perturbante e ricco di talento, livido e ipnotico è 'L'uomo senza sonno', inedito esempio di thriller paranoico che prima ti fa credere di essere una cosa, poi si rivela qualcosa d'altro. (...) Quel che ci attrae davvero in 'L'uomo senza sonno' è altro: è una sorta di cristologia della colpa con al centro un corpo sofferente e martoriato, autentico. (...) Sapiente, la regia di Anderson fa crescere verticalmente la suspense; mescola le carte tra realtà e allucinazione senza perdere il filo; semina indizi intelligenti. Piccola produzione apolide di una 'casa' spagnola specializzata in horror, il suo è il genere di film destinato (lo si dice fin troppo spesso, ma questa volta ce ne sono i motivi) a diventare un cult." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 novembre 2004).

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